martedì 30 marzo 2021

Sentiero Europeo E1

 


E’ il “padre”  dei sentieri Europei.E' l'asse d’unione tra il Nord Europa e il Mediterraneo centrale. da Capo Nord a Capo Passero. Sviluppo complessivo di 6.000 KM, di cui 4.000 circa già segnati.  Attualmente termina a Castelluccio di Norcia in Umbria in unione con Il Sentiero Italia.

E’ un asse importante che tocca il Pavese attraverso il Parco del Ticino, si abbassa proseguendo verso Tortona, toccando Castellania, spingendosi poi sul crinale che da Bastita porta a Serravalle passando dal Santuario della Madonna dello Spineto. Da Serravalle si passa ad Arquata Scrivia, transitando dalla zona archeologica di Libarna. Si arriva al Passo della Bocchetta dove il sentiero incrocia la Alta Via dei Monti Liguri: il ramo di sinistra piega il centro Italia (percorrendo un tratto della Via del Mare e del Sentiero Europeo E7, lasciando poi la AVML si unisce alla GEA; Il ramo di destra, raggiunta l'alta via dei Monti Liguri dove una volta il sentiero E1 proseguiva, verso ovest per raggiungere Pegli, attraverso il monte Penello, dove terminava. Oggi quest'ultimo tratto è diventata una variante.

Il percorso ricalca quasi completamente l'antica Via della Bocchetta


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lunedì 29 marzo 2021

Gran Paradiso, ciaspolatore cade in un crepaccio

Intervento nel primo pomeriggio di oggi in Valsavarenche, dove un escursionista di nazionalità olandese è caduto in un crepaccio. L’uomo, 53 anni, stava procedendo con le ciaspole ed era legato a un compagno, che è rimasto in superficie frenandone la caduta, che si è arrestata a 25 metri di profondità.

L’incidente è avvenuto in salita lungo la traccia che va dal rifugio Chabod al Gran Paradiso, a quota 3400 m circa.

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Il Rifugio di Monte Reale

Nel cuore del Parco Naturale Regionale dell'Antola

Il Monte Reale è situato all'estrema propaggine occidentale del Parco Naturale Regionale dell'Antola nel comune Ronco Scrivia(GE).
Per gli amanti del trekking la salita alla vetta è una bella escursione nella natura, facile incontrare daini, caprioli, scoiattoli e il falco pellegrino.
Dalla vetta si gode di uno splendido panorama, lo sguardo spazia a 360°: dai monti e mare di Genova alle Alpi marittime, Monviso, Monte Bianco, Cervino, fino alle dolomiti dell'Adamello e del Brenta. Nei giorni particolarmente limpidi si possono scorgere i monti della Corsica.

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In diretta dalla webcam




Il Cammino dei Ribelli: I Paesi ti raccontano...

Val Borbera (AL)

«A Teo, a disposizione dei camminatori, vi è una zona verde attrezzata con tavolo e sedie per la sosta ed il pranzo, considerando che l'arrivo a Teo è intorno a mezzogiorno.


Teo, nel percorso è segnalato come punto acqua. Effettivamente ha tre fontane con acqua corrente fresca.

Se i camminatori lo desiderano io e mia sorella Lidia siamo disponibili per accompagnarli in un piccolo giro del paese che comprende la visita alla mostra che, attraverso immagini e racconti, descrive la vita del paese a partire dall'800 e il fenomeno dell'emigrazione che ha colpito l'intera valle, coinvolgendo a Teo anche la famiglia di Maria Gogna, nonna di Papa Francesco, nata e cresciuta in paese.
Infine in paese vi è l'accogliente bed and breakfast "Antica Vigna" gestito da Paola e Giorgio, proprio nella zona Costa dove i camminatori arrivano partendo da Cabella Ligure».

