martedì 28 ottobre 2008

Viaggiare a piedi





... ecco quello che vi proponiamo. Per parchi selvaggi e incontaminati o per antichi borghi, le nostre guide (tutte dell'Associazione Nazionale Guide Ambientali Escursionistiche) vi accompagneranno lungo i sentieri più segreti e più appaganti che conoscono. Perché, che cos'è una Guida se non uno che conosce la via e il modo per percorrerla?

La Boscaglia è nata 13 anni fa, e lentamente, con passione e professionalità, lavora per la diffusione della cultura del camminare. Camminare è viaggiare a ritmi naturali e antichi, come viandanti, come pellegrini, camminare è decrescere, camminare è cercare il proprio lato selvatico, la propria consapevolezza. Camminare è vita... speranza e vita.


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lunedì 27 ottobre 2008

Fabrizio Capecchi





Fabrizio Capecchi è nato a Narni (Terni) nel 1958.
Ha sempre vissuto tra Emilia e Lombardia e abita attualmente a Pavia.
Laureato in Scienze Agrarie presso l'Università Cattolica a Piacenza, dal 1988 si è dedicato alla fotografia e allo studio dell'Appennino, un ambiente frequentato assiduamente fin dagli anni giovanili.

Nella collana "Appennino meraviglioso", edizioni Croma, ha pubblicato:

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venerdì 24 ottobre 2008

Dove comincia l'Appennino


La via del sale - La via dei Malaspina - La via della Salata

Con la denominazione di via del sale si è soliti riferirsi agli antichi percorsi di commercio che mettevano in comunicazione la pianura Padana con il mar Ligure: il sale infatti, utilizzato per la conservazione dei cibi, era la più preziosa delle merci trasportate dai muli o dai carri, insieme all'olio ligure, a lana, pelli, cuoio, lino e canapa provenienti da oltremare, in cambio del vino e di altri prodotti dei versanti padani.

Esistono in realtà moltissime vie del sale: l'espressione è usata almeno dalla Toscana fino all'estremo Ponente ligure. Alle vie del sale di quest'ultima zona Nico Orengo ha dedicato un libro intitolato "Il salto dell'acciuga"; le acciughe erano infatti un'altra delle merci che transitavano dal mare verso la pianura, il che spiega perché una specialità gastronomica piemontese, la bagna cauda, sia a base di acciughe. Giustamente quindi è intitolato "Le vie del sale", al plurale, un altro libro di Fabrizio Capecchi, che illustra nove itinerari fra pianura e mare, che varcano l'Appennino ligure in altrettanti passi.


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mercoledì 22 ottobre 2008

La via del sale

La via del sale era un tracciato che anticamente alimentava il commercio del sale. Non esisteva un'unica via del sale; i vari popoli emiliani, lombardi e piemontesi avevano ognuno la propria rete di sentieri e collegamenti per portare le merci, principalmente lana ed armi, verso il mare e recuperare il sale, allora prezioso per la conservazione degli alimenti.

Mettendo in comunicazione la Pianura padana con la Liguria o i territori francesi della Provenza, permetteva il commercio di questo materiale prezioso, elemento indispensabile per l'alimentazione e la conservazione dei cibi, di difficoltoso reperimento nelle regioni del settentrione lontane dal mare.

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martedì 14 ottobre 2008

Materiale ed abbigliamento

La montagna è un ambiente naturale, che ha ben poco a che fare con la città e quindi richiede un abbigliamento specifico e del materiale studiato appositamente.
Nessuno di noi penserebbe di andare per sentieri con le ciabattine da bagno (almeno spero...), ma probabilmente un'attrezzatura da scalata dell'Everest non solo sarebbe eccessiva, ma addirittura scomoda e dannosa per gli scopi di un escursionista.

Ci vuole quindi equilibrio nelle proprie scelte, equilibrio che si ottiene fondamentalmente con la propria esperienza personale: solo provando e riprovando possiamo capire se gli scarponi migliori sono pesanti o leggeri, se ho bisogno di uno, due o tre pile da portare con me, se le bacchette mi sono d'aiuto o solo d'intralcio. Ma lo scopo deve essere chiaro a tutti: sicurezza e comfort.

Quello che posso fare è di raccontarti la mia esperienza, con la speranza che queste informazioni possano aiutarti nel cercare il tuo equilibrio nella scelta del materiale e dell'abbigliamento, che vi accompagnerà nelle tue escursioni.

