domenica 29 luglio 2018

Garda, turista bloccato sulla parete rocciosa: il salvataggio con l'elicottero


Voleva vedere il Lago di Garda dall'alto, ma ha perso l'orientamento e si è ritrovato su un dirupo a 1570 metri di quota. E' finita con il salvataggio in elicottero l'escursione sul monte Altissimo a Malcesine di un turista tedesco in vacanza sul Lago di Garda. Quando si è reso conto che non poteva più proseguire, l'uomo ha chiesto aiuto ai vigili del fuoco che lo hanno localizzato grazie al gps. 

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Parco Naturale Alpe Veglia

Istituito con legge approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte il 4 marzo del 1995, il Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, con la zona di salvaguardia che lo precede (Preparco) è costituito da due ampie conche di origine glaciale, al lembo occidentale delle Alpi Lepontine: l'Alpe Veglia e l'alpe Devero.  sito: parco.alpe.veglia.devero
Diviso amministrativamente tra i comuni di Varzo, Trasquera, Baceno e Crodo, il territorio protetto si estende così, senza soluzione di continuità, dal Monte Leone fino alla Punta d'Arbola, per più di ottomila ettari, confinanti ad Est con l'Alta Valle Formazza, a Sud Est con la Valle Antigorio, a Sud con la Val Divedro, a sud Ovest con la Valle del Sempione, a Nord con le valle laterali della valle del Rodano, dove si trova la gemella Riserva Binn.
Risultato di un lungo cammino iniziato nei primi anni del secolo, il primo nucleo del parco è nato alla fine degli anni Settanta per tutelare l'Alpe Veglia, ma è solo l'inizio degli anni Novanta che finalmente anche l'area del Devero è diventata Parco Naturale.
Incuneato tra il Vallese e l'ossola, da sempre il territorio del parco ha costituito una comoda via di passaggio di merci tra Nord e Sud; non a caso, le prime tracce della presenza umana risalgono alla prestoria.
Di grande rilevanza sono i ritrovamenti archeologici effettuati nella Piana del Veglia risalenti al periodo del mesolitico (circa 9.000 anni fa). Sin dal Medioevo, i pascoli dei due alpeggi sono stati intensamente sfruttati dagli abitanti del fondo valle, che, nel corso dei secoli, hanno modificato profondamente il paesaggio naturale, piegandolo ai propri bisogni: incanalando le acque, bonificando i paludosi, limitando il sottobosco di mirtilli e rododendri per aumentare la  superficie coltivabile, costruendo nuclei abitativi.
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IL SENTIERO GLACIOLOGICO DI VEGLIA


Ha un nome lo sciatore misterioso riemerso dai ghiacci del Cervino

Scomparve nel marzo del ‘54: si chiamava Henri Joseph Leonce Le Masne, francese di 35 anni. Identificato con il test del Dna. Sua nipote Emma che vive a Parigi ha risposto all’appello su Facebook della polizia italiana

C’è una donna, Emma Nassem, che sta guidando per le vie di Parigi, è l’inizio di luglio, un mese fa. A un tratto alla radio sente parlare di uno strano cold case, una missione quasi impossibile tentata dalla polizia italiana, che sulla sua pagina Facebook più popolare, Agente Lisa, il 29 giugno ha lanciato un appello: «Aiutateci a dare un volto e un nome allo sciatore ritrovato nel 2005, a 3.100 metri di altezza, sul Cervino, in Valle D’Aosta». Ecco, si dirà, a cosa servono i social: un post che in poche ore diventa virale, fa il record di condivisioni e rimbalza in tutta Europa.

