domenica 28 febbraio 2021

Falsa vetta sull’Everest. Alpinisti indiani bannati per 6 anni dalle montagne

“É davvero spiacevole che un falso ascensionista riceva il più alto riconoscimento d’avventura d’India”, dichiarava a Stefan Nestler nell’agosto 2020 Jamling Tenzing Norgay, figlio dello Sherpa primo salitore dell’Everest al fianco di Sir Edmund Hillary, a seguito dell’attribuzione del prestigioso “Tenzing Norgay National Adventure Award” a un falso scalatore dell’Everest.

Una vicenda rimbalzata, insieme alla foto di vetta decisamente fake del prode Narender Singh Yadav, in ogni angolo del Pianeta. Suscitando sdegno nella comunità alpinistica non solo indiana ma mondiale. L’alpinista indiano, conquistatore di 5 delle Seven Summits e, teoricamente, per la sua salita del maggio 2016, più giovane ascensionista indiano dell’Everest, era stato attaccato anche dallo stesso capospedizione, Naba Kumar Phukon, che ne aveva richiesto l’arresto immediato.

Io sono arrivato in cima solo con il mio Sherpa”, aveva dichiarato Phukon. Secondo le dichiarazioni di Lakpa Sherpa, impegnato nella mattina della vetta in un salvataggio a Colle Sud, Yadav si sarebbe fermato alla zona del The Balcony (8400 m). Testimonianze non di poco conto, di fronte alle quali il Governo Indiano era sembrato in un primo momento indifferente. Tanto da portare Lakpa a parlare di “politica corrotta”.

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venerdì 26 febbraio 2021

A febbraio in pantaloncini e scarpe da jogging tenta di scalare il monte Tibert a 2.647 m di quota

Durante la manovre di soccorso di una scialpinista il Soccorso Alpino si è imbattuto di un uomo in pantaloncini e scarpe da corsa che tentava la scalata al monte Tibert a 2.647 m di quota, in provincia di Cuneo. “Qualche settimana fa, – raccontano dalla pagina Facebook del Soccorso Alpino Speleologico Piemonte – durante un intervento di soccorso a una scialpinista infortunata, i nostri tecnici hanno incontrato un uomo in pantaloni corti che, durante una corsa, aveva perso una scarpa nella neve. In seguito hanno verificato che ritornasse a valle senza ulteriori problemi: tutto è bene quel che finisce bene!”

Anche se si è scialpinisti esperti non è mai un bene affrontare le cime senza l’attrezzatura adeguata soprattutto in pieno inverno. “Come sapete, non ci piace giudicare nessuno – e vi chiediamo di fare lo stesso – ma sconsigliamo vivamente di frequentare la montagna con questo tipo di tenuta, adottando l’attrezzatura adeguata alle condizioni meteo e alla stagione.” – concludono.

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giovedì 25 febbraio 2021

Ritrovato morto escursionista disperso sul Monte Vettore

Sono andate avanti per tutta la notte le ricerche di un escursionista disperso da ieri a seguito di una uscita sul Monte Vettore, nella zona di Forca di Presta, nel territorio di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Nelle prime ore di questa mattina, grazie ad un drone del Soccorso Alpino e Speleologico, i soccorritori hanno individuato il corpo del 60enne di Montefalcone Appennino (Fermo), in una zona molto impervia della parete sud del Vettore.

L’uomo, residente nell’entroterra ascolano, si era avventurato in montagna da solo ed era atteso ieri per pranzo a casa di alcuni amici. Non vedendolo arrivare, questi ultimi hanno provato a contattarlo, invano. Allarmati, hanno quindi deciso di denunciarne la scomparsa ai carabinieri di Ascoli, che hanno attivato la macchina dei soccorsi.

Nella notte le ricerche sono proseguite mediante ricognizioni con l’elicottero dell’Aeronautica Militare abilitato al volo notturno proveniente da Pratica di Mare. Presenti anche i Carabinieri di Ascoli Piceno e comuni limitrofi ed un gruppo di VVF con in supporto l’elicottero Drago, che ha effettuato ricognizioni ad alta quota.

