Nelle regioni alpine le temperature sotto zero sono calate del 10% dagli anni Settanta. Ogni anno quattro giorni in meno con temperature negative. I dati Isac-Cnr certificano le ondate di calore in Italia e confermano l'urgenza di intervenire. Estate 2019 la terza più calda dal 1800
di Michela Finizio
Sull’arco alpino il clima registrato è sempre meno freddo e in città aumenta la frequenza delle ondate “anomale” di calore. Il risultato sono ghiacciai che fondono, estati sempre più calde, ma anche inverni più tiepidi. A dirlo sono i dati dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr elaborati per il Sole 24 Ore: in alta quota (tra i 1.500 e 2.500 metri) i giorni con temperature minime sotto zero sono calati mediamente del 10% dagli anni Settanta ad oggi.
L’allarme arriva mentre a Roma il Governo concentra gli sforzi per definire, nel quadro della manovra, il pacchetto di misure per contrastare i cambiamenti climatici, tra cui un comitato interministeriale che entrerà nel Cipe. Dopo diversi annunci e alcuni cambi di rotta, giovedì prossimo 10 ottobre il disegno di legge sul clima dovrebbe essere esaminato dal Consiglio dei ministri.
In alta quota sottozero in via d’estinzione
Nel frattempo, dalla mappa delle temperature medie annue inferiori a 0°C registrate sulle nostre montagne (si veda in alto la cartina dell’arco alpino) emerge in modo evidente il cambiamento climatico: rispetto alla fotografia scattata negli anni Settanta del secolo scorso il “grande freddo” sta diventando sempre più raro nella regione alpina e le medie climatiche sotto zero sembrano in via d’estinzione. Un processo lento, ma inesorabile. In alta quota i giorni in cui la temperatura registra picchi notturni negativi sono in calo del 2% ogni decennio, in pratica 3-4 giorni in meno ogni anno secondo l’analisi condotta da Isac-Cnr.
Nel frattempo, dalla mappa delle temperature medie annue inferiori a 0°C registrate sulle nostre montagne (si veda in alto la cartina dell’arco alpino) emerge in modo evidente il cambiamento climatico: rispetto alla fotografia scattata negli anni Settanta del secolo scorso il “grande freddo” sta diventando sempre più raro nella regione alpina e le medie climatiche sotto zero sembrano in via d’estinzione. Un processo lento, ma inesorabile. In alta quota i giorni in cui la temperatura registra picchi notturni negativi sono in calo del 2% ogni decennio, in pratica 3-4 giorni in meno ogni anno secondo l’analisi condotta da Isac-Cnr.
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