Abbigliamento per un'escursione:

  • giacca impermeabile, magari anti-vento: è il cosiddetto guscio. Leggera, una volta piegata occupa poco spazio nello zaino. Non consiglio la mantella, che, non traspirando, spesso si trasforma in una sauna e che in caso di vento diventa ingovernabile
  • un pile pesante e uno di medio spessore: la vecchia regola del vestirsi a cipolla, cioè a strati sovrapposti, rimane secondo me validissima
  • due magliette sottili, di cui una a maniche lunghe, da tenere a contatto di pelle. Io uso quelle in materiale sintetico e evito quelle in cotone, che si impregnano di sudore, raffreddano, sono pesanti e ci mettono una vita ad asciugare. Leggi qui una descrizione più dettagliata sull'intimo.
  • pantaloni lunghi se si pensa di andare per boschi (occhio ai graffi nelle gambe) o se si soffre il freddo, ma lasciate perdere jeans e braghe di velluto: sono pesanti, se si bagnano si inzuppano come spugne e non aiutano il movimento. D'estate normalmente uso pantaloni corti, ma è comunque bene avere un paio di pantaloni lunghi con sé in caso di cambio repentino del tempo.
  • calze da trekking. Anche in questo caso evito i vecchi calzerotti di lana, che sono pesantissimi e fanno sudare il piede. I nuovi materiali sintetici assolvono egregiamente al compito
  • scarponi. Su questo argomento si sono scritti degli interi volumi, ma io preferisco utilizzare scarponi alti, che proteggono la caviglia, con una suola in Vibram un po' rigida e possibilmente con la fodera in Goretex o materiali similari, che aiutano (aiutano, non risolvono completamente) il problema dell'infradiciamento dei piedi. La rigidità dello scarpone aiuta a proteggere la pianta del piede dalle sollecitazioni, ma ha lo svantaggio di essere più pesante (sensazione di palla al piede). Nelle camminate più tranquille (quelle di difficoltà T) utilizzo invece un paio di scarponcini bassi. Ti consiglio vivamente di utilizzare scarponi alti quando partecipi alle uscite di ZainoinSpalla.
    Se sei in fase di acquisto di un paio nuovo di scarponi, ho raccolto qualche consiglio
  • cappello da sole con la visiera (aiuta a proteggersi il viso in caso di pioggia) e berretto caldo
  • guanti di pile e di lana cotta, questi ultimi se si ha intenzione di vivere la montagna anche d'inverno... cosa semplicemente fantastica
  • nelle uscite di più giorni sono necessari i ricambi e un asciugamano (ne esistono in commercio di piccoli e leggeri in materiale sintetico). Ho sentito di gente che gira con l'accappatoio nello zaino: personalmente sconsiglio vivamente questa scelta, anche se sono quelli in materiale tecnico

Materiale per un'escursione:

  • zaino di circa 30 litri per le uscite giornaliere, fino a 50-60 litri per i trekking di più giorni, ma se vuoi essere sicuro di limitare il tuo carico non andare oltre i 45 litri. L'importante è che sia comodo, con buoni spallacci, che non uccida la schiena e che abbia la cintura per caricare i fianchi.
  • il coprizaino, nel caso non utilizzi la mantella
  • i bastoncini telescopici (o bacchette) possono aiutare, in quanto scaricano una parte del peso dalle spalle alle bacchette. E' stato valutato che è come avere uno zaino pesante il 30% in meno, che non è poco. Ma occorre fare un po' di esperienza, dato che la camminata di un quadrupede (con le due gambe naturali e i due bastoncini) è ovviamente diversa da quella di un bipede.
  • occhiali e crema da sole, più uno stick per le labbra: più si sale di quota più i raggi UV si fanno micidiali
  • una borraccia da un litro: non dimenticare che restare senz'acqua è la più grossa tortura che ti possa capitare sia in montagna, che in qualunque altro posto del pianeta. Utili i sali integratori, che aiutano a prevenire la perdita causata dalla sudorazione
  • cibo: senza carburante non si procede. Ognuno ha i suoi gusti e preferenze e la scelta se portare panini e cioccolate o barrette energetiche dipende solo da te. L'importante è essere autosufficienti
  • un coltello milleusi può sempre servire
  • kit di pronto soccorso con i farmaci personali. Come accompagnatore porto sempre con me un kit generico con bende, disinfettante, cerotti, analgesici, ma nessuno come te può sapere delle tue necessità in campo medico. Se soffri di patologie particolari (problemi cardiaci, diabete, allergie) ti consiglio di avvisare sempre l'accompagnatore, in modo da prevenire eventuali problemi.
  • cerotti per salvaguardare le parti delicate dei piedi (ottimi quelli in carta) o per proteggere le eventuali vesciche (i Compeed sono fantastici)
  • carta topografica, bussola, altimetro e binocolo completano la dotazione, ma se vai in giro con un accompagnatore non sono indispensabili
  • utile, non costa nulla ed è iper-leggero: porta con te un fischietto. Nel caso ti perdessi, il suono che emette un fischietto per richiamare l'attenzione delle altre persone è 1000 volte maggiore dell'urlo più potente che tu possa far uscire dalla tua bocca
  • il sacco lenzuolo per dormire nei rifugi è indispensabile. Una torcia è sicuramente utile, dato che alle 22 normalmente vengono spente le luci. Anche i tappi per le orecchie possono aiutarti a prendere sonno dormendo nei rifugi, in quanto spesso si è in camerate da 8 e più posti letto.
  • la macchina fotografica ti aiuterà non solo a conservare i ricordi della gita, ma per esperienza aumenta anche il livello di attenzione e di interesse nei confronti dell'ambiente. Mi raccomando: non portare con te treppiede, flash e dotazione completa di obiettivi intercambiabili, molto meglio qualcosa di leggero e maneggevole.

