lunedì 30 maggio 2022

MUSEO DI PUNTA LINKE

La Punta Linke con i suoi 3.632 metri di altitudine fu uno dei centri nevralgici più alti e più importanti del fronte occidentale durante la Prima Guerra Mondiale, qui chiamata anche «Guerra Bianca», in quanto disputata tra le nevi ed i ghiacciai eterni del gruppo Ortles-Cevedale. Sotto la Punta Linke, il ghiaccio ha conservato una grande quantità di reperti bellici che restituiscono dei dati straordinari sulla vita in guerra a quelle altitudini, dando così la possibilità di realizzare un itinerario museale in quota che consenta il contatto fisico con gli ambienti che videro lo svolgersi drammatico di quei lontani eventi, creando più di qualsiasi allestimento espositivo un forte impatto emotivo.


Niente più della visita diretta alle testimonianze ancora esistenti sul terreno suscita forti emozioni e grande interesse. Tanto più se i resti di quei drammatici giorni si trovano ad oltre 3.000 metri di altitudine, caso unico in Europa. Grazie ai recenti interventi di recupero volti a preservare l’integrità del sito, è stato possibile raccogliere dati straordinari sull’esperienza della guerra in alta montagna e restituirli al pubblico attraverso un eccezionale allestimento museale in quota, aperto al pubblico dal mese di luglio 2014 e visitabile, in compagnia di una guida e con attrezzatura di alta montagna.

Il Museo di Punta Linke è visitabile solamente nel periodo estivo (condizioni meteo permettendo), mediamente dagli inizi del mese di luglio alla prima decade di settembre, tutti i giorni (11.00-15.00), previa prenotazione obbligatoria presso il Rifugio Vioz.

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Caso “Dyatlov”, non furono gli alieni e nemmeno lo Yeti ad uccidere 9 giovani: ecco cosa accadde

Si parla della Russia ma su un fronte differente rispetto a quello della guerra contro l’Ucraina. Dopo 63 anni grazie al lavoro di alcuni ricercatori svizzeri, finalmente potrebbe essersi risolto il caso Dyatlov, ma di cosa si tratta? Della tragica morte di 9  studenti del Politecnico degli Urali e del loro monitore Igor Dyatlov.

Il 2 febbraio del 1959, i ragazzi decisero di attraversare in sci il monte Gora Otorten in Siberia occidentale. Morirono in maniera drammatica i corpi seminudi, congelati, con ferite sui corpi mentre in alcuni casi devastati da una forza inumana.

Un decimo componente del gruppo si  salvò perché il giorno prima della partenza,  rinunciò a causa di un’indisposizione. In questi anni, sulla tragedia, sono state fatte diverse ipotesi: un evento naturale fuori dal comune, azioni militari in tempi di guerra fredda, uccisione a causa degli infrasuoni che li fecero impazzire, addirittura l’incontro con il famigerato Yeti siberiano o l’aver ficcato il naso in qualcosa che non avrebbero dovuto fino alla sempre gettonata ipotesi degli alieni.

Come riportato dalle sezioni scientifiche del sito dell’Agenzia Italia, l’episodio è attribuito ad una valanga molto violenta.

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domenica 29 maggio 2022

Camminate piacentine, Pietra Parcellara e Pietra Perduca

Una piacevole camminata, a pochi chilometri dalla città, porta a scoprire la Pietra Parcellara e la Pietra Perduca, che emergono dal paesaggio collinare come proiettate all’esterno da una immane forza centrifuga proveniente dal centro della terra, e rappresentano gli affioramenti ofiolitici posti più a settentrione e più vicini alla pianura dell’intero Appennino


Una piacevole camminata, a pochi chilometri dalla città, porta a scoprire la Pietra Parcellara e la Pietra Perduca, che emergono dal paesaggio collinare come proiettate all’esterno da una immane forza centrifuga proveniente dal centro della terra, e rappresentano gli affioramenti ofiolitici posti più a settentrione e più vicini alla pianura dell’intero Appennino.
Grazie al sentiero segnato dal CAI è possibile salire fin sulla vetta della Parcellara, in una ventina di minuti: di fianco alla cappella dell’Oratorio, posta a 730 m. di quota sul versante meridionale, parte un sentiero sassoso, che si alza in breve tra le rocce lungo la cresta ovest.

