venerdì 30 luglio 2021

Escursionista di 61 anni disperso da una settimana in Canton Vallese

L’auto è stata trovata lunedì, ma di lui nessuna traccia

Da giovedì 22 luglio in Canton Vallese non si hanno più tracce di Patrick D. cittadino belga, 61 anni. L'ultima volta è stato visto una settimana fa davanti alla sua seconda casa a Savièse. Il suo veicolo è stato ritrovato lunedì 26 nel parcheggio di Ferpècle (comune di Evolène) il 26 luglio 2021.

Da quanto ricostruito dalle autorità elvetiche, presumibilmente l’uomo ha fatto un'escursione, ma nonostante diverse ricerche non è stato ancora trovato. 

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Precipita nel canalone delle Pale di San Martino | muore consulente finanziario

 

Lo hanno visto cadere lungo un canalone, per una quarantina di metri. Uno shock per la compagna e gli amici, che hanno subito dato l'allarme. Purtroppo non c'era più nulla da fare...

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In short sul ghiacciaio del Monte Rosa, il Soccorso Alpino s'infuria: rischiano di morire in pochi minuti

Dalla Valle d'Aosta la denuncia del Cnsas locale con tanto di foto dell'escursionista male equipaggiato sulla via normale del Breithorn

Procede da solo, in una zona ad alto rischio di presenza di crepacci, senza abbigliamento tecnico adeguato, né scarponi, ramponi, casco e corda. Il Soccorso alpino valdostano diffonde le foto di un escursionista sulla via normale del Breithorn, nel massiccio del Monte Rosa, a quota 4.000 metri, e lancia l'allarme. "In caso di caduta in crepaccio - afferma il direttore del Cnsas valdostano, Paolo Comune - questa persona ha pochissime possibilità di sopravvivenza".

"Oltre alle conseguenze dovute alla caduta e allo sfregamento contro il ghiaccio, la permanenza nel crepaccio, con tale equipaggiamento, non consente la necessaria protezione dal freddo e l'ipotermia severa, che può verificarsi in tempi molto brevi, può portare alla morte", aggiunge Comune.

 

"Purtroppo, - conclude, - nonostante i numerosi appelli alla prudenza, questi comportamenti sono molto frequenti. Per questo motivo torniamo a ribadire l'assoluta necessità di muoversi, in montagna, con attrezzatura e abbigliamento adeguati, con le opportune conoscenze del territorio e con la massima prudenza".


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Valla Antrona, ritrovati i due escursionisti dispersi da ieri

VERBANO CUSIO OSSOLA

Trovati marito e moglie che non sono rientrati nella serata di martedì

Ritrovati in Valle Antrona due escursionisti dispersi da ieri.

Il soccorso alpino delle stazioni di Villadossola e di Bognanco, insieme ai militari della Scuola alpina della guardia di finanza, ha iniziato le ricerche di marito e moglie francesi di 70 anni che nel primo pomeriggio di martedì sono partiti dall'Alpe Laghetto verso Antrona, dove avevano prenotato per la notte e dove non sono mai arrivati. Percorrendo i sentieri a piedi, le squadre si sono imbattute nei dispersi che, in ritardo sulla tabella di marcia, si erano fermati a dormire in una baita abbandonata.

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giovedì 29 luglio 2021

Rifugio Puez - Colfosco (BZ)

Il rifugio è situato nel cuore del Parco Puez-Odle, punto d'incontro dei sentieri provenienti da tutte le valli circostanti.

Il rifugio Puez fu costruito dalla sezione ladina del DuÖAV (l'equivalente austriaco del Club Alpino Italiano) nel 1889.

Dopo la Prima Guerra Mondiale il rifugio passò in proprietà alla Sezione CAI di Bolzano. L'8 agosto 1982 fu inaugurato il nuovo rifugio Puez, costruito dalla Sezione poco distante da quello originario, ancor oggi esistente.


