mercoledì 29 marzo 2017

DA RIOMAGGIORE A PORTOVENERE: UN SENTIERO TRA MARE E FALESIE

Una passeggiata tra cielo e mare

Bellissima escursione da Riomaggiore a Portovenere, attraverso la macchia mediterranea punteggiata da pini marittimi, lecci, corbezzoli e lentisco, costeggiando le ripide falesie del promontorio del Muzzerone.

Lo sguardo si perde tra i vigneti e il mare, mentre intorno alle borgate ed alle case sparse i terrazzamenti si spingono, per guadagnare anche pochi metri di terra, fin sul ciglio delle pareti rocciose, delle falesie a picco sul mare, sui bordi dei canaloni e degli orridi, modellando i versanti con le terrazze attorno agli spuntoni e alle creste di roccia. Il panorama spazia da Sestri a Portofino, con la Corsica, le isole toscane e le Alpi marittime. A Portovenere passeggiata per l’antico borgo alla luce del tramonto.

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Riomaggiore: percorsi tematici


domenica 26 marzo 2017

Sentieri d'autore

Il sito per far viaggiare i tuoi desideri, a piedi e in bicicletta

 

Il Sentiero dei ricordi, nella Valle dei Campassi

Val Borbera (AL)

 


Itinerario circolare a piedi alle pendici settentrionali del M. Antola, in provincia di Alessandria, Piemonte. 

La memoria delle nostre terre sta nei segni che l’uomo ha impresso nel paesaggio. Come lo scultore delinea da una forma sbozzata e riproduce fino alla perfezione i tratti di un volto, così i contadini diboscando e smacchiando le nostre vallate hanno impresso nuove forme al paesaggio naturale, lo hanno trasformato e colonizzato accumulando esperienze secolari. L’evoluzione di questo paesaggio è costante e prosegue anche quando la presenza umana viene a mancare. E’ il momento in cui quel sottile equilibrio fra uomo e natura si sbilancia a favore di quest’ultima. Il paesaggio muta d’aspetto e si rinaturalizza. Talvolta il tempo di una generazione non ci permette di cogliere gli effetti di un cambiamento. Succede che osservando dall’alto di una montagna il paesaggio che ci circonda, ammirati dalla sua vastità e bellezza, pensiamo che esso sia così da sempre, che nulla sia intervenuto a modificarne l’aspetto. In realtà non è così e i vecchi contadini lo sanno. Bisogna esplorare attentamente i vecchi sentieri, fra i casolari per comprendere il senso di cambiamenti profondi. Sono luoghi dove occorre disegnare nuove mappe e dove quelle vecchie ci aiutano a riconoscere le memorie: campi, boschi da frutto, case, mulattiere, ponti, fontane, cimiteri, cappelle, molini. Queste cose formavano lo spazio vitale di un villaggio ed erano quasi sempre legate a esperienze umane fatte di fatiche e privazioni. E’ giusto dimenticarsene? Crediamo di no, non fosse altro che per la loro commovente bellezza e per l’ammirevole sapienza creativa. Nessuna di queste opere ha mai richiesto l’intervento di un architetto o ha causato danni all’ambiente. Furono il frutto di un linguaggio e di tecniche codificate nei secoli, mai trascritte in un manuale, ma tramandate di bocca in bocca, di gesto in gesto. Farle rivivere sarebbe un sogno, ricordarle è un atto dovuto.

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L’Alessandrino, patria piemontese dei paesi fantasma

 

Paesi abbandonati



 

venerdì 24 marzo 2017

Sentieri d'autore

Il sito per far viaggiare i tuoi desideri, a piedi e in bicicletta


Le 12 fontane della Val Borbera (AL)

 


Itinerario circolare a piedi nella Val Borbera, Appennino Alessandrino.