Carla Demergasso

P.S. I contatti di Carla e Lidia sono generalmente consegnati via mail ai camminatori in partenza, insieme a tutti gli altri contatti utili di persone disponibili ad incontri per raccontare la loro esperienza di valle.




domenica 28 marzo 2021

Scala delle difficoltà delle Vie Ferrate


Nonostante oltre il 90% delle vie ferrate al mondo siano installate nei 6 paesi attorno alle Alpi, esistono ben 4 scale di difficoltà delle vie ferrate: una italiana, una francese, una austriaca e una tedesca. Ferrate 365 adotta quella italiana ma non di rado si incontrano lettere o numeri nelle relazioni. Questo articolo ne spiega le differenze

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Boom del mondo outdoor, un’opportunità da non perdere

Il mondo si ferma, l’outdoor esplode. Le misure di prevenzione e contenimento messe in atto per prevenire la diffusione della pandemia da Coronavirus ci hanno fatto riscoprire amanti delle attività all’aria aperta. In realtà si tratta di un trend già chiaro negli scorsi anni, ma gli accadimenti dell’ultimo anno hanno dato l’impulso per un’accelerazione della curva.

Lo dimostrano i dati raccolti dallo studio condotto dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche insieme a Legambiente. Secondo le ricerche nel 2020 il 49,2% delle persone ha fatto turismo in luoghi naturali, mentre il 30% dei vacanzieri ha indicato lo sport come motivazione della vacanza. Il trekking (39% delle preferenze) è l’attività che ha avuto maggior successo, a ruota segue il cicloturismo (32% delle preferenze). Nuove tendenze che confermano un cambio di mentalità già in corso negli anni passati e che portano una ventata di positività all’interno del mondo degli amanti della montagna e dell’outdoor. Ne abbiamo parlato con Günther Acherer e Vittorio Forato, rispettivamente presidente e vice presidente di Italian Outdoor Group di Assosport, associazione che rappresenta le principali aziende italiane leader nella produzione, importazione e distribuzione di abbigliamento, calzatura e attrezzatura per gli sport outdoor e di montagna.

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sabato 27 marzo 2021

Orienteering: lo sport che non ci fa mai perdere la bussola

Benefico per il fisico e per la mente, ci porta nella natura, allena i muscoli, regala buon umore e aumenta l'autostima

In senso stretto l’orienteering è una disciplina sportiva vera e propria, con tanto di Federazione e gare; nata all'inizio del XX secolo nei paesi del Nord Europa, premia chi riesce a esplorare con sicurezza un territorio sconosciuto, orientandosi nel minor tempo possibile fino a raggiungere un obiettivo stabilito. È un modo piacevole e salutare per trascorrere del tempo all’aria aperta, nel rispetto del distanziamento sociale, scoprendo nuovi orizzonti, combattendo nello stesso tempo lo stress e migliorando l’autostima. Naturalmente, prima di avventurarsi in boschi e terreni sconosciuti armati solo di carta e bussola, occorre un po’ di preparazione e di esperienza, da acquisire in sicurezza sotto la guida di istruttori qualificati, per evitare di trovarsi in situazioni pericolose. 

Adatto a tutti – L’orienteering è una disciplina un po’ particolare perché, oltre a richiedere un certo impegno motorio (si cammina nei boschi, su terreni accidentati e a volte anche affrontando dislivelli di percorso, impegna la mente e implica un buon spirito di osservazione. È però adatto a tutti, almeno a livello amatoriale: è proposto spesso ai ragazzini in età scolare perché, oltre all’esperienza del contatto con la natura, è un’attività multidisciplinare che favorisce lo spirito di gruppo e l’attitudine a lavorare in squadra. Scegliendo i percorsi giusti è perfetto anche per i nonni e, con le opportune precauzioni, persino a chi ha una disabilità

Come si fa – Si può praticare in diversi modi: a piedi, oppure in mountain bike, sugli scicorrendo. Basta qualche mezza giornata di corso teorico-pratico per acquisire le conoscenze di base e trasformarsi in un buon orientista esordiente

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Ora legale: lancette avanti nella notte tra sabato e domenica



venerdì 26 marzo 2021

Appennino bolognese, nasce il Cammino della Linea Gotica

 

Tra i colli e le montagne di Bologna sta nascendo un cammino fatto di paesaggi, di natura e di memoria. Unisce il Lago Scaffaiolo, alle pendici del Corno alle Scale, con la Vena del Gesso romagnola e Riolo Terme. Misura 175 chilometri, è suddiviso in dieci tappe, tocca i borghi di Rocca Corneta, Castel d’Aiano, Vergato, Monterenzo, San Clemente e Tossignano. “Ci abbiamo lavorato negli ultimi mesi, con un gruppo di soci della Sezione di Bologna del CAI, sfruttando i permessi che consentivano di spostarci e lavorare anche in zona arancione e in zona rossa. E’ stato un modo piacevole per utilizzare le giornate vuote e spesso sprecate del lockdown” spiega Vito Paticchia, socio CAI e guida ambientale escursionistica, animatore del gruppo che ha dato vita al Cammino. Un lavoro che non è ancora finito. 

