lunedì 20 settembre 2010

25/26 settembre Trekking della storia

Monte Pasubio - Strada 52 gallerie (Vicenza)

Escursione di grandissima soddisfazione, un percorso storico che tutti gli appassionati di escursionismo, e a maggior ragione coloro che s'interessano di storia, dovrebbero almeno una volta frequentare. Il Pasubio è un massiccio calcareo situato al confine fra le province di Vicenza e di Trento, fa parte delle Prealpi Vicentine e congiunge le Piccole Dolomiti all’Altopiano di Folgaria. Il massiccio fu teatro dei cruenti combattimenti della Prima Guerra Mondiale ed in particolare la prima linea passava proprio in corrispondenza del suddetto crinale. Lasciata l’auto al colle Xomo (1.058 m.) si prosegue per la strada degli Scarrubi che ci porta al rifugio Generale Achille Papa alle Porte del Pasubio (m.1.935). Per chi volesse proseguire è prevista facoltativamente la salita in circa 1 h. 15' al Monta Palon ( 2235 mt. ) e alle zone di combattimento in trincea. Da questa cima vista panoramica a 360 gradi: in primo piano i solchi delle trincee ed i Denti Italiano ed Austriaco. All'orizzonte il Monte Baldo, l'Adamello, le Dolomiti di Brenta, lo Stelvio, la Catena dei Lagorai/Cima d'Asta, l'Altipiano di Asiago con dietro il Monte Grappa. Sulla destra le 'Porte del Pasubio', il Priaforà, il Summano e la pianura veneta. Discesa successiva al rifugio e pernottamento.
Il secondo giorno discesa attraverso la famosa strada delle 52 gallerie, costruita nella roccia per rifornire le postazioni militari al riparo dai colpi di mortaio. Opera straordinaria di ingegneria militare con dislivello di circa 750 metri. Si percorrono gallerie molto ardite, anche con curve e biforcazioni, ed è indispensabile una affidabile torcia elettrica. È una mulattiera lunga circa 6300 metri, percorribile esclusivamente a piedi, dei quali ben 2300 distribuiti in 52 Gallerie, ed i restanti intanagliati a mezza costa nella roccia viva. È la più famosa via d’accesso al Pasubio ed è stata costruita nel corso della Prima Guerra Mondiale e rappresenta una delle maggiori opere belliche di tutto il conflitto, che non ha probabilmente pari in nessun luogo. Questa permetteva all’esercito italiano il collegamento fra la base del monte e la zona alta al riparo dal tiro nemico. Non vi sono particolari difficoltà o pericoli, bisogna però prestare attenzione a non sporgersi oltre l'arditissima stradina e a non inoltrarsi in gallerie secondarie, spesso semicrollate o pericolose. Il fondo del sentiero è sempre buono, ma specie nelle gallerie alcuni tratti sono scivolosi causa il continuo stillicidio d'acqua. L'intero paesaggio del Pasubio è sconvolto dai combattimenti durati tre anni e mezzo: ovunque la superficie è martoriata dai crateri delle bombe, si notano ancor oggi le trincee e i camminamenti, non di rado si trovano gallerie e ricoveri. La stessa fitta rete di sentieri che permette di percorrerlo in ogni direzione è stata ottenuta nel corso della guerra, sfruttando anche i preesistenti percorsi utilizzati dai pastori, unici abitanti del luogo. Il fascino del Monte Pasubio è grande, ma è ancora più grande il rispetto e la commozione che si provano nel percorrere i suoi sentieri, nell'ascoltare il silenzio delle sue pietraie.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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