giovedì 31 marzo 2016

Una pizza per ripristinare i sentieri


Cabella Ligure (AL)

Non bastano le parole per ringraziare tutti quelli che hanno partecipato al precedente evento di finanziamento e i numerosi "donatori" (...)

L'unico modo che abbiamo per ricambiare il vostro sostegno è quello di continuare a lavorare per voi.
Sono davvero stupita! Abbiamo superato la quota di 700 euro e possiamo iniziare ad ordinare gran parte della segnaletica


Irene Z. 



Una pizza per ripristinare i sentieri, prenotarsi entro il 15 aprile


mercoledì 30 marzo 2016

Pioggia di 70 tonnellate di cherosene sulle Alpi

GINEVRA, Svizzera – A causa di problemi tecnici un Boeing B744 della compagnia Corsair, partito da Parigi Orly e diretto alle Mauritius, è stato costretto a compiere una manovra di emergenza attorno a mezzanotte per rientrare all’aeroporto parigino.

Per poter atterrare in sicurezza il velivolo ha dovuto scaricare le circa 70 tonnellate di cherosene, da un’altezza di almeno 6700 metri, sulle Alpi del Giura, in Svizzera; parte del carico potrebbe aver interessato anche le Alpi lombarde.

Continua qui

domenica 27 marzo 2016

Parte il “5 Terre Express”, 44 corse giornaliere per le perle del turismo ligure

Il nuovo servizio dedicato sarà attivo da domani, 26 marzo, fino al 1° novembre. Un treno ogni mezz’ora

Pasqua alle Cinque Terre con il “5 terre express” di Trenitalia Regionale. Prenderà il via a pieno regime, dal 26 marzo, proprio in coincidenza con il ponte pasquale, il nuovo servizio di mobilità tra i borghi liguri Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, realizzato da Trenitalia insieme alla Regione Liguria. Saranno 44 le corse giornaliere  tra Levanto e La Spezia che tutti i giorni collegheranno direttamente, ogni mezz’ora, le località di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.

In ogni stazione sarà attivo, nelle giornate di maggiore affluenza, un innovativo servizio di “customer care” curato da Trenitalia Regionale Liguria per offrire accoglienza, informazioni e assistenza ai passeggeri.

Nella prima fase di lancio saranno inoltre mantenute invariate per tutti, sia residenti che turisti, le attuali tariffe.

Continua qui

venerdì 25 marzo 2016

Il giusto equipaggiamento per il trekking

Prima di partire per un’escursione a piedi è bene sapersi equipaggiare, scegliendo con cura sia l’abbigliamento che l’attrezzatura che può facilitare la giornata di cammino rendendola un’esperienza piacevole e rilassante.
Si è abituati troppo spesso a pensare che in montagna ci sia sempre freddo e che per questo motivo ci si debba coprire il più possibile usando gli indumenti più pesanti disponibili in commercio. Questo modo di approcciarsi all’escursione è di certo il meno adeguato. Il segreto per vivere al meglio il trekking in montagna è quello di vestire comodi, con pochi indumenti facili da indossare, anche l’uno sull’altro.
In linea di massima l’abbigliamento dipende dalla stagione in cui si affronta l’attività escursionistica.
In inverno si avrà bisogno di indumenti tecnici che permettano di affrontare il cammino con un’alta facilità di movimento e che al tempo stesso mantengano caldi e asciutti. In estate si utilizzerà un abbigliamento più leggero ma che permetterà di affrontare l’escursione senza essere vittima di ustioni o improvvisi cambiamenti climatici.
E’ anche vero che durante un’escursione possono variare le condizioni climatiche, ad esempio perché il percorso si sviluppa su più versanti e quindi a un tratto esposto al sole ne segue un altro in cui il vento e l’ombra determinano una sensazione di freddo.
Di questi fattori si deve tener conto nella scelta dell’equipaggiamento da portare con sé in escursione.
Ecco una lista dettagliata del materiale che si dovrebbe possedere per intraprendere un percorso di trekking. Ovviamente per effettuare un singola escursione non è necessario avere tutto il materiale qui di seguito elencato. La scelta dipenderà dalla stagione, dalle condizioni meteo, dal tipo di percorso che si dovrà affrontare, dal fatto se si effettuerà l'escursione da soli o accompagnati da una guida.
INDUMENTI:

Scarpe
sciarpaGli scarponi da trekking devono essere scelti in base al tipo di percorso che si vuole affrontare e alla sua difficoltà.
scarponiSi sceglierà una scarpa alta perché offre una maggiore protezione della caviglia ed è adatta a sentieri di medio impegno come ad esempio ferrate e sentieri alpinistici. Si sceglierà una scarpa media adatta a sentieri relativamente più facili. Si sceglierà, infine, una scarpa bassa per camminate leggere con pochi ostacoli e lievi dislivelli sia in ambito montano che urbano perché permette grande libertà di movimento e garantisce un peso decisamente contenuto.
La suola dello scarpone deve essere costituita da un materiale adatto ad attutire, almeno in parte, gli urti e deve mostrare una buona aderenza alla maggior parte dei principali tipi di superficie (fango, roccia, ghiaccio, ecc.).
Una caratteristica fondamentale della scarpa è che questa sia impermeabile e traspirante. E’ quindi importante che tra la tomaia (parte superiore dello scarpone) e la fodera interna vi sia una membrana che impedisca all'acqua di entrare in contatto con il piede e garantisca allo stesso tempo un buon grado di traspirazione permettendo così la fuoriuscita dell'umidità creata dalla sudorazione e mantenendo il piede asciutto anche in presenza di climi miti.

Calze

calzeLa scelta delle calze riveste un ruolo importante quasi quanto quello delle scarpe.
Bisogna utilizzare calze speciali senza cuciture ed anti-vescica, con punta e tallone rinforzati.
La lunghezza e lo spessore della calza varieranno in funzione della stagione in cui si andrà a svolgere l’attività escursionistica. Si utilizzeranno calze più lunghe e spesse durante il periodo invernale e calze più corte e leggere durante quello estivo.
E’ utile portare sempre con se almeno un paio di calze di ricambio da utilizzare nel caso in cui si bagnassero quelle indossate.

