martedì 28 aprile 2020

Fase 2 e montagna: rifugi da ripensare. "Pochi posti letto? Useremo le tende"

Il trekking ai tempi del virus: solitario e... con prenotazione. Le novità imposte dal Coronavirus. Anche per non sovraccaricare il soccorso alpino

"Le montagne sanno aspettare". Il Club Alpino Italiano l'ha lanciato come slogan e gli appassionati se lo sono ripetuti come un mantra, in queste lunghissime settimane di isolamento da coronavirus. Ma se la montagna sta ferma, l'economia che le gira attorno deve muoversi. Dalle guide ai rifugisti, dagli albergatori ai ristoratori, dai soccorritori al personale degli impianti: c'è un mondo che ruota attorno alle terre alte e attende che le istituzioni dicano come si potrà vivere la montagna al tempo del Covid-19. Le domande sono mille (e il presidente del Cai Milano, Massimo Minottiaveva già offerto interessanti punti di riflessione a Gazzetta Active). In che condizione saranno i sentieri, dopo due mesi senza manutenzione? Saranno aperti i rifugi? Come ci si potrà dormire? E le funivie, come funzioneranno con il distanziamento? Si potrà valicare quella forcella, anche se l'altro versante è in un'altra regione o in un altro Stato?

I rifugi "Il 4 maggio non sarà il giorno del "tana libera tutti" - attacca Vincenzo Torti, presidente del Cai -. Non sappiamo cosa sarà scritto sulle norme, ma di certo ci sarà il distanziamento fisico. Qui iniziano i problemi: la montagna si associa agli spazi aperti ma in realtà si sta anche vicini". Come nei rifugi. "Che sono uno diverso dall'altro - aggiunge Torti -. Quelli con tante camerette hanno meno problemi ma cosa fare con i cameroni? Rischiamo di passare da 30 posti letto a 10". I prati vicino ai rifugi potrebbero ospitare delle tende, aveva proposto Torti alcuni giorni fa. "Un suggerimento - spiega ora - che permetterebbe al rifugista, che è anche imprenditore, di poter comunque offrire colazione e cena a queste persone. 

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Fase 2| Sport consentiti| Lunedì 4 maggio
Fase 2: quali sport si potranno praticare dal 4 maggio


Sul sentiero c'è un serpente, ma decide di proseguire lo stesso: l'animale reagisce (e lei anche)

L'autore di questo video girato il 22 aprile in Nord Carolina, Usa, ha raccontato così la sua esperienza: "Io e la mia ragazza abbiamo fatto un'escursione e ci siamo imbattuti in un serpente nero. Lei è terrorizzata dai serpenti. Ho iniziato a fare il video e le ho detto che potevamo tornare indietro, ma ha deciso di affrontare le sue paure. Alla fine siamo riusciti a fare una bella passeggiata. All'inizio era un po' arrabbiata, ma poi è andato tutto bene".

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lunedì 27 aprile 2020

Trekking e Outdoor: dal 4 maggio avremo più libertà di movimento

Maggiori spostamenti, ma non “libera tutti”: facciamo un po’ di chiarezza sul D.PC.M. presentato dal Premier Giuseppe Conte in merito alle attività motorie e agli spostamenti

