domenica 31 agosto 2014
venerdì 29 agosto 2014
A caccia della montagna perfetta I cinque trekking di settembre
Dalla Val Zebrù ai Monti Pallidi, i nuovi rifugi Safari fotografico Lungo le (ex) strade di caccia di Vittorio Emanuele II, il re che salvò lo stambecco dall’estinzione
C’era una volta l’escursionismo. Ora lo chiamano trekking o hiking. Non è solo questione di esterofilia linguistica. Accanto ai nostri connazionali sono sempre più numerosi gli stranieri che camminano sulle nostre Alpi e la terminologia si adegua. Ma «c’è sempre per ognuno una montagna» scrisse negli anni ‘60 Giancarlo Bregani, musicista e grande appassionato. Ed è vero.
1) Le (ex) strade di caccia del re
È un itinerario di 4 giorni che si sviluppa attraverso la Valle di Rhêmes e la Valsavarenche interamente entro i confini del Parco nazionale, percorrendone alcuni dei tratti più spettacolari. In parte lungo strade di caccia costruite da Vittorio Emanuele II (a cui però va dato il merito di aver salvato dall’estinzione lo stambecco) ma anche lungo sentieri d’alta quota che richiedono una buona preparazione fisica. Si parte da L’Eau-Rousse (1.660 m) in Valsavarenche. Punti spettacolari sono la splendida conca glaciale dove è ubicato il lago di Djouan a 2.516 m e il Col Entrelor (3.002 m) da cui si scende attraverso ghiaioni molto ripidi( breve tratto attrezzato) fino alla frazione di Bruil. Il secondo giorno si raggiunge il rifugio e il lago Benevolo (2.285 m) alimentato dal sovrastante ghiacciaio. Nella tappa successiva si supera il Col Rosset (3.025 m) dalle bancate rocciose color giallastro, con una splendida vista sul versante opposto. Si pernotta al rifugio Città di Chivasso ( 2.600 m) alla testata del Vallone di Nivolet e l’ultimo giorno si risale all’incantevole lago di Plan Borgno (2.672 m) ai piedi della Pointe de l’Aouille da cui si gode un immenso panorama sul Gran Paradiso. Poi si raggiungere il magico vallone verdeggiante delle Meyes, dove pascolano camosci e stambecchi e si torna al punto di partenza .2) La Val Zebrù e i rifugi gemelli
È un’escursione indimenticabile, ad anello, che collega la Val Zebrù alla Valle dei Forni attraverso un percorso tra i rifugi più suggestivi dell’Alta Valtellina. Non presenta difficoltà tecniche e alpinistiche però richiede una buona preparazione escursionistica e un discreto allenamento. Partiti dal parcheggio di Niblogo in Val Zebrù (punto di informazioni del Parco Nazionale dello Stelvio) il primo giorno si raggiunge il Rifugio V° Alpini (2.877 m) che quando venne inaugurato nel 1884 si chiamava Capanna Milano ed è affiancato dal gemello rifugio Guido Bertarelli. Il giorno dopo lungo un sentiero ben tracciato si attraversa la parte più incontaminata della Val Zebrù, passando sotto il ghiacciaio della Miniera e raggiungendo il Passo Zebrù ( 3.010 m). Da lassù si apre un panorama grandioso in cui si impone il Gran Zebrù, e tra le altre cime, l’Ortles e sul versante della Val Codec il Cevedale. Si scende poi al Rifugio Pizzini e da lì al Rifugio Forni ( 2.178 m) dove si pernotta. Il terzo giorno , dopo essere transitati per il Ristoro Ables si rientra al punto di partenza. Quest’ultima tappa è particolarmente panoramica e consente di ammirare tutta la Valle del Gavia, con la vista che spazia fino a Livigno e la Svizzera con sullo sfondo il Bernina.Continua qui
martedì 26 agosto 2014
lunedì 25 agosto 2014
venerdì 22 agosto 2014
Il più grande ghiacciaio italiano verso scomparsa
Esperti, ghiacciaio dei Forni si ridurrà di oltre 80% nel 2100
Il più grande ghiacciaio vallivo italiano sarà fortemente ridimensionato entro i prossimi 86 anni: "La potenziale evoluzione del ghiacciaio dei Forni porta a stimare per il 2100 ad una riduzione di oltre l'80% del volume glaciale valutato nel 2007". Nello studio, pubblicato sulla rivista dell'Associazione interregionale neve e valanghe, è stata simulata la risposta del ghiacciaio dell'alta Valtellina "a diversi scenari potenziali di precipitazione e temperatura fino a fine secolo".