Salire sulla dorsale della Perduca è ancor più facile, grazie ai gradini incisi nella rupe; sulla sommità si possono ammirare i tritoni che vivono nelle due vasche quadrate, scavate nella viva roccia probabilmente nell’età del bronzo, e piene per metà di acqua piovana. Se si effettua l’escursione nell’ultimo weekend di luglio non si può non approfittare degli invitanti stands gastronomici della sagra di S. Anna, a poche centinaia di metri dalla Perduca: offrono spiedini, tortelli con la coda, pisarei e fasò, torte e molte altre prelibatezze, il tutto innaffiato dai tipici vini piacentini.

L’escursione ha inizio a poca distanza dal torrione di Bobbiano, nel comune di Travo, a 443 metri sul livello del mare, a circa 31 km da Piacenza. L’itinerario ha uno sviluppo lineare di circa 13,5 km, di cui km. 6 su asfalto ed il resto su sterrato o sentiero; è assistito dalla segnaletica CAI da Monte Bogo alla Perduca (sentieri 101, 167, 169 e 185), ed è di tipo escursionistico; ha un dislivello complessivo di 600 m, raggiungendo la sua quota più elevata (m. 836) sulla vetta della Pietra Parcellara, e può essere percorso in ogni stagione in circa tre ore e tre quarti, al netto delle soste, ma è bene prevedere almeno una mezza giornata, per riposare adeguatamente dopo la ascensione alla vetta, e perché numerosi tratti panoramici invitano più volte alla sosta.
La ripida salita e il cammino accidentato, spesso sulla viva roccia, necessari a raggiungere la cima della Pietra Parcellara richiedono l’uso di calzature da montagna e particolare attenzione, soprattutto se si hanno bambini al seguito, e non sono consigliabili quando le condizioni climatiche rendono scivolosa la roccia.

VARIANTE BREVE

Volendo ridurre considerevolmente la lunghezza e di conseguenza la durata dell’escursione senza rinunciare alla possibilità di salire sui due ofioliti, si può proseguire in auto per altri 3,5 km, e parcheggiare a poche centinaia di metri dalla località Pietra, a quota m. 610.
Da qui si seguono le indicazioni della scheda “PARCELLARA SCHEDA BREVE”
In questo caso la passeggiata viene ridotta a circa 5 chilometri con un dislivello complessivo di m. 400, percorribili in due ore ed un quarto, compresa l’ascesa alla cima della Pietra Parcellara.

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Escursione in Val Trebbia: Pietra Parcellara e Pietra Perduca





Un escursionista francese è stato trovato morto nella zona del rifugio Monzino

 

Un escursionista francese di 43 anni, di cui non si conoscono ancora le generalità, è stato trovato morto questa mattina nella zona del Rifugio Monzino a Courmayeur. A dare l’allarme, verso le 7, alcuni escursionisti che hanno trovato il corpo senza vita alla base della ferrata. Dai primi riscontri, si tratterebbe di una persona i cui familiari avevano denunciato dalla Francia il mancato rientro da un’escursione il 21 maggio. Secondo i primi accertamenti, l’uomo sarebbe scivolato e poi caduto.

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sabato 28 maggio 2022

Svizzera, crolla un pezzo di ghiacciaio dal Grand Combin, vittime


Questa mattina intorno alle 6.20 alcuni seracchi si sono staccati dal settore del Plateau du Déjeuner, a quota 3400 metri sul Grand Combin hanno investito una quindicina di persone ferendone almeno tre o quattro in modo grave. Il Grand Combin è una montagna la cui vetta raggiunge i 4314 metri, interamente in territorio svizzero nel Canton Vallese, nonostante sia interamente visibile anche dal fondovalle aostano. A provocare il crollo sono state probabilmente le temperature particolarmente elevate dei giorni scorsi. Sul posto stanno operando sette elicotteri elvetici di Air Galciers, di Air Zermatt e della Rega, con il SAV (Soccorso Alpino Valdostano) che ha dato la disponibilità per intervenire.

DUE VITTIME E NOVE FERITI - Il bilancio dell'incidente conta, purtroppo, due vittime e nove feriti, due dei quali in gravi condizioni. A perdere la vita sono stati una 40enne francese e un 65enne spagnolo. 

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giovedì 26 maggio 2022

Sabato 28 e domenica 29 maggio: LA DISTESA INFINITA DEI NARCISI!

