È definito strada-mulattiera, perché alcuni tratti come quello iniziale sono carrozzabili e persino asfaltati, altri tratti solo percorribili solo con fuoristrada, mezzi agricoli e a cavallo, ed alcuni solo a piedi.
L'ambiente è suggestivo, al punto che è facile veder volteggiare poiane e talvolta pure qualche falco in un ambiente favorevole per la nidificazione.
Nella sua parte finale il sentiero traccia il confine tra la Provincia di Pavia e quindi la Lombardia e la Provincia di Piacenza in Emilia-Romagna, nella zona dopo la Fontana dei Ramari ed il Santuario.
Il sentiero è tracciato da segnavie e guidovie a pallini o strisce di vari colori (bianco-rosso, rosso e giallo) lungo i lati del percorso su sassi piante, perché è stato tracciato sia dal CAI che dal FEI separatamente.
Agli inizi del Novecento il parroco di San Cristoforo e Rettore del Santuario della Madonna del Penice Mons. Carlo Muzio, decise di restaurare ed ampliare il sentiero, che era fino ad allora di pertinenza parrocchiale per le vicende storiche.
Percorso e descrizione
Il dislivello complessivo tra Bobbio (272 metri s.l.m.) e la vetta del Penice (1.460 metri s.l.m.) è di 1.188 metri. Per completare il percorso di circa 20 km. occorrono sei ore (cinque in discesa). Da Bobbio si percorre la Strada statale 45 di Val Trebbia in direzione di Genova, fino alla località San Martino (300 m s.l.m.), dove si prende la strada a destra per Carana e Moglia.
Ci si trova sul tracciato dell'antico Caminus Genuae, ossia la strada che univa la pianura Padana con la Liguria prima che si realizzasse il tracciato della statale 45. Fino alla Moglia si segue il sentiero CAI n. 143 (segnavia bianco-rossi), che si svolge sulla strada asfaltata che sale da Bobbio. La strada valica con un ponte il torrente Carlone, quindi comincia a salire e dopo due tornanti si prende a destra in direzione della Moglia (475 m s.l.m.).
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La mappa del sentiero
La valle del Carlone
In diretta dalla webcam sul monte Penice
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