domenica 5 novembre 2017
Nasce l’Atlante digitale dei cammini per visitare l’Italia senza fretta
Una rete di sentieri, percorsi, tratturi, strade asfaltate che attraversa l’Italia come fosse un sistema venoso. E’ l’Atlante dei Cammini che dal 4 novembre è online sul sito del ministero dei Beni culturali (www.camminiditalia.it). Un modo nuovo per incentivare il turismo lento e far conoscere una parte del Belpaese che sta ai margini dei classici itinerari di visita, ma è altrettanto bella. Nel portale ci sono le mappe con relative informazioni su distanza, segnaletica, snodi relative a 41 Cammini. È, però, soltanto l’inizio: la geografia dell’andare senza fretta e in modo sostenibile è ben più vasta e quelli inseriti per il momento nell’Atlante sono i percorsi che avevano le carte in regola secondo gli standard internazionali.
Undici requisiti di ammissione
Il progetto nasce nel 2016, l’anno che il ministero dei Beni culturali ha dedicato ai Cammini. L’idea del portale per valorizzare 6.600 chilometri di itinerari naturalistici, culturali, religiosi, storici viene sviluppata da un comitato composto dal ministero, le regioni, le province autonome e l’Anci (l’associazione dei comuni). Vengono messi a punto 11 criteri che ogni Cammino deve soddisfare per essere inserito nell’Atlante digitale. Dagli enti locali sono arrivate 113 proposte, ma solo 41 hanno per ora superato il vaglio.
Dalla via Appia al sentiero dei briganti
Nel portale ci cono i Cammini dedicati ai santi, come quello di San Francesco o di San Benedetto, il Cammino di Dante, che attraversa i luoghi dove il Sommo poeta visse in esilio e scrisse la Divina Commedia, quello dei briganti, come il sentiero che attraversa l’Aspromonte, quello della Pace, che ripercorre i luoghi della prima guerra mondiale. Eppoi ci sono i Cammini più conosciuti , come la via Appia o la via Francigena, per i quali i Beni culturali ha stanziato 60 milioni di euro per miglioramenti infrastrutturali (per esempio, la segnaletica) e l’adeguamento degli itinerari ai modelli internazionali.
Al bando la fretta
La parola d’ordine è: turismo lento e sostenibile. I Cammini, infatti, si inseriscono nel più generale progetto, delineato dal Piano strategico 2017-2022, di un’Italia visitabile a piedi, a cavallo, in bicicletta, lungo le ferrovie storiche o su quelle dismesse (in treno o in ferrociclo). Una rete capillare e spesso interconnessa fatta non solo di itinerari, ma anche di punti di ristoro, pernottamento e assistenza per camminatori e ciclisti (da qui l’iniziativa di recupero delle case cantoniere e dei beni demaniali inutilizzati) e di spazi dedicati all’artigianato, all’enogastronomia e alla più generale conoscenza dei territori che si attraversano.
Non una vacanza ma un’esperienza
«È un progetto pensato - ha sottolineato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini - per quanti vogliono, e sono sempre di più, vivere il nostro Paese, andando al di là di una semplice vacanza. Per i visitatori che amano immergersi in quel patrimonio diffuso di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che rappresentano l’essenza dell’Italia. Dobbiamo programmare queste trasformazioni, pensarle con almeno due anni di anticipo per poterle realizzare per bene. Posso già dire che dopo il 2018 dedicato al cibo, il 2019 sarà l’anno del turismo sostenibile. Qualcuno dirà: “ma ci sono le elezioni”. È vero, ma chi verrà dovrà assumersi la responsabilità di continuare o lasciar perdere».
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