Oggi il rifugio offre un’invitante sala da pranzo con bar, che può ospitare fino a 100 persone. Una terrazza soleggiata offre agli ospiti l’opportunità di godere delle viste panoramiche e dei gusti ed sapori della cucina tipica dell'Alto Adige.

Fino a 85 ospiti possono trovare spazio nei nostri dormitori.

Il Rifugio Puez (2.475 m) si trova sopra al paese di Colfosco, in una valletta erbosa ai piedi delle punte del gruppo del Puez. Il rifugio si trova direttamente alle altevie dolomitiche n. 2 e 8 ed è infatti punto di partenza ideale per effettuare le più belle escursioni in quota o itinerari alpinistici.


Località e accessi per raggiungere il rifugio Puez





mercoledì 28 luglio 2021

Escursionisti bloccati dal temporale in ferrata nel Catinaccio, soccorsi nel maltempo

Si è concluso intorno alle 18.30 un lungo intervento complicatosi per le difficili condizioni meteorologiche. Due escursionisti tedeschi hanno chiamato il Numero Unico per le Emergenze 112 intorno alle 15.30, dopo essere stati sorpresi dal temporale mentre stavano percorrendo la ferrata Roda di Vaèl (gruppo del Catinaccio), a una quota di circa 2.600 m.s.l.m..

Il Tecnico di Centrale Operativa del Soccorso Alpino e Speleologico, con il Coordinatore dell’Area operativa Trentino settentrionale, ha chiesto l’intervento dell’elicottero che, tuttavia, non è riuscito a decollare da Trento a causa del forte temporale in atto. Una squadra di quattro operatori della Stazione Centro Fassa – di cui un sanitario – si sono incamminati per raggiungere via terra i due escursionisti, illesi ma infreddoliti e spaventati. Intorno alle 17 i soccorritori sono arrivati sul posto, hanno messo in sicurezza i due escursionisti e li hanno rifocillati.

Poiché il meteo non consentiva ancora l’avvicinamento dell’elicottero, i soccorritori hanno cominciato la discesa fino a quando, intorno alle 17.45, una finestra di bel tempo ha permesso all’elicottero di salire in quota ed effettuare il recupero con il verricello, circa 200 metri sotto la cima della Roda di Vaèl.

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Deceduto l’escursionista caduto dalla cima Fremamorta in valle Gesso

E’ morto l’escursionista ligure cinquantenne precipitato lunedì 26 luglio durante una gita in alta valle Gesso. 


L’uomo stava procedendo in salita sulla cima di Fremamorta quando avrebbe perso l’equilibrio poco sotto la vetta ed è precipitato da uno sperone di roccia facendo un volo di 70 metri. A fare l’allarme è stato il compagno che è dovuto scendere per un lungo tratto per riuscire a trovare campo del telefonino.

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martedì 27 luglio 2021

La grotta urlante di Premilcuore: un tesoro nascosto tra cascate e natura incontaminata

 

Nel cuore della Romagna esiste un paradiso incontaminato dove fare il bagno tra rocce e cascate, un posto sconosciuto anche a tanti romagnoli, eppure inserito niente meno che dal prestigioso quotidiano inglese Financial Times nella lista dei migliori luoghi selvaggi dove fare il bagno in Italia: è la "Grotta urlante" di Premilcuore.

Siamo a 40 km da Forlì, lungo la strada che conduce a Firenze, immersi nel paesaggio naturale del Parco nazionale delle foreste Casentinesi. Qui il ripido corso del fiume Rabbi si inalvea in un gorgo e forma una cascata che travolge le depressioni presenti tra le rocce, fino a riversarsi in uno spettacolare abisso, sotto un antico ponte in pietra del XVII secolo. Il rumore generato dall'acqua e amplificato dall'acustica naturale è tale che da sempre questo luogo viene chiamato la grotta urlante.

Nella grotta si formano due pozze ampie, circondate da rocce levigate dal corso dei millenni, ideali per stendersi e per tuffarsi nelle limpide e fredde acque del fiume.