Nel lembo sud-orientale del Piemonte si parla ligure per antico retaggio storico, ma anche cibo, tradizione, musica risentono dell’influsso della riviera. Dalle vette dell’Appennino si vede il mare di Genova e nelle valli sono passate per secoli le carovane del sale dirette verso la Pianura Padana sotto l’interessato sguardo dei Malaspina e dei Fieschi, le grandi famiglie feudali che detenevano queste terre. A Cabella Ligure, borgo della solitaria Val Borbera, hanno recuperato un bel sentiero. Si chiama Giro delle 12 Fontane.

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Sentieri d'autore

Giro delle 12 fontane: Piuzzo - Bocche di Crenna - M.te Ebro - M.te Cosfrone - M.te Trappola - Piuzzo (Km 25 c.a. Dislivello m.800 c.a. Tempo previsto 8 ore)


 

giovedì 23 marzo 2017

Il Movimento lento riapre la sua Casa!



La Casa del Movimento Lento ha riaperto le attività di accoglienza e di organizzazione di eventi culturali, e si prepara ad ospitare i viandanti in cammino sulla Via Francigena e gli appassionati del viaggio a piedi e in bicicletta.

Nella tranquilla cascina di Roppolo, nel cuore delle colline piemontesi, organizzeremo seminari, corsi, soggiorni dedicati sia a chi vuole approfondire i temi del viaggio slow, sia a chi vuole muovere i primi passi con facili escursioni.

“Insieme a mia moglie Susanna ho deciso di trasformare la nostra casa in un luogo di accoglienza e condivisione” spiega Alberto Conte, fondatore del Movimento Lento. “Vogliamo ricreare nel nostro piccolo rifugio l’atmosfera che rende speciali i cammini, e far conoscere un territorio bellissimo ai viaggiatori provenienti da tutto il mondo durante il loro cammino verso Roma”. Una particolare attenzione è dedicata alla divulgazione della cultura del viaggio lento: “in collaborazione con SloWays, il tour operator del Movimento Lento, proporremo soggiorni con facili escursioni dedicate a chi vorrebbe mettersi in cammino ma non sa bene come organizzarsi, e percorreremo insieme brevi tratti della Via Francigena spiegando come si prepara uno zaino, qual’è la scarpa giusta, come si affronta un viaggio a piedi o in bicicletta”.

La Casa del Movimento Lento è un “B&B e Rifugio per viaggiatori” che può accogliere sei ospiti in due ampie stanze condivise, e che può gestire gruppi più numerosi grazie alla collaborazione con altri B&B e agriturismi presenti nel territorio, con cui ci siamo messi in rete creando una sorta di “albergo diffuso”. 

Le proposte delle prossime settimane
In occasione del ponte di Pasqua e del ponte del 25 Aprile proponiamo “EasyFrancigena”, un soggiorno con brevi escursioni che consentano di avvicinarsi gradualmente a viaggi più lunghi e impegnativi. Alberto guiderà il gruppo nella prima giornata, mentre i novelli viandanti percorreranno in autonomia le escursioni dei giorni successivi. 

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venerdì 17 marzo 2017

CONCORSO INTERNAZIONALE “FOTOGRAFARE I PARCHI”: EDIZIONE 2017

Cattura le emozioni della Natura in uno scatto


Sono aperte le iscrizioni alla prima edizione del concorso internazionale “Fotografare i Parchi”.

 Il concorso “Fotografare i Parchi” nasce da un’idea del Parco Regionale Naturale dell’Antola con lo scopo di valorizzare e far conoscere al grande pubblico lo straordinario patrimonio di biodiversità delle aree protette regionali della Liguria. Ogni autore potrà concorrere alle categorie previste dal regolamento, presentando fino a quattro fotografie per sezione, a colori o in bianco e nero. La partecipazione è gratuita.
Ricchi i premi per i vincitori assoluti e di categoria che riceveranno soggiorni nei parchi regionali e non solo. Le iscrizioni al concorso sono aperte fino al 30 settembre 2017.