Il decreto

Con il D.PC.M. presentato dal Premier Conte, avremo la possibilità di allontanarci dal proprio domicilio nel rispetto del distanziamento sociale.
Analizziamo questo decreto in maniera più approfondita: come già accennato, la novità più importante introdotta dal Governo è la revoca della prossimità di domicilioIn base alle nuove disposizioni, avremo la possibilità di allontanarci dalla nostra abitazione per svolgere attività motoria individualeIn questa fase è necessario che ognuno di noi agisca consapevolmente, nel rispetto delle disposizioni dettate dal Governo e usando il buonsenso.
Restano sempre vietati gli assembramenti di persone. Non si potranno in alcun caso effettuare attività motorie come escursioni organizzate, trekking e camminate che coinvolgano un gruppo di persone.
Inoltre, il decreto che entrerà in vigore il 4 maggio fino alla mezzanotte del 17 maggio, sancisce che la distanza minima per le attività sportive (una corsa ad esempio) sia di 2 metri tra le persone, mentre basterà rispettare la distanza di 1 metro tra le persone per l’attività motoria semplice (per esempio una passeggiata).
Veniamo adesso al dubbio che più interessa gli appassionati del mondo del trekking e dell’outdoor. Sono consentiti gli spostamenti al di fuori del proprio comune per svolgere attività motoria? In sostanza, se devo uscire dal mio comune per fare un’escursione in montagna lo posso fare?
La risposta è NO! Rimarranno proibiti gli spostamenti tra un comune e l’altro che non siano motivati da ragioni di lavoro, salute o stretta necessità.
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IL CAMMINO DELLA LINEA GOTICA

Il Cammino della Linea Gotica è una proposta che vuol combinare il piacere dell’attività sportiva nella natura con il desiderio di conoscere meglio un passato che rappresenta, seppur tragicamente, il crogiolo di quei, comportamenti, idee e valori da cui è nata la Costituzione  italiana.  Se da un lato, dunque, c’è il gusto di camminare in mezzo al verde, su sentieri, mulattiere, carrarecce (e brevi tratti di provinciali poco trafficate), dall’altra – riprendendo l’invito di Piero Calamandrei (“Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo in cui è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani”), è da considerarsi per l’appunto un pellegrinaggio laico, votato a quella religione civile che in Italia, purtroppo, non è stata mai coltivata a sufficienza.  Per questo il Cammino tocca tanto il cuore della Linea Gotica (dove furono costruite le fortificazioni e si scontrarono Tedeschi ed Alleati), quanto i luoghi delle distruzioni e delle stragi e, non ultimo, i luoghi in cui donne e uomini della Resistenza, spesso sacrificando la vita, lottarono contro gli occupanti e – riscattando la vergogna dell’Italia fascista – gettarono le basi morali dell’Italia repubblicana.  Non può essere dimenticato: la democrazia di cui godiamo oggi è nata qui, dalla tenacia di chi ha resistito alla barbarie e ha contribuito a far trionfare i valori della giustizia, della libertà, dell’uguaglianza.

La Linea Gotica interessò un’estesa fascia di territorio (larga dai 15 ai 40 km); al suo interno è  certo possibile individuare più di una traccia di cammino. Quella qui proposta è stata scelta tenendo conto di tre esigenze: 1) delineare un percorso che si possa definire “cammino” nel senso proprio del termine, dunque accessibile a tutti; 2) toccare il maggior numero possibile di luoghi significativi rispetto al tema; 3) agganciare località utili in termini di presenza di strutture di accoglienza, per consentire un frazionamento adatto a tutti (ove possibile, posti tappa sono i paesi, con varie soluzioni di accoglienza; per alcune tappe però è inevitabile riferirsi a una sola struttura. In questi casi è d’obbligo contattare i gestori, assicurandosi che sia aperto e vi sia posto).        
   Come riferimento cartografico generale, si ricorda i due fondamentali siti della Rete Escursionistica della Toscana: e della Rete escursionistica dell’Emilia Romagna:  vi si trova l’intera sentieristica delle due regioni. Come carte specifiche si rinvia invece prioritariamente a quelle delle edizioni Kompass e Multigraphic (disponibili in cartaceo e in digitale).  
   Tappe e indicazioni di tempi di marcia sono orientative: in linea di massima tengono conto del passo anche di chi non è particolarmente allenato, per cui esiste la possibilità di accorpamenti, ma – al limite – anche di ulteriore frammentazione, specie qualora si desideri approfondire la visita di alcuni luoghi.  
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domenica 26 aprile 2020