Oltre all’appello, c’è pure la descrizione dell’attrezzaturache il misterioso sciatore portava con sè il giorno in cui è morto, miracolosamente riapparsa insieme ai suoi poveri resti sulle Cime Bianche della Valtournenche il 22 luglio 2005, dopo lo scioglimento del ghiacciaio del Ventina. Tutti i reperti sono stati fotografati: ecco gli sci di lusso «Rossignol Olympique» anni 50, i bastoncini in metallo, gli scarponi in cuoio «Le Trappeur», un paio di occhiali, l’orologio Omega e la camicia di tessuto leggero, grigio verde, pure questa di marca francese, «Fabriqué specialement pour Boudrigue-Par de Marly», con le iniziali del proprietario ricamate sopra: M.M. E la signora Emma, allora, mentre guida sobbalza: «Io conosco questa persona, è mio zio...». M.M: Monsieur Le Masne! La donna contatta subito la polizia italiana su Facebook. Henri Joseph Leonce Le Masne, nato ad Alençon il 26 marzo 1919, amministratore civile del Ministero delle Finanze a Parigi: se lo sciatore misterioso ora ha un nome, lo si deve anche al lavoro straordinario svolto dal 2005 ad oggi dagli agenti della Questura di Aosta e della Polizia Scientifica di Torino, che sono risaliti al suo Dna dall’osso di un piede rimasto nello scarpone e l’hanno poi confrontato martedì scorso con quello di suo fratello, il padre di Emma, il letterato e matematico Roger Le Masne, 94 anni, presidente dell’Associazione amici di padre Jean Carmignac. Il test ha datoesito positivo.

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venerdì 27 luglio 2018

Visitare il Parco della Val Grande


La Val Grande è un piccolo Nepal alle porte della civiltà. Proprio per questa sua peculiarità la valle è diventata Parco Nazionale.
L'Ente Parco propone ogni anno escursioni guidateattività didattiche per le scuole, conferenze, campi di volontariatocampi estivi per ragazzi e molte altre iniziative. Si può soggiornare in uno dei paesi del Parco in strutture ricettive moderne e accoglienti. E per chi vuole prolungare il suo svago in questa area selvaggia, sono stati realizzati nel Parco, recuperando vecchie stalle e baite, alcuni bivacchi dove trascorrere la notte in modo semplice, al calore di una stufa o della fiamma di un camino. Le luci dell'alba accolgono un nuovo giorno di cammino lungo i sentieri valgrandini che riporteranno l'escursionista, rigenerato e soddisfatto, ai propri ritmi quotidiani, mentre la Val Grande rimane là, con i suoi suoni e silenzi, ad aspettare nuovamente qualcuno.

Data la sua caratteristica di area selvaggia e impervia, la percorrenza dei sentieri, alcuni dei quali difficili, pericolosi e ancora non segnati, deve avvenire con la massima prudenza e con accompagnatori esperti (Guide Ufficiali del Parco, Guide Alpine e accompagnatori naturalistici abilitati).
Il Parco consiglia a chi non è molto esperto dei luoghi come primo avvicinamento i Sentieri Natura del Parco, che offrono l'opportunità di interessanti escursioni di media difficoltà.
E' possibile soggiornare nelle località vicino al Parco oppure, per chi è impegnato in trekking di più giorni, nei rifugi e nei bivacchi del Parco.


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mercoledì 25 luglio 2018

Parco Naturale Alta Val Borbera (AL)


Ieri con Giacomo è arrivata la targa, domani Franco la fisserà al muro del Comune, venerdì inauguriamo.

È dedicata a tutti noi che ci abbiamo creduto.

A chi si è esposto pubblicamente tra: produttori, operatori, soggetti e attività economiche di zona (e non).

Ai politici (assessori regionali, consiglieri regionali, amministratori provinciali, Sindaci e amministratori) che ci hanno sostenuto dal primo giorno, senza esitazioni di convenienza.

Ai residenti e ai non (ancora) residenti.

A chi ci ha messo la faccia al momento giusto. A chi, comunque, ci mette la faccia sempre.

Al nostro grande Presidente Dino Bianchi.

Nella prossima targa scriveremo Parco Naturale Alta Val Borbera, ma oggi ci godiamo questa.