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Dolomiti di Cadore. Cercasi gestori per i rifugi Padova e Baion

Il Comune di Domegge di Cadore (BL) è alla ricerca di nuovi gestori per i rifugi dolomitici “Padova” e “Baion”. Nei giorni scorsi è stato pubblicato sul sito comunale un avviso pubblico esplorativo per l’acquisizione di manifestazione di interesse alla gara per l’assegnazione in locazione delle due strutture. Il bando ha scadenza 1 aprile 2021.

“L’affidamento si pone come obiettivo la qualità della gestione e la massima funzionalità della struttura, finalizzate a potenziare e qualificare la fruizione turistica e ricreativa della zona, attraverso la realizzazione di servizi di accoglienza, ristoro e punto di riferimento per gli escursionisti nel pieno rispetto dei valori ambientali della zona”, si legge nella presentazione del bando.

Di seguito qualche dettaglio sui due avvisi, reperibili in forma integrale sul sito www.comune.domegge.bl.gov.it.

Rifugio Padova

La struttura, costruita nel 1910 dalla sezione del CAI di Padova, sorge in località Val di Toro, in una radura ai piedi della catena dei Monfalconi e Spalti di Toro a quota 1.300 metri.

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giovedì 25 marzo 2021

Bloccati a 2700m in ferrata, salvati tre escursionisti a Valgrisenche

 

Si è svolto ieri sera un intervento del Soccorso Alpino valdostano a Valgrisenche per il recupero di tre persone bloccate su una via ferrata a una quota di 2700m.

Al calare del sole, in difficoltà a proseguire, i tre hanno saggiamente deciso di allertare i soccorsi. “Nonostante le giornate di meteo favorevole – avvisano dal Soccorso Alpino Valdostano -, le condizioni in quota sono ancora invernali con presenza di neve e temperature anche basse”.

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Valanga nella bergamasca travolge giovane scialpinista



L’importanza di mangiare “sano” durante un cammino

 

Marco Bo, esperto di alimentazione naturale e guida ambientale escursionistica, inizia con questo articolo la sua collaborazione con il Movimento Lento

Questo è il primo post della rubrica che curerò per il Movimento Lento, in cui cercherò di aiutarvi a comprendere come nutrirvi in modo corretto per vivere al meglio l’esperienza del cammino.

Sono da sempre un amante della natura, da più di 20 anni consulente nutrizionale e operatore olistico specializzato in alimentazione naturale, e in tempi più recenti sono diventato guida ambientale escursionistica.

Come viandante e appassionato di trekking, negli anni ho avuto modo di notare come il modo con cui mi nutro possa condizionare il livello energetico e la disponibilità di nutrienti del mio organismo e di conseguenza la mia tenuta psicofisica durante e dopo le escursioni.

Escursioni di molti chilometri, magari anche con notevole dislivello, oppure cammini di più giorni mettono infatti alla prova l’organismo, consumando notevoli quantità di liquidi, energia e di principi nutritivi, e producendo acidi e tossine.

Ognuno di noi come camminatore ha quindi bisogno di:

  • recuperare le energie, i liquidi ed i principi nutritivi persi durante l’escursione,
  • non appesantire la digestione
  • mantenere la funzionalità intestinale regolare, per espellere le tossine prodotte dall’attività fisica.
  • ridurre e neutralizzare gli acidi prodotti dall’organismo

Alle prime esperienze di escursioni, molti anni fa, ho vissuto diverse difficoltà fisiche come dolori, crampi, calo di energia, senso di stanchezza e spossatezza con sensazioni di “non farcela”, eccessiva sete, digestione lenta e stitichezza, voglia di abbandonare.