Cammina Italia. Lungo i sentieri della Resistenza

La storia di Ugo Forno, partigiano a 12 anni; quella di Irma "Anty" Marchiani, partita da Firenze a Sestola per curarsi e diventata vicecomandante del Battaglione Matteotti; il racconto di Sergio Rossi che il 22 maggio del 1944 era nel Capanno Tassoni insieme ad altri 16 partigiani, attaccati da 200 soldati tedeschi e fascisti; le gesta della Brigata Maiella che dall'Abruzzo partì per andare a liberare Bologna; la Repubblica Partigiana di Montefiorino e la Zona Libera di Carnia e Alto Friuli. Storia e storie che ci hanno donato la libertà e la democrazia. Le raccontiamo dall'appennino tosco-emiliano, percorrendo i sentieri di montagna, gli avamposti, i luoghi dei combattimenti che, lungo la Linea Gotica, permisero ai partigiani e agli alleati di sfondare le difese tedesche e liberare le città del nord dai nazifascisti, fino alla liberazione di Milano il 25 aprile 1945. 

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venerdì 24 aprile 2020

Anche l’Uncem appoggia l’appello per le libere camminate in montagna

«L’outdoor è l’unica strada vincente per il nuovo turismo montano post Covid-19». E aggiunge un invito: «Sosteniamo le comunità e gli esercizi commerciali delle terre alte»


Camminare in montagna non fa male a nessuno. Anzi, fa bene alla salute. Questo in sintesi l’appello dell’Uncem, l’unione dei comuni, delle comunità e degli enti montani, che appoggia la petizione online per la libera attività all’aria aperta in tempi del coronavirus firmata da guide alpine, scialpinisti, escursionisti di tutta Italia sulla piattaforma Change.org, ottenendo finora quasi 6.500 firme per la causa.
«Siamo d’accordo con i firmatari dell’appello “Lasciateci camminare in montagna”. È importante camminare e pedalare. L’outdoor è l’unica strada vincente per il nuovo turismo montano post Covid-19».

All’invito per le escursioni libere sui sentieri in quota, l’Uncem ne aggiunge un altro, rivolto a chi le escursioni le praticherà quest’estate: «Chi va a camminare, in bici o a fare altri tipi di attività nelle zone montane non dimentichi che lì c’è un paese, una comunità, un territorio che deve vivere. Ci sono negozi, esercizi commerciali di prossimità che vanno sostenuti». Di qui l’appello dell’Uncem «a non portarci tutto da casa: panino, acqua, prosciutto, formaggio, crostata comprati in un supermercato della città» e a «comprare invece i prodotti per la gita in un Comune montano».
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mercoledì 22 aprile 2020

Il Cammino dei Ribelli tra Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia

Un #cammino sociale di 130 km tra banditi e partigiani, contadini e camminatori!



A piedi nella sconosciuta Val Borbera, tra #Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia, alla scoperta di storie medievali, feudali e partigiane. Un cammino tra villaggi e natura selvaggia in Appennino, incontrando i testimoni di una ostinata rinascita contadina, sociale e spirituale, sulle sponde del venerato Borbera. Un’esperienza di turismo lento per rilanciare una terra spopolata e bellissima. Un grande anello tra Arquata Scrivia e il monte Antola, percorribile tutto l’anno solo con la guida digitale del Cammino dei Ribelli. E’ possibile pernottare in tenda o in b&b e alberghi, sfruttando la tariffa speciale dedicata a chi presenta la credenziale del cammino.