Aree Protette Appennino Piemontese

sabato 21 luglio 2018

Venerdì 27 luglio

Ponte Rotto - escursione geoteatrale sui Sentieri della Libertà



Quando la Geologia si innesta con la Storia e con la Musica

Irene Zembo, geologa milanese innestatasi in Val Borbera, così descrive l'itinerario lungo le Strette: 
"Un itinerario storico, geologico, paesaggistico e naturalistico unico nel contesto piemontese, da percorrere dentro le profonde gole scavate nei millenni dal Borbera. Nel tratto da Pertuso a Persi, il Borbera scorre incassato dentro gli imponenti muraglioni dei Conglomerati di Savignone, di età oligocenica, alternando pozze in cui fare il bagno a estesi tratti in cui la corrente sfiora le caviglie. In questo canyon fatato, conosciuto con il nome di "Strette", la Storia è da sempre protagonista. L'escursione, infatti, consente di attraversare uno dei "Luoghi della Memoria" della Resistenza partigiana e visitare l'area monumentale della Battaglia di Pertuso".
Simone Mastrotisi, il gallo dell'Allegra Brigata Chicchirichì, anche lui da poco innestatosi in Val Borbera, durante l'escursione racconterà alcune vicende legate alla Resistenza partigiana svoltasi in quel tratto di strada:
"Lettere partigiane. Estate 1944..."
Quattro lettere, quattro riflessioni dalla Battaglia di Pertuso, un attore e un musicista col suo sassofono. Un racconto musicale in cammino sul Sentiero della Libertà.
Il tutto, con i piedi a mollo nell'acqua, gli occhi spalancati sulle pareti rocciose dalla forma arrotondata delle Strette, le orecchie aperte alle voci di chi quelle vie le ha percorse e ne ha scritto la Storia.
Un'avventura magica. Un innesto possibile.

PONTE ROTTO con:
Irene Zembo alla Geologia
Simone Mastrotisi alla Storia
Marco Senes alla musica

DETTAGLI PERCORSO:
Luogo e orario di partenza:
Stele di Pertuso, ore 9:30
Difficoltà: E - torrentismo
Tempo di per correnza: 4 ÷ 5 h
Dislivello: -51 m
Lunghezza percorso: 6 km

MODALITA' DI PARTECIPAZIONE:
Prenotazione e pagameno quota tramite agenzia di viaggi celeber.it: Chiara Priori 02.45373540
Quota 20 euro adulti e 10 euro bambini fino a 12 anni.
Prenotazione immediata sino a esaurimento posti (20)
entro giovedì 26/07/2018

Si ringrazia per le foto Pier Luigi Casanova

mercoledì 18 luglio 2018

Cervino, morti due alpinisti. "Precipitati per oltre mille metri"

L'incidente è avvenuto a quota 4.400 metri, mentre stavano procedendo in cordata sulla Scala Jordan



Roma, 18 luglio 2018 - Tragedia sul Cervino. Due alpinisti sono mortiquesta mattina dopo essere precipitati per circa 1300 metri lungo la parete Sud della montagna, a quota 4.400 metri di altitudine. L'incidente è avvenuto intorno alle 12: secondo le prime ricostruzioni i due stavano procedendo in cordata, in discesa, sulla Scala Jordan quando uno ha perso l'equilibrio, trascinando l'altro nel vuoto. Un testimone, una guida alpina che li aveva salutati poco prima, li ha visti cadere e ha allertato il soccorso alpino valdostano, che ha recuperato i corpi e li ha portati a Breuil-Cervinia, dove sono a disposizione dell'autorità giudiziaria per accertamenti.
Le vittime sarebbero una donna e un uomo di circa 30 anni, probabilmante stranieri. Con sé non avevano documenti e per questo le operazioni di identificazione risultano complicate.
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lunedì 16 luglio 2018

Rifugio Alpino Walter Bonatti

Il rifugio è situato a 2025m di quota, all’imbocco del Vallone di Malatrà  e si affaccia su un panorama che abbraccia la catena del Monte Bianco, dal Col de la Seigne al Col Ferret.

È stato inaugurato il 2 Agosto 1998 ed è stato intitolato all’alpinista di fama mondiale ed esploratore Walter Bonatti.

È un rifugio di media montagna, vi può ospitare per la tappa di un trekking, per un’escursione in quota, per una traversata da rifugio a rifugio o da una valle all’altra.
D’inverno è aperto per lo scialpinismo o per una salita con le racchette da neve.