Negli anni di pratica ho quindi scoperto come sia possibile prevenire ed affrontare questi comuni disagi, correggendo il mio modo di alimentarmi e fornendo così al mio corpo tutte le sostanze di cui ha bisogno.

Il fabbisogno idrico, calorico e nutrizionale dell’organismo cambia molto tra la vita ordinaria, fatta di casa e ufficio, e le giornate di escursione, anche perché di solito il camminatore non è un atleta che si allena quotidianamente.

In questa rubrica ti fornirò quindi delle semplici e chiare conoscenze ed esperienze che ho fatto in oltre 25 anni come consulente alimentare ed appassionato di escursionismo.

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mercoledì 24 marzo 2021

𝗣𝗥𝗢𝗡𝗧𝗨𝗔𝗥𝗜𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗨𝗢𝗡 𝗘𝗦𝗖𝗨𝗥𝗦𝗜𝗢𝗡𝗜𝗦𝗧𝗔

Le linee guida da tenere sempre a mente!

𝟬𝟭) 𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗲𝘀𝗰𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗲𝗿𝗼.
Non la si dovrebbe nemmeno mettere in lista, tanto che è ovvia: la base per non perdersi è seguire il sentiero tracciato, soprattutto se si è alle prime armi. Scontato, ma evidentemente non così tanto...

𝟬𝟮) 𝗜𝗻 𝗺𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗻𝗮 𝘀𝗶 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮. 𝗦𝗘𝗠𝗣𝗥𝗘.
Si chiama buona educazione. In montagna non contano le fittizie scale sociali che ci siamo costruiti, siamo tutti uguali, con gli stessi strumenti e davanti alle stesse difficoltà. Almeno qui, scendiamo dal piedistallo.

𝟬𝟯) 𝗖𝗵𝗶 𝘃𝗮 𝗶𝗻 𝘀𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮 𝗵𝗮 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮. 𝗦𝗘𝗠𝗣𝗥𝗘.
Si chiama buona educazione. In montagna si riconosce l'oggettivo e chi sta salendo sta faticando quanto abbiam faticato noi all'andata: portargli rispetto cedendo il passo è cosa d'obbligo.

𝟬𝟰) 𝗦𝗲 𝗰𝗮𝗱𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗼𝗰𝗰𝗶𝗮 𝘀𝗶 𝘂𝗿𝗹𝗮: 𝗦𝗔𝗦𝗦𝗢𝗢𝗢!
Sempre, comunque ed ovunque. Urlarlo può salvare la vita a chi è sotto e magari non se ne è accorto. Segnalarne sempre la caduta, anche se si è sicuri di star da soli: magari non lo si è e non ce ne eravamo accorti noi...
𝟬𝟱) 𝗜𝗻 𝗺𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗯𝘂𝘁𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗶.
La montagna è un ambiente delicato e fragile. Al di là del fatto che non vanno buttati mai in terra, in montagna vige l'imperativo medico del "primo non nuocere". Mai lasciare rifiuti.

𝟬𝟲) 𝗕𝘂𝗰𝗰𝗲, 𝘁𝗼𝗿𝘀𝗼𝗹𝗶 𝗲 𝗻𝗼𝗰𝗰𝗶𝗼𝗹𝗶 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗶.
Che piaccia o meno, anche i su citati sono rifiuti: alcuni non si degradano mai e se tutti li lasciano in terra nell'arco di un anno quel posto diverrebbe inguardabile; altri invece si degradano ma ci impiegano davvero molto tempo, oltre al fatto che possono essere causa d'un cambio di alimentazione dei selvatici, creando loro gravi scompensi d'abitudine. Gli animali in libertà non sono come quelli domestici, teniamolo sempre a mente!

𝟬𝟳) 𝗜𝗻 𝗺𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝘂𝗿𝗹𝗮.
In primis: chi urla lo fa SOLO perché ha necessità di farsi sentire, il più delle volte per segnalare un pericolo o perché ha bisogno di aiuto. STOP! La montagna è un luogo particolare. Un luogo dove il tempo scorre diversamente, e che diversamente si dovrebbe vivere. Con quiete, con calma, a ritmi lenti. Oltre al fatto che si potrebbe infastidire il prossimo, di certo si andrebbe ad infastidire la fauna, e ciò non va fatto.