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La Val Borbera


Ribelli al mulino di Magioncalda / ilcamminodeiribelli.it




Escursioni e Trekking di Gruppo a Torino e in Piemonte




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25 Aprile postiamo in Antola

2015, 2016, 2017, 2018, 2019 in Antola... quest'anno il 25 aprile restate a casa ma... restate connessi e... intanto cercate il tricolore... 
— presso 
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Posta un tricolore in Antola




Ogni anno il rifugio è impegnato nella commemorazione del 25 aprile, dove vengono chiamati a raccolta gli escursionisti per un momento di incontro. Ogni anno dal 2015 centinaia di persone salgono al monte portando con se una bandiera tricolore; quest'anno purtroppo questo appuntamento non potremo viverlo di persona, ma potremo essere comunque presenti con il pensiero. Ecco l'iniziativa:
dalle ore 6.15 alba in Antola in diretta Facebook;
alle ore 10.00 posteremo una foto sulla Pagina 

 e nei commenti potrete postare una vostra foto con il tricolore scrivendoci da dove la mandate. Ancora una volta, anche digitalmente, faremo sentire la nostra vicinanza al monte e ai suoi caduti!

martedì 21 aprile 2020

Coronavirus, bloccato dall'epidemia in un bosco: "Il mio viaggio si è trasformato in una 'quarantenda'"

Zaino in spalla e pochi soldi in tasca, per dieci mesi Nazario Nesta ha percorso a piedi oltre settemila chilometri prima di ritrovarsi bloccato in Lombardia a causa dell'emergenza coronavirus. Lasciato il lavoro da macellaio, il 28enne era partito il 19 maggio 2019 da San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia, dove sarebbe dovuto rientrare una volta completato il giro dell'Italia. Oggi si trova in 'quarantenda', come la chiama lui, in un boschetto alle porte di Chiuro (Sondrio) e grazie ai rami realizza tutto ciò di cui ha bisogno. Per il resto c'è la generosità di chi lo incontra e dei suoi follower sui social, dove condivide il diario del suo progetto 'disegnando l'Italia'. Nell'attesa di rimettersi in cammino l'unica cosa che è cambiata è il nome del viaggio, ironicamente ribattezzato "Resto fermo in Italia".

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Un viaggio in Liguria con il cacciatore di paesaggi Fabio Toncelli.

Per chi domenica ha perso l'appuntamento con il Cacciatore di Paesaggi in visita nel Parco dell'Antola o per chi vuole rivederlo con calma, eccolo qui dalla raccolta Raiplay del Kilimangiaro

Video

domenica 19 aprile 2020

Escursionista morto a Forte Ratti, nebbia complica intervento elicottero Vigili del Fuoco

Ancora da capire dinamica dell'incidente


Genova. Un escursionista sarebbe deceduto questo pomeriggio sui sentieri nei pressi di Forte Ratti.
Queste le prime notizie che arrivano dai soccorsi: le condizioni climatiche, pioggia e nebbia, stanno infatti rendendo difficili le operazioni di intervento e recupero da parte dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco.
Al momento non si conosce identità della vittima e dinamica dell’incidente.
Un bellissimo filmato sulle Orobie, Dolomiti, gruppo dell'Adamello ecc per farci dimenticare questi giorni difficili.


Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci domani. Fermiamoci oggi per correre più veloci domani.

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Qui altri video


“Chiedo scusa”, parla la guida del Soccorso alpino sospesa dopo il video sfottò contro chi resta a casa per il Covid-19

Una bravata in tempi di coronavirus (andare in montagna, nella valli del Monviso, mentre per tutti c'è l'obbligo di restare a casa) e una immancabile ripresa con il cellulare. Nel video whatsapp saltano fuori battute scontate e di cattivo gusto per chi «a Savigliano, Saluzzo, Torino, Milano o Genova» è rimasto «a casa a farsi le pippe», poi nel finale le risatine e la battuta «buon covid a tutti» e, in piemontese «speriamo che duri ancora». Ma il video circola ormai su centinaia di cellulari e il Soccorso Alpino e speleologico del Piemonte ha deciso così di allontanare uno dei protagonisti, chiedendone le dimissioni immediate.