Nota bene: più lo zaino è leggero, più l'escursione ti piacerà... è automatico!!!! Nella mia esperienza evito di partire con più di 5Kg sulle spalle per le uscite giornaliere e con più di 12Kg nei casi di trekking di più giorni.

Un trucchetto: metti gli oggetti delicati (binocolo, cellulare, portafoglio) e gli indumenti all'interno di sacchetti di plastica. In caso di acquazzone salverai così capre e cavoli.

La lista è lunga, ma sempre grazie all'esperienza potrai risparmiare qualche chilo sulle spalle e l'emorragia di svariati euro dal portafoglio. Se poi vuoi qualche consiglio, non hai che da contattarmi.

Se sei all'inizio della tua carriera escursionistica e stai pensando di acquistare l'attrezzatura, comincia dal basso!!
L'accoppiata scarponi+calze sono la cosa più importante e sulla quale puntare la maggior attenzione senza badare troppo al risparmio. Questo perché in una normale escursione si fanno qualcosa come 15,000 passi e se i piedi ti fanno male, diventano 15,000 torture una in fila all'altra.

Clicca qui per ulteriori dettagli sul materiale e l'abbigliamento per le ciaspolate e qui per le salite su ghiacciaio


venerdì 10 ottobre 2008

Alta Via dei Monti Liguri

Una grande strada verde

Percorrere l'Alta Via dei Monti Liguri è uno dei modi più affascinanti per ammirare i pregi della Liguria, quasi una lunghissima doppia vetrina di oltre 400 chilometri, affacciata da un lato verso il mare e dall'altro verso la pianura Padana e l'arco alpino. L'itinerario offre possibilità diversificate non solo per motivi di interesse prevalente, ma anche per caratteristiche e difficoltà di percorso, con tappe idonee alle famiglie con bimbi e anziani e tappe impegnative per gli escursionisti allenati.

Sito ufficiale: www.altaviadeimontiliguri.it

giovedì 9 ottobre 2008

Masone e le sue valli

Il concentrico di Masone si estende su un'ampia superficie alla confluenza dei tre torrenti Stura, Vezzulla e Masone. In esso si possono individuare tre parti ben distinte che formano oggi un'unica continuità di abitazioni: il centro storico, o paese vecchio, di antiche origini, arroccato su una collina dalla quale si domina il paesaggio circostante; il paese nuovo, l'ampia cittadina che si distende nella pianura alluvionale dello Stura e del Vezzulla; infine, il borgo Mulino alla confluenza del rio Masone nello Stura.
Il centro storico, le frazioni, i rustici sparsi nel territorio delle tre valli minori offrono una documentazione valida per una lettura attenta delle vicende storiche che si sono susseguite nei secoli.
I dintorni di Masone sono, poi, , molto belli anche paesaggisticamente e offrono l'opportunità per numerosissime escursioni.

mercoledì 8 ottobre 2008

Bric del Dente e Forte Geremia

Il Monte Dente (1107 m), raggiungibile con una breve deviazione dall’Alta Via, è una bella vetta isolata, posta nel punto d’incontro tra le valli Cerusa, Orba e Stura. Da Genova è facilmente riconoscibile per il caratteristico dente roccioso che ne costituisce la sommità (donde il nome).

Poco lontano dal tracciato dell’Alta Via, in splendida posizione panoramica su una cima erbosa dello spartiacque, sorge l’imponente Forte Geremia.