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Parco Nazionale Foreste Casentinesi




lunedì 26 luglio 2021

Geoturismo, appuntamenti di agosto

E' incredibile, il mese di luglio è quasi alla fine! Ma siamo già pronti con il calendario di escursioni di agosto!

Il 31 luglio chiuderemo con un'ultima splendida escursione pomeridiano - serale lungo il rio Gorzente, sui sentieri dell'Acquedotto De Ferrari Galliera. Al termine della camminata è prevista una cena convenzionata per gli escursionisti presso la Baita Rio Gorzentehttps://fb.me/e/VhzWVjgq

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Cosa fare a Valstagna, 5 attività a contatto con la natura

 

In questo articolo voglio mostrarti cosa fare a Valstagna per poter trascorrere una giornata o un weekend a stretto contatto con la natura, dove il protagonista indiscusso è il fiume Brenta. Questa zona del Venota è ancora poco gettonata, ma non per questo meno interessante.

La storia

Valstagna si trova in provincia di Vicenza ed è una frazione del comune di Valbrenta, sicuramente più noto.

Il nome di questo luogo significherebbe “valle stagnante” perché una frana avrebbe bloccato il corso del fiume e formato una pozza di acqua stagna.

Il paese, grazie alla presenza del Brenta, fu porto commerciale e fluviale dei Sette Comuni vicentini e divenne importante per il trasporto del legname che proveniva dall’Altopiano di Asiago. Per questo molti zattieri vivevano a Valstagna.

Successivamente la Repubblica di Venezia contribuì alla crescita economica di Valstagna con esenzioni tributarie e privilegi, fra questi la possibilità di coltivare tabacco.

Dopò il 1700 iniziò il declino di Valstagna, segnato dalle alluvioni e dalle Grandi Guerre.

Il 30 gennaio 2019 è stato istituito il Comune di Valbrenta, formato dai comuni di Valstagna, Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa e San Nazario.

Cosa fare a Valstagna

Voglio consigliarti cinque attività a stretto contatto con la natura in modo da promuovere un turismo sostenibile e che spero ti piaceranno un sacco.

1. Grotte di Oliero

A poca distanza da Valstagna, si trova il borgo di Oliero conosciuto per le sue grotte dove ha origine la sorgente dell’omonimo fiume, la più ricca del Veneto.

Alla fine del 1700, questa zona venne acquistata dalla famiglia Parolini di Bassano del Grappa. Alberto Parolini, che era un appassionato naturalista, sapeva dell’esistenza di un paio di grotte e, una volta allargate le crepe nella roccia creando un varco, fu il primo ad attraversare il laghetto del “covolo dei Siori” nel 1822.

Durante la visita al parco si potrà visitare il Covolo dei Siori accompagnati da una guida attraverso un percorso in barca sul lago, poi a piedi per ammirare la Sala della Colata, chiamata così perché ricoperta da una colata calcarea.

Oltre al Covolo dei Siori, si possono vedere il Covolo dei Assassini e delle Soree.

L’entrata al parco è a pagamento e gli orari cambiano a seconda della stagione, quindi ti lascio il link al sito ufficiale per organizzare la visita. Ovviamente si consiglia un abbigliamento sportivo e scarpe da trekking.

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Dolomiti, sette rifugi lontani dalla folla

Si scrive Dolomiti, si pronuncia rifugi. Dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, ai piedi delle pareti dei “Monti Pallidi”, sono stati inaugurati centinaia di punti d’appoggio. Dalle prime casette in pietra e legno realizzate dal CAI e dal DAV, il Club Alpino austro-tedesco, si è passati a costruzioni di molti tipi diversi. Oggi chi frequenta le montagne più famose d’Europa incontra classici rifugi che servono come punti di appoggio per arrampicate e alte vie, rifugi-ristorante accanto alle piste da sci, veri e propri alberghi d’alta quota. Qua e là, specie nei massicci più solitari, s’incontrano ancora i bivacchi fissi a semibotte, o delle malghe ristrutturate e adibite al medesimo scopo. In estate, nel cuore delle Dolomiti, la scelta di escursioni che conducono in direzione dei rifugi è vastissima. Il problema, se di problema si può parlare, sta proprio nella bellezza e nella frequentazione di questi luoghi. Su alcuni sentieri, dal Vajolet alle Odle e dal Sella alle Tre Cime di Lavaredo, se non si parte molto presto al mattino si rischia di camminare in fila.