Pantaloni

pantaloniI pantaloni adatti al trekking variano in base alle stagioni. D’estate sarà preferibile indossare pantaloni corti o lunghi (esistono anche pantaloni lunghi che, all’occorrenza, si possono accorciare tramite l’ausilio di una cerniera lampo) di tessuto leggero. Durante l’inverno sarà preferibile indossare pantaloni di tessuto pesante o imbottiti, soprattutto se ci si vuole recare sulla neve (in questo caso si può abbinare al pantalone anche una calzamaglia in polipropilene, un tessuto che riduce notevolmente la perdita di calore).
Il pantalone, estivo o invernale che sia, deve essere di un tessuto idrorepellente e allo stesso tempo traspirante che permetta alla pelle di respirare ed asciugare rapidamente dal sudore. Deve inoltre essere scorrevole sulle ginocchia al fine di agevolare qualsiasi tipo di movimento.
Assolutamente da evitare sono tessuti del tipo jeans, velluto o simili in quanto sono pesanti, impediscono i movimenti, si bagnano facilmente e si asciugano molto lentamente.

Ghette

ghetteLe ghette si indossano a cavallo tra la parte alta dello scarpone e quella terminale del pantalone. Si utilizzano soprattutto quando si cammina sulla neve, anche accoppiate alle ciaspole, e servono a creare una protezione impermeabile che non permette l’ingresso dell’acqua nelle scarpe.

Maglietta

La maglietta è l’indumento più a contatto con il corpo e va scelta con molta attenzione. Deve garantire un’ottima traspirazione in modo tale da asciugarsi rapidamente dal sudore e limitare nel contempo la perdita di calore.
tshirtSi possono utilizzare magliette a maniche corte o lunghe a seconda della stagione e delle preferenze personali. Possono essere realizzate in tessuti sintetici che, a fronte di una spesa molto contenuta, permettono la necessaria traspirazione. Da evitare sono invece le maglie di cotone, anche se possono apparire più comode sono fredde e si inzuppano di sudore. Molto indicate sono le “maglie termiche” che, a contatto con la pelle, assicurano una perfetta traspirazione e generano una sensazione di calore e morbidezza.
E’ importante portare sempre nello zaino una maglietta di ricambio da indossare in sostituzione di quella sudata nel momento del bisogno.

Pile

pileLe nuove fibre sintetiche permettono di avere ottime maglie che sostituiscono il maglione e la camicia e sono più leggere e traspiranti. Il pile è un tessuto filato in poliestere che, indossato sopra la maglietta, mantiene caldi e si asciuga facilmente.
Il pile può essere di pesantezza variabile, all’aumentare dello spessore aumenta la pesantezza. Molto comodi sono i modelli con cerniere lampo ad apertura completa anteriore ed eventuali maniche staccabili. Alcuni modelli associano al pile una membrana antivento che ne fa capi ideali anche in caso di vento o pioggia leggera.

Giacca

giaccaLa giacca costituisce lo strato protettivo esterno che deve necessariamente proteggere dal vento, dalla pioggia, dalla neve e deve essere in grado di far evaporare la condensa prodotta durante il movimento per evitare raffreddamenti.
E’ importante che questa abbia almeno un cappuccio regolabile e diverse tasche per deporre l’attrezzatura di frequente utilizzo come mappe, torce, coltellino, ecc.
Nel caso in cui l’escursione si svolga in un luogo molto freddo può essere opportuno utilizzare una giacca pesante oppure una composta da una parte leggera ed impermeabile esterna accoppiata ad una interna più pesante magari in pile. Con questa soluzione si ha l’indubbio vantaggio di poter utilizzare i due capi anche separatamente a seconda delle esigenze.

Guscio impermeabile (K-Way)

guscio impermeabilePer proteggersi dalla pioggia e dal vento, soprattutto nel periodo estivo quando possono sopraggiungere temporali improvvisi, è utile avere sempre nello zaino una giacchetta impermeabile, anche elasticizzata, che offre un’ottima protezione senza limitare i movimenti. E’ inoltre molto leggera e facilmente comprimibile nello zaino.


ACCESSORI:
Cappello
cappelloIl cappello è importante sia per proteggersi dal sole durante i trekking estivi che per proteggersi dal freddo e dal vento durante quelli invernali. Nel primo caso sarà importante avere un cappello leggero e ben areato che si asciughi molto in fretta dal sudore, nel secondo caso un cappello oppure una fascia in pile o altro materiale che ripari dal freddo ma traspiri allo stesso tempo.

Sciarpa o scaldacollo

Il collo è una delle parti più delicate del nostro corpo e, soprattutto se sottoposto all’azione del vento, potrebbe determinare l’insorgere di fastidiosi mal di gola. La sciarpa o lo scaldacollo in pile sono fondamentali per la sua protezione non soltanto durante il periodo invernale ma anche in quello primaverile ed autunnale.

Guanti

guantiSi utilizzano quando si effettuano escursioni in climi freddi. La loro pesantezza varia in funzione del loro spessore e del materiale di cui sono composti. E’ importante che siano impermeabili, soprattutto se ci si reca sulla neve, e che permettano di muovere le dita comodamente. Alcuni nuovi modelli possiedono degli inserti di tessuto “Touch” sui polpastrelli che permettono di utilizzarli direttamente sugli schermi di smartphone e tablet.

Occhiali da sole

Sono assolutamente indispensabili soprattutto ad alta quota e sulla neve per difendere gli occhi dai raggi ultravioletti e dai riflessi della luce solare.