«Sono davvero dispiaciuto, non era mia intenzione offendere qualcuno e non sapevo che il video sarebbe stato diffuso, in ogni caso mi sono assunto le responsabilità delle mie azioni» dice a La Stampa Alberto Fantone, 36 anni, di Paesana, guida alpina e ormai ex direttore della scuola tecnici del Soccorso del Piemonte. Amareggiato dopo che giovedì ha dovuto dare spiegazioni al Soccorso alpino e presentare le sue dimissioni, con effetto immediato. Proprio per quel video, dove parla poco ma ride di gusto.

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sabato 18 aprile 2020

Guida alpina di Paesana deride in un video chi sta a casa per il coronavirus, sospeso dal Soccorso alpino

Paesana (CN)
“Ciao e buon Covid a tutti”. Un video di appena 34 secondi, postato sui social, ha messo nei guai la guida alpina di Paesana Alberto Fantone, considerato uno dei massimi esperti di soccorso in montagna del Piemonte. L’alpinista e un amico deridono, in modo anche pesante, chi è costretto a stare a casa per l’emergenza del coronavirus, mentre loro si apprestano a una scalata.  Scoppiata la polemica Fantone ha presentato le dimissioni da ogni ruolo - con effetto immediato – dal Soccorso alpino, su richiesta del presidente piemontese Luca Giaj Arcota. Il Collegio delle guide alpine sta valutando quanto accaduto.

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martedì 14 aprile 2020

Uno positivo e gli altri due in quarantena erano usciti a correre: intercettati dai droni

Ad Alessandria, nel pomeriggio di sabato, 11 aprile, i tre runners erano a correre agli argini: denunciati

ALESSANDRIA. Andavano a correre, ma erano positivi al coronavirus e in quarantena. La polizia municipale di Alessandria, grazie all'utilizzo dei droni, è riuscita a individuare tre runners che non solo non potevano trovarsi in giro in tuta o t-shirt fluo senza una meta, ma addirittura non sarebbero dovuti uscire dalle proprie case.

Nel pomeriggio di sabato, 11 aprile, invece, i tre uomini erano a correre agli argini, vicino al fiume Bormida. E in palese violazione alle norme di contrasto al coronavirus, perché uno di loro era risultato positivo al Covid-19 e gli altri due sono in quarantena domiciliare. Per questo motivo i tre sono stati denunciati.

Fonte


Coronavirus, annullata l’edizione 2020 della Maratona della Valle Intrasca (VCO)


mercoledì 8 aprile 2020

L’elicottero della Finanza sorvolerà i sentieri valdostani a caccia di chi non rispetta i divieti anti-coronavirus

AOSTA. Nei giorni delle festività di Pasqua ci sarà in Valle d’Aosta anche l’elicottero della Guardia di finanza a sorvegliare dall’alto il rispetto del divieto di uscire di casa per limitare la diffusione del nuovo coronavirus. Il velivolo proveniente dalla sezione aerea di Varese vigilerà su tutto il territorio e in particolare sui sentieri e sulle zone più battute dagli amanti della montagna.

In raccordo con la centrale operativa delle fiamme gialle e della questura, gli operatori in elicottero «segnaleranno eventuali situazioni anomale», spiega il generale di brigata Raffaele Ditroia, comandante regionale della Guardia di finanza. Un lavoro che nell’ultimo mese ha svolto via terra il Soccorso alpino delle fiamme gialle.

Solo negli ultimi cinque giorni, i militari della stazione di Entrèves (Courmayeur) hanno elevato otto sanzioni amministrative: in cinque sono stati sorpresi ad arrampicare su roccia, due a fare una escursione a piedi e un altro in mountain bike.