La Valle Masone



















È questa valle un bell'esempio di zona ancora intatta: e per la scarsità di aree pianeggianti e per i pendii spesso scoscesi la valle ha da sempre scoraggiato gli insediamenti umani; le poche cascine presenti sono concentrate nella sua parte terminale e, attualmente, utilizzate soprattutto come residenze estive.
Il rìo Masone, come i suoi numerosi affluenti, è incassato profondamente tra ripidi pendii ricoperti di abbondante vegetazione di castagno, roveri e conifere. Molto interessanti sono i fenomeni di escavazione torrentizia con frequenti forre, gole, cascate e marmitte.
Le rocce serpentinose si presentano in grandi ammassi fratturati a formare strapiombi o pietraie; a tratti sono le formazioni scistose a determinare gradini vallivi: l'aspra bellezza del paesaggio risalta in una natura rimasta complessivamente intatta.
La ricchezza d'acqua del rio Masone, che nasce dal Dente e dal bric Giallo, è stata utilizzata in passato per fornire forza motrice a numerosi mulini e maglietta. Di questo sfruttamento rimane la testimonianza del Mulino in prossimità della confluenza del rio con lo Stura. Costruito nel 1880 ha una ruota in ferro battuto di oltre 7 metri di diametro ancora funzionante.
È proprio dal borgo Mulino che si deve iniziare l'itinerario di visita della Val Masone. Superato il viadotto autostradale, in località Savoi, si incontrano i resti di una cartiera: i ruderi molto antichi sono stati riportati alla luce recentemente. La cartiera era una costruzione del sec. XVII e apparteneva agli Spinola, insediata alla confluenza nel rio Masone del rio Pestúmo, affluente di destra, le cui acque abbondanti sono oggi usate per alimentare l'acquedotto di Masone.
Poco più a monte, in una profonda gola scavata dalle acque in un grande ammasso
di serpentinite, è la Cascata del Serpente, il rio Masone forma qui cinque successivi salti, di cui il primo a monte è il più spettacolare e cala su una grande marmitta di escavazione.
Di qui in avanti, lasciati pochi casolari sparsi, scompaiono i segni della presenza umana mentre ci si inforra sino alle pendici maestose del Dente. La strada ora si inerpica in un'ampia foresta demaniale che prosegue sino alle pendici del bric della Saliera, dal quale lo sguardo gode di un bel panorama.
Facilmente, a questo punto, si raggiunge il Dente. Per ritornare con un altro itinerario al borgo Mulino, si può percorrere un sentiero lungo tutto lo spartiacque di sinistra della valle.
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martedì 7 ottobre 2008

Valle Stura

La Valle Stura è una vallata dell'Appennino Ligure, appartenente alle province di Genova e Alessandria e attraversata dal torrente omonimo, che nasce presso i Piani di Praglia e confluisce nell'Orba all'altezza di Ovada. In essa sono presenti i comuni di Masone, Campo Ligure, Rossiglione e si sviluppano parte di quelli di Ovada e Belforte Monferrato, porzioni più limitate del bacino appartengono poi ai comuni di Bosio, Mele, Ceranesi e Genova. I comuni di Masone, Campoligure e Rossiglione formano assieme a quello di Tiglieto (alta Valle dell'Orba) la Comunità Montana Valli Stura e Orba.

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venerdì 3 ottobre 2008

Alimentazione in montagna

Parlare di alimentazione in montagna e dare qualche consiglio è come camminare su di un terreno minato, in quanto oltre gli aspetti fisiologico/scientifici entrano in gioco i nostri gusti e le nostre preferenze, che sono per forza di cose molto personali.
Ma vorrei tentare ugualmente di darti qualche dritta.

Innanzitutto parliamo di alimentazione per chi frequenta la montagna delle nostre latitudini (non si va oltre i 4000m di quota) e per praticare un'attività "non esasperata" come l'escursionismo.

L’essere umano, a parte le scelte personali, è evolutivamente un onnivoro e necessita di queste sostanze nutritive:

  • Proteine (formano le fibre muscolari)
  • Grassi o lipidi (riserve energetiche a lunga scadenza)
  • Zuccheri e carboidrati (riserve energetiche a corta scadenza)
  • Vitamine e sali minerali (per il corretto funzionamento del metabolismo)

Ma l’acqua è la sostanza chimica principale, non per nulla siamo composti per circa l’80% di acqua e il suo corretto approvvigionamento è di indispensabile importanza.