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Trentino. Il “sorpasso” in ferrata finisce a lite e pugni, intervengono i Carabinieri

Dall’Alto Garda arriva una cronaca che fa ridere, ma fa anche riflettere. A riportarla è il quotidiano L’AdigeUna uscita in ferrata terminata a pugni, con necessario intervento dei Carabinieri. Partiamo dal dove: ferrata del Rio Sallagoni. Protagonisti: due comitive, una locale e una svizzera.

La comitiva svizzera costituita da appassionati, dunque diciamo rapidi nel loro avanzare. Quella locale da un adulto e due ragazzini di 7 e 8 anni, saliti in ferrata con l’obiettivo di affrontarla con cautela e senza fretta. Secondo quanto riportato dall’Adige, una volta raggiunti dagli svizzeri, gli italiani si sarebbero resi conto di essere di intralcio e avrebbero più volte proposto agli elvetici di passare avanti. Invito non accolto.

A un certo punto la situazione si è complicata, arrivando a degenerare. Si è innescata una lite conclusasi con un pugno tirato da uno svizzero all’accompagnatore altogardesano. Sarebbe stato quest’ultimo a chiamare il 112 richiedendo un intervento. I Carabinieri hanno inviato sul posto l’ambulanza di Trentino Emergenza, ma resisi poi conto del fatto che il pugno non avesse lasciato segni evidenti, il mezzo è stato fatto rientrare.

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domenica 25 luglio 2021

Rick Allen muore sul K2

Tragica notizia questa mattina dal Karakorum: l’alpinista Rick Allen ha perso la vita su K2 durante un tentativo di aprire una nuova via con Jordi Tosas e Stephan Keck sulla parete SE della montagna.

Le prime informazioni parlano di una valanga a C1. I due compagni di cordata stanno bene.

Rick Allen, scozzese, era entrato nella storia dell’alpinismo nel 2012, quando il 15 luglio assieme a Sandy Allan avevano salito il Nanga Parbat lungo la cresta Mazeno in un’epopea durata 18 giorni in parete. Fu la prima salita dell’infinita e difficile cresta lunga circa 10 km. I due alpiniti avevano ottenuto il Piolet d’Or per quell’impresa.

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sabato 24 luglio 2021

Doppio incidente sul Monte Bianco e sul Grand Combin: morti un alpinista italiano e uno austriaco

I due uomini sono scivolati e finiti sulle rocce. Inutili i soccorsi. Avevano 66 anni e 37 anni

Un alpinista italiano di 66 anni, originario di Cortenova, in Lombardia e un austriaco di 37 anni. La montagna miete due vittime nelle ultime 24 ore.

SUL MONTE BIANCO

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L'alpinista italiano è morto ieri pomeriggio, durante la discesa da una vetta del massiccio del Monte Bianco, al confine franco-italiano. Lo hanno comunicato i soccorritori alpini. La cordata di tre alpinisti italiani era impegnata nella discesa dal Dente del Gigante (4.013 metri di altezza) quando, intorno alle 16.30, l’alpinista lombardo è caduto a circa 3.850 metri di altitudine. I soccorsi italiani, subito allertati, hanno chiesto l’intervento della Gendarmeria francese d’alta montagna di Chamonix, arrivata sul posto con un medico. Inutili i tentativi di rianimare lo scalatore.