𝟬𝟴) 𝗜𝗻 𝗺𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗻𝗮 𝘀𝗶 𝘃𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗻𝗱𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗶𝗱𝗼𝗻𝗲𝗶.
Immagina di andare sulla Luna: ci andresti in costume e infradito? Avere indumenti adeguati è essenziale, come uno zaino dove tenere un cambio asciutto, un pile se fa freddo, un cappello, un impermeabile ed una coperta termica per qualsiasi evenienza.

𝟬𝟵) 𝗜𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗶𝗻𝗱𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗱𝗼𝗻𝗲𝗼 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗰𝗮𝗿𝗽𝗼𝗻𝗶.
La base OBBLIGATORIA è una calzatura adeguata: scarponi da trekking a collo alto sono la cosa più importante da avere. Meglio spendere un minimo per averne un paio buoni, che spendere ancor di più in medicazione e soccorsi.

𝟭𝟬) 𝗜𝗻 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼, 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗼 𝗱𝗮 𝗶𝗹 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗹𝗲𝗻𝘁𝗼.
Non è una corsa ad ostacoli. Se da un lato i più lenti devono sforzarsi di seguire il passo, i più energici non possono andare alla propria andatura, ma debbono adeguarsi a chi ha meno esperienza e far si che tutti godano dell'uscita in modo sicuro. Se si vuol fare i centometristi si può sempre andare da soli.

𝟭𝟭) 𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗼. 𝗠𝗔𝗜.
Si parte insieme e si arriva insieme. Lo spirito di gruppo va in direzione contraria a quella della società odierna che vede tutti in competizione: in montagna vige la solidarietà e lo spirito di condivisione, oltre alla sicurezza che deve essere sempre messa al primo posto.

𝟭𝟮) 𝗦𝗶 𝗮𝗶𝘂𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗶𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝘀𝗶𝗮 𝗶𝗻 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝗮̀. 𝗦𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲.
Qualcuno del nostro gruppo od un altro escursionista può trovarsi in difficoltà, ed è dovere morale fermarsi per prestare soccorso. Ovviamente posto che si sia in grado di prestarlo, senza mettersi in rischio in prima persona: se non si è in grado si è tenuti ad allertare il Soccorso Alpino chiamando il numero 118.

𝟭𝟯) 𝗙𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗲 𝗳𝗮𝘂𝗻𝗮 𝘃𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗶.
L'ambiente di media, alta ed altissima quota è un ambiente molto fragile e la prima attenzione da avere è quella di non lederlo mai: non si raccolgono fiori, non si sradicano piante e non si toccano animali selvatici. E' importantissimo (oltre che un reato)!

𝟭𝟰) 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝗿𝗹𝗶 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗡𝗢 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜.
L'unico modo per interagirci è una salutare macchina fotografica, cercando di essere il più discreti possibile. Cerchiamo di essere fruitori del nostro ambiente senza essere invadenti, specialmente nelle riserve e nei parchi. Noi abbiamo il diritto di vivere il territorio quanto piante ed animali di vivere indisturbati.

𝟭𝟱) 𝗦𝘂𝗶 𝗴𝗵𝗶𝗮𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲.
Correre sui ghiaioni e sulle pietraie è pericoloso, oltre che dannoso. Prendere una storta è cosa molto facile. Ma soprattutto smuovere chili e chili di ghiaia e sassi per il nostro passaggio contribuisce a rovinare il paesaggio ed alla lunga ne accelera l'erosione, spesso con conseguenze nefaste. Andiamo piano.

𝟭𝟲) 𝗦𝘂𝗶 𝗴𝗵𝗶𝗮𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗯𝗶𝗰𝗶𝗰𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲!
Se camminare può esser deleterio, scendere o salire in bici su di un ghiaione è addirittura tragico: si va a smuovere drasticamente la disposizione delle pietre spesso anche cancellando una flebile traccia che è appena visibile. Nel caso si debba, scendere dalla bici e proseguire per quel tratto con la motoscarpa!