My Trekking Liguria

UN OCEANO DI NARCISI E L'ANELLO DEI 5 LAGHI


Molti di voi avranno ammirato la fioritura dei narcisi sul Monte Antola o a Pian della Cavalla, ebbene in questo week end andremo in un posto dove le fioriture dei narcisi sono a tutto un'altro livello: milioni se non miliardi di narcisi rendono il paesaggio completamente bianco come se fosse nevicato. Il profumo è così intenso da inebriare e farci credere di essere in un posto magico ed irreale.
Durante il week end avremo anche modo di effettuare un'altro spettacolare percorso "il trekking dei 5 laghi" e di girare per il centro di Ivrea

SABATO 28 MAGGIO 2022
Anello dei 5 laghi: 16 km - 350 mt
Di notevole interesse geologico, naturalistico e faunistico, la zona dei Cinque Laghi della Serra d’Ivrea - una delle più belle del Canavese - offre la possibilità di immergersi nel verde passeggiando a piedi, in bicicletta o a cavallo tra i sentieri che collegano questi bacini morenici: Lago Sirio, Lago nero, Lago Pistono, Lago di Campagna, Lago San Michele tutti circondati da colline che regalano colori indimenticabili in ogni stagione. Il Lago di Campagna è un’oasi di verde e quiete: dalle roccette del Castellazzo e lungo il sentiero che lo costeggia (viola) si gode una splendida vista sul Castello San Giuseppe, il Mombarone, la Serra e Chiaverano. Il più conosciuto e più grande è il Lago Sirio, balneabile e attrezzato e per questo meta privilegiata dei turisti nella stagione estiva; il percorso (verde) si snoda in due varianti che portano all’Acquedotto Romano e alle cosiddette “Terre Ballerine”, una ex torbiera il cui terreno elastico ondeggia sotto i passi di chi vi cammina.  L’anello del Lago Pistono (arancione) si snoda fra vigneti e boschi di castagno sotto l’occhio vigile del Castello di Montalto Dora: anche da qui si raggiungono le “Terre Ballerine”, mentre la “Variante del Maggio” porta a uno dei più interessanti punti panoramici dell’AMI.  Anche il Lago Nero, il cui fascino tenebroso e selvaggio ha dato vita a numerose leggende, propone un sentiero circolare (blu): lungo il cammino si incontrano una lapide funeraria, un masso erratico e la “Casa del Pescatore”. e infine l’anello del Maresco di Bienca (rosa), che costeggia un bacino lacustre utilizzato in epoca romana per condurre le acque dalla collina a Ivrea: i resti dell’acquedotto romano sono ancora in parte visibili. Infine andremo alla ricerca del Lago che non c'è! Le cosiddette Terre ballerine formate da uno strato di torba. Avremo la sensazione di camminare su di un materasso, il terreno in alcuni punti sembra quasi fatto di gomma.Dopo il trekking ed una bella doccia rigenerante andremo a degustare una bella cena a base di prodotti del territorio. Pernottamento in appartamenti in ottima struttura in pieno centro

DOMENICA 29 MAGGIO 2022
Trekking "La distesa infinita dei Narcisi"
Sempre alla ricerca di posti nuovi ed insoliti da visitare ci siamo imbattuti in questo luogo, lontano dai sentieri conosciuti e frequentati, che ha qualcosa di magico! Si perché qui fioriscono non migliaia ma milioni, miliardi di narcisi. Questi meravigliosi fiori hanno trovato qui un ambiente ideale per moltiplicarsi e prosperare. A maggio si risvegliano e cambiano completamente il paesaggio. Il colore bianco si stende a perdita d'occhio ricoprendo tutto il terreno si da dare l'impressione che si tratti di una distesa di neve. Il profumo è intensissimo ed inebriante e l'insieme dei colori e dei profumi ci darà la sensazione di essere in un ambiente irreale. Sarà un'esperienza unica nel suo genere che ci regalerà forti emozioni. Una volta giunti in questo posto non vorrete più andarvene.
Caratteristiche tecniche:
Lunghezza: 15 km
Dislivello: 700 mt
pomeriggio ritorno a casa
I costi di realizzazione, essendo My Trekking una associazione, sono estremamente convenienti!
Tutte le informazioni nel dettaglio disponibili per i Soci nell'App "My Trekking"

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Vaia, il “Bosco degli 800 anni” dedicato a Mario Rigoni Stern

Il progetto ideato dall'Università degli Studi di Padova per gli 800 anni di vita

L’Università degli Studi di Padova compie 800 anni e per l’evento ha messo in campo il progetto “Bosco degli 800 anni”. Ossia, ricostruire una porzione della superficie forestale distrutta dalla tempesta Vaia (autunno 2018) con la messa a dimora di circa 2000 piantine di conifere e latifoglie alle pendici del Monte Zebio (Asiago).