Zaino

zainoLa capacità di un uno zaino viene misurata generalmente in litri. La sua dimensione deve essere proporzionata al tipo di attività che si svolge e, soprattutto, alla sua durata. Gli zaini per escursioni di un giorno non dovrebbero essere più grandi di 35 litri, mentre per le uscite di più giorni con pernottamento in rifugi normalmente è sufficiente uno zaino di 40 o 50 litri. Se si sta fuori per più giorni in tenda, invece, occorre uno zaino da 60 litri in su perché in questo caso si devono portare tenda, sacco a pelo, stuoino, fornelletto, pentolame vario, ecc.
Lo schienale deve essere traspirante, in modo tale da sviluppare la minor quantità possibile di sudore, e regolabile in lunghezza o comunque della misura adatta alla persona che lo porta.
Gli spallacci devono essere morbidi ed imbottiti per evitare fenomeni di abrasione sulle spalle. Alcuni sono dotati di “poggia mano”, due asole fissate sulle bretelle all’altezza delle spalle che servono a tenere le mani in una posizione di riposo.
Devono essere presenti le cinghie frontali sul petto e sul bacino che, una volta agganciate, permettono di fissare stabilmente lo zaino e scaricano parte del peso dalle spalle al bacino.
La presenza di agganci e tasche esterne, che permettono di recuperare il materiale usato più frequentemente senza dover aprire lo zaino, è un fattore molto importante. Allo stesso modo le divisioni interne permettono di separare gli oggetti presenti nello zaino ed evitare di dover svuotare tutto per estrarne uno.
Uno zaino, inoltre, deve essere impermeabile oppure dotato di coprizaino impermeabile da utilizzare nell’eventualità di precipitazioni improvvise. 

Borraccia

borracciaLa borraccia é un elemento essenziale per chi pratica escursionismo. Durante una camminata, a causa del caldo e della fatica, ci si disidrata facilmente e bisogna quindi avere una riserva di acqua adeguata. La capacità della borraccia dovrà essere almeno pari ad 1 litro e andrà messa preferibilmente nello zaino, evitando di portarla appesa all'esterno oppure a tracolla. I materiali possono essere i più disparati, ma i migliori in termini di leggerezza sono la plastica e l’alluminio.

Bastoni

I bastoni da trekking sono il frutto di un’evoluzione che ha visto il passaggio dal vecchio bastone in legno per la montagna a una coppia di bastoncini che possono essere di diversi tipi sia per materiale che per utilizzo.
bastoniServono a stabilizzare e bilanciare l’escursionista durante la camminata in tutte le condizioni e inclinazioni, riducono lo stress sulla schiena e la pressione sulle ginocchia andando a scaricare parte del peso sulle braccia, che in questo modo sia allenano. Inoltre migliorano la respirazione grazie ad una maggiore apertura della cassa toracica e rendono la camminata più fluida e scorrevole.
I più consigliati sono i bastoni telescopici realizzati in materiali molto leggeri (in genere alluminio o carbonio) che sono regolabili in altezza in base alla statura dell’escursionista ed in base al tipo di terreno da affrontare (salita o discesa).
Le impugnature possono essere realizzate in gomma (migliori in caso di neve e freddo), schiuma (materiale morbido che riduce lo sfregamento) o sughero (resiste bene al sudore, si adatta alla forma della mano e assorbe molto le vibrazioni). Esistono anche i bastoni con sistema Antishock che hanno il compito di trasmettere meno vibrazioni a polso, gomito e spalla.

Ciaspole

ciaspoleLa funzione delle ciaspole è quella di non far sprofondare sulla neve fresca oltre che aderire al meglio su vari tipi di neve senza sforzare eccessivamente le articolazioni della caviglia e le ginocchia. La loro dimensione deve essere proporzionata al peso della persona che le utilizza. All’aumentare del peso aumenterà anche la superficie necessaria alle ciaspole per garantire il galleggiamento sulle nevi fresche.
In base al materiale con cui sono realizzate varia il loro peso e prezzo. Le più leggere ed anche più costose sono quelle in carbonio, seguite da alluminio e plastica.
I ramponi nelle ciaspole sono fondamentali per progredire in salita, specie su nevi dure. I migliori modelli presentano punte sulla pianta e un rampone molto pronunciato posizionato sotto la parte anteriore del piede.
E’ infine importante che sia presente un alzatacco. Questo accessorio è di grande supporto durante la risalita di pendii ripidi perché permette di non flettere eccessivamente la caviglia. Un buon alzatacco si deve poter regolare in altezza in base alla pendenza da salire ed è importante che questo sistema di posizionamento sia azionabile tramite bastoncino così da evitare di doversi chinare per muoverlo. 

Torcia

torciaLa torcia è un accessorio che non dovrebbe mai mancare nello zaino. E’ utile durante le escursioni serali, oppure diurne che si prolungano anche oltre il tramonto, ma anche se si deve entrare in una grotta buia. Ne esistono di diversi tipi e potenze, è bene però far caso al loro peso. Quelle che si reggono in mano possono raggiungere dimensioni, potenza e peso notevoli. Esistono poi torce con dimensioni ridotte ma molto comode in quanto agganciabili al polso oppure al capo dell’escursionista.


mercoledì 23 marzo 2016

"SENTIERI FANTASMA DELLA COMUNITÀ MONTANA ...PERCHÉ NESSUNO INDAGA ? " ci scrive la Signora Marina di Voghera (PV)

«Buongiorno, sono un’escursionista da oltre 20 anni. Fare quattro passi in montagna e anche sulle nostre colline è per me il miglior modo di scaricare le tensioni, accumulate durante la settimana lavorativa.
Dopo aver letto il Vostro articolo “Sentieri fantasma , 500mila Euro forse buttati”, con alcuni amici ho voluto verificare di persona, dopo aver visitato il sito della Comunità Montana , alla pagina dei sentieri  abbiamo deciso di recarci a Varzi per percorrere il sentiero “Da Varzi al Monte Penice”, indicazioni solo all’inizio, dopo il “NULLA”, ci siamo detti “vabbè può succedere li staranno facendo”, abbiamo voluto provare un altro sentiero ,  ci siamo quindi recati al Brallo, per percorrere il sentiero denominato “  Da Brallo di Pregola al Passo del Giovà”, anche in questo caso dopo poche centinaia di metri il “NULLA” . Eravamo in 5 , ed eravamo allibiti, non volevamo credere ai nostri occhi, abbiamo voluto fare la prova del 9, sulla strada del ritorno, ci siamo fermati a Godiasco, per percorrere il sentiero “Godiasco-Anello Monte Treno”, anche in questo caso dopo poche centinaia di metri il ….”NULLA”.