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Nordic Walking: cos'è, come si pratica e quali benefici

 

Nordic walking

La camminata nordica è una delle attività all'aperto maggiormente apprezzate. Senze sci ai piedi o tapis roulant, si raggiunge il parco cittadino nelle immediate vicinanze e si pratica il nordic walking. Un'attività completa, che consente di allenare la muscolatura di tutto il corpo e consente di scaricare tensioni e stress

Cos'è il nordic walking

Il nordic walking o camminata nordica, o ancora pole walking, è una tipologia di camminata total body che, non solo coinvolge gli arti inferiori, ma anche la parte superiore del corpo, se praticata in modo corretto.

Deve essere praticato con appositi bastoni progettati in maniera simile alle racchette da sci o alle bacchette impiegate nel trekking. È un'attività particolarmente benefica, che può essere effettuata sia da professionisti che da neofiti: la tecnica è semplice, non occorre un equipaggiamento impegnativo o costoso, e si presta a essere svolta sia in città che in zone verdi, collinari, montane e persino in riva al mare. 

ll nordic walking, storicamente, era noto per essere una forma di allenamento estivo per chi pratica lo sci di fondo durante l'inverno. Differisce rispetto a una camminata normale perché comporta un maggior dispendio di energia e un aumento della forza e della resistenza dei muscoli coinvolti. I benefici del nordic walking sono molteplici: allena la muscolatura del 90% del corpo, potenzia l'equilibrio e la stabilità, senza caricare troppo la colonna vertebrale e la struttura ossea, e migliora la frequenza cardiaca. Un'attività simile, per tecnica, energia e forza, è la camminata con le ciaspole che ha notevoli benefici su corpo e mente. 

Benefici del nordic walking

Allena la muscolatura del 90% del corpo. Il nordic walking allena anche i segmenti corporei della porzione superiore, oltre agli arti inferiori, attraverso una stimolazione muscolare più estesa, grazie all'impiego di forza con i bastoni. Rispetto alla semplice camminata, si usa molta energia nella mobilitazione delle articolazioni di polsogomito e spalla. Lavorano tutti i muscolidorsali, tricipitebicipitedeltoide, addominali, lombari.

Aumenta la frequenza cardiaca. Con un certo ritmo, l'affaticamento del nordic walking determina un aumento significativo della frequenza cardiaca e della ventilazione polmonare.

Aiuta a bruciare calorie. Rispetto alla camminata normale si brucia il 45% di calorie in più. Questo lo caratterizza come allenamento idoneo contro il sovrappeso.

È anti stress. Durante la camminata energica si produce meno cortisolo, il noto ormone dello stress, responsabile anche dell'aumento del peso.

Inoltre, in generale, secondo due studi dell'Università di Baffalo, camminare regolarmente terrebbe lontana l'ipertensione.

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martedì 23 marzo 2021

La Via dell'Acqua Fredda

 Un percorso escursionistico tra la val Scrivia e la val Lemme


Molti mesi sono passati dalle prime escursioni lungo il panoramico anello che ho immaginato attorno ad Arquata e Rigoroso. Un periodo nel quale ho accompagnato personalmente molti camminatori impegnati nell’altrettanto suggestivo “Cammino dei ribelli”.
L’itinerario da me progettato segue sentieri che noi arquatesi conosciamo benissimo, poiché meta delle camminate quotidiane, e si dipana su un anello che sfrutta e integra la rete escursionistica regionale esistente e il sentiero europeo E1.

La VIA DELL’ACQUA FREDDA nasce con l’ambizione di diventare un progetto di ampio respiro, in grado di regalare scorci di grande interesse naturalistico e culturale. Dai numerosi punti panoramici sarà possibile abbracciare idealmente l’Appennino piemontese e la Pianura Padana. 

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700 milioni alla montagna dal decreto sostegni

Con il Governo Conte si chiamavano “ristori”, oggi “sostegni”, ma la sostanza cambia poco: sono i contributi a fondo perduto per imprese e lavoratori che hanno dovuto chiudere la propria attività a causa delle regole rese necessario dall’emergenza sanitaria.

È di circa 32 miliardi di Euro la cifra stanziata nel DL Sostegni, approvata i giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, di cui 700 milioni dedicati alle zone di montagna che quest’anno si sono viste azzerare completamente gli introiti del turismo invernale.