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Vandali al Rifugio Bogani sul Grignone. Scatta la solidarietà per i gestori


Ha riaperto le porte agli escursionisti poco più di un mese fa il 
Rifugio Arnaldo Bogani di Esino Lario (LC), situato a 1816 metri nell’Alta Valle dei Mulini, sul versante Nord della Grigna settentrionale. Una riapertura al momento concentrata nei weekend, prima di entrare in piena attività dal 20 giugno prossimo. E insieme ai primi clienti di primavera, sono saliti in quota i vandali. Il 19 maggio scorso i gestori hanno diffuso sulla pagina Facebook della struttura le immagini del disastro perpetrato dagli ignoti visitatori. Dopo aver rotto una finestra per accedere, i vandali si sono messi alla ricerca di chissà cosa tra mobili e cassetti, rovesciando cibo e oggetti a terra

Foto che fanno male all’intera comunità del mondo della montagna, accompagnate dal seguente messaggio:

“Cari amici della montagna con rammarico e rabbia vi scriviamo queste due righe: non sappiamo per mano di chi ma a inizio settimana il nostro rifugio è stato oggetto di atti vandalici con conseguenze rilevanti, ne siamo veramente abbattuti dell’accaduto. Il rifugio questo weekend è comunque aperto e ci scusiamo anticipatamente se non saremo al 100 x 100 attivi moralmente più per il servizio che forniremo. Ps. Se qualcuno fosse passato nel giorno di lunedì nei pressi del rifugio e abbia notato o visto qualcosa saremo ben accetti di ascoltarvi. Grazie i gestori Enrico e Mari”.

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mercoledì 25 maggio 2022

Quanto si guadagna con WeWard...

Il guadagno infatti, a meno di non intraprendere il Cammino di Santiago o performance degne di Tom Hanks in Forrest Gump, è molto basso. Un ward – unità di misura della camminata e quindi del corrispettivo in denaro – vale 0,005 euro. Per guadagnare un ward bisogna fare 1.500 passi. Tre ward valgono 3.000 passi e con 15.000 passi si ottengono 15 ward. Il minimo per iniziare a monetizzare la camminata è 3 mila ward pagati 15 euro per i quali è necessario compiere 2.600.000 passi. Si passa poi a 30 euro per 6 mila ward e a 60 euro per 12 mila ward. Niente di più facile a patto di camminare davvero tanto. Lo smartphone, per registrare i passi, deve essere sincronizzato con Apple Salute o Google Fit che contano i passi, le calorie bruciate, i chilometri percorsi e perfino l’emissione di CO2 risparmiata e comunicano il tutto a WeWard. Non solo: alla fine di ogni sessione bisogna ricordarsi di fare lo scroll sull’app di WeWard per registrare la camminata terminata pena la perdita dell’intero monte-passi appena concluso. Nessun problema, però: un messaggio ricorderà all’utente di doverlo fare «Ricordati di aggiornare la pagina trascinando verso il basso per vedere apparire i tuoi Ward. Se ti dimentichi di premere il pulsante, purtroppo non sarai premiato».

WeWard: di passo in passo

Partita in sordina in Francia WeWard si è poi diffusa in Belgio e nelle ultime settimane è arrivata prima in Spagna e poi in Italia dove sta ottenendo un ottimo successo. 

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WeWard: più cammini, più ti pago. Come funziona l'app fenomeno del momento

 

martedì 24 maggio 2022

Sabato 28 maggio: Una notte da lupi - Secondo evento in Stewardship con LIFE WolfAlps EU Project

Cascina Cucco (Parco Capanne di Marcarolo, AL)



Il parco naturale delle Capanne di Marcarolo, l'appennino Ligure, il confine naturale tra Piemonte e Liguria, il bosco, gli animali che lo vivono, le terre da coltivare, l'acqua pulita, spazi e tempi per vivere, per sentire, per creare.

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I Paesi alpini si spostano di 2,5 cm l’anno verso nord-est

A rilevare gli spostamenti lenti e costanti sulla placca europea è una campagna di misurazioni in corso in Svizzera

Le Alpi si spostano di 2,5 cm all’anno. Verso nord-est. A spostarsi sono tutti i Paesi alpini. Lo si sa grazie alle nuove misurazioni in corso in Svizzera degli specialisti dell’Ufficio federale di topografia swisstopo che lavorano senza sosta da aprile sino ad ottobre 2022 per misurare 220 punti fissi con la massima precisione.

