martedì 29 novembre 2022

Ritrovate su un ghiacciaio dello Yukon fotocamere e cineprese di una spedizione del 1937

 

Nel lontano giugno 1937, gli alpinisti Bradford Washburn e Robert Bates, membri dell’Harvard Mountaineering Club, partirono alla volta dello Yukon, con l’intenzione di tentare la prima salita del Mount Lucania, una vetta di 5240 metri situata nella catena dei Monti Sant’Elia, al confine tra Canada e Alaska, nel territorio dell’attuale Kluane National Park and Reserve, all’epoca considerata la più alta tra le vette ancora inviolate del Nord America. Una spedizione iniziata non nel migliore dei modi. Una volta accompagnati gli alpinisti da Valdez (Alaska) al ghiacciaio a bordo di un aereo dotato di sci, il pilota Bob Reeve, trovatosi intrappolato sul ghiacciaio per 5 giorni a causa di una ondata di calore e una successiva tempesta di pioggia che quasi distrusse il velivolo, decise di non farvi più ritorno. Washburn e Bates non si persero d’animo, e abbandonato parte dell’equipaggiamento e dell’attrezzatura fotografica sul ghiacciaio, raggiunsero il Mount Lucania e ne toccarono la vetta il 9 luglio 1937. Non potendo essere recuperati sul Walsh, dovettero affrontare la “via più breve” per fare ritorno alla civiltà, puntando a Burwash Landing. Affrontarono circa 150 km di cammino, superando anche una vetta di oltre 5000 metri, il Mount Steele, prima di incontrare, ormai stremati dalla fame al di là del Donjek River, i loro salvatori. A 85 anni di distanza, il materiale abbandonato sul ghiacciaio Walsh da Washburn e Bates è stato ritrovato nel corso di una spedizione capitanata dallo sciatore ed esploratore Griffin Post.

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venerdì 18 novembre 2022

PORTE DI PIETRA

13/14 Maggio 2023 a Cantalupo Ligure (AL)


LE PORTE DI PIETRA NASCONO NEL 2006

Il concetto di trail running che Gli Orsi hanno voluto promuovere è quello di un percorso impegnativo, in totale ambiente naturale, che vuole seguire pienamente l’etica di questo sport. Le Porte di Pietra hanno introdotto così anche in Italia la pratica del trail running su lunghe distanze. Una gara affascinante quanto severa, che alterna tratti di facile corsa a impegnativi dislivelli, che si snoda in un ambiente appenninico costituito da fitti boschi e ampi crinali, avvolto da una vegetazione selvaggia. La Val Borbera è una valle chiusa, non presenta dei valichi di comunicazione commerciale e questo ha contribuito in modo determinante alla creazione di un ambiente integro dal punto di vista dell’aspetto naturale e faunistico.


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LE TAPPE





lunedì 14 novembre 2022

Una fototrappola svela il mistero dello Yeti


Ha un sapore dolce amaro la più recente notizia a tema Yeti che arriva dal Nepal. Una di quelle risposte scientifiche a misteri di lunga durata che la parte più fantasiosa e infantile della nostra mente fatica ad accettare. Lo Yeti in quanto Uomo delle Nevi non esiste. Non sarebbe altro che un orso. La teoria non è nuova, l’ipotesi che dietro l’Abominevole si celasse un plantigrado è stata infatti avanzata negli anni passati, a seguito di studi genetici effettuati su una serie di reperti attribuiti al misterioso essere su due zampe, ma adesso si dispone di una prima prova fotografica a sostegno di tale tesi.

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domenica 13 novembre 2022

Escursioniste avvistano un branco di lupi e lanciano l’allarme, ma si trattava di camosci

 

Nella giornata di mercoledì 9 novembre si è rapidamente diffusa tra social e media una notizia di cronaca decisamente allarmante: un incontro ravvicinato tra due escursioniste e un branco di lupi in Val d’Ultimo, in Alto Adige. Protagoniste dell’incontro due ventenni del posto che al momento dell’avvistamento del branco, composto da circa 7-8 animali, si trovavano nei pressi di Passo di Tarres a 2620 metri di quota. Secondo quanto riportato dal quotidiano in lingua tedesca dell’Alto Adige Dolomiten, versione poi ripresa da numerose testate locali e nazionali, tra cui ANSA, gli animali si sarebbero avvicinati con fare minaccioso alle due ragazze, per poi tenerle d’occhio a una certa distanza, senza mai allontanarsi.

A seguito del lanciato allarme da parte delle due escursioniste prese dal terrore, è giunto sul luogo l’elisoccorso. Soltanto all’arrivo del Pelikan 3 i lupi sarebbero scappati. Le donne sono state poi accompagnate alla loro auto, illese ma spaventate. A detta della forestale, non era nota la presenza di un branco di lupi nella zona, da cui l’ipotesi di un loro arrivo dal Trentino o dalla Svizzera. E difatti di lupi non si è trattato.

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sabato 5 novembre 2022

Luca Mercalli: il 2022 si avvia a essere l’anno più caldo della storia

Il termine “ottobrata” circolava ampiamente già da alcune settimane per cercare di dare una spiegazione alle temperature miti che hanno caratterizzato questo inizio di autunno. Finché, con la fine di ottobre, sono stati diffusi i dati scientifici dell’andamento mensile che registrano, ancora una volta, un record di caldo in questo torrido 2022: presso l’osservatorio della Società Meteorologica Italiana, installato a Moncalieri (To), si è registrata una temperatura media mensile di 18,2° C, superiore di quasi 2° C rispetto al precedente primato dell’ottobre 2001 e di ben 4,2° C oltre la media del decennio 1991-2020. Insomma, un picco estremo di calore senza confronti con il passato.


«La tradizione popolare italiana – attacca il d
iscorso Luca Mercalli, presidente della SMI e autore del libro Il clima che cambia edito da BUR – è ricca di riferimenti proverbiali a fenomeni meteorologici anomali che sono sempre esistiti. L’“ottobrata romana” di cui si è tanto parlato, è un’espressione evidentemente coniata per spiegare certe ondate di caldo che si potevano registrare nell’Italia centrale. Così come l’”estate di San Martino” nel nord Italia o l’“indian summer” nel nord est degli Stati Uniti. Non vorrei però che queste espressioni venissero usate per sviare il problema reale e cioè che il mese di ottobre 2022 è stato il più caldo dal 1864, cioè da quando misuriamo le temperature in maniera scientifica, e probabilmente da qualche migliaio di anni. Ho il timore, anzi, che si ricorra a questi escamotage linguistici per negare il cambiamento climatico che stiamo vivendo in maniera così drammatica, quest’anno!»

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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