Il ghiacciaio dei Forni oggi vanta una superficie di 11,36 chilometri quadrati. La riduzione della massa glaciale "impatterà sicuramente sulla disponibilità idrica estiva derivante dalla fusione glaciale e se ne dovrà tenere conto nei diversi scenari evolutivi, non solo ambientali, ma anche socio economici che vedono nel più grande ghiacciaio vallivo italiano una risorsa importante, non solo dal punto di vista idrico ed energetico ma anche paesaggistico, turistico e ambientale".
Continua qui
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Ghiacciaio dei Forni |
Il più grande ghiacciaio vallivo italiano sarà fortemente ridimensionato entro i prossimi 86 anni: "La potenziale evoluzione del ghiacciaio dei Forni porta a stimare per il 2100 ad una riduzione di oltre l'80% del volume glaciale valutato nel 2007". Nello studio, pubblicato sulla rivista dell'Associazione interregionale neve e valanghe, è stata simulata la risposta del ghiacciaio dell'alta Valtellina "a diversi scenari potenziali di precipitazione e temperatura fino a fine secolo".
Il ghiacciaio dei Forni oggi vanta una superficie di 11,36 chilometri quadrati. La riduzione della massa glaciale "impatterà sicuramente sulla disponibilità idrica estiva derivante dalla fusione glaciale e se ne dovrà tenere conto nei diversi scenari evolutivi, non solo ambientali, ma anche socio economici che vedono nel più grande ghiacciaio vallivo italiano una risorsa importante, non solo dal punto di vista idrico ed energetico ma anche paesaggistico, turistico e ambientale".
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Domenica 24 agosto: Laghi del Gorzente (AL/GE)
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Qui tutti i dettagli |
giovedì 21 agosto 2014
Spedizione in “soccorso” all’elefante
Guidata da Nino Perino domani raggiungerà il Passo Cavalla per dare un
aiuto, in caso di bisogno, all’artista marsigliese Luc Dobost e alla sua
équipe a superare il difficile passaggio alpino con l’elefante di 250
kg protagonista della performance “Le syndrome Hannibal”
Un remake concettuale e poetico dell’avventura straordinaria di Annibale che nel 200 a.C. facendo conto sulla forza degli elefanti da guerra, ne portò con sé 37 durante la traversata delle Alpi.
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Cuneo
Domani alle 8 un gruppo di volontari coordinati da Nino Perino
raggiungerà il Passo Cavalla, in alta valle Maira per dare un amano, in
caso di bisogno, all’artista marsigliese Luc Dubost e la sua équipe a
superare il difficile passaggio alpino con l’elefante di 250 kg e
scendere verso il Colle di Fea. Il punto più critico della performance
artistica “Le syndrome Hannibal” del marsigliese che dal giorno di
Ferragosto è in marcia con un elefante di 250 chilogrammi, da lui stesso
realizzato. Partito da Larche, in Francia, raggiungerà tra qualche
giorno le Sorgenti del Maira. L’elefante è stato sistemato su delle
rotelle. Nella sua pancia i bagagli della troupe.Un remake concettuale e poetico dell’avventura straordinaria di Annibale che nel 200 a.C. facendo conto sulla forza degli elefanti da guerra, ne portò con sé 37 durante la traversata delle Alpi.