I punti fissi sono marcatori fissi sul terreno le cui coordinate esatte sono note. Servono come base per la misurazione. Al giorno d’oggi, la posizione di un punto di misurazione viene determinata con l’aiuto di sistemi di navigazione satellitari. La posizione del punto può essere così specificata con una precisione di qualche millimetro. Il confronto con i risultati delle misurazioni di controllo, che hanno luogo ogni sei anni, permette anche di indicare la stabilità del punto.

Una rete di 220 punti di misurazione

La Svizzera si serve di una rete di 220 punti fissi e 41 stazioni permanenti GNSS per la triangolazione nazionale. Durante la campagna di misurazione saranno misurati tutti i 220 punti. Prima dell’utilizzo dei sistemi satellitari, ciò richiedeva anni, se non decenni.

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Traversata Monte Bianco in 20 ore (80 km, 7260 mt d+) per Jacquemoud e Védrines

Traversata scialpinistica del massiccio del Monte Bianco (sud-nord) in 20 ore. A realizzarla sono Mathéo Jacquemoud e Benjamin Védrines. I due hanno percorso 80 chilometri e 7260 metri di dislivello positivo per traversare l’intero massiccio. No-stop.

Mathéo Jacquemoud è campione di scialpinismo e Benjamin Védrines è guida alpina e alpinista esperto. Non sono nuovi ad exploit di questo genere.


La traversata

Sono partiti da Les Contamines-Montjoie alle 22:15 di martedì 17 maggio, hanno percorso le creste dei Dômes de Miage e dell’Aiguille de Bionnassay sino ad arrivare al Dôme du Goûter. Poi sono saliti in vetta al Monte Bianco e in discesa  sulla Voie des Trois Monts, poi per la Vallée Blanche. Al Glacier de Leschaux in salita per il Glacier de Talèfre ed così hanno raggiunto il Col des Cristaux. La traversata è proseguita entrando nel bacino d’Argentière (nord-est) e prima della seraccata hanno deviato per il Col du Passon sino al Glacier du Tour. Non è finita. Da lì Col Supérieur du Tour e in territorio svizzero hanno concluso la loro avventura al villaggio di Trient. Arrivo alle 18:20 del 18 maggio.

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Alpinista precipita nel vuoto dalla parete nord della Presanella

L'uomo, un 55enne della provincia di Trento, è precipitato a 50 metri dalla vetta. L'allarme lanciato dal compagno. Il corpo recuperato ai piedi della parete dai soccorritori

Tragedia sulla parete nord della Presanella in Trentino. Un alpinista di 55 anni di Contà in provincia di Trento è morto questa mattina mentre, insieme a un compagno, stava salendo verso Cima Presanella. Era con ramponi, piccozza e con sci agganciati allo zaino.

Fonte

giovedì 19 maggio 2022

Domenica 22 maggio: Sulle tracce del lupo

 LE STRETTE, HABITAT DELL'ULTIMO RIBELLE


"Il lupo è il ribelle per eccellenza perché rappresenta quello che non siamo più: la natura selvaggia, il coraggio di andare, l'emozione primordiale. La bestia ribelle abita terre ribelli" (E. Camanni, Alpi ribelli)... e il suo ritorno nelle aree montane delle Alpi e dell'Appennino ha fatto riemergere ataviche paure.

L'itinerario, nelle Strette del torrente Borbera, dedicato a escursionisti esperti, consentirà di seguire le tracce di questo straordinario predatore, demonizzato e quasi ridotto all'estinzione, lungo uno dei transetti di monitoraggio del progetto Life WolfAlps.
A fare da panoramico scenario alle attività di monitoraggio del lupo sarà la suggestiva forra delle Strette, un ambiente aspro e roccioso solcato dalle acque del torrente Borbera che costituisce una zona speciale di conservazione della Direttiva "Habitat".
L'escursione, che rientra nella rassegna di escursioni ed eventi "Appennino ribelle", nasce dall'accordo di stewardship tra l'Ente di Gestione Aree Protette dell'Appennino Piemontese e BorberAmbiente al fine di migliorare la coesistenza uomo-lupo.
DETTAGLI TECNICI PERCORSO
Luogo e orario di ritrovo: area attrezzata Boscopiano (Strette), Borghetto di Borbera (AL), ore 9:30.
Luogo e orario di arrivo: Pub delle Strette, Borghetto di Borbera (AL), ore 14:30/15:00. Rientro alle macchine a piedi lungo la SP140 o con servizio di trasporto in auto.
Difficoltà: E = escursionistico.
Tempo di percorrenza: 4/5 ore circa, in funzione delle attività di monitoraggio.
Dislivello: +600 m.
Lunghezza percorso: 8 km circa.
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Domenica 12 maggio: Mangialonga 2022 (PC)

Immersi nell’affasciante borgo di Bobbio, circondati dai paesaggi unici della Val Trebbia, appuntamento domenica 12 maggio 2022 con la “Mangialonga” la tradizionale manifestazione che unisce: escursionismo, natura e soprattutto enogastronomia del territorio piacentino.