Chiunque può verificare le condizioni di totale abbandono in cui si trovano questi sentieri e tracciati, se dopo 3 tentavi da noi fatti la situazione è questa, mi immagino gli altri 185, per un totale di 188, sentieri proposti sul sito della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese.
Il tutto o il niente è costato 500mila Euro dei contribuenti, nessun sindaco dei 19 comuni della Comunità, ha detto nulla. Anche su altri giornali ho letto solo frasi di circostanza, che in sostanza dicevano “controlleremo”. A questo punto mi chiedo, è mai possibile che uno , dico uno solo dei sindaci dei 19 comuni, che sono Bagnaria, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Brallo di Pergola, Cecima, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montalto Pavese, Montesegale, Ponte Nizza, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Zavattarello, voglia chiedersi del perché di questo ennesimo scempio ? Le autorità competenti, magistratura, Carabinieri, Forestale, Guardia di Finanza perché non indagano su come sono stati spesi questi soldi, perché non indagano su quali erano i tecnici che dovevano controllare che i sentieri venissero tracciati ?

Continua qui

martedì 22 marzo 2016

IL CAMMINO DI SANTIAGO IL CAMMINO DI SANTIAGO

9,90 euro

Il pellegrinaggio del terzo millennio che racchiude mille significati, incredibili paesaggi, suggestioni uniche. Un volume imperdibile per prepararsi al viaggio, per iniziare ad assaporarne le atmosfere, per capire i tanti risvolti di un cammino lungo un milione di passi. Trentatré faticose e appassionanti tappe per percorrere gli oltre 800 chilometri del “camino”.

Fonte

domenica 20 marzo 2016

Morto in montagna per soccorrere cane

(ANSA) - MONTEMONACO (ASCOLI PICENO), 20 MAR - Si chiamava Matteo Mari il ragazzo di Macerata morto durante un'escursione sul Monte Banditello, ad Altino di Montemonaco (Ascoli Piceno), nella catena dei Sibillini, intrapresa insieme ad un amico e al suo amato cane. A operazioni di recupero del corpo ormai concluse, i soccorritori hanno confermato che proprio l'amore per l'animale, precipitato per oltre cento metri in fondo ad un canalone, è costato la vita al giovane: Matteo ha cercato di calarsi nel precipizio per soccorrere la bestiola, ma è scivolato sul tappeto erboso di falaschi coperti di neve, ed è stato inghiottito anche lui dal crepaccio.

Continua qui

venerdì 18 marzo 2016

10 trekking da fare sulle Dolomiti

L'Italia è ricca di montagne e luoghi affascinanti dove camminare, dalle Alpi agli Appennini, ma anche sui monti delle isole. Questa volta però ci focalizziamo sulle Dolomiti, che nell'immaginario collettivo sono il luogo migliore per praticare uno sci di grande soddisfazione d'inverno e per compiere spettacolari trekking d'estate. E allora a questo punto non resta che fare lo zaino e partire. … Con la macchina fotografica, mi raccomando, e una guida del Touring sulle Dolomiti (a questo link potete comprarla in un attimo).


1. AL RIFUGIO BRENTEI da Madonna di Campiglio

Iniziamo dal gruppo di Brenta, un gruppo dolomitico appartato, tutto trentino, ma non per questo meno interessante, anzi.

La meta è il Rifugio Maria e Alberto Fossati Bellani ai Brentei. al centro dell´anfiteatro di roccia dell'alta Val Brenta, che ha avuto per decenni non solo come custode, ma come genius loci un personaggio carismatico dell'alpinismo dolomitico, Bruno Detassis, straordinario protagonista dell'alpinismo dolomitico tra gli anni '30 e '60. Di proprietà del CAI di Monza è adagiato su un terrazzo posto al termine del Vallone dei Brentei, ai piedi del Crozzon di Brenta, nel parco naturale Adamello-Brenta.
Il rifugio è aperto dal 20 giugno a fine settembre e si raggiunge da Madonna di Campiglio seguendo la strada (5 km) o il sentiero dell'Arciduca nel bosco, per il rifugio Vallesinella (1513 m); da qui si inizia a camminare seguendo il sentiero 317 fino al rifugio Casinei e quindi il sentiero 318 fino al rifugio, 2182 m (ore 2.15).
Per info: www.caimonza.it/brentei.html.

L'Italia è ricca di montagne e luoghi affascinanti dove camminare, dalle Alpi agli Appennini, ma anche sui monti delle isole. Questa volta però ci focalizziamo sulle Dolomiti, che nell'immaginario collettivo sono il luogo migliore per praticare uno sci di grande soddisfazione d'inverno e per compiere spettacolari trekking d'estate. E allora a questo punto non resta che fare lo zaino e partire. … Con la macchina fotografica, mi raccomando, e una guida del Touring sulle Dolomiti (a questo link potete comprarla in un attimo).


2. AL RIFUGIO GENOVA da San Martino in Badia

Il Rifugio Genova, costruito nel 1898, sorge a 2297 m lungo l'Alta Via n. 2, all'incrocio tra la val di Funes e le valli ladine, tra il Sass de Putia e il gruppo delle Odle, nel parco naturale Puez-Odle è il punto di partenza ideale per piacevoli passeggiate, ma anche per escursioni impegnative.
L'itinerario più comune per raggiungere il rifugio, aperto da metà giugno a metà ottobre, parte dal passo delle Erbe (2004 m), raggiungibile da San Martino in Badia. Dal passo, in 3 ore, si segue un sentiero dapprima su prati pianeggianti, poi in salita in un canalone superando la la Forcella di Putia (fune metallica in un breve tratto), aggirando l'imponente mole del Sass de Putia.
Per info: www.schlueterhuette.com/Rifugio_Genova/Benvenuti.html.


