Le onde s’infrangono sugli speroni rocciosi di questo istmo di terra proteso verso il mare. Appoggiato ad un parapetto in pietra un giovane di bell'aspetto contempla lo spettacolo della natura. Ogni tanto china il capo su di un piccolo taccuino e appunta le sue sensazioni. Come per incanto queste note distratte diventano una poesia inebriata dal mare, il sole e la pietra di Porto Venere: “Così non andremo più vagando - nella notte fonda - anche se il cuore vuole ancora amore - e la luna splende luminosa... | | |
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