L’evento consiste in una passeggiata, non competitiva, di lunghezza complessiva di 15.8 Km, con partenza e ritorno a Bobbio passando per le località di: MorinaSanta Maria e Cerignale.

Ogni tappa del percorso è legata a uno specifico piatto di portata del menù: a loc. Morina verranno serviti gli antipasti, a loc. Santa Maria i primi piatti e a Cerignale i secondi, per arrivare poi ai dolci che segneranno il rientro a Bobbio e il termine della passeggiata.

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giovedì 12 maggio 2022

“Vado a vivere in montagna”: finanziate 300 domande di trasferimento tra le vette del Piemonte

Ad averne la possibilità, la voglia di andare a vivere in montagna c’è. Questa la conclusione cui si può giungere di fronte alla ben 571 domande presentate alla Regione Piemonte nell’ambito nel bando “Vado a vivere in montagna”, nato per offrire incentivi a chi scelga di trasferirsi da una città italiana in uno dei piccoli comuni delle montagne piemontesi. Nei giorni scorsi è stata approvata la graduatoria definitiva. Gli uffici della Direzione Ambiente, Energia e Territorio, settore “Sviluppo della montagna” che hanno esaminato la documentazione, hanno giudicato ammissibili al finanziamento 302 domande per un contributo assegnato pari ad oltre 10 milioni di euro.

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L'ANTICA CHIESETTA DI CIOCALE (AL)

 

Una domenica tra le valli Curone e Grue, in luoghi da cartolina, dove lo sguardo spazia fino all’Appennino.
Nella piccola frazione di Ciocale, sopra la cima di un poggio, è posizionata l’antica chiesetta di San Salvario.
Luogo dalle tante storie e leggende, che ha sempre affascinato chiunque abbia avuto la fortuna di passare in questo luogo.
PERCORSO
Lunghezza dell’itinerario: km 8 A/R
Dislivello in salita: m 200
Dislivello in discesa: m 200
Difficoltà: T (adatto a tutti)

PROGRAMMA
Ritrovo a Brignano Frascata (AL) presso la Piazza Comunale ore 9,45
spostamento con le proprie auto per la frazione di Ciocale (circa 5 km). 
La giornata proseguirà con una passeggiata mattutina tra le stradine di questi luoghi, pranzando al sacco tra le ginestre ormai in fiore, per partecipare nel pomeriggio alla tradizionale festa che, come tutti gli anni, raccoglie tante persone delle valli attigue.
Dopo la S. Messa alle ore 16,30, tutti insieme ci ritroveremo presso il cortile del Sig. Musso Ernesto per una merenda in compagnia.
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lunedì 9 maggio 2022

Punti panoramici sulle colline del Monferrato: i Belvedere più suggestivi

 

Se il Monferrato è noto in tutto il mondo per la bellezza dei suoi paesaggi, un motivo ci sarà: i Belvedere che costellano le strade panoramiche e si affacciano sulle colline del territorio ne sono la prova.

Se vuoi ammirare le colline del Monferrato da un punto di vista privilegiato e vuoi cogliere in un solo sguardo tutta la bellezza delle dolci alture abbracciate dall’arco alpino, ecco una selezione dei punti panoramici più suggestivi, in continuo aggiornamento. Qui puoi trovare spunti per costruire tanti diversi itinerari nel Monferrato.
Buona contemplazione!

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Ritrovati sulle Alpi svizzere i resti di antichi giganti marini

Le Alpi svizzere rappresentano un vero e proprio Jurassik Park nel cuore dell’Europa, che non smette di stupire. Uno scrigno di reperti fossili, risalenti all’epoca dei dinosauri, che aiutano gli archeologi a ricostruire tasselli ancora oggi mancanti nella storia evolutiva dei grandi rettili vissuti centinaia di milioni di anni fa. La notizia più recente, che ha dell’eccezionale, è il ritrovamento nel Cantone Grigioni dei resti di quelli che potrebbero essere stati tra i più grandi ittiosauri mai esistiti, e in particolare del dente di ittiosauro più grande scoperto finora.