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martedì 7 aprile 2020

Incidenti in montagna: 2019 anno record, oltre 10 mila i soccorsi

Rispetto al 2018 aumentati del 7.1% gli interventi del Cnsas. Tra le cause d’incidente, quasi la metà riguardano le escursioni estive in quota, un terzo ha necessitato dell’impiego di elicotteri


E’ stato un anno record per il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico (Cnsas): sono infatti stati oltre 10 mila gli interventi compiuti dagli oltre 41 mila soccorritori dislocati in tutta Italia, con un incremento del 7,1% rispetto al 2018. Il motivo, a detta del presidente nazionale Maurizio Dellantonio, sarebbe da ricercarsi nella «più intensa frequentazione delle montagne italiane», assieme a un’«estate particolarmente mite».
La maggior parte (75%) delle missioni sono state effettuate in terreno montano, impervio e ostile; quasi un terzo (3169) hanno necessitato dell’impiego di elicotteri. Prevalentemente i soccorsi hanno riguardato persone ferite (61.4%), ma ci sono state anche 950 ricerche di persone disperse, 280 interventi di Protezione civile, 164 incidenti stradali, 42 valanghe, 30 soccorsi in forra, 10 nelle grotte e 2 operazioni per l'evacuazione di impianti a fune. Si registra un leggero calo dei morti in montagna, passati dal 458 nel 2018 a 446 nel 2019 (il 4,4% del totale).
Il 77% delle operazioni di soccorso ha riguardato infortunati italiani, il 7% tedeschi, il 2.3% francesi, l’1% austriaci, lo 0.5% svizzeri. Un residuo 8.8% ha riguardato vittime provenienti da altri Paesi dell’Unione Europea, mentre il 3.4% da nazioni extra europee.
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Due fratelli guida alpina soccorsi durante attività all’aperto: “Saranno sanzionati”



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Scialpinista muore sul versante francese del Monte Bianco

La prima vittima in tempo di coronavirus

Nel primo pomeriggio di domenica 5 aprile, il PGHM di Chamonix ha recuperato il corpo di un giovane scialpinista sul versante francese del Monte Bianco. Il ventiquattrenne, originario di Les Houches, in Alta Savoia, era sicuramente morto dal giorno prima.
Come riportato dal quotidiano francese Le Dauphiné, la vittima era probabilmente intenta a percorrere con gli sci un tragitto che corre lungo la tranvia del Monte Bianco (attualmente chiusa per la stagione) che da Saint-Gervais conduce al rifugio Nid d’Aigle (punto di partenza della via normale), quando, arrivato a valle dell’ultima galleria sarebbe precipitato per 300 metri dopo un salto di roccia. Un incidente fatale.
Secondo le prime ricostruzioni, il giovane era partito alle 5 del mattino di sabato 4 aprile, con probabile intenzione di raggiungere il rifugio Gouter. La gendarmeria giunta sul posto in elicottero, non ha potuto far altro che constatarne il decesso.
“Questa è la nostra prima operazione di salvataggio da quando è iniziato il contenimento lo scorso 17 marzo – ha dichiarato il comandante del PGHM, Stéphane Bozon a Le Dauphiné  – . Questo giovane non avrebbe dovuto morire sabato”.
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Si perde e si blocca sopra salti di roccia a 1.700 metri. Un escursionista soccorso dall'elicottero ai tempi del coronavirus

Impossibilitato a tornare indietro, il 50enne si è trovato costretto a chiamare i soccorsi. E' sempre bene ricordare che se le autorità, supportate dal parere di un comitato scientifico competente, ci hanno imposto di rimanere a casa limitando, di fatto, libertà che consideriamo inalienabili, c'è un motivo (più che valido)


BELLUNO. Nonostante le restrizioni, si è avventurato per una escursione ma si è perso e quindi è rimasto bloccato sopra salti di roccia a 1.700 metri di quota circa.

Necessario l'intervento dell'elicottero del Suem di Pieve di Cadore con a bordo i soccorritori di Longarone, che si è levato in volo per localizzare il 50enne di Ponte nelle Alpi, mentre un'altra squadra del Soccorso alpino, proveniente da Belluno, si è anche preparata per eventualmente entrare in azione da terra. 

