mercoledì 14 agosto 2013

Trekking della Val Borbera (Al)

Passeggiata panoramica che domina la confluenza dei torrenti Scrivia e Borbera

Il carattere peculiare della Val Borbera consiste nella presenza di una natura ancora in buona parte incontaminata e selvaggia. I rilievi fortemente modellati coperti di un ricco manto vegetale sono popolati di numerosissimi animali selvatici che qui trovano l’habitat naturale. Ai rilievi fanno netto contrasto, nel fondovalle, le Strette, una gigantesca forra ricca di anse e di meandri scavati dal torrente Borbera che rappresenta una delle aree più suggestive.
La gastronomia della Val Borbera è legata all’utilizzo di materie prime e preparazioni tradizionali. Le specialità sono la selvaggina, i funghi, le castagne, le fagiolane (varietà autoctona) ed i formaggi tra cui primeggia il Montebore. Passeggiando per le strade ed i sentieri della val Borbera il ricordo del passato è in ogni dove. Non vi sarà difficile incontrare ed ammirare resti di antiche fortificazioni, chiese e cappelle campestri, mulini ad acqua, palazzi e antichi borghi in pietra.

Il percorso inizia dalla piazza Risorgimento di Stazzano seguendo il segnavia CAI. Dopo aver percorso un breve tratto della centrale via Umberto I si raggiunge il castello trasformato nella seconda metà dell’Ottocento in seminario ed alla fine del novecento in casa di riposo. Proseguendo su un ampio sentiero immerso nella vegetazione si incrocia la strada che sale da Stazzano. Dopo averla percorsa per un centinaio di metri, nei pressi delle due prime stazioni della Via Crucis, si svolta a sinistra su una carrareccia con ampie vedute sulla pianura. Dopo un’ampia curva, si devia su un ripido sentiero e si raggiunge il Santuario di Monte Spineto così chiamato per la grande quantità di cespugli spinosi che ricoprono le pendici del monte su cui è situato.

La leggenda narra che agli inizi del 1600, durante l’invasione della valle da parte dei francesi, una fanciulla sordomuta dalla nascita vide aleggiare una colomba su di un cespuglio di biancospino fiorito fuori stagione. La bimba urlò la notizia e per otto giorni la colomba rimase sospesa sul cespuglio. Molti accorsero ed il vescovo di Tortona decise la costruzione del santuario. Ritornando sul sentiero, con ampi saliscendi, lungo il crinale, si giunge ad un’ampia sella denominata Bocca del Lupo. Si continua fino ad incontrare la strada inghiaiata della Capanna. Proseguendo verso levante si giunge prima alla masseria Chiappa e poi alla masseria Baiardo.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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