I risultati dello studio, condotto da ricercatori delle Università di Bonn (Germania) e di Zurigo (Svizzera), sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Vertebrate Paleontology in un paper dal titolo “Giant Late Triassic ichthyosaurs from the Kössen Formation of the Swiss Alps and their paleobiological implications”.

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venerdì 6 maggio 2022

Piccole Dolomiti, precipita dalla ferrata Viali e perde la vita

Il soccorso alpino è stato attivato nel pomeriggio di ieri dalla Centrale del Suem di Vicenza, a seguito della chiamata di un gruppo di ragazzi che avevano scorto un corpo inanimato in un canale sotto la Ferrata Angelo Viali al Monte Gramolon, sulle Piccole Dolomiti.

Partiti dal Rifugio Bertagnoli un paio d’ore prima, gli amici si trovavano più o meno a metà itinerario, quando si sono accorti del corpo. Allertati i soccorsi, è intervenuto l’elicottero di Verona emergenza che, dopo ver sorvolato il punto indicato, ha individuando l’escursionista privo di vita. I tecnici del soccorso, sbarcati con verricello di 30 metri, non hanno potuto fare altro che ricomporre la salma dell’uomo, del quale al momento non sono note le generalità.

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Alpinista muore a 8200 metri sul Kanchenjunga dopo essersi rifiutato di scendere

L’alpinista indiano Narayan Iyer è morto ieri sul Kanchenjunga (8586m), la terza montagna della Terra mentre era in corso un tentativo di vetta.

Secondo quanto riporta all’Himalayan Times Pasang Sherpa, manager dell’agenzia Pioneer Adventure, l’uomo è deceduto a 8200 metri dopo essersi rifiutato di scendere quando ha iniziato ad avere sintomi di mal di montagna attorno a C4 a causa dell’altitudine. Un invito a tornare indietro che gli era stato fatto più volte dalle guide sherpa presenti e che lo stavano assistendo, ma l’uomo voleva andare in vetta. Una reazione probabilmente dettata anche dalla scarsa lucidità data dalla quota e dalla sua condizione di ipossia.

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I VOLTI DI OUTDOORACTIVE RENATO & PULCE

 

Ecco Renato, spirito libero e appassionato di escursioni a lunga percorrenza. La sua più grande avventura è iniziata sul sentiero di montagna più lungo del mondo, che si estende per tutta l'Italia, dove ha incontrato un compagno di viaggio e di vita... peloso!

Com'è successo? Quali momenti pericolosi e memorabili hanno condiviso Renato e Pulce lungo la strada? Com'è cambiata la vita di Renato da quando ha trovato questo cucciolone bianco?

Scopriamolo insieme!


mercoledì 4 maggio 2022

Domenica 8 maggio: Anello Gifarco - Roccabruna (GE)

 

Domenica 8 Maggio 2022 ore 09:30

Alla scoperta di una delle ZPS gestite dal Parco con un itinerario ad anello che regala un'alternanza di ambienti davvero unica: castagneti, faggete, ambienti rocciosi, boschi di conifere e zone umide.

Dall'abitato di Fontanigorda si attraversa il bosco delle fate e si procede in salita fino al passo Gifarco. Poco più avanti si prende la deviazione per arrivare sulla cima dell'omonimo Monte che si raggiunge con un passaggio tra le rocce piuttosto verticale che richiede un pochino di attenzione soprattutto in fase di discesa. Alla forcella si prende il sentiero di crinale che in breve permette di raggiungere la vetta del Roccabruna. Da qui il sentiero procede in discesa e poco dopo la deviazione del passo Esola si scende passando nei pressi della zona umida di Lago Marcotto. Più avanti si prende il sentiero che rientra sul bosco delle fate e quindi a Fontanigorda. Tempi di percorrenza 6h circa.

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Castello della Pietra: ripartono le visite guidate allo splendido maniero della Val Vobbia.

Tutte le informazioni per visitare il Castello a partire da sabato 7 maggio 2022

Le mie foto

A partire dal prossimo weekend riapre i battenti il millenario castello che domina la Val Vobbia (GE), sapientemente arroccato tra due torrioni naturali di conglomerato. Con i suoi mille anni di storia e leggende, il Castello della Pietra è nuovamente visitabile nelle giornate di sabato e domenica e nei festivi dal 7 maggio al 30 ottobre 2022 con visite guidate alle ore 10.30 – 12.00 – 13.30 – 15.00 – 16.30.

