DAL 01 AL 05 MAGGIO 2019 (SECONDO GRUPPO)
LA STORIA
Fin dal Medioevo, migliaia e migliaia di persone attraversavano l’Italia, percorrendo soprattutto le strade consolari romane, per recarsi a Roma in visita alla tomba dell'apostolo Pietro, oppure per raggiungere il porto di Brindisi ed imbarcarsi per la Terra Santa.
In epoca post-carolingia, molti pellegrini che valicavano le Alpi superando il Colle del Moncenisio, provenivano soprattutto dalla terra dei Franchi. Ecco spiegata l'origine del nome della strada Francigena che, gradualmente, si inserì in quel sistema viario (spesso costituito da semplici percorsi) che disegnava la mappa dei principali luoghi di spiritualità del tempo.
Citata già nell'876 (quando venne nominata per la prima volta in un antico documento – un atto relativo ad un affitto – ad oggi conservato nell'Abbazia di S. Salvatore del Monte Amiata), molti documenti storici d'archivio attestano l'esistenza della Via Francigena facendo riferimento a diversi tratti di strada battuti da pellegrini.
Infatti, questo tracciato religioso, venne abbozzato con l'entrata dei Longobardi in Italia alla fine del settimo secolo. Questo popolo iniziò a percorrere abitualmente l'antica Via Romana Parma-Lucca, la Via Aemilia Scauri, che venne chiamata la Via del Monte Bardone (il Mons Langobardorum) e che si configurò come l'arteria che diede origine alla futura Via Francigena.
Investita dallo sviluppo e dal diffuso benessere che caratterizzò l'Europa sulla fine dell'anno 1000, la Via iniziò ad essere percorsa oltre che da re ed eserciti (alla conquista del Sacro Sepolcro), da mercanti e pellegrini ed iniziò ad apparire come un percorso di fede e di crescita personale e spirituale, di una "ricerca della Perduta Patria Celeste".
La più antica, autentica e significativa relazione di viaggio (datata 990) lungo questa Via della Fede è quella che narra il pellegrinaggio (da Canterbury verso Roma) compiuto dal vescovo Sigerico.
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