3. GIRO DEL SASSOPIATTO da Campitello di Fassa

Il Giro del Sassopiatto è una tra le più belle escursioni che si possono compiere sulle Dolomiti e consiste in un trekking attorno alla montagna che domina l'Alpe di Siusi. Si parte da Campitello di Fassa con la funivia che sale al Col Rodella e da qui si raggiunge il Rifugio Federico Augusto (2298 m), da dove ha inizio il sentiero dedicato al re di Sassonia che era un assiduo frequentatore di queste montagne, che collega il Passo Sella con l’Alpe di Siusi.
Il giro attorno al Sassopiatto si compie in circa 4-5 ore, è molto panoramico, e si sviluppa girando attorno a molte cime del Sassolungo, toccando i rifugi Sandro Pertini (2300 m) e Vicenza (2250 m), dal quale si sale alla forcella del Sassolungo (2681 m), dove si trova il Rifugio Toni Demetz. Raggiunto il passo Sella per sentiero o per cabinovia si segue una strada sterrata per la stazione a monte della funivia del Col Rodella che scende a Campitello di Fassa.
Per info: www.fassa.com.


Continua qui

giovedì 17 marzo 2016

Il potere spirituale del camminare

“Non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata… ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati… Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene”
Bruce Chatwin

Camminare. Il mio corpo ultimamente ne sente un bisogno impellente. E’ l’attività fisica più naturale, soddisfacente e ricca di significati per l’uomo. Bisognerebbe camminare a lungo tutti i giorni non solo per il benessere fisico ma anche e soprattutto per quello mentale e dell’anima.

Spesso mi ritrovo, mentre cammino, ad osservare le auto sulla strada e il pensiero che sempre mi tocca è “siamo pazzi!”. La maggior parte delle automobili è abitata da una persona sola e spesso il tratto che ogni auto percorre è davvero corto. Per la strada in cammino sono poche, pochissime le persone. In inverno sembra di vivere in un deserto di cemento. Mi ritornano alla mente le scene dei film di fantascienza con molteplici navicelle che sfrecciano di qua e di là come impazzite… non siamo purtroppo lontani da questo modo di vivere.
Sarebbe meglio farlo in mezzo alla natura ma anche nelle città il camminare è terapeutico da tutti i punti di vista.

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi”
Italo Calvino

Ad ogni passo il nostro piede viene a contatto con la terra, per poi distaccarsene e ritornare poco dopo, il ritmo che viene creato ci culla, corpo e mente. Mentre il corpo è in azione armonica, anche la nostra mente viaggia e si libera, ma lo fa in un modo completamente diverso da quando il corpo è fermo. E proprio perché la mente è libera, le idee nascono.
Continua qui


mercoledì 16 marzo 2016

Domenica 20 marzo: I Villaggi di Pietra (VB)

Lunghezza dell’itinerario: km 11 A/R
Dislivello: circa 450 m
Difficoltà: T/E
Tipo di Percorso: anello su sterrata, fondo naturale e tratti di asfalto.
Fonti di acqua: si
Segnavia: Segnavia bianco e rosso: A04 fino a Roldo poi L00 fino ad Altoggio dove si riprende A04 che si segue fino alla Chiesa dove si proseguirà lungo il sentiero G00.

Descrizione dell’itinerario:
Si parte dalla piazza del paese di Pontetto (Montecrestese) m. 340 slm,  seguendo gli evidenti segnavia bianco/rossi, che si troveranno lungo tutto il percorso, si esce dalla frazione ed in breve si giunge a Roldo m.410 slm dove si trova “la Torretta”: un tempietto Lepontico risalente al I° secolo D.C. che attraverso varie trasformazioni è divenuto in seguito torre di osservazione. Si prosegue su belle mulattiere attraversando rigogliosi vigneti, fino a raggiungere la frazione Vignamaggiore m. 460, con le sue case sparse tra le vigne in cui risalta il settecentesco Palazzo dei Mattei di Albogno, oggi Villa Porta. Seguendo le sempre evidenti segnalazioni, il sentiero che conduce in prossimità della Cappella della Crosetta: così chiamata perché un tempo vi era eretta la tipica croce stazionale delle Rogazioni. Si deve attraversare la strada e in località Piazza, la Cappella “Dul Crot” anticipa il breve tratto di mulattiera asfaltata che, una volta risalita, permette di raggiungere Naviledo m. 610 con le sue antiche residenze che ancora presentano gli ampi solai soleggiati dove si era soliti far maturare la frutta ed essiccare segale e granoturco. Lasciato l’asfalto si continua lungo il selciato che si addentra nel bosco ad attraversare terrazzamenti sostenuti da imponenti muri a secco per arrivare ad Altoggio m. 720 slm, la più alta delle frazioni di Montecrestese, il cui toponimo sintetizza con immediatezza la sua natura di poggio elevato, nel centro del paese si trova il monumentale lavatoio risalente al 1880, con le sue pietre levigate da chissà quanti bucati. Il lavatoio di quartiere era il luogo in cui le casalinghe, oltre a fare il bucato, si scambiavano le ultime novità e comunemente definito “il parlamento delle donne”. Percorrendo le strette viuzze tra le case del paese si possono scoprire interessanti affreschi storici.

Continua qui


lunedì 14 marzo 2016

Camminare e dimagrire: 10 consigli per perdere 5 chili in un mese

Non sempre la palestra è la soluzione migliore, molto spesso infatti è importante prima eliminare il grasso accumulato e poi fare esercizi per tonificare il corpo e aumentare la massa muscolare. Aumentare la massa sopra il grasso non farà che peggiorare la situazione.
Vediamo alcuni semplici consigli per perdere peso camminando

Cammina velocemente: la camminata veloce è ottima per riattivare la circolazione e per bruciare più calorie, dovete fare passi brevi e veloci per mantenere un buon equilibrio e un ritmo costante. Cambia spesso percorsi: se avete la possibilità cambiate spesso percorsi e superfici, alternare salita, discesa, pianura è un valido aiuto per perdere peso, bruciare calorie e stimolare maggiormente le fasce muscolari. Cammina a velocità diverse: cerca di camminare sempre a velocità diverse, alterna camminata veloce a camminata lenta e se riuscite anche corsa leggera. Questo esercizio è importante per bruciare calorie e per allenare il cuore. Muovi le braccia: muovi le braccia avanti e indietro, ti daranno ritmo, equilibrio e pomperanno sangue in vene e arterie. Fai spesso le scale: le scale fanno bene ai polpacci, glutei e al bacino, se non avete la possibilità di farle per strada fatele in casa, almeno 3-4 volte al giorno. Aumenta l’impegno: dopo un po’ non sentirete più la fatica perché più vi allenate più il vostro cuore sarà allenato quindi aumentate poco poco l’impegno ogni volta e fate sempre un po’ di più.