TOUR du MONT BLANC

Italia – Francia – Svizzera
Uno dei più emozionanti trekking delle Alpi è l’anello attorno al “tetto d’Europa”che attraversa 3 stati: Italia, Svizzera, Francia.
E’ nel 18° secolo che Horace-Bénédict de Saussure percorre per la prima volta l’itinerario intorno al Monte Bianco per esplorare scientificamente il massiccio.
In seguito numerosi viaggiatori, soprattutto inglesi, scoprono il Monte Bianco, visitando le vallate e lasciando resoconti dei loro viaggi.
Dopo la prima salita al Monte Bianco (1786) si diffonde la pratica dell’alpinismo e dell’escursionismo.
Durante il percorso i paesaggi che si susseguono sono spettacolari: vaste zone di ghiacciai si alternano a estese praterie, guglie, rocce e piccoli laghi e ancora piccoli villaggi, alpeggi e rifugi… o il fondovalle.
Si può scegliere la località di partenza: Courmayeur, Chamonix (…) e l’itinerario è effettuabile in 7/12 giorni di cammino a seconda della programmazione delle tappe o delle varianti che si intendono percorrere.

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domenica 15 luglio 2018

Trekking fino al Lago inferiore della Lavagnina

Nello splendido Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, un trekking più soft dal Valico degli Eremiti fino al Lago inferiore della Lavagnina, per godersi il suo meraviglioso paesaggio

di Federico Zerbo
Lo schema classico di un’escursione in montagna è piuttosto semplice: una salita verso una vetta o un rifugio e la successiva discesa, che può avvenire per l’itinerario dell’andata o con un percorso ad anello.
Ho sempre privilegiato le salite ripide, faticose, tanto dislivello coperto con uno sviluppo chilometrico minimo ed in tempi ristretti, spesso alla ricerca dei miei limiti. L’avanzare dell’età tuttavia, apre nuovi scenari, nuove prospettive, gli spigoli vengono smussati e non solo in ambito escursionistico. Mi sono ritrovato a percorrere itinerari molto lunghi, ma dalle pendenze più soft, rimanendo comunque sempre sentimentalmente legato alle salite ” hard”.
La mia nuova idea di vetta si è trasformata in un semplice punto da raggiungere, non importa quale, è importante prefissarsi un obiettivo, un progetto e portarlo a compimento.
Alle parole è fondamentale, per quanto mi riguarda, far seguire sempre fatti concreti.
Un classico esempio di questo tipo di itinerario, è un trekking che ho da poco affrontato all’interno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.
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Incidenti in Montagna: morti due escursionisti in Piemonte

Nelle montagne del Piemonte sono morti oggi due escursionisti, entrambi a causa di un arresto cardiaco

Nelle montagne del Piemonte sono morti oggi due escursionisti, entrambi a causa di un arresto cardiaco.

Oulx, nel Torinese, un 43enne ha accusato un malore nei pressi della borgata Vazon: i soccorritori non hanno potuto far altro che costatare il decesso.
Formazza, in provincia di Verbania, un uomo di 75 anni ha perduto conoscenza a causa di un malore: la vittima è stata raggiunta prima dall’eliambulanza del 118 e successivamente dalle squadre del Soccorso alpino e dai carabinieri. 

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Ronco Canavese | Scalatori si bloccano in montagna | Scortati a valle | 7 luglio 2018
Scalatori si bloccano in montagna: "scortati" a valle dai soccorritori





Sciatore morto sul Cervino, polizia: "Aiutateci a identificarlo"


  • IL PRIMO SITO ITALIANO SUL MONDO DELLA MONTAGNA E DELL'ALPINISMO


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sabato 7 luglio 2018

Incidenti montagna: precipita da Castore, morto alpinista

Castore
AOSTA, 7 LUG – Un alpinista è morto dopo essere precipitato per circa 600 metri dalla parete ovest del Castore, nel massiccio del Monte Rosa. L’incidente si è verificato stamane a circa 4.000 metri di quota. Sul posto sono intervenuti il Soccorso alpino valdostano e il medico del 118 con l’elicottero, che hanno constatato il decesso e recuperato il corpo. 