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venerdì 23 luglio 2021

ACCADDE OGGI

Era il 23 luglio 2001, esattamente 20 anni fa. Un gruppo di grandi amici, accomunati dalla passione per l’escursionismo e la promozione del territorio, si riunivano per costituire ufficialmente e formalmente l’Associazione Naturalistica Culturale LA PIETRA VERDE.
Alcuni dei fondatori provenivano già da un’esperienza importante in questo settore: nel 1989 si era tenuto il corso per Accompagnatore Escursionistico Nazionale, condotto dalle guide certificate FIE di Piacenza, e nel 1990 era stata fondata l’Associazione Appennino Trekking Valli Curone, Grue e Ossona.

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Lungo la via degli alpeggi

Domenica 1 Agosto 2021

Tra passato e presente, un "viaggio" alla scoperta della vita contadina dell'appartata e suggestiva Val Brevenna. Il cammino ha inizio a Chiappa (886m) dove si intraprende la salita verso i Casoni, caratteristiche costruzioni usate un tempo per l'alpeggio estivo e per la fienagione. Da queste antiche abitazioni il sentiero si snoda fra caratteristici pavimenti calcarei e freschi lembi di faggeta fino a raggiungere Lavazzuoli, piccolo nucleo a 1141 m di altitudine. Qui opera un'azienda agricola che con la sua attività garantisce ancora oggi un fondamentale presidio di questo territorio. Pranzo presso l'agriturismo dell'azienda (costo 20€ a persona).

A seguire si rientra ai Casoni e da lì si raggiunge il paese di Chiappa percorrendo un diverso sentiero (tempo di percorrenza complessivo 4 h ca., dislivello in salita 250m ca.).

Durata: giornata intera, pranzo presso l'agriturismo 

Ritrovo: Chiappa

La prenotazione è obbligatoria e va effettuata entro venerdì 30 luglio all'apposito form

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Escono dal sentiero, si perdono, svengono: la disavventura di due sorelle milanesi in gita alle Cinque Terre. Salvate dai Carabinieri


Cinque Terre – Si incamminano lungo il sentiero che da Monterosso porta a Levanto, ma si perdono, escono dal tracciato e una delle due ragazze cade, batte il capo a terra e sviene. Protagoniste della brutta esperienza due sorelle di Milano, di 20 anni, in vacanza a Monterosso, che nel tardo pomeriggio di lunedì avevano deciso di raggiungere Levanto lungo il sentiero.

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Bando gestione Rifugio Antola

 

Il bando per la ricerca di una nuova gestione del Rifugio Antola è aperto, con scadenza 09/09/2021.

In questa pagina tutta la documentazione liberamente scaricabile.

 

lunedì 19 luglio 2021

3 itinerari per scoprire l’Oasi Zegna

Cento chilometri quadrati di territorio naturale, dove poter godere dell’ambiente, respirare aria pulita, divertirsi e riacquistare quel contatto con l’ambiente oggi sempre più importante. Sono queste le caratteristiche che contraddistinguono l’Oasi Zegna, fondata nel 1993 sul “Pensiero Verde” di Ermenegildo Zegna. Un’oasi naturale che affonda le sue origini agli anni Trenta del Novecento, quando Zegna si impegna per la rivitalizzazione del suo paese natale, Trivero, nel Biellese.

Tra i vari progetti realizzati, anche la riforestazione delle pendici della montagna con 500mila conifere, centinaia di rododendri e una strada, la “Panoramica Zegna”, celebre tra i ciclisti e indimenticabile per chi la percorre: dall’imponente vista sul Monte Rosa, alla Wilderness dell’alta Valsessera dove non è raro incontrare cervi, caprioli e altri animali della foresta, fino alla Valle Cervo con i suoi spigolosi panorami modellati dai ghiacciai. Scopriamo insieme qualche itinerario dallo Speciale Outdoor Piemonte allegato al numero 111 di Meridiani Montagne.

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sabato 17 luglio 2021

App per il trekking: le migliori per utilizzare il telefono come navigatore

Durante un trekking lo smartphone non è utile solo per postare una foto, ma può diventare un utilissimo strumento per orientarsi sul sentiero. Ci sono diverse APP che trasformano il nostro device in un navigatore GPS per seguire il tracciato degli itinerari.