Il fondo verrà istituto presso il Mef e verrà ripartito in base a un decreto del ministero del Turismo da emanare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del DL sostegni. Destinatari saranno “soggetti esercenti attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico“. Almeno il 70% dei fondi dovrà andare ai comuni in base al numero di titoli di accesso a impianti di risalita a fune (skipass) venduti nel 2019. La parte restante deve andare ai comuni del medesimo comprensorio sciistico di quelli individuati con il criterio dei biglietti di risalita venduti, proporzionalmente al fatturato degli esercizi commerciali registrato nel periodo 2017-2019; e ai maestri di sci e alle scuole di sci, sempre proporzionalmente ai ricavi registrati nel 2017-2019.

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Incidenti per ghiaccio e valanghe nel primo weekend di primavera

Il 20 marzo la primavera ha fatto il suo ingresso, in termini astronomici, ma il weekend che ci siamo appena lasciati alle porte, caratterizzato da nuove nevicate e sensibile calo termico, è apparso decisamente invernale. In quota i maggiori pericoli continuano a rimanere ghiaccio e valanghe.

Valanga in Valle d’Aosta travolge scialpinista

Nella giornata di sabato il Soccorso Alpino Valdostano è intervenuto al Col Fourchon, nel vallone del Gran San Bernardo, versante italiano, per una valanga. L’incidente si è verificato a quota 2500 mt, poco prima delle ore 13.00. Immediato l’intervento in elicottero. Uno scialpinista francese, 52 anni, è stato estratto dalla neve, in uno stato di ipotermia e politrauma. L’allarme è stato dato da un compagno di gita via radio, canale E, ma la comunicazione era particolarmente confusa a causa della comprensibile agitazione del chiamante che si stava già attivando per le prime azioni di ricerca con Artva. La perizia dell’operatore del Soccorso Alpino Valdostano in Centrale ha consentito un rapido decollo verso la zona ipotetica dell’evento, che si è rivelata quella corretta.

Lo scialpinista è stato trasferito in Pronto soccorso. Le sue condizioni non sono apparse ad ogni modo preoccupanti. Travolto dalla valanga, ha percorso circa 300 m di dislivello. L’uomo era sepolto ad una profondità di circa 1,5 metri.

Escursionista scivola e muore sul Grignone

Un incidente mortale si è verificato nella giornata di domenica sul Grignone, nella zona della Bocchetta di Prada, tra i comuni di Mandello del Lario ed Esino Lario. Un uomo di 37 anni ha perso la vita dopo essere scivolato lungo un canale impervio. La persona che era con lui ha dato l’allarme. La richiesta d’intervento per il Cnsas è arrivata poco dopo le 14:30. Impegnati una quindicina di tecnici della Stazione di Valsassina Valvarrone, XIX Delegazione Lariana. Attivati anche i tecnici di soccorso speleologico della IX Delegazione regionale, perché dalle prime informazioni c’era la possibilità che l’incidente fosse avvenuto in circostanze che richiedevano la loro presenza. Sul posto anche l’elisoccorso di Como di Areu.

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lunedì 22 marzo 2021

Era uno dei più forti freerider al mondo, Pandolfi travolto da una valanga nel gruppo del Bianco

Nel suo curriculum imprese in Himalaya e Ande, protagonista di film spettacolari

Era uno dei migliori freerider italiani e la sua fama aveva raggiunto un'eco internazionale. Le sue sfide verticali mozzafiato hanno emozionato tanti. Aveva affrontato le cime più spettacolari del mondo, dall’Himalaya alle Ande, ma amava rifugiarsi sul Monte Bianco, la sua casa, sulle cime valdostane che tanto amava. Dove ieri è stato ucciso da una valanga a Saint-Oyen-Flassin.

Il distacco della neve non ha lasciato scampo a Luca Pandolfi, 47 anni. Era con lo split-board, l’immancabile tavola che lo accompagnava sempre e consente la salita come fossero sci per poi unirsi in una sola tavola in discesa, ma nella caduta avrebbe perso l’Artva, il ricercatore elettronico, ed è stato difficile trovare il corpo. Quando i tecnici del soccorso alpino valdostano con il soccorso alpino della guardia di finanza, dopo l’allarme scattato alle 14, sono arrivati al Flassin e lo hanno estratto dal cumulo di neve era troppo tardi.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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