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Incidente in montagna a Malciaussia di Usseglio | Precipitato in un canalone | Vegliato dal suo cane San Bernardo | Morto Simone Piombo di Baldissero Torinese | Creativo della Verdepastello di Torino | 3 luglio 2018


La montagna si è portata via Simone, creativo con tanti amici

Vegliato dal suo San Bernardo



venerdì 6 luglio 2018

Val Borbera, i suoi perduti villaggi di pietra


Come nasce un cammino sociale #10
Il Cammino Sociale della Val Borbera passerà sotto il simbolico Monte Antola, ma su uno dei suoi versanti meno conosciuti: la splendida valle dei Campassi. Qui si possono ammirare tre borghi abbandonati in un ambiente naturale soleggiato e selvaggio. Sono i vecchi paesi di Casoni, Ferrazza e Reneusi, noti per alcune architetture ancora integre come l’oratorio di Reneusi, e per le vicende che ne segnarono l’abbandono negli anni Sessanta, o il parziale recupero oggi nel caso di Ferrazza.
Siamo a circa 1000 metri di altitudine, su un sentiero che circonda a mezza costa la valle e che immerge il viandante nella brezza di ampi faggi, querce e castagni. Di fronte, sull’altro versante, il Monte Buio dal nome più che azzeccato. Da Vegni, tappa di provenienza, si opera davvero un viaggio a ritroso nel tempo, con la panoramica sella dei Campassi a fare da spartiacque tra un mondo perduto ed il nostro. E’ un cammino di soste, di silenzi, di storie. Racconta senza bisogno di tante parole la civiltà contadina e pastorale di un tempo non troppo lontano, le fatiche di una vita sospesa tra i crinali, le prodezze della perseveranza di un popolo. 
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IL GR20 IN CORSICA

IL GR20, MITICA ESCURSIONE PEDESTRE DELLA CORSICA


INTRODUZIONE SUL GR20:



Il mitico GR20 è un sentiero pedestre che attraversa la montagna corsa che si estende su 200km. È senz’altro uno dei più difficili d’Europa (anche se chiunque in buone condizioni fisiche è in grado di affrontarlo) che può essere pericoloso in caso di maltempo, come pioggia, temporali, neve in inverno…

Si consiglia quindi di farlo tra giugno e settembre, periodo in cui il clima è più clemente sull’isola.
I camminatori ben allenati percorrono il sentiero in un paio di settimane (camminando pur sempre in media 7 ore al giorno).

Il GR20 classico si effettua da nord a sud, da Calenzana a Conca ed è suddiviso in due tratti principali: da Calenzana a Vizzavona e da Vizzavona a Conca (parte settentrionale e parte meridionale del GR 20).
Per i camminatori meno allenati e con meno esperienza possono percorrere altre tappe, come per esempio la “Mare e monti” e la “Mare a mare”, che non presentano particolari difficoltà:

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giovedì 5 luglio 2018

10 Consigli per camminare d’estate

L’estate è una stagione straordinaria per camminare, sia per chi vuole passeggiare ad alta quota, sia per chi desidera farsi un tuffo in mare tra una passeggiata e l’altra. Ecco quindi 10 consigli per camminare d’estate in tutta sicurezza.


Chi ama camminare solitamente saluta l’arrivo dell’estate con grande gioia ed entusiasmo; seppur sia bellissimo passeggiare o viaggiare anche d’inverno, la “bella stagione” concede, infatti, più opportunità e alternative, alla portata di tutti.
Per goderne al meglio, è bene, però, prestare comunque attenzione ad alcuni accorgimenti. Ecco 10 consigli per camminare d’estate.

1. Scegli l’itinerario che fa per te

L’estate è ricca di possibilità, le giornate sono più lunghe e il clima invita ad uscire di casa e ad esplorare: in montagna, al mare o al lago, sono molteplici le destinazioni da scegliere e anche le iniziative organizzate da Associazioni, compagnie ed enti turistici.
Sicuramente non avrai difficoltà a trovare il percorso adatto a te, ricorda però che, nonostante l’esaltazione del momento, è sempre bene avere qualche accortezza. Le escursioni in alta quota, ad esempio, seppur fresche e rigeneranti, vanno pianificate bene ed affrontate in condizioni fisiche adeguate, quindi, prima di decidere, verifica difficoltà e lunghezza, non strafare. Ci sono molti sentieri affascinanti anche lungo i litorali marittimi, ma non farti trovare impreparato dal caldo eccessivo e non dimenticare, inoltre, che devi anche tornare indietro.

