martedì 1 dicembre 2009

Il sentiero “U Bucalou”

La val Boreca si trova incastonata tra le valli Trebbia e Scrivia, è forse una delle valli più “selvagge” dell’Appennino ed è dominata dalla maestosa e inconfondibile sagoma del monte Alfeo soprannominato l’Olimpo dell’Appennino. L’omonimo torrente nasce tra i monti Cavalmurone m. 1670 s.l.m., Chiappo m. 1701 s.l.m. e Alfeo m. 1651 s.l.m. per terminare la sua tortuosa corsa nel fiume Trebbia tra i paesi di Traschio e Losso. Impossibile per chi la prima volta scopre questa valle non rimanerne ammaliati; la prima impressione è quella di un luogo rimasto intatto da secoli, dove la natura è la vera e unica protagonista mentre i piccoli segni lasciati dal lavoro dell’uomo come i piccoli borghi e i mulini ad acqua ormai quasi tutti abbandonati si inseriscono perfettamente nell’ambiente che li circonda e addirittura ne arricchiscono e impreziosiscono tutto il paesaggio circostante. Pochissime le strade che la percorrono, la zigzagante provinciale che da Ottone in val Trebbia sale alle Capanne di Cosola, mentre piccole e a volte sterrate stradine collegano i piccoli nuclei ubicati a mezza costa sulle ripide sponde di questa impervia valle.

Proprio a mezza costa, quasi completamente dispersi sul fianco sinistro del torrente troviamo i paesi di Artana e Bogli; Bogli m. 987 s.l.m. è completamente disabitato da non molti anni, è un piccolo villaggio composto da case, volte, viuzze e muri in pietra locale con la chiesa parrocchiale e il piccolo cimitero adagiati nella parte più alta del paese. Ma è nel periodo estivo che grazie alla quasi totale ristrutturazione delle abitazioni il paese si rianima di villeggianti e residenti che in questo luogo mantengono ancora vivi anche se solo per un piccolo periodo dell’anno l’impegno, la volontà e la grande passione di tornare il più possibile nel luogo dove molti di loro sono nati e cresciuti.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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