Continua qui

sabato 12 marzo 2016

Con Fausto De Stefani, per il Nepal


 


Fausto De Stefani, alpinista di fama internazionale, ha un rapporto profondo e duraturo con il Nepal, dove ha costruito la Rarahil Memorial School di Kirtipur, che accoglie oltre mille bambini orfani o in difficoltà. Di questo e molto altro parlerà venerdì 11 marzo, alle 21, durante la serata "Nepal...un paese in ginocchio" voluta dall'associazione Passo dopo Passo 


ALESSANDRIA - Si torna a parlare di Nepal, e lo si fa con un ospite d'eccezione. Fausto De Stefani, alpinista di fama mondiale, sarà infatti ospite dell'Associazione PassodopoPasso, che ha organizzato, per le 21 di venerdì 11 marzo, nella sala convegni dell'Associazione Cultura e Sviluppo, una serata dal titolo "Nepal...un paese in ginocchio". Un'occasione per fare il punto sulla situazione in cui versa questo stato, ad un anno dal sisma che lo ha profondamente sconvolto, ma anche un momento per conoscere De Stefani e scoprire un altro Nepal, quello che passa, ogni giorno, per la Rarahil Memorial School di Kirtipur, costruita dall'alpinista per ospitare i bambini nepalesi, oltre mille tra orfani e in difficoltà, che senza il suo aiuto non sarebbero diventati grandi. Un'idea nata per garantire anche a questi bimbi la possibilità di avere un'istruzione e una formazione, un'impresa, spiega De Stefani, "più complicata della scalata di tutte le montagne”.

Ma non è tutto. La presenza di De Stefani garantirà anche la possibilità di parlare ancora una volta del progetto che Giorgio Pieri e Salvatore Belluardo stanno portando avanti ormai da un anno, da quando cioè sono partiti alla volta di Nuwakot, una provincia montana del Nepal, per portare aiuti e sostegno alla popolazione, duramente colpita dal terremoto. "Attraverso i miei occhi", questo il nome del progetto, nasce per portare un messaggio di solidarietà e di amicizia ai bambini nepalesi della “Khaniyakharka School” situata nel Nuwakot District, per aprire una finestra su un nuovo mondo e stimolare in loro nuovi interessi. "Gli occhi sono lo specchio dell’anima - spiegano dall'Associazione PassodopoPasso -il senso che ci dà la visione su ciò che abbiamo intorno, permettendoci di portare messaggi alla mente e al cuore. “Attraverso gli occhi” di chi non si tira indietro davanti alla realtà. “Attraverso gli occhi” di chi cerca disperatamente una vita migliore. E abbiamo pensato che coinvolgere le scuole fosse uno dei mezzi migliori per guardare il mondo attraverso una nuova luce". 

Continua qui 

Chi è Fausto De Stefani 

UNA SCUOLA A DUE PASSI DAL CIELO


Appello dell’alpinista Fausto De Stefani per un aiuto diretto al Nepal


Passo dopo Passo 

Su facebook

 

 

 

venerdì 11 marzo 2016

Il Cammino per Santiago spingendo l’amico disabile


12 agosto 2014

Justin Skeesuck è paralizzato a causa di una malattia autoimmune che lo ha costretto su di una sedia a rotelle; Patrick Gray è il suo migliore amico, il compagno di confidenze, risate e, dal 6 agosto, di impresa. Dopo 35 giorni, infatti, i due amici hanno concluso gli 800 chilometri del Cammino di Santiago de Compostela. L’idea è stata di Justin, che nonostante sia costretto sulla carrozzina da oltre vent’anni, ha deciso di non abbandonare il suo sogno di ragazzino, cioè viaggiare per il mondo. Così, armato di tanta buona volontà e coraggio, ha iniziato a giare il globo: Italia, Francia, Germania, Messico, Caraibi, Hawaii e anche l’impervia Alaska. I suoi viaggi gli hanno aperto le porte di mondi nuovi e, soprattutto, gli hanno permesso di dimostrare a tanti che disabilità fisica non è sinonimo di morte delle proprie ambizioni e dei propri sogni. Ha fondato un sito, the-disabled-traveler.com, in cui racconta tutte le sue avventure, ed è diventato un motivatore per persone con i suoi stessi problemi. Il più grande desiderio di Justin era però riuscire in un’impresa incredibile, per un uomo disabile: completare tutto il Cammino di Santiago. Per farlo aveva bisogno di una persona che lo aiutasse e l’uomo giusto era Patrick Gray, amico di lungo corso e manager all’Ospedale di St. Louis, oltre che infermiere. Patrick ha così spinto Justin per tutti gli 800 chilometri, prendendosi cura di lui e aiutandolo a realizzare quel sogno che è diventato anche, chilometro dopo chilometro, il suo.

Continua qui

martedì 8 marzo 2016

Il dottore che prescrive passeggiate nella natura anziché medicine

Il dottor Robert Zarr, pediatra della Unity Health Care dell’Upper Cardozo Health Center a Washington, DC, sta destando un certo scalpore negli States con le sue ricette mediche sui generis (tanto che ne ha parlato anche il Washington Post).


Il dottor Zarr è convinto di una cosa che anche noi sappiamo bene e che ormai è dimostrata con evidenza scientifica: stare nella natura fa molto bene. E’ soprattutto importante portarci i bambini che ne traggono grandi benefici. Stare nella natura ci fa capire meglio le emozioni e camminare in montagna ci rende felici. Obesità, diabete, disturbi dell’attenzione e altre conseguenze della sedentaria vita urbana sono ormai considerati delle vere emergenze nazionali negli USA.