Quando si organizza un trekking, una delle prime cose da fare è scegliere l’itinerario giusto da fare.

Una decisione fondamentale per scegliere sempre un percorso che sia alla portata delle nostre capacità.

È importante verificare i dislivelli, la lunghezza e la difficoltà del sentiero, solo così si può essere certi di non fare scelte avventate.

Per fare questo oggi ci si affida ai siti internet specializzati, in cui si trovano informazioni tecniche sui percorsi, complete delle relative scale di difficoltà e talvolta con mappe dettagliate.

Quando arriva il momento di mettersi in cammino bisogna essere certi però di non perdere la strada.

Una volta ci si orientava con cartine, bussola e l’ausilio dei segnavia che si trovano lungo il percorso, oggi però la tecnologia può venirci in soccorso e semplificarci la vita.

Infatti sono disponibili sul mercato diverse APP utili ad orientarsi durante il trekking...

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Cammino di Santiago a Gran Canaria: 77 km tra mare e vulcani, tutte le tappe

Esiste un altro Cammino di Santiago, quello che attraversa l'isola della Gran Canaria, unendo le due chiese fondate dagli spagnoli e dedicate a San Giacomo dopo la conquista dell'isola. Corrisponde all'antico pellegrinaggio dei coloni spagnoli e dei nuovi convertiti. Attraversa l'isola da sud a nord, con partenza a Maspalomas e arrivo a Gáldar: un viaggio nella storia e nella natura di Gran Canaria.

Quando si parla del Cammino di Santiago si pensa a quello famosissimo che arriva, nella Spagna continentale, a Santiago di Compostela.

Esiste però un altro cammino storico – religioso con lo stesso nome, a Gran Canaria.

A differenza del suo più famoso cugino, il Cammino di Santiago in Gran Canaria si svolge per il 99% su sentiero e non è frequentatissimo.

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venerdì 16 luglio 2021

Val Grande. Pronto all’inaugurazione il nuovo bivacco “Cecilia Genisio”

Domenica 18 luglio in Val Grande verrà inaugurato un nuovo bivacco, realizzato nelle vicinanze degli alpeggi dell’Alpe Vailet a 2230 m di quota, nel Vallone Vassola. La struttura è di proprietà del Comune di Chialamberto (TO).

Costruito interamente in legno, con alimentazione elettrica a pannello solare, il bivacco è intitolato a Cecilia Genisio, “socia Cai e ideatrice dell’Alta Via Canavesana – come si legge in una nota della sezione CAI di Lanzo Torinese – . La si vedeva spesso percorrere la dorsale della Val Grande, sia sola che in compagnia del Gruppo escursionistico CVL durante le classiche gite del giovedìEra un personaggio molto attivo, che ha prestato il suo aiuto in parecchie strutture Cai (Consigliere Centrale, Segretaria dell’intersezionale Canavese e Valli di Lanzo, Componente del Direttivo del Cai Piemonte), oltre a svolgere attività di verificatore in tutti i rifugi del Piemonte.”

Non è dunque un caso che la struttura si collochi sull’Alta Via Canavesana e sull’Itinerario di Lunga Percorrenza “3 Vallate” (3V).

Un sogno condiviso tra sezioni CAI

L’edificio in sé è stato realizzato grazie a fondi stanziati dalla Regione Piemonte, che non prevedevano però la copertura di arredi (coperte, materassi, cuscini). Le sezioni appartenenti all’Intersezionale Canavese-Valli di Lanzo hanno così lanciato una sottoscrizione per completarne la dotazione.