Organizzatori

Parco dell’Antola (capofila), Parco Alpi Liguri, Parco dell’Aveto, Parco del Beigua, Parco Montemarcello-Magra-Vara, Parco di Portofino, Parco di Piana Crixia e il Parco di Porto Venere. 

Categorie

√ PAESAGGI DEL PARCO

Immagini che ritraggono ambienti naturali e/o antropici dei Parchi Regionali.

√ FAUNA SELVATICA DEL PARCO

Immagini che hanno come protagonista la fauna selvatica tipica di almeno uno dei Parchi Regionali.

√ CATEGORIA SPECIALE “IN GITA NEL PARCO” (esclusivamente per le scuole)

Immagini che hanno come protagonista le classi in visita di istruzione.
Ogni autore può presentare un numero massimo complessivo di quattro immagini per ciascuna categoria.
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mercoledì 15 marzo 2017

Domenica 19 marzo: La Riserva Naturale del Monte Alpe (PV)

Riserva Naturale Monte Alpe

Lunghezza dell'itinerario: km 12 A/R
Dislivello m 237
Difficoltà T/E

Escursione per tutti, con basso dislivello e lunghi tratti di percorso semi-pianeggiante che attraversa boschi meravigliosi.
Inserita nel cuore dell'Appennino lombardo, la Riserva Naturale Monte Alpe è stata istituita nel 1985. Gestita da ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, il sito ha grande importanza paesaggistica grazie alla presenza di fitti boschi di latifoglie e di conifere. Soprattutto queste ultime costituiscono il primo nucleo di riforestazione realizzato in Oltrepò, dove si sono praticati pure innovativi interventi di lotta biologica e opere di ingegneria naturalistica. Oltre ai prati ricchi di importanti fioriture, la biodiversità si manifesta anche a livello di fauna comprendendo numerose specie animali, tra le quali la formica rufa inserita come intervento di lotta biologica a partire dagli anni cinquanta.
La superficie complessiva della Riserva è di 328 ettari, di cui circa 300 boscati ed i rimanenti a prato pascolo. Le aree boscate comprendono circa 186 ettari di pineta artificiale a prevalenza di Pino nero e 114 ettari di bosco ceduo.

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domenica 12 marzo 2017

Dove comincia l'Appennino

I nostri monti


L'Appennino, la catena montuosa che percorre come un'ossatura tutta l'Italia peninsulare, ha inizio all'altezza del passo del Turchino, fra Genova Voltri e Alessandria. Qualcuno ipotizza che il nome Appennino discenda da Pen, dio ligure dei boschi e delle montagne, dal quale sarebbero derivati anche i nomi di monti come Penna e Pénice.
Queste pagine sono dedicate al primo tratto settentrionale dell'Appennino, un gruppo di montagne e valli divise, dal punto di vista amministrativo, in ben quattro province di quattro regioni diverse: Genova (Liguria), Alessandria (Piemonte), Pavia (Lombardia) e Piacenza (Emilia-Romagna). Culturalmente, però, si tratta di un'area omogenea, dove per secoli la gente ha vissuto in modi simili (coltivando cereali, patate e castagne, allevando capre e mucche, costruendo villaggi di impianto caratteristico, ecc.) e si è conosciuta e sposata più facilmente a cavallo tra le alte valli che fra queste e le corrispondenti zone di pianura. Questa unità è testimoniata soprattutto nella musica tradizionale popolare, che perciò è stata definita delle Quattro Province: espressione che ci sembra la più adatta a denotare l'area di cui parliamo. 