Ma il dottor Zarr non si arrende alle prescrizioni di Ritalin e altri farmaci del genere e ha deciso un approccio diverso per i suoi pazienti, che spesso provengono dalle zone più disagiate della città e, non avendo un’assicurazione sanitaria, non possono permettersi l’accesso alle cliniche private. Bisogna provare a vivere in modo più attivo e sano anche risiedendo in una metropoli.

Il dottor Zarr ha persino aperto un sito web in cui censisce e monitora ogni spazio verde della città: un giardinetto, un piccolo triangolo verde all’incrocio di due strade, un parco urbano, un’area incolta non fanno differenza per il dottor Zarr, che ne valuta l’accessibilità, la sicurezza e il tipo di frequentazione e poi li inserisce in un grande database organizzato per codice postale, di modo che i suoi pazienti possano trovare facilmente un piccolo angolo verde vicino a casa.

Continua qui

lunedì 7 marzo 2016

La lenta agonia dell’oasi faunistica alla foce dell’Impero

Imperia - «Ciochio! Chiochio!». La voce di Bianca Ammirati, sentinella e custode degli animali che vivono alla foce del torrente Impero, risuona preoccupata tra le canne secche, i detriti, le pozze stagnanti. Quella che era un’oasi naturalistica, abitata da centinaia di esemplari, uccelli stanziali e migratori, papere, germani, cigni reali, aironi, cormorani, anatre mute, ma anche anfibi, pesci, insetti, sta lentamente morendo trasformata in una sorta di palude chiusa, con una barra fociva che impedisce il naturale defluire delle acque del torrente. Ovunque rifiuti abbandonati tra una montagna di detriti accumulati dalle alluvioni degli ultimi anni. Plastica, bottiglie, copertoni, siringhe. 
 

La signora Ammirati è una delle più assidue frequentatrici dell’oasi, insieme a lei ci sono molti abitanti del popoloso quartiere delle Ferriere, dagli alti palazzi che costeggiano gli argini del torrente. «Sono sei anni che vengo qui tutti i giorni - spiega - a controllare gli animali, a portare qualcosa da mangiare soprattutto ultimamente da quando per loro è diventato impossibile procurarsi cibo. Praticamente non riescono più a bere, l’acqua è stagnante, sporca. Sono spariti anche i pesci, resistono solo i gabbiani che si sono riversati qui da quando hanno chiuso la discarica di Ponticelli, rubando il cibo agli altri, uccidendo anche i piccoli. Sono rimasti Chiochio e Chiochione, ormai mi conoscono, mi aspettano, quando li chiamo vengono a salutarmi e aspettano l’insalata».

Continua qui (video)

domenica 6 marzo 2016

Escursionista spezzino muore durante una ciaspolata nel Parmense

Parma - Domenica terribile, per gli uomini del Soccorso Alpino di Parma, chiamati nel pomeriggio a intervenire due volte: per la ricerca di un disperso a Bedonia e per recuperare un escursionista ucciso da un malore a Prato Spilla.

L’uomo, un 70enne della Spezia (R.Q.), con un gruppo di escursionisti equipaggiati con le ciaspole era sul sentiero 705, tra la sciovia dei Biancani e le pendici del monte Torricella, a circa 1600 metri di quota: ha avuto un malore e perso i sensi; sono intervenuti due medici, quattro tecnici del Soccorso Alpino e l’eliambulanza, ma l’uomo è deceduto.

Continua qui

venerdì 4 marzo 2016

Accordo Provincia-Cai-Google Street View: “Gli occhi del mondo sulle nostre alpi Orobie”

Muoversi sui sentieri delle Orobie bergamasche senza muoversi dalla poltrona? Da oggi è possibile.


Muoversi sui sentieri delle Orobie bergamasche stando comodamente seduti in poltrona? E’ possibile grazie ai soci dell’unione bergamasca delle sezioni CAI che, in collaborazione con Google Street View Trekker e la provincia di Bergamo, hanno raccolto immagini e tracciato i sentieri di accesso ai rifugi delle nostre montagne (guarda qui le alpi orobie a portata di click: http://www.google.com/maps/streetview/#bergamasque-alps)

 L’iniziativa ha permesso di mappare con le speciali telecamere a 360° di Google Trekker View i sentieri che portano dai Paesi di fondovalle ai 17 rifugi alpinistici e escursionistici del CAI bergamasco. Dopo deserti a dorso di cammello, foreste equatoriali e creste dolomitiche patrimonio Unesco, il trekker, lo zaino tecnologico usato per mappare a piedi i luoghi più affascinanti della terra, approda sulle più belle vette delle montagne bergamasche. Le nostre valli e montagne saranno così navigabili passo dopo passo via internet, regalando agli appassionati e turisti di tutto il mondo panorami mozzafiato e scorci indimenticabili.

Continua qui

giovedì 3 marzo 2016

Escursione in Val Borbera per il Cai

Il gruppo di Alpinismo giovanile della sezione Cai di Novi Ligure ritorna in Val Borbera con una bella escursione adatta a tutti

NOVI LIGURE (AL) - Domenica 6 marzo il gruppo di Alpinismo giovanile della sezione Cai di Novi Ligure ritorna in Val Borbera con una bella escursione adatta a tutti alla quale potranno partecipare, oltre ai ragazzi e ai loro genitori, coloro che si vorranno avvicinare alla montagna partendo dall’esplorazione del territorio che ci circonda.

L’escursione, effettuata in collaborazione col gruppo Tam (tutela ambiente montano) del Cai, è aperta anche a chi non è socio. Si seguirà un percorso ad anello in Val Borbera alla scoperta del borgo abbandonato di Avi, disabitato dal 1953, che, nonostante il degrado degli edifici, è ancora capace di fornire una valida testimonianza della vita e della storia degli abitanti della valle. Il percorso offrirà anche l’occasione di riflettere sulle caratteristiche geologiche del territorio.