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Davanti alla Marmolada il box per aiutare il pastore a difendere le greggi dal lupo

Il ricovero in quota posizionato con l'elicottero sopra passo Fedaia

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giovedì 15 luglio 2021

Domenica 18 luglio: MovEat: i villaggi abbandonati ed il Monte Antola Loc. Vegni di Carrega Ligure (AL)

 

MovEat è un modo di scoprire il QuartoPiemonte attraverso lo sport e le specialità enogastronomiche del territorio.
Insieme alle esperte guide di Azalai, istituzione locale dell’outdoor, sarà affrontata una camminata lungo alcuni dei sentieri più suggestivi, vere e proprie autostrade del benessere, che si concluderà con un pranzo al sacco su un prato baciato dal sole, per un pranzo veloce a base delle tante prelibatezze del QuartoPiemonte.
Un percorso classico dell’alta Val Borbera con partenza da Vegni, piccola frazione di Carrega Ligure. La parte iniziale è costituita da un ombreggiato sentiero che passa attraverso suggestivi paesi abbandonati negli anni ’60 ed ormai in rovina. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato e dove la natura si è ripresa con forza i suoi spazi, rimangono ancora testimonianze sorprendenti a raccontarci della vita quotidiana degli abitanti di questi luoghi. Quindi con un rapido saliscendi che guada il Rio dei Campassi e sfiora gli antichi mulini, si arriva a Croso, dove potremo rifocillarci con un gustoso pranzo al sacco. A seguire ci si inerpica sulle pendici del monte Antola, “la montagna dei genovesi”, fino a conquistarne la vetta con la sua vista a 360° sul lago del Brugneto. La parte più dura ora è andata. Si rimane in cresta sino al passo Tre Croci e poi, tra pascoli ed un’agevole discesa, si rientra a Vegni.
Partenza prevista per le ore 10,00 – All’arrivo pranzo al sacco.
Quota di partecipazione € 29,90 – Prenotazioni tramite format su www.quartopiemonte.com
Dimensioni del gruppo: 15 persone
Livello difficoltà: impegnativo (18km -1050m D+) – La durata prevista è di circa 6 ore.
Itinerario con accompagnatore escursionistico certificato.
Si tratta di un itinerario dedicato a camminatori con una buona esperienza su sentieri di montagna, una adeguata preparazione fisica e tecnica, ed in buona salute. Se non sei sicuro che sia l'attività adatta a te, contattaci.
L'attività è pienamente compatibile con il rispetto dei protocolli anti-Covid vigenti: i partecipanti sono tenuti a rispettare il distanziamento interpersonale e a indossare la mascherina prima della partenza, dopo l'arrivo e in caso di soste intermedie.
Info: Derthona Booking s.r.l. - Via della Costa, 2 – 15050 Carbonara Scrivia (AL)
www.quartopiemonte.com info@quartopiemonte.com

mercoledì 14 luglio 2021

Everest. Metalli pesanti nella neve e nei ruscelli, a rischio l’acqua potabile

Quante volte, durante una gita in alta quota, ci siamo ritrovati a riempire le borracce di acqua di sorgente, nella piena convinzione che l’acqua altissima sia anche purissima? Una nuova ricerca made in USA, condotta sul Tetto del Mondo, dimostra che non sempre esista una diretta correlazione tra quota e purezza dell’acqua, soprattutto se si parla di acqua di provenienza glaciale. Lo studio, di recente pubblicato sulla rivista scientifica Science of the Total Environment, rivela che tracce di metalli pesanti, derivanti da attività umane, siano presenti nel ghiaccio, nelle nevi e nelle acque della regione dell’Everest. Un grave pericolo per la salute di chi utilizzi tali acque per uso potabile.

Ghiacciai e acqua potabile

Nella regione dell’Everest il 65% dell’acqua destinata a uso domestico nella stagione pre-monsonica deriva dallo scioglimento dei ghiacciai. Sono circa 3500-6000 gli abitanti dei villaggi che dipendono da queste acque per la propria sopravvivenza e per l’irrigazione dei campi. Si aggiungano a tali cifre i circa 57.000 trekkers, alpinisti, team di supporto, che stagionalmente sostano al campo base dell’Everest e utilizzano come fonte idrica i corsi d’acqua che si originano dal ghiacciaio del Khumbu.

