Le
verità nascoste a cura di Orazio
Paternò
Camminare,
correre, nuotare:
grassi consumati e costi energetici
a
confronto tra leggenda e realtà…
Camminare!
E’ questo
l’imperativo che spopola negli ultimi anni. Camminare per
tutti, senza criteri
anagrafici o medici. Tutti, dai 10 ai 90 anni, giovani e meno giovani,
sani e
meno sani. Insieme, sotto il segno della salute e del dimagrimento.
Soprattutto.
sotto il segno della comoda camminata. Per rendere più
accattivante un’attività
che l’uomo svolge spontaneamente da almeno due milioni di
anni, la camminata è
stata condita in salsa
anglofona: il WALKING, il FITWALKING, il POWERWALKING, il WALKEXERCISE,
il
NORDIC WALKING.
Ciascuna
annunciata come clamorosa scoperta. Camminare è
camminare. Basta. Posso farlo più o meno intensamente, a
tratti più o meno
veloci, in salita, in discesa, con l’ausilio di
bastoni… ma di camminare, si
tratta.
Le
virtù del camminare vengono celebrate
da giornali, tv, fino ad avere sponsor governativi. Ma quando diventano
“operative” queste virtù? Dove finisce
la camminata da salotto e dove inizia
l’attività sportiva condizionante, cioè
che influisce sui parametri della
salute e sul dimagrimento?
Il
messaggio del camminare, corretto
nella sua idea di fondo (scollarsi dal divano!) è stato
diffuso senza alcun
filtro (“è efficace per tutti”) e con
eccessiva enfasi celebrativa sui suoi
benefici. Alla gente il messaggio è dunque arrivato
così: camminare fa
benissimo e risolve tutto, dal sovrappeso, alla cellulite, al
colesterolo, ai
trigliceridi e fino
a prevenire possibili
problemi cardiovascolari.
Vero
e falso contemporaneamente…
Alla
fine, le domande che tutti si
pongono o che tutti dovrebbero porsi sono:
· Quanti
grassi si bruciano camminando, ad
esempio, per 5
km?
· E’
vero che camminare garantisce
risultati certi a tutti?
· E’
vero che camminare è un toccasana,
sia per l’ottantenne che per il ventenne?
· E’
vero che camminare per 30 minuti al
giorno corrisponde a consumare chili di grasso a fine settimana?
· Quali
sono i primi grassi ad essere
consumati durante l’attività fisica di lunga
durata?
· E’
vero che camminare, a prescindere
dall’intensità, combatte sul serio le insidie
cardiovascolari di trigliceridi,
colesterolo, ipertensione?
· E’
vero che camminare sostituisce alla
pari la corsa o altre attività sportive?
· E’
vero che durante la camminata si
bruciano solo grassi?
· E’
vero che camminare (o correre) la
stessa distanza più velocemente fa bruciare
più calorie?
Per
rispondere a queste domande farò esempi
pratici legati alla formula di Arcelli,
semplicissima e accessibile a tutti, ma considerata di elevata
attendibilità
nel predire i grassi consumati durante la camminata o la
corsa. Potrete
applicarla su di voi. Per chi non si
accontenta illustrerò i calcoli a partire dal quoziente
respiratorio e dal
consumo di ossigeno, metodi da laboratorio estremamente
precisi nel
misurare il consumo di ossigeno e, di conseguenza, il consumo calorico
da cui
ricavare il consumo in grammi di carboidrati, grassi ed eventualmente
proteine
durante una qualsiasi attività fisica. Gli scienziati hanno
misurato con
precisione il consumo calorico al minuto per chilo di peso corporeo di
innumerevoli attività, dal giardinaggio, al golf, al nuoto
al ballare in
discoteca e hanno creato delle tabelle ad hoc perché
ciascuno possa calcolare
il proprio dispendio calorico sulla base del proprio peso,
dell’attività svolta
e del tempo ad essa dedicata. Riguardo alla corsa
userò anche la
formula generale del costo
energetico espresso come consumo
energetico per unità di peso corporeo: 1
cal/ Kg/ Km
Solo
con questi elementi si possono
veramente quantificare i consumi di grassi e di calorie. Il
resto è solo
opinione.
Metterò
a confronto le attività
aerobiche più comuni: camminata, corsa e
nuoto. Vedremo
quanti grassi e calorie si bruciano e in quale
momento se ne bruciano di più. Quale
ruolo gioca l’intensità.
Al
termine troverete un vademecum
intitolato “per chi ne vuole
sapere di più” che illustra i concetti che stanno
alla base dei calcoli
metabolici
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