A seguito della individuazione del corpo mediante drone nelle prime ore di questa mattina, sono giunti sul posto i tecnici e un Carabiniere Forestale, attrezzati con piccozza e ramponi, che hanno fornito supporto da terra al Tecnico di Elisoccorso ed al medico verricellati sul posto dall’elicottero del 118 Icaro02. Il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso.

Hanno partecipato alle operazioni di ricerca e recupero oltre 40 uomini del Soccorso Alpino e Speleologico e due unità cinofile del Corpo, provenienti da Marche, Abruzzo e Umbria.

Periodo nero sui monti d’Appennino

Un intervento che arriva dopo il ritrovamento dei 4 dispersi sul Monte Velino, in Abruzzo, e dopo un accorato messaggio si ringraziamento ai soccorritori da parte dei familiari di Gianmarco Degni, Valeria Mella, Gian Mauro Frabotta e Tonino Durante.

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lunedì 22 febbraio 2021

Da Genova a Roma a piedi per 600 chilometri per chiedere la ripartenza dello sport

Ercole Battistone, 42 anni, è stato oltre due settimane in cammino per portare a Montecitorio un tricolore firmato da atleti e sportivi che vogliono tornare alla normalità post covid

Genova. È arrivato questa mattina a Roma Ercole Battistone, l’atleta quarantaduenne presidente dell’Associazione Hercules Gym affiliata alla Rete Nazionale di Terzo settore ed Ente di Promozione Sportiva OPES, dopo aver percorso oltre 600 km a piedi con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi che sta vivendo il mondo dello sport a causa della pandemia.

Battistone è partito lo scorso 5 febbraio da Genova ed è arrivato oggi a Montecitorio dove, accompagnato dal Presidente nazionale di OPES Marco Perissa e dal Segretario generale di OPES Juri Morico, è stato ricevuto dal Gruppo Parlamentare di Fratelli d’Italia.

Il suo cammino non è stato facile: ha dovuto fare i conti con i repentini sbalzi di temperatura e con qualche problema fisico dovuto principalmente alla lunga distanza. Ma ostacoli a parte, ha percorso spedito i sentieri della Via Francigena attraversando in 17 giorni Liguria, Toscana e Lazio.

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domenica 21 febbraio 2021

LE VIE DEL SALE


“Dunque, cosa manca? Ah già… il sale!”

Quando al supermercato mettiamo nel carrello una confezione di sale, probabilmente ne ignoriamo il nome chimico. Di sicuro non poteva saperlo il nostro lontano predecessore che, in una grigia giornata autunnale, percorreva crinali spazzati dal vento con un pesante sacchetto sulle spalle. Il nostro ben allenato progenitore era ovviamente scevro di nozioni fisiche o chimiche, ma ne aveva intuito gli effetti nel processo di conservazione degli alimenti per proteggerli da alterazioni microbiche. Per questo, percorreva i tragitti che mettevano in comunicazione la Pianura Padana con la Liguria.
La denominazione “Via del Sale” è usata dall’estremo ponente ligure alla Toscana per indicare una molteplicità di tracciati commerciali che collegavano l’entroterra alla costa. Nonostante i dislivelli e le difficili condizioni metereologiche, i percorsi si snodavano sui crinali dei monti, in quanto permettevano vie più dirette del tortuoso fondovalle, più sicure dagli agguati dei briganti, evitavano il passaggio di torrenti che l’esiguità dei ponti rendeva difficoltoso e offrivano una migliore individuazione della giusta direzione da seguire.
Ovviamente la morfologia dei luoghi suggeriva i tragitti migliori, ma un altro fattore influiva sulla scelta degli itinerari: la spartizione dei territori, in epoca medievale, tra importanti famiglie feudali ed i conseguenti dazi doganali imposti.
Oggigiorno sono cambiati i mezzi e le vie di comunicazione, ma a ripercorrere ancora le piste millenarie di antichi mercanti restano gli escursionisti che inseguono successioni di profili boscosi e silenzi di pascoli accarezzati dalla brezza di primavera. A loro sono dedicate queste pagine, nella speranza di fornire un’utile descrizione dei percorsi, che il nostro lontano precursore intraprendeva con tanta audacia.

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Sabato 5 e domenica 7 marzo

Venite con le Guide Ambientali Escursionistiche dell'associazione AGAEL per scoprire la ricchezza delle Aree Protette e della Rete Escursionistica della Liguria.