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  • monti e valli
  • animali e piante
  • il passato
  • persone
  • parole
  • prodotti locali
  • paesi
  • musica
  • cultura popolare
  • riflessioni


  • Il Grande anello delle Quattro Province


    in 13 tappe





  • Dialetti
  • Pronuncia
  • Sguardo locale e cartografia
  • I nomi delle Quattro Province
  • Voci
  • Storie e detti di val Curone
  • Parole a confronto
  • Le parole dei pifferai
  • Tre categorie di cantanti
  • La ricombinazione di formule nei canti tradizionali
  • La voce di Bogli
  • Luoghi, linguaggi e forma della comunità
  • bibliografia 
  • giovedì 9 marzo 2017

    I Cammini di Santiago, un nuovo libro fotografico Touring

    Nella penisola iberica deve esistere qualcosa di equivalente al detto «Tutte le strade portano a Roma». Anche perché, è palese: «Todos los caminos conducen a Santiago». Sono almeno una dozzina quelli che, da varie direzioni, conducono a quell’unica agognata meta: la tomba dell’apostolo Giacomo.

    Viaggio iniziatico per giovani che si affacciano alla vita adulta; percorso rigenerante per credenti penitenti; passeggiata sportiva per atleti resistenti; moda a basso costo in tempo di crisi, il Cammino di Santiago oggi è tutto questo e molto di più.
     
    Le vie per arrivare in quell’angolino della Galizia sono molteplici. Fabrizio Ardito, autore e camminatore che per il Touring Club Italiano ha curato anche la Guida verde al Cammino di Santiago (nonché ha raccontato su questo sito, in diretta, la via de la Plata), ha scelto i quattro itinerari più battuti e li ha percorsi: oltre 2.300 chilometri raccontati nel libro fotografico "I Cammini di Santiago". 

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    domenica 5 marzo 2017

    Via Francigena candidata al patrimonio Unesco. Parma cerca il terzo riconoscimento

    Sottoscritto l'accordo tra sette regioni. Già in dote Città creativa per la gastronomia e il Mab all'Appenino Tosco Emiliano

    Nel Medioevo era la strada dei pellegrini che dalla Francia scendevano verso sud per recarsi a Roma (anche per proseguire verso la Terrasanta attraverso i porti pugliesi) e di quelli che ascendevano la penisola per raggiungere Santiago di Compostela in Spagna.

    Ma fu anche un’importante strada per il commercio, strategica per trasportare verso i mercati del nord Europa le merci provenienti dall’Oriente (seta, spezie) e scambiarli, in genere nelle fiere della zona di Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante.

    È la via Francigena, il cui itinerario si appresta a riacquistare la sua centralità donando ai viaggiatori le proprie particolarità storico-culturali, ambientali, naturalistiche e paesaggistiche.


    Questo in virtù di un accordo tra sette Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta, con il coordinamento della Toscana) che si propongono di candidare la Francigena a patrimonio dell’Unesco (World Heritage List).

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    Viaggi a piedi

    Cammini e sentieri, trekking e passeggiate, strumenti e consigli

     

    Camminare rimanda il viaggio alle sue origini, a una dimensione in cui l’uomo si spinge oltre, semplicemente seguendo l’impulso di cercare. Camminare è economico ed ecologico, è un’azione spontanea che si adegua alle proprie forze e rispetta quelle della natura.

    Si cammina in compagnia, per il gusto di condividere una passeggiata, soli o con il proprio cane, aspirando a momenti di meditazione. Si cercano nuove vie, oppure si segue un senso religioso nel ripercorrere i passi dei pellegrini sulla via Francigena o sul cammino che porta a Santiago de Compostela.

    Con l’hiking si va in verticale guadagnando vette e panorami indimenticabili, con lo speleotrekking verso il basso, alla scoperta di tesori sotterranei e atmosfere surreali di una grotta. Si pratica il nordic walking immersi in un bosco, si cammina intorno alle mura di un borgo o ci si impegna un trekking urbano, attratti dai nuovi trend dell’architettura o con il gusto retrò per l’archeologia industriale.  

