Lo chiamano ghiaccio killer, perché uccide
senza pietà e in maniera seriale. Non dà scampo alle sue prede,
rivelandosi – una volta di più – una spietata trappola mortale. Di più:
in gergo viene chiamato “cemento armato”, un deposito di neve bagnata
che con l’abbassarsi delle temperature diventa durissimo, un pericolo
insormontabile anche per gli escursionisti più esperti. Impossibile non
scivolare. Impossibile fermare la corsa inerziale che travolge anche il
più scaltro degli alpinisti se il terreno è ripido. E allora, sembra sia
stata questa la probabile causa degli incidenti che in questa domenica
pre-natalizia hanno fatto due morti, uno in Alto Adige e l’altro in
Piemonte, dove da inizio dicembre le vittime del “ghiaccio killer” sono
state addirittura sette.
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