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mercoledì 20 agosto 2014
Arriva in Val d'Ossola la carovana delle some
Per rievocare la Sbrinz Route del XV secolo
(ANSA) - FORMAZZA, 20 AGO– Partita il 17 agosto da Sachseln, in Svizzera, arriva in Italia la "carovana delle some", rievocazione storica della 'sbrinz route', l'antico passaggio alpino che collegava l'Oberland svizzero e la Val d'Ossola. Era una delle principali vie di comunicazione nel XV e XVI secolo. La carovana conta 35 tra muli e cavalli dell'esercito svizzero, carichi di forme di formaggio "sbrinz", condotti dai 'someggiatori'. Formazza è il primo paese italiano a ridosso del confine, a quota 1280 metri. (ANSA).
Fonte
martedì 19 agosto 2014
I libri e le parole rompono il silenzio della montagna
Il cuore di tutti gli eventi è la tradizionale rassegna “A piedi tra le
nuvole” Il Gran Paradiso diventa il filo conduttore di dibattiti, mostre
e rassegne
L’estate in Paradiso è «A piedi tra le nuvole». Storia, libri e natura s’incontrano ad alta quota per far riflettere e sognare. Parole e libri che con rispetto rompono il silenzio delle montagne ma che contribuiscono a viverle meglio.
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L’estate in Paradiso è «A piedi tra le nuvole». Storia, libri e natura s’incontrano ad alta quota per far riflettere e sognare. Parole e libri che con rispetto rompono il silenzio delle montagne ma che contribuiscono a viverle meglio.
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lunedì 18 agosto 2014
Alpinista muore di freddo in Alto Adige. Quattro morti sul Bianco, uno in Val Badia
Giornata tragica in quota. Tra le vittime un austriaco, un polacco e tre francesi.
Indossava solo pantaloni corti, maglietta e scarpe da ginnastica
l’alpinista morto di freddo dopo essersi perso durante un’escursione di
alta montagna in valle Aurina. L’austriaco durante la discesa dal Picco
dei Tre Signori (3.499 metri) ha mancato la via normale ed è finito in
un pendio molto esposto. L’uomo ha così allertato con il cellulare il
soccorso alpino austriaco, che ha girato la chiamata al 118 altoatesino.
Sono subito partiti gli uomini della Guardia di finanza e del soccorso
alpino della valle Aurina. Fino a mezzanotte l’uomo è rimasto in
contatto telefonico con i soccorritori e con una torcia lanciava
segnali. Quando verso le 1.30 di notte è stato raggiunto, aveva ormai
perso i sensi. La temperatura era infatti scesa parecchi gradi sotto lo
zero. Nonostante lunghi tentativi di rianimazione, l’austriaco è
deceduto sul posto. Questa mattina la salma è stata recuperata
dall’elisoccorso.
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sabato 16 agosto 2014
Fulmine su strada ferrata nel bellunese, un morto e un ferito
Belluno - Un fulmine ha ucciso un escursionista e ne ha ferito un secondo mentre
scendevano da una ferrata sul Peralba, vicino a Sappada, nel bellunese,
nonostante il maltempo. Illesa la figlia del primo, di 8 anni. A dare
l’allarme - secondo fonti del soccorso alpino - è stato l’uomo che si è
salvato.
L’uomo che si è salvato è stato colpito dalla violenta scarica, ha prima perso conoscenza e poi, ripresosi, ha visto il compagno esanime e la bimba incolume. Sul posto è giunto l’elicottero del Suem 118 e il Soccorso alpino di Sappada.
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L’uomo che si è salvato è stato colpito dalla violenta scarica, ha prima perso conoscenza e poi, ripresosi, ha visto il compagno esanime e la bimba incolume. Sul posto è giunto l’elicottero del Suem 118 e il Soccorso alpino di Sappada.