Continua qui

mercoledì 2 marzo 2016

Trovato morto in Val Grande Paolo Rindi

Lo studente varesino di filosofia era scomparso un mese fa nel parco nazionale sulle montagne tra Lago Maggiore e Ossola. Dopo tante segnalazioni nel Nord Italia, senza effettivi riscontri, questa mattina erano riprese le ricerche di forze dell’ordine e soccorso alpino. Il corpo era a 2 km da Cicogna, luogo in cui aveva dato appuntamento alla mamma

Verbania
È stato ritrovato morto Paolo Rindi, il diciannovenne di Varese scomparso dall’1 febbraio nel parco Val Grande, sulle montagne tra Lago Maggiore e Ossola, dove aveva effettuato una sei giorni di escursionismo in solitaria. La notizia è arrivata dal Soccorso alpino, che questa mattina aveva ripreso le ricerche, con polizia provinciale, soccorso alpino, finanza, forestale e vigili del fuoco. Per il recupero del corpo si attende l’autorizzazione del magistrato.

Continua qui

Dove comincia l'Appennino



L'Appennino, la catena montuosa che percorre come un'ossatura tutta l'Italia peninsulare, ha inizio all'altezza del passo del Turchino, fra Genova Voltri e Alessandria. Qualcuno ipotizza che il nome Appennino discenda da Pen, dio ligure dei boschi e delle montagne, dal quale sarebbero derivati anche i nomi di monti come Penna e Pénice.

carta a grande scala Queste pagine sono dedicate al primo tratto settentrionale dell'Appennino, un gruppo di montagne e valli divise, dal punto di vista amministrativo, in ben quattro province di quattro regioni diverse: Genova (Liguria), Alessandria (Piemonte), Pavia (Lombardia) e Piacenza (Emilia-Romagna). Culturalmente, però, si tratta di un'area omogenea, dove per secoli la gente ha vissuto in modi simili (coltivando cereali, patate e castagne, allevando capre e mucche, costruendo villaggi di impianto caratteristico, ecc.) e si è conosciuta e sposata più facilmente a cavallo tra le alte valli che fra queste e le corrispondenti zone di pianura. Questa unità è testimoniata soprattutto nella musica tradizionale popolare, che perciò è stata definita delle Quattro Province: espressione che ci sembra la più adatta a denotare l'area di cui parliamo.


Una terra di ponti

Bobbio. Ponte medievale gobbo sul Trebbia Si sa che l'immaginario popolare associa usualmente l'edificazione di un ponte all'intervento disturbante del diavolo, ed è facile capirne la ragione: i ponti uniscono, il diavolo è "colui che divide". [...] Nella cultura popolare più folletto disturbante che incarnazione del male assoluto, il diavolo insinua, con il suo operare negativo, l'immagine della contraddizione insita in ogni azione volta ad unire, a valicare, a guadare. In fondo, la sua disperata opposizione alla creazione di contatti, nessi, comunicazioni, reca in sé un germe di valore: la difesa di identità e specificità, però scaduta nel malinteso di una chiusura all'altro, di un rifiuto assoluto e sterile.

Continua qui

martedì 1 marzo 2016

Toti cancella i finanziamenti all'Alta Via dei Monti Liguri, da domani stop alla manutenzione dei sentieri

Toti cancella i finanziamenti all´Alta Via dei Monti Liguri, da domani stop alla manutenzione dei sentieriLiguria - "Siamo spiacenti di comunicarvi che a partire dal °1 marzo cesseranno i servizi finora garantiti dall’associazione Alta Via dei Monti Liguri per mancanza di finanziamenti da parte della Regione Liguria". Con un comunicato stringato e freddo come una giornata d'inverno sui sentieri dell'entroterra, l'associazione che si occupa della manutenzione e valorizzazione del percorso di 450 chilometri che dalla Francia porta alla Toscana attraverso l'Appennino annuncia lo stop alle attività.
Distribuzione della cartografia, informazioni sul percorso e sulle strutture ricettive, aggiornamento del portale Alta Via, monitoraggio e manutenzione del percorso: tutto questo sparirà dopo che l'amministrazione Toti ha deciso di revocare i fondi per il 2016. "Nella sezione ospitalità – strutture ricettive del sito web viene sospeso il servizio di richiesta disponibilità a partire dal 25 febbraio. Il portale con i suoi contenuti, le webcam, le immagini sarà visibile al pubblico fino al 4 di aprile poi sarà disattivato", annuncia Avml.

Continua qui

La buona notizia: Alta Via dei Monti Liguri – Manutenzione affidata al Cai, nessun disagio


Alta Via dei Monti Liguri lottizzata, l’alpinista Rixi premia il “suo” Cai

 

 

 

Domenica 6 marzo: scenari del lago di Garda (BS)

LUNGHEZZA DELL’ITINERARIO: KM 13,5
DISLIVELLO: m 400 CIRCA


Fonte immagine

Meraviglioso itinerario tra lago e montagna che si snoda attraverso una rete di percorsi panoramici con vista sul lago adatti a chi pratica le attività outdoor.
Da Salò m 65 s.l.m. il percorso contrassegnato dalle indicazioni rosso – bianco – rosso n 17 che parte da Piazza Carmine, sale immediatamente su stradina asfaltata fino a raggiungere dopo circa venti minuti una stupenda pineta. Tutto il percorso è ombreggiato da pini e offre ampi sguardi panoramici sul Golfo. Si prosegue sempre in salita fino a raggiungere il luogo chiamato La Corna a m 407 s.l.m. si avanza sempre in salita fino a raggiungere la località di S. Bartolomeo percorrendo il sentiero che, prima in piano sotto le rocce, poi in ripida discesa, porta alla strada che corre sotto la chiesa del borgo. Dopo la sosta del pranzo al sacco, si prosegue su falsopiano incontrando prima il Passo della Stacca a m 458 s.l.m. e subito dopo il piccolo abitato di Serniga a m 414 s.l.m. Si procede oltrepassando la località Nizzola a m 455 s.l.m. ed infine incontriamo il paesino di San Michele a m 345 s.l.m. Dal paese si scende lungo una bellissima strada acciottolata che attraversa splendidi uliveti e raggiunge Gardone Riviera di fronte al Vittoriale.

Continua qui





 
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

Lettori fissi

Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.

Epicuro

Archivio blog