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sabato 20 febbraio 2021

Cede balaustra, escursionista muore su montagne Sestriere

L'uomo è precipitato per 150 metri. A chiamare i soccorsi una donna che ha assistito all'incidente

Un escursionista è morto sulle montagne di Sestriere (Torino), precipitando lungo un sentiero, probabilmente a causa del cedimento di una balaustra a cui si era appoggiato. L'uomo è precipitato per 150 metri.

A chiamare i soccorsi una donna che ha assistito all'incidente. Un medico, che si trovava in zona, ha raggiunto l'escursionista è ha tentato di rianimarlo. 

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Velino, si torna in quota per il quarto escursionista disperso

Velino, dalle 7 sono riprese le attività per tornare in quota e rintracciare il corpo del quarto escursionista disperso. Tutti gli aggiornamenti.

Potrebbe essere quella di oggi la giornata decisiva per chiudere le ricerche sul Velino, partite quasi un mese fa. Dopo il ritrovamento dei tre corpi nella mattinata di ieri, si tenterà di rintracciare il quarto.


Decisivo il fiuto di due cani dell’unità cinofila dei Carabinieri di Bologna, addestrati al rinvenimento di salme, arrivati nella giornata di giovedì a Forme di Massa D’Albe. Il primo corpo ritrovato è stato quello della 25enne Valeria Mella, giovane avezzanese. Poco dopo, a breve distanza l’uno dall’altro, sono stati ritrovati altri due corpi, per i quali non si conoscono ancora informazioni ufficiali sulla loro identificazione.

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mercoledì 17 febbraio 2021

Via della Costa


Un percorso che unisce le due grandi mete di pellegrinaggio, Santiago di Compostela e Roma, da Ponte S. Ludovico, confine italo-francese di Ventimiglia, a Sarzana, ai confini con la Lunigiana, percorrendo a piedi sentieri e vie di comunicazione poco distanti dalla costa.

Si cammina su antichi tratti di via romana, sentieri medioevali, percorsi nel verde e tra le vie cittadine, riscoprendo una terra affascinante per i suoi paesaggi e i suoi borghi antichi.

Un percorso di 348 km che attraversa antichi borghi marinari, luoghi di cultura e di fede, paesaggi naturali

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Benvenuti nel primo sito dedicato alla VIA DELLA COSTA: da Santiago di Compostela a Roma sulle strade della Liguria. 348km a piedi in 12 tappe



lunedì 15 febbraio 2021

Perdono il sentiero e finiscono in un calanone ghiacciato: recuperati 2 giovani

 

Nel pomeriggio di domenica i vigili del fuoco sono intervenuti sul monte Baldo per salvare due giovani escursionisti e un cane finiti in un canalone ghiacciato dopo aver perso il sentiero di ritorno.

I due giovani avevano raggiunto il rifugio Fiori del Baldo a 1800 metri di quota, quando hanno intrapreso la via del ritorno.

Percorrendo una scorciatoia hanno perso il sentiero, trovandosi in difficoltà per il ghiaccio.

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Sulla neve con scarpe da ginnastica: scivola per 50 metri lungo il pendio ghiacciato

Verzegnis (Ud). È scivolato per una cinquantina di metri lungo il pendio ghiacciato procurandosi diverse fratture ad una gamba.

La chiamata è arrivata intorno alle 12.10 dalla Sores dalla strada forestale che conduce a Malga Avrint sul versante Nord del Monte Piombada attivando la stazione di FORNI Avoltri del Soccorso alpino e speleologico, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco e l’elisoccorso regionale. 

A chiamare i soccorsi tre giovani, due maschi e una femmina, che stavano appunto percorrendo la forestale quando uno di loro, M.D.D di San Daniele del Friuli del 1990, che calzava delle semplici scarpe da ginnastica, è scivolato dal ciglio prendendo velocità lungo il pendio sottostante.