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venerdì 15 agosto 2014
La marmotta dispettosa rovina il documentario
Il bello della natura... è la sua imprevedibilità. A dimostrarlo, per
l’ennesima volta, è stata una simpatica marmotta che ha “rovinato”
un’iniziativa di Greenpeace. L’organizzazione ambientalista aveva
posizionato una telecamera su una roccia del Glacier National Park per
registrare lo scioglimento dei ghiacciai: le immagini, trasformate poi
in time-lapse, avrebbero mostrato in pochi secondi il mutare delle
condizioni climatiche. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare la “mania di
protagonismo” del simpatico roditore che, attirato dall’attrezzatura,
si è avvicinata all’obiettivo per saggiarne, a suon di leccate, la
bontà.
Il Video
Il Video
mercoledì 13 agosto 2014
Cinque alpinisti morti sul Monte Bianco
Facevano parte di una cordata di sei (guida e clienti) dispersa da ieri
sull’Aiguille de l’Argentière. Tutte le vittime sono francesi, stavano
partecipando a uno stage della sezione alpinistica dell’Ucpa. Il gestore
del rifugio: “Nel gruppo anche una donna. Nevicava forte, forse c’è
stato un incidente”.
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Andrea Chatrian
Courmayeur
Il Soccorso alpino di Chamonix ha recuperato poco fa i corpi
senza vita di 5 alpinisti sull’Aiguille d’Argentière, lato francese del
massiccio del Monte Bianco. Facevano parte di un gruppo di 6 persone
(una guida con 5 clienti) dato per disperso da ieri. Continua qui
martedì 12 agosto 2014
Speciale Appennino e Cinque Terre
Un numero speciale per un luogo molto
speciale…
Per raccontarvi lo splendido territorio che dalle montagne del Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano arriva fino alle coste scoscese del Parco Nazionale delle Cinque Terre abbiamo voluto prenderci tutto lo spazio necessario: 50 pagine interamente dedicate al viaggio dall'Appennino al mare, lungo la dorsale che, da sempre, segna la linea di transizione fra l'Europa continentale e il mondo mediterraneo, generando un'ineguagliabile varietà di ambienti, culture e tradizioni. |
domenica 10 agosto 2014
Italia selvaggia: Val Grande
Viaggio alla scoperta di cinque luoghi incontaminati
Più una strada viene percorsa – più camion, pullman e automobili vi transitano – più il suo stato si degrada. Tutto il contrario vale per i sentieri. Più un sentiero è battuto, più uomini e animali lo utilizzano, più il suo fondo rimane in salute. Anche per questo i sentieri chiedono, per vivere, di essere percorsi.
Lo si vede bene in Val Grande. Un tempo abitata da intere comunità di alpigiani e oggi del tutto abbandonata dopo l’esodo del Dopoguerra, è divenuta in pochi decenni il luogo più selvaggio dell’arco alpino. Una vallata dove non c’è mai stato un metro d’asfalto, e ora si trova qualche raro sentiero. Un ambiente che senza più tracce di passaggio è diventato quasi inaccessibile, protetto da una foresta labirintica, nella quale perdersi è molto più facile che trovare la via d’uscita. Anche per questo la Val Grande è il luogo-simbolo della wilderness sulle Alpi.
Continua qui (foto e video)
Più una strada viene percorsa – più camion, pullman e automobili vi transitano – più il suo stato si degrada. Tutto il contrario vale per i sentieri. Più un sentiero è battuto, più uomini e animali lo utilizzano, più il suo fondo rimane in salute. Anche per questo i sentieri chiedono, per vivere, di essere percorsi.
Lo si vede bene in Val Grande. Un tempo abitata da intere comunità di alpigiani e oggi del tutto abbandonata dopo l’esodo del Dopoguerra, è divenuta in pochi decenni il luogo più selvaggio dell’arco alpino. Una vallata dove non c’è mai stato un metro d’asfalto, e ora si trova qualche raro sentiero. Un ambiente che senza più tracce di passaggio è diventato quasi inaccessibile, protetto da una foresta labirintica, nella quale perdersi è molto più facile che trovare la via d’uscita. Anche per questo la Val Grande è il luogo-simbolo della wilderness sulle Alpi.