E' possibile riservare i posti per la visita guidata per la giornata di apertura e l'orario desiderati contattando l'Ente Parco al n. 010 944175 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e provvedendo al pagamento anticipato dei biglietti mediante il sistema PagoPA.

I biglietti d'ingresso possono inoltre essere acquistati presso il Castello della Pietra presentandosi 10 minuti prima dell'orario di inizio delle visite guidate salvo disponibilità dei posti L'ingresso è consentito a max. 25 persone per turno di visita.

Per gruppi di almeno 20 persone è possibile concordare aperture a richiesta mentre le scolaresche, possono abbinare alla visita l'attività "A scuola di Natura/Il Sentiero dei Castellani" percorrendo, in compagnia delle guide del Parco, questo itinerario didattico che, passo dopo passo, racconta la storia e le tradizionali pratiche rurali della valle, riscoprendo, accanto al lavoro e alle fatiche dell'uomo, emergenze ambientali di grande pregio e interesse naturalistico.

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Parco Antola




Domenica 8 maggio: LE ISOLE OFIOLITICHE DI PIETRA PARCELLARA E PIETRA PERDUCA (PC)

 

Quattro "giganti buoni" dominano con i loro profili familiari questo punto della Valtrebbia che converge su Perino. Sono la Concrena, l'Armelio,
l'Osero e la Pietra Parcellara; quattro montagne, le prime tre sul versante destro, la quarta su quello sinistro del fiume Trebbia, con l'aria dei mille
metri, modeste, senza cime tempestose, due verdissime di boschi (Concrena ed Osero) e due nereggianti di rocce scure (Armelio e Parcellara).
Parliamo qui dell'ultimo dei quattro "giganti", la Pietra Parcellara (836 m.) - in dialetto piacentino "Pedra Parslèra" -, e un sito stupendo che si affaccia sulla Val Trebbia in un punto in cui il tratto collinare è ancora dolce, differente dall'imponenza e a volte dall'asprezza delle cime che seguono il fiume nel suo risalire verso la sorgente; è una delle montagne più note ai Piacentini, è detta anche il "Cervino piacentino” perché ricorda con la sua punta aguzza il ben più noto ed alto monte delle Alpi; è quasi una gita d'obbligo per chi soggiorna nella zona o per chi vuole trascorrere una giornata tra i monti senza doversi allontanare troppo dalla città.
Solitaria ofiolite di perso colore, in quanto nessun monte le si affianca da Travo fino alle pendici del monte Lazzaro, si presenta con mille facce ed aspetti diversi, ogni volta sorprendenti: da Travo è rotonda come un elmetto, da Perino è appuntita ed affilata come un duro e nereggiante cono, da Cassolo è piatta e larga con sembianze di volto umano (nel Ventennio si diceva che ricordasse il profilo del Duce); seppur non particolarmente alta, si erge dal pacato profilo dei colli circostanti dai quali differisce per morfologia imponenza e colore.
Trattasi di una porzione del mantello terrestre, scaturito dalle profondità del nostro pianeta 250 milioni di anni or sono; per essere tecnici e precisi le
rocce che costituiscono la Pietra Parcellara sono rocce magmatiche ofiolitiche intrusive alloctone - magmatiche in quanto prodotte da primevi bocche vulcaniche o meglio da una caldera presente ai tempi dove oggi trovasi il golfo di Genova - intrusive in quanto non hanno mai raggiunto la superficie aerea del pianeta ma sono state inglobate in altre rocce - alloctone in quanto non generate nel situ in cui oggi si trovano ma, ivi giunte grazie ai
movimenti della crosta terrestre; al sollevarsi dei rilievi appenninici i processi di glaciazione e di degradazione elolico-meteorica hanno eroso il più
tenero tessuto argilloso e fatto affiorare questo “gigante dai piedi d’argilla”, portandolo a troneggiare sul paesaggio circostante.
Sulla Pietra Parcellara, anticamente chiamata Prescigliera, era presente un castrum monastico che crebbe di importanza con la costruzione
del Castello di Prescigliera e della vicina cappella; antico possedimento del Monastero di San Paolo di Mezzano Scotti, successivamente, passò
ai Malaspina; nel 1155 passò alla nobile famiglia dei Perducca, feudataria della Pietra Perduca/Perducca, anch'essa fortificata e dotata di castello .
Nel 1269 il Comune di Piacenza occupa il territorio distruggendo il castello ed il feudo di Parcellara, unitamente a quello di Mezzano Scotti, entrano a far parte della Contea vescovile di Piacenza, fino al passaggio sotto il Comune di Bobbio nel 1927.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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