Il 50enne è partito intorno alle 9 di domenica 5 aprile per una passeggiata senza prendere in considerazione le disposizioni e le restrizioni del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri per fronteggiare l'emergenza Covid-19.

Tutto è precipitato, quando l'escursionista si è perso e ha sbagliato sentiero per bloccarsi sopra salti di roccia. Impossibilitato a tornare indietro, il 50enne si è trovato costretto a chiamare i soccorsi.

La macchina dei soccorsi è entrata subito in azione e l'escursionista è stato individuato nel corso di alcune rotazioni dell'elicottero.

Il 50enne è stato recuperato tramite verricello e quindi trasportato a valle. Fortunatamente è uscito illeso, ma verrà multato per la violazione dei provvedimenti assunti dalle autorità. 

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sabato 4 aprile 2020

Creuze di Sant’Ilario, “aiutateci qui c’è pieno di gente”

“Le creuze di Sant’Ilario sono un via vai di escursionisti e genitori con bambini”, quella di Marta è solo una delle tante mail che riceviamo in redazione che segnalano una Nervi – davvero – troppo trafficata. “Potete per favore, in qualche modo, far notare che a Sant’Ilario è un continuo susseguirsi di gente che viene a passeggiare? Da famiglie con bambini a persone che fanno trekking. Passano per le creuze, chiaramente certi che nessuno li fermi”. Anche Ugo ci scrive, per la quarta volta più o meno, segnalando anche qui un continuo passeggio per le mattonate che da via Oberdan portano fino sulla collina.
Non solo Sant’Ilario tuttavia. Perché anche via Oberdan – ancora una volta – è troppo trafficata. E lo stesso Federico Bogliolo, vice presidente del municipio IX si appella, su Facebook, al buon senso (civico?) dei nerviesi: “C’era troppa gente, gente che passeggiava. Persone sedute sulle panchine che chiacchieravano. Ho ricevuto tante chiamate in cui mi veniva segnalata la stessa cosa. Io continuo a segnalare alla Polizia Locale. Tuttavia, bisogna che ognuno di noi abbia un minimo di ragione per pensare che nessuno, neanche noi “giovani”, è immune a questo virus. Li vedete anche voi i video degli ospedali e di quello che succede nei pronto soccorso. 

venerdì 3 aprile 2020

Chiudono i rifugi dell’Ossola: “Diamo il buon esempio. Anche chi ama la montagna stia a casa”

«Non esiste al momento un’ordinanza che imponga la chiusura dei rifugi
alpini, ma la divisione ossolana di Agrap, l’associazione Gestori Rifugi Alpini del Piemonte, vuole dare il buon esempio, e per questo tutti i rifugi aderenti che fanno la stagione invernale, hanno deciso di chiudere fino a contrordine». E’ questa la nota ufficiale dell’associazione di cui nel Vco fanno parte ventidue rifugi.
«Vuole essere un segnale forte, che sottolinea la necessità di responsabilizzare tutti i frequentatori della montagna, che per una volta è meglio che rimangano a casa fino a quando la situazione non sarà risolta. Alcuni gestori di rifugio non lasceranno la proprio struttura. Non hanno scelta perché è la loro casa e saranno comunque disponibili ad accogliere chiunque si presenti. In ogni caso l’appello è unanime. Sforziamoci di rimanere ciascuno nelle proprie abitazioni. Sforziamoci di resistere alla tentazione di andare in massa nei centri commerciali, o nei luoghi di villeggiatura. Ascoltiamo la voce degli esperti e diamo l’esempio».

Secondo l’associazione dei rifugi «con l’emergenza Covid-19 se dall’estero le disdette sono arrivate puntuali, pare che
 gli italiani non abbiano proprio preso tutti sul serio la questione. Le scorse domeniche infatti, nonostante gli inviti a limitare gli spostamenti, si sono registrati grandi flussi verso le località di montagna, piste da sci con code agli impianti, e rifugi pieni».
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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