Imperia - «Ciochio! Chiochio!». La voce di Bianca Ammirati, sentinella e custode degli animali che
vivono alla foce del torrente Impero, risuona preoccupata tra le canne
secche, i detriti, le pozze stagnanti. Quella che era un’oasi
naturalistica, abitata da centinaia di esemplari, uccelli stanziali e
migratori, papere, germani, cigni reali, aironi, cormorani, anatre mute,
ma anche anfibi, pesci, insetti, sta lentamente morendo trasformata in
una sorta di palude chiusa, con una barra fociva che impedisce il
naturale defluire delle acque del torrente. Ovunque rifiuti abbandonati
tra una montagna di detriti accumulati dalle alluvioni degli ultimi
anni. Plastica, bottiglie, copertoni, siringhe.
La signora Ammirati è una delle più assidue frequentatrici dell’oasi,
insieme a lei ci sono molti abitanti del popoloso quartiere delle
Ferriere, dagli alti palazzi che costeggiano gli argini del torrente.
«Sono sei anni che vengo qui tutti i giorni - spiega - a controllare gli
animali, a portare qualcosa da mangiare soprattutto ultimamente da
quando per loro è diventato impossibile procurarsi cibo. Praticamente
non riescono più a bere, l’acqua è stagnante, sporca. Sono spariti anche
i pesci, resistono solo i gabbiani che si sono riversati qui da quando
hanno chiuso la discarica di Ponticelli, rubando il cibo agli
altri, uccidendo anche i piccoli. Sono rimasti Chiochio e Chiochione,
ormai mi conoscono, mi aspettano, quando li chiamo vengono a salutarmi e
aspettano l’insalata».
Continua qui (video)
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