Un’alimentazione media deve essere composta da circa il 12-15% di proteine, che corrisponde a 1 gr di proteine per Kg di peso della persona, i carboidrati rappresentano il 60-65% del fabbisogno energetico, mentre i lipidi formano il restante 20-25%.

Fatte queste doverose premesse, veniamo a come io mi organizzo, ma tenete conto che quello che vi sto raccontando è la mia personale esperienza e non è detto che vada bene a tutti.
Quando vado in montagna, personalmente cerco di portare con me cibo e acqua per soddisfare queste esigenze:

  • devo avere sufficienti scorte energetiche
  • queste devono essere facilmente digeribili
  • devono essere il più leggero possibile (dato che vanno nello zaino)
  • devono togliermi il senso di fame e possibilmente essere gustose
  • devo portare con me una scorta di acqua sempre in eccesso a quanto prevedo possa servirmi

Dopo varie prove, alla fine la migliore soluzione che ho trovato (la migliore, non l'ottima in assoluto) è quella di utilizzare le barrette energetiche, soprattutto perché sono facilmente digeribili ed evitano il classico ballo nello stomaco dei panini, specie se sto camminando e quindi sto facendo fatica. Inoltre le barrette sono leggere da portare e sono complete nella loro composizione.
Il problema è che le barrette non riempiono lo stomaco e non aiutano nel risolvere il fastidioso senso di fame che può comparire ad ora di pranzo. Per questo mi porto un pezzo di pane ed un formaggino, che per il sottoscritto sono più che sufficienti.
Infine porto con me qualche frutto, più che altro perché mi piace. Ottime le banane ricche di potassio, che aiutano a prevenire i crampi. Ma, in funzione della stagione, porto con me mele, pere, arance o mandarini, che costituiscono anche una buona fonte di acqua.

E veniamo alle scorte idriche.
La quantità da portare con sé dipende molto dall'escursione che si fa, se è una zona calda, se è possibile o meno approvvigionarsi durante il cammino, dalla lunghezza del sentiero, da quanto uno è abituato a bere. Tieni presente che durante uno sforzo fisico noi perdiamo la maggior parte dell'acqua non solo sudando, ma soprattutto tramite la respirazione ed è indispensabile reintegrare quanto perso. Di fame si muore in vari giorni, ma di sete ci si mette molto meno!!!!
Personalmente porto con me da uno a due litri d'acqua, ma so che non bevo tantissimo (questione di abitudine).
Le scorte idriche vanno integrate con i sali minerali, dato che questi li perdiamo lungo il cammino e la sola acqua non è sufficiente al loro ripristino. Ci vengono in aiuto una lunga serie di prodotti commerciali in pastiglie o in bustine, che sciolti nell'acqua, forniscono il giusto apporto di sali.

E per concludere alcuni consigli spassionati:

  • evitate di cibarvi durante l'escursione di sostanze grasse: queste ci mettono un sacco di tempo ad essere digerite, distolgono acqua ed energia allo sforzo fisico e si trasformano in energia solo quando ormai siete alla fine della camminata (sono di lenta assimilazione). Quindi lasciate a casa i panini con il lardo o la fetta di gorgonzola (che potrebbe anche camminare da sola).
    Questo discorso vale anche per la cioccolata, che è composta in larghissima parte da grassi. Lo so che è buona, ma non pensiate di ricavarne da questa l'energia per la vostra escursione
  • se pensate di dover affrontare uno sforzo lungo e intenso, il miglior consiglio è quello di costituire le scorte energetiche prima della partenza e quindi di mangiare a casa delle belle pastasciutte: i carboidrati complessi (o amidi) sono la principale fonte di energia
  • ti senti alla frutta (nel senso che ti mancano le forze)? Hai bisogno di energia immediatamente disponibile? Lascia perdere le caramelle, le bustine di zucchero o ancora peggio la cioccolata. Ci sono degli zuccheri semplici velocemente assimilabili, che ti evitano il cosiddetto "picco glicemico" (che ti porta ad essere ancora più in crisi). Questi zuccheri sono il destrosio e il fruttosio. Anche questi sono tranquillamente in vendita in farmacia, nei negozi sportivi e spesso anche nei supermercati
  • usate sempre l'acqua reintegrata dei sali
  • cercate di stare leggeri durante l'escursione, cioè di non abbuffarvi. Il tuo apparato digerente ti ringrazierà.
  • prova a cambiare alimentazione, fai degli esperimenti. Se sei abituato a portare con te un paio di panini, prova a vedere cosa succede sostituendo un panino con una barretta. Solo tu sei il migliore giudice per la tua alimentazione.
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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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