2. Occhio al tempo

Calcola il ritmo del tuo passo, ma non dimenticare il meteo: prima di partire guarda i bollettini. Facilmente le previsioni saranno più favorevoli rispetto a quelle invernali, ma non sottovalutare le temperature troppo alte o i temporali improvvisi, oltre che i repentini sbalzi, le nebbie e il rischio di cadute delle zone di montagna.
Una raccomandazione, in particolare, nel caso ti trovi circondato da fulmini: non sostare in luoghi aperti o sotto alberi isolati, lungo le vie ferrate, in prossimità delle vette o di una cresta, stai lontano dai corsi d’acqua e non utilizzare il telefonino. In caso di improvviso maltempo, è importante cercare subito riparo in una grotta o in un rifugio.

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mercoledì 4 luglio 2018

Maltempo, situazione drammatica in Trentino: strade chiuse, rifugio Taramelli isolato

L'eccezionale ondata di Maltempo ha portato anche alla chiusura di diverse strade in Trentino. Ecco la situazione delle strade e della circolazione

L’eccezionale ondata di Maltempo ha portato anche alla chiusura di diverse strade in Trentino. La situazione delle strade e della circolazione e’ la seguente: Strada statale 48: circonvallazione di Moena chiusa; Strada statale 48: la rotatoria di Soraga e’ stata ripristinata alla circolazione in serata, dopo l’interruzione dovuta agli allagamenti; Statale 346 del passo San Pellegrino: chiusa; il passaggio dei mezzi per la Val di Fassa risulta interdetta da Moena, come spiega una nota della Provincia di Trento


Le eccezionali piogge che nel pomeriggio di oggi hanno interessato gran parte del Trentino e, in particolare, l’abitato di Moena, hanno lasciato dietro di sé danni e disagi alla circolazione ma non hanno provocato danni a residenti o alle migliaia di turisti che in questo periodo affollano le valli del nostra provincia. La zona maggiormente colpita dalle piogge è stata la bassa valle di Fassa ed in particolare l’abitato di Moena.
La pioggia ha incominciato a scendere con particolare intensità a partire dalle ore 15 e fio alle 17.30: si è trattato – spiega una nota della Provincia autonoma di Trento – di un evento non prevedibile. L’acqua ha iniziato ad invadere il centro di Moena, nel tardo pomeriggio, tra le 17.30 alle 18, creando in breve un vero e primo torrente di fango, alimentato anche dall’esondazione del rio Costalunga. Smottamenti si sono registrati anche lungo la circonvallazione di Moena, provocando il blocco della circolazione.

A scopo precauzionale una cinquantina persone tra Moena e il passo San Pellegrino – e non un centinaio come precedentemente riportato – sono state precauzionalmente evacuate dalle proprie abitazioni, parzialmente allagate. Le persone sono state accolte nella Scuola di Moena e hanno cenato presso un albergo del luogo.

martedì 3 luglio 2018

Un’alpinista è morta sul Cervino dopo essere stata colpita da un fulmine, recuperati i 3 compagni

Il gruppo era stato sorpreso ieri sera da un violento temporale.

AOSTA
Quattro alpinisti ucraini sono stati sorpresi ieri sera da un violento temporale sul Monte Cervino, e sono rimasti bloccati per tutta la notte a 4 mila metri di quota. Una donna del gruppo è stata colpita da un fulmine e il suo corpo senza vita è stato recuperato questa mattina dall’elicottero del soccorso alpino.  

Il gruppo di ucraini ha dato l’allarme ieri sera, avvisando che erano stati colpiti da un fulmine, ma solo alle prime luci dell’alba l’elicottero del soccorso alpino valdostano ha potuto raggiungerli sulla cresta del Pic Tyndall, fra Italia e Svizzera. Insieme all’alpinista c’erano due uomini e una donna che adesso si trovano in pronto soccorso in fase diagnostica. I tre accusano una lieve ipotermia ma le loro condizioni sembrano buone.  

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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