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giovedì 7 agosto 2014
mercoledì 6 agosto 2014
9 – 10 agosto 2014 – Due giorni in Val Pellice, terra impervia
Una valle stretta, chiusa,
caratterizzata da pareti scoscese solcate da ripidi sentieri, un luogo
dove i Valdesi hanno trovato rifugio nelle lunghe persecuzioni di cui
sono stati fatti oggetto. Qui si nascondono però luoghi eccezionali e
unici, noi ci incammineremo su due degli itinerari che dal Vallone dei
Carbonieri portano in Valle Po e nella Conca del Prà, saliremo per
boschi, pascoli e pietraie, ritrovando ad ogni meta la piramide
imponente del Monviso…
RITROVO E PARTENZA IN AUTO: ore 7,00 presso il parcheggio Decathlon di Moncalieri davanti all’ingresso. Se preferisci un altro punto di ritrovo contattaci!
1° GIORNO
ITINERARIO IN AUTO: Moncalieri – Bobbio Pellice – Rif. Barbara lowrie.
INIZIO ESCURSIONE A PIEDI: Rif. Barbara Lowrie ( 1753 m)
DISLIVELLO: 772 m
ARRIVO: Colle della Gianna (2525 m).
DIFFICOLTA’: E, mediamente impegnativo
TEMPO PREVISTO DI CAMMINO: 2,30 ore (sola salita)
ABBIGLIAMENTO: Da escursionismo, non dimenticarsi indumenti adatti alle alte quote (scarponcini, pantaloni lunghi, cover o k-way).
DESCRIZIONE: Dal Rifugio Barbara saliremo per boschi e passando dalle Grange della Gianna saliremo in quota e cammineremo per pascoli nel Vallone della Gianna. Arriveremo quindi alla Conca Mait di Viso e in breve raggiungeremo il Colle della Gianna, uno dei pochi passaggi tra la Valle Po e la Val Pellice, usato da sempre come via di collegamento tra le due valli.
2° GIORNO
INIZIO ESCURSIONE A PIEDI: Rif. Barbara Lowrie ( 1753 m)
DISLIVELLO: 910 m
ARRIVO: Colle della Gianna (2663 m).
DIFFICOLTA’: E, impegnativo
TEMPO PREVISTO DI CAMMINO: 3,00 ore (sola salita)
ABBIGLIAMENTO: Da escursionismo, non dimenticarsi indumenti adatti alle alte quote (scarponcini, pantaloni lunghi, cover o k-way).
DESCRIZIONE: Dal Rifugio Barbara saliremo per prati e proseguiremo nella Valle del Pis, ci porteremo in quota e seguendo il sentiero raggiungeremo il Col Manzol, stretta via di comunicazione tra il Vallone dei Carbonieri e la Conca del Prà, dove si trovano i rifugi Granero e Jervis.
COSTI: 50 euro a partecipante comprensivi di accompagnamento, assicurazione RC ed infortuni, spese della guida, contributo associativo. Per chi non fosse tesserato è da prevedere anche il costo tessera di 6 euro. Il costo della mezza pensione in rifugio è di 40 €circa.
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Più ultratrail di così...
Un’estate di allenamenti, impressioni, immagini (e illusioni) sognando le linee di partenza dell’Ultra Trail du Mont Blanc e del Tor des Géants
La diretta
lunedì 4 agosto 2014
Il ragazzo che corre e salta tra le vette
Kilian Jornet Burgada ha inventato uno sport estremo, l’alpinism-running. E ora è una star
Le vette che si prestano allo sport estremo dell’alpinism-running
Enrico Martinet - Andrea Chatrian
Aosta
«Continuerò a correre, poi camminerò e infine guarderò le montagne,
seduto». Pare una frase d’un pensiero del «Popolo degli uomini», i
Cheyenne, in realtà è l’intento di un uomo