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sabato 13 febbraio 2021

Dolomiti Ampezzane. Oltre 120 candidati per la gestione del Rifugio Nuvolau

In tanti rimasti senza lavoro a causa della pandemia

Mancano pochi giorni alla chiusura del nuovo bando di gestione del Rifugio Nuvolau, tra le Dolomiti Ampezzane, ma la scelta del nuovo gestore, cui sarà chiamata la Sezione CAI di Cortina, già non si prospetta facile. Sono oltre 120 le candidature già presentate nelle scorse settimane. Una situazione insolita, come dichiara la Presidente della Sezione Paola Valle al Corriere del Veneto, ricordando che, in occasione della pubblicazione di un bando di gestione per la medesima struttura circa un decennio fa, si presentarono soltanto 8 interessati.

Alla ricerca di un nuovo inizio

Il motivo di una tale spinta in quota, di una tale voglia di cambiar vita e diventare rifugista potrebbe risiedere nella crisi economica stessa che ci troviamo ad affrontare. La pandemia ha causato la perdita per molti del lavoro. Gestire un rifugio potrebbe rappresentare un nuovo inizio.

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venerdì 12 febbraio 2021

Capriata d’Orba: la “Strada delle Parodine”

In questi tempi di coronavirus dove dobbiamo forzatamente stare tappati in casa, oggi, 1° Maggio 2020, vi proponiamo questo filmato girato nell’ottobre del 2018 sulla strada delle Parodine, per farvi “mettere il naso fuori della porta” almeno in modo virtuale!!!

Ecco la descrizione di questa bella passeggiata

Tra Capriata d’Orba e San Cristoforo c’è una bella stradina che si snoda tra le vigne.

È la stradina delle Parodine, dove il traffico è quasi inesistente, si respira una buona aria pulita e il paesaggio cambia ad ogni curva.

È facilmente raggiungibile da Novi passando da Francavilla Bisio e se ci andate di mattina presto potrete gustare anche la buona focaccia di Capriata d’Orba!!!!!

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Video




mercoledì 10 febbraio 2021

Lago d’Orta, i sentieri e i percorsi più suggestivi

 

Cinque sentieri alla scoperta del Lago d’Orta


Ecco tutti i migliori percorsi sul Lago d’Orta, per scoprire le meraviglie naturali e paesaggistiche della zona.

Il Lago d’Orta offre numerose bellezze naturali e paesaggistiche, molte delle quali si possono godere dalle splendide passeggiate e percorsi di trekking che costellano questa zona d’Italia. Ecco quindi quali sono i migliori sentieri e itinerari per ammirare il fascino del Lago d’Orta.

Percorso da Orta San Giulio a Corconio

Il primo percorso inizia da Orta San Giulio, in particolare da piazza Motta. Passando da via Fava costeggerai da una parte il lago e dall’altra i giardini e i parchi. Superata Villa Crespi arriverai alla Crociera e, dopo circa 200 metri di salita, vicino all’albergo Santa Caterina, dovrai imboccare a destra una stradina stretta, la strada della Prisciola. Questa strada sale verso il campo sportivo di Legro. Una volta passato il sottopasso della ferrovia gira a destra e prosegui fino alla fine del paese. Proprio qui comincerai a inoltrarti in mezzo ai boschi. Quando la strada asfaltata gira a sinistra e sale verso Vacciago, prosegui dritto su una strada sterrata leggermente in discesa: si tratta di una strada panoramica che offre una splendida vista sul lago d’Orta, il Monte Rosa e la Torre di Buccione. Dopo circa 90 minuti di percorso arriverai a Corconio. Questo tragitto può essere fatto sia a piedi che in mountain bike. 

Girolago Anello Azzurro, il percorso di congiunzione fra Orta e Pella

Uno dei percorsi più famosi sul Lago d’Orta è il girolago Anello Azzurro, un tratto formato da diversi sentieri che collegano alcuni fra i borghi più belli della zona. Fra questi sentieri vi è quello di Orta-Pella: un percorso di circa 14 chilometri che congiunge il Sacro Monte di Orta con il paesino di Pella. Si parte appunto dal Sacro Monte, dove scendendo lungo la regionale 229 si prosegue verso Legro. Continua sempre dritto dopo la stazione di Orta-Miasino, sulla strada della Prisciola, fino a incontrare una strada sterrata che porta alla chiesa di Santo Stefano a Corconio. Risalendo verso il cimitero di Corconio incontrerai una strada provinciale: scendi fino al ponte sulla ferrovia e svolta a destra, prendendo subito dopo la cascina la via che sale a sinistra. 