     

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    sabato 4 marzo 2017

    A piedi con i terremotati: a Pasqua parte il Cammino della Solidarietà. Lungo la Via di San Benedetto, tra Umbria e Lazio

    Per Pasqua un'iniziativa nata su Facebook e diventata in fretta virale: sui sentieri del Cammino di San Benedetto un pellegrinaggio di tre giorni per portare un aiuto e un segno di solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto 


    Il cammino è il modo migliore per sentirsi in contatto con la terra, per percepirla salda e ferma sotto i piedi: camminare per tante ore e per tanti giorni ci fa sentire “radicati” con il territorio che attraversiamo, più solidi, più saldi… Ecco perché il cammino può essere la giusta “terapia” per le regioni del Centro Italia ferite dal terremoto: per scacciare paure e pregiudizi che hanno allontanato i turisti da questi territori che hanno subìto sicuramente dei danni materiali ma che non sono finiti in ginocchio e – anzi – sono ancora in grado di ospitare frotte di turisti come in passato.

    Da questi presupposti nasce l’idea di Maurizio Ornella, pellegrino monzese con tanti anni di esperienza lungo le vie più importanti d’Europa:  un Cammino di Solidarietà da Norcia a Leonessa da compiere nel periodo di Pasqua. L’idea è stata lanciata su Facebook e ha già raccolto più di 300 adesioni. Tre tappe lungo il Cammino di San Benedetto per unire idealmente, tra il 14 e il 17 aprile, Umbria e Lazio, due regioni ricche di storia, di arte e di natura. “È un modo per aiutare le persone terremotate, per portare il nostro aiuto con semplicità – spiega Ornella -. Andare direttamente sui luoghi colpiti dal terremoto per far capire alle popolazioni che non sono soli. E poi per cercare di far riprendere il turismo, o quantomeno portare un po’ di soldi nelle tasche di chi ha una propria attività in forte difficoltà in questo momento. E fare tutto questo con un cammino, per l’appunto”.
     
    Il Cammino della Solidarietà partirà da Norcia il 15 aprile (ma ci si ritrova lì già il giorno prima): la prima tappa arriverà a Cascia in 17 km, la seconda a Monteleone di Spoleto (altri 17 km) e la terza a Leonessa in 13 km.
     
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    mercoledì 1 marzo 2017

    Domenica 5 marzo: Voltri - Crevari - Arenzano (GE)

    Questo splendido percorso ha un dislivello in salita di circa 800 metri complessivi, per questa motivazione è adatto a tutte quelle persone che hanno un discreto allenamento sui sentieri di montagna e collina.

    Fonte immagine


    Dislivello: circa 800 m in salita,
    Tempo per l’intero giro: 5 h 30
    Difficoltà: E (media difficoltà)

    Il tragitto:
    Un percorso molto suggestivo, panoramico e selvaggio nei suoi tratti più elevati, lungo la rotta migratoria degli uccelli rapaci.
    Dalla chiesa della località Crevari, si imbocca una crosa contrassegnata dal segnavia X rosso, proseguendo sulla via superiore dell'Olba considerata la più antica via commerciale dell'entroterra voltrese e tracciata probabilmente dai Liguri preromani che sale fino al Passo della Gava.
    Si prosegue su stradina asfaltata per poi svoltare a destra su sentiero che attraversa un castagneto dove in alcuni tratti è ben visibile l'acciottolato dell'antica mulattiera. Si prosegue salendo fino a quota 467 slm, ottimo punto di avvistamento delle migrazioni dei rapaci diurni durante la primavera. Si avanza verso il Bric Pennone e qui il panorama si apre sul litorale di Genova, mentre proseguendo verso il Bric Pigheggiu a quota 747 slm lo scenario si spalanca sulla costa di Arenzano.
    In discesa, attraversando una costa brulla, raggiungiamo la vecchia Casa del Dazio, utilizzabile come riparo o area picnic. Risaliamo ancora per raggiungere quota 870 slm al Passo Tardia punto più alto dell'uscita.

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    Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

    Immanuel Kant

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