lunedì 15 luglio 2013

Sabato 20 luglio: NOTTURNA SUL PASSO DELL’AQUILA



Dal castello di Verde al castello di Oramala
Valverde - Val di Nizza (PV)


In collaborazione con: Comune di Valverde – Comune di Val di Nizza - Guardie Ecologiche Volontarie della Comunità Montana Oltrepò Pavese e Comunità Montana Oltrepò Pavese.

Lunghezza km 8,5
Difficoltà itinerario E (escursionisti con un minimo di allenamento)
Dislivello positivo m 455 complessivi
Tempo di percorrenza circa 2,30 h con sosta rinfresco

Un itinerario meraviglioso che attraversa boschi ricchi di fascino e bellezza, dove il tempo sembra essersi fermato, il tragitto collega i tre castelli Malaspiniani: il castello di Verde, il castello di Monfalcone ora distrutto e il castello di Oramala.

Il Monte Verde (m 785 s.l.m.) è vincolato a Parco Locale di Interesse Sovracomunale, la cui estensione iniziale era di ettari 33 è stato ampliato a ettari 330. Presenta una vegetazione mista, arborea ed erbacea con esemplari di roverelle e castagni secolari. L’Università di Pavia ha ritenuto salvaguardare alcune specie di farfalle mediante la creazione di un apposito Giardino delle Farfalle.
La strada discende tra le stazioni della Via Crucis, poste ai suoi lati, fino a raggiungere l’incrocio situato sulla sella di valico denominata Croce di Verde da cui si diramano strade e sentieri per otto direzioni. L’itinerario prosegue in direzione Sud con una strada a fondo naturale da cui si vede il paesaggio di Valverde caratterizzato dalla presenza di prati e boschi interrotti da alcuni calanchi con torrioni e guglie scolpiti dall’erosione nell’arenaria, dove nidificano rapaci di varie specie.
Dopo aver percorso alcune centinaia di metri, si giunge ad un bivio con una strada che si stacca a sinistra e porta in direzione della spianata sulla quale sorgeva il castello di Monfalcone, del quale rimangono ora soltanto alcune parti di muri che fuoriescono dal terreno rimboschito.
L’itinerario procede con la strada di destra che sale, tra muri a secco di controripa e di sottoscarpa, testimonianti l’opera di spietratura dei terreni coltivati fino agli anni cinquanta, ormai rimboschiti da essenze spontanee miste di carpino, frassino, roverelle e noccioli, fino ad arrivare nei pressi della sommità di Monte Bruno (m 865 s.l.m.) dove predomina il bosco ceduo di castagno. In direzione Ovest è possibile vedere in lontananza l’imponente castello di Oramala che si erge sui contrafforti della media valle Staffora. Procedendo su un tratto pianeggiante che attraversa una pineta si giunge nel punto di confine dei Comuni di Valverde, Val di Nizza e Varzi chiamato dei “Tre Termini”.
Tre Termini è il sito contraddistinto da tre pietre naturali, poco sporgenti dal terreno e quasi insignificanti, ma che indicavano oltre ai tre confini comunali, anche il termine delle faticose salite, di andata e ritorno, percorse settimanalmente dagli abitanti delle vallate, carichi di merci e bestiami da vendere al mercato di Varzi o carichi di beni colà acquistati per le necessità familiari. Un tempo, nel cavo di un grosso tronco di castagno secolare, veniva allestito, nel periodo estivo, una dispensa di bevande per gli assetati viandanti.
Dopo un buon tratto di sentiero quasi pianeggiante, tra boschi di castagni, una breve salita ci porta al punto più alto del percorso sul monte Cucco per poi proseguire lungo il crinale tra le valli Staffora e Nizza. Nei pressi dei ruderi della casa Ariassa si incontra la strada provinciale Casa Ponte – Varzi da percorrere a sinistra, per 400 m, fino al paese di Oramala dominato dall’omonimo castello (m 758).


Ritrovo ore 19,00 presso il castello di Oramala, oppure verso le 19,45 presso la croce di Verde nei pressi del castello di Valverde.
Consigliamo per chi volesse raggiungere Oramala di munirsi di due auto e spostarsi con un’altra auto alla Croce di Verde in quanto non è previsto il servizio navetta.
Si raccomanda di portare con sé: scarponcini da trekking o scarpe da tennis, un capo tipo pile, una torcia elettrica.

Info: Riccardo 338.5291405 – assopietraverde@yahoo.it

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

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