Lo scioglimento dei ghiacci comporta anche il rilascio di composti chimici immagazzinati nel tempo, alcuni dei quali risultano essenziali per gli ecosistemi nonché per l’agricoltura, in quanto vanno ad arricchire i suoli. Altri rappresentano dei rischi per la salute dell’ambiente e dell’uomo, come vedremo in questo caso.

Inquinamento ad alti livelli al campo base Everest

I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Heather M.Clifford del Climate Change Institute, University of Maine, hanno analizzato la composizione chimica di campioni prelevati nella stagione pre-monsonica 2019:

  • di acqua dei ruscelli alimentati dal ghiacciaio del Khumbu a una quota di 4300–5250 m;
  • di neve prelevata tra i 5200 e i 6665 m su Everest, Lobuche e nella Imja Valley.
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martedì 13 luglio 2021

Il Cammino di San Benedetto, così spirituale così reale

È in edicola il nuovo numero di Meridiani Cammini dedicato al Cammino di San Benedetto, un itinerario tra rocche, piccoli borghi appenninici densi di storia e di tradizioni, eremi e abbazie, acquedotti e memorie dell’antica Roma. Ma soprattutto tanta natura, che avvolge e coinvolge con la sua dolcezza aspra e selvaggia. Un percorso adatto a tutti i tipi di camminatori e accessibile dalla primavera fino all’autunno inoltrato.

Una direttrice nord-sud di 300 km lungo uno dei tratti più suggestivi (e meglio conservati) dell’Appennino che da Norcia, alle propaggini dei Monti Sibillini, si snoda verso Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, fino a Cassino, nella valle del Liri, attraversando i luoghi più significativi della vita di san Benedetto, uno dei padri del monachesimo occidentale. A piedi, o in mountain bike, 16 tappe attraverso sentieri, carrarecce, e strade a basso traffico, percorrendo valli e monti di Umbria e Lazio. Percorrendo il Cammino di San Benedetto si vive prima di tutto una straordinaria esperienza di riscoperta lenta del cuore dell’Italia.

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In 200 sul Monte Bianco: è la più grande cordata al mondo

Per festeggiare 200 anni di vita e attività, la Compagnie des Guides de Chamonix ha deciso di puntare in alto, sia come quota che come obiettivo. Il 10 luglio 200 persone, 30 guide francesi e italiane e 170 fortunati “clienti”, selezionati mediante un concorso avviato a giugno, hanno affrontato in cordata la traversata del Monte Bianco dall’Aiguille du Midi (3842 m) a Punta Heilbronner (3462 m). 6 km attraverso la Vallée Blanche. Si tratta della più grande cordata al mondo.

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Tofana di Mezzo, recuperato escursionista bloccato dalla stanchezza

È stato raggiunto e recuperato da una squadra a piedi un escursionista tedesco rimasto bloccato ieri dalla stanchezza in cima alla Tofana di Mezzo, dopo essere salito dalla Ferrata di Punta Anna.

L’allarme era scattato attorno alle 18. Dopo i tentativi di avvicinamento in serata da parte dell’elisoccorso di Pieve di Cadore vanificati dalle nubi basse, l’uomo, in accordo con il Soccorso alpino di Cortina che aveva verificato che non avesse problemi, ha passato la notte nel bivacco dell’arrivo della funivia.

All’alba l’escursionista ha fatto sapere che non se la sentiva di muoversi da solo. Purtroppo, le forti raffiche di vento e la chiusura repentina delle nuvole non hanno permesso all’elisoccorso, pronto alle 6.40 per l’eventuale intervento, di avvicinarsi. Considerato il maltempo in arrivo, l’elicottero ha quindi imbarcato due soccorritori per lasciarli più in alto possibile, all’altezza del laghetto sopra il Rifugio Giussani. La squadra è risalita per alcune centinaia di metri di dislivello a piedi ed è arrivata al bivacco.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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