sabato 15 luglio 2017

Cinque motivi per andare a piedi sulla Via degli Dei da Bologna a Firenze

Un indimenticabile trekking transappenninico tra natura e storia


Quando si dice Bologna-Firenze si pensa subito all'Autostrada del Sole, ovviamente. Ma non c'è solo quella: l'itinerario è in realtà antichissimo perché solo superando l'Appennino si riesce a passare dalle pianure del Nord al Centro Italia. Ci passarono gli Etruschi, i Liguri, i Galli, ovviamente i Romani. E poi Dante, Goethe, Casanova, Stendhal.
 
Molti i valichi da superare. Forse il più noto è il passo della Futa (903 metri) e qui passavano i viandanti e i pellegrini nel Medioevo; oggi invece passano i moderni camminatori lungo l'itinerario che è stato chiamato Via degli Dei per via del fatto che lungo l'itinerario si trovano il monte Venere, il monte di Giunone e non solo.
 
In sette-otto giorni di trekking, lontano dallo stress si trovano i paesaggi più diversi: verdi vallate, boschi di castagno, varie formazioni rocciose. Ogni tanto, all’improvviso, qualche casolare abbandonato. Presso Monzuno, al borgo delle Croci, ecco l'antico ospitale dove in pieno Medioevo i monaci davano vitto e alloggio ai pellegrini diretti in Toscana e quindi a Roma.
 
Al passo della Futa si trova il cimitero dei 30.683 soldati tedeschi morti durante la seconda guerra mondiale. Oltre il passo inizia la discesa verso il capoluogo toscano, ancora tra praterie, boschi e casali.
 
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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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