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martedì 9 febbraio 2021

Velino due settimane dopo: continuare o interrompere le ricerche?

In Valle Majelama, da qualche ora, è tornato finalmente il silenzio. L’ondata di maltempo che ha investito tra ieri e oggi l’Italia, e quindi anche l’Appennino abruzzese, ha fermato il lavoro dei volontari del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo, e del personale del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, del 9° Reggimento Alpini e delle altre strutture coinvolte.

Nei giorni scorsi, il forte rialzo termico che ha interessato il massiccio del Velino ha reso nuovamente pericolose le operazioni tra la Valle Majelama e la Valle del Bicchero, dove i resti di Tonino Durante, Gianmarco Degni, Valeria Mella e Gianmauro Frabotta riposano sotto alla neve della valanga che li ha travolti domenica 24 gennaio. Come hanno riferito i responsabili del SASA e del SAGF ai giornalisti nel “campo base” allestito accanto alle case di Forme, nella settimana che si è appena conclusa, sull’area delle ricerche, sono cadute altre valanghe di dimensioni minori della prima. A causa dell’allentarsi del gelo, dai pendii del Monte Cafornia sono cadute a valle anche delle pietre, pericolose per i soccorritori al lavoro.  

Ai soccorsi, com’è noto, hanno partecipato centinaia di persone, tra militari della Guardia di Finanza e degli Alpini (il 9° Reggimento è di stanza nella vicina L’Aquila) e civili del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che ha fatto intervenire squadre da ogni parte d’Italia. Sono stati i tecnici del CNSAS, arrivati dalla Valle d’Aosta, a bonificare dalla neve instabile, con piccole cariche esplosive, i pendii del Monte Cafornia prima che la ricerca potesse iniziare in fondovalle. I quattro escursionisti di Avezzano, com’è noto, erano attrezzati con piccozze e ramponi, ma non avevano né ciaspole, né sci, né tantomeno gli ARTVA che avrebbero consentito di recuperare i loro corpi.

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Valle d’Aosta. Valanga raggiunge il Rifugio Champillon, danneggiati tetto e camere

Addio a Cala Cimenti, l'alpinista da record travolto da una valanga a Sestriere

Avrebbe compiuto 46 anni il giorno di San Valentino Cala Cimenti. Ha perso la vita a pochi chilometri da Pragelato, dove viveva, travolto da una valanga. Era una leggenda delle scalate

In uno di post di Instagram delle scorse settimane si definiva «bambino felice nella solitudine di un tardo pomeriggio dell’inverno 2021 su di un manto nevoso intonso» ed è la definizione perfetta della giornata ideale di Carlalberto Cimenti, per tutti Cala, alpinista e sciatore piemontese che ha vissuto tutti i giorni della sua vita con lo spirito di quel bambino su un manto di neve perfetto.

Quello spirito lo ha portato sulle più alte montagne del mondo. Sulle più vicine a casa, a Sestriere, è morto travolto da una valanga.

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Dall’Himalaya al Nanga Parbat, chi era “Cala” Cimenti l’alpinista morto sotto una valanga




domenica 7 febbraio 2021

Banff Festival in streaming: dove vedere i film dedicati agli sport outdoor

Dalla celebre rassegna dedicata agli sport outdoor nata in Canada, nella città di Banff, è sorto un festival apprezzato anche in Italia. Un portale on-line permette di vedere corto e medio metraggi: in totale 29 titoli scelti tra i finalisti dell’edizione numero 45 del festival

La più nota rassegna dedicata alcinema di sport outdoor a livello internazionale, il Banff Centre Mountain Film Festival, presenta 18 nuovi titoli in esclusiva streaming sulla piattaforma on-line Itacaondemand per una durata complessiva di oltre 7 ore di proiezione. Si moltiplica così l’offerta di corto e medio metraggi dedicati a chi ama il cinema che narra imprese, storie ed esperienze che hanno per protagonisti donne e uomini impegnati in contesti sportivi outdoor. 

I FILM IN STREAMING

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Una libreria di nuovi titoli che va ad aggiungersi alla selezione del Banff Festival riservata al grande schermo già disponibile on-line. Sono 18 le ulteriori proposte (che si sommano agli 11 titoli già fruibili on-line) selezionati tra quelli che sono approdati alla finale dell’edizione numero 45 dell’omonimo festival che ogni anno va in scena nella città di Banff, nella provincia dell’Alberta, in Canada.


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Le Alte Vie della Valle d’Aosta

I trekker esperti amano le Alte Vie che attraversano il Parco nazionale del Gran Paradiso e lambiscono il Parco regionale del Mont Avic sfiorando i giganti d’Europa: il Monte Bianco, il Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso. Ma questi percorsi sono anche alla portata di semplici amatori e di famiglie con bambini


La Valle d'Aosta è il paradiso di chi ama camminare o pedalare in montagna. I percorsi più celebri e belli si chiamano "Alte Vie". Le principali sono due, l'Alta Via dei Giganti e l'Alta Via Naturalistica, con parti adatte sia per i più esperti che per le famiglie. Nella foto, il Monte Grivola

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Tor des Géants 2021: si farà dal 12 al 19 settembre. Iscrizioni aperte dal 1° febbraio

Il Tor des Géants, l'avventura epica sui sentieri delle Alpi valdostane e gara evento di trail running tra i più prestigiosi al mondo, si farà. Appuntamento dal 12 al 19 settembre sui sentieri d’alta quota della Valle d’Aosta. Nel format TORX, anche altre tre gare su differenti lunghezze


La luce e il buio, la gioia e la fatica, la natura, il mondo e, alla fine, la gloria. Il Tor des Géants, la gara di trail-running più dura e ambita al mondo, è il sogno, il punto di arrivo, è l’esperienza che chiunque pratichi questo tipo di corsa estrema, di lunga distanza, sogna di fare una volta nella vita.

Per tutti loro che sono pronti a raccogliere la sfida – pochi runner eletti, in realtà, con un’eccezionale forza nelle gambe e altrettanta d’animo – la buona notizia è che l’edizione 2021 del Tor des Géants si farà, dal 12 al 19 settembre, insieme alle altre gare su diverse distanze che rientrano del format TORX.

Confermata l’edizione 2021 del Tor des Géants: temi, distanze e novità

La macchina organizzativa si è messa in moto. Via alle iscrizioni (info sul sito tordesgeants.it) a partire dal 1° febbraio. In una conferenza stampa digitale sono state annunciate tutte le novità della nuova edizione, che spegne quest’anno dieci candeline. In particolare, i temi che caratterizzeranno tutte le attività: sostenibilità, etica sportiva, centralità dell’uomo e accento sul Made In Italy.

Rifugio Deffeyes Passo Alto, Valle D’Aosta – © Pierre Lucianaz

TORX: quattro gare per quattro distanze estreme

Al momento tutte le quattro gare sono confermate nel loro format classico.

• Il TOR330 – Tor des Géants unisce la lunga distanza – 330 chilometri – all’individualità del corridore: l’organizzazione non impone ai partecipanti tappe forzate, a vincere è chi mette meno tempo gestendo in autonomia i riposi e le fermate ai ristori. Il TOR330 coinvolge l’intera regione Valle d’Aosta, si corre lungo sentieri ai piedi dei più importanti 4mila delle Alpi e attraverso il Parco Nazionale del Gran Paradiso e quello Regionale del Mont Avic.

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GALLERY: SCOPRI LE ALTE VIE DELLA VALLE D’AOSTA

Suoni della natura da ascoltare a casa: la colonna sonora dei parchi americani

I parchi nazionali americani chiudono a causa del Coronavirus. Ma invitano a rilassarsi ascoltando i suoni della natura registrati dagli scienziati. Canti di uccelli, richiami dei coyote, il rumore della pioggia e lo scrosciare delle cascate. Ecco dove trovare le playlist più belle


Ascoltare i suoni della natura distende la mente, rilassa. E porta lontano. Fuori, la primavera è timidamente iniziata e la natura ha cominciato a conquistare i suoi spazi. Ci vorrà ancora del tempo prima di poter tornare a regalarsi una camminata in un bosco. E ancora più, probabilmente, ci vorrà prima di poter tornare a organizzare un lungo viaggio nei parchi americani.

Anche le oasi protette degli Stati Uniti oggi chiudono le porte a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Ma c’è un modo per continuare a godere della loro bellezza, anche restando tra le quattro mura di casa, assicura in una nota Katherine Chesson, vice presidente nel National Park Foundation: l’ascolto.

Ascoltare i suoni della natura da casa è possibile,
grazie alle registrazioni degli studiosi dei parchi nazionali americani.
Da Yellowstone, arrivano ad esempio le cartoline audio (ph. Istock)


Suoni della natura: dal canto degli uccelli al rumore di pioggia la playlist dei parchi Usa

Il National Park Service, l’ente che tutela i parchi nazionali americani, ha infatti pubblicato sul suo sito una Sound Gallery che raccoglie tutti i suoni della natura registrati negli anni dagli scienziati dei parchi per motivo di studio e ricerca. Il cinguettio degli uccelli, il richiamo dei coyote. Il ronzio dell’ape e il concerto delle cicale, proprio come in una notte d’estate. C’è lo scroscio di una cascata e l’improvviso rombo di un temporale. E poi il vento che soffia tra le fronde e i prati deserti, e giunge a noi come un canto lontano. Una volta messe le cuffie ci si sente trasportati altrove.

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sabato 6 febbraio 2021

Dramma sul K2: tre alpinisti dispersi da un giorno dopo l’attacco alla vetta

Sono l’islandese Snorri, il cileno Mohr e il pakistano Muhammad Ali, che con Moro aveva realizzato la prima invernale del Nanga Parbat. Ieri era morto un bulgaro, Skatov, durante la discesa

Ore di angoscia sul K2. Neppure 20 giorni fa 10 nepalesi salivano, cantando l’inno Nazionale, per la prima volta in inverno, nella seconda montagna più alta della terra. Oggi con angoscia e tristezza si attendono notizie di tre alpinisti che da molte (troppe) ore non stanno facendo più sapere nulla di loro. Nei giorni scorsi diverse spedizioni, approfittando della finestra meteo favorevole, avevano tentato l’attacco alla vetta. Ma molti, in diverse situazioni e in diversi momenti, avevano cominciato a scendere e durante questa operazione ieri era morto l’alpinista bulgaro Atanas Skatov, dopo una tragica caduta.

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“Per chi suona la campana”. Il mondo della montagna che resiste unito in un flash mob

Sono state oltre cento le adesioni al flash mob che, nella mattina di ieri, venerdì 5 febbraio, ha visto il mondo della neve unito dal suono delle campane. #PerChiSuonaLaMontagna il nome che è stato scelto per l’iniziativa, promossa dalla rivista Sciare Magazine, che ha visto suonare in contemporanea le campane di tutti i comuni montani aderenti, dalle regioni alpine alla Sicilia.

Obiettivo: dare un segnale forte di resistenza dei territori. Al contempo lanciare un grido d’aiuto in un momento di emergenza estremamente lungo e deleterio per il mondo montagna.

Come nasce #PerChiSuonaLaMontagna

L’idea di #PerChiSuonaLaMontagna è nata con l’ambizione di dar luogo al flash mob più grande del mondo della neve. Le località sciistiche d’Italia sono state invitate a partecipare, suonando tutti assieme alle ore 10 le campane del paese. Una manifestazione senza rischio di assembramenti, senza gesti eclatanti.

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“Fisch”. Arriva in streaming il film di Federica Mingolla sulla via del Pesce in Marmolada

venerdì 5 febbraio 2021

Donne che camminano da sole: "A piedi per scoprire che la natura è ovunque"

Sono tante e sui social network hanno grande seguito, ma soprattutto amano viaggiare e camminare. Daniela Collu, Alessandra Beltrame e Monica Nanetti scrivono e raccontano cosa vuol dire mettersi in cammino e guardarsi attorno per riscoprire se stessi

L’era geologica in cui viviamo, l’Antropocene, è caratterizzata dalla nostra indelebile impronta sull’ecosistema. Un’impronta che ha, sì, creato scompensi ecologici, ma che negli ultimi anni sta diventando più consapevole, motivando l’essere umano a riscoprire e proteggere l’ambiente, anche attraverso il cammino in solitaria. E proprio intraprendendo questi viaggi da pellegrini 2.0 che si incontrano, se non addirittura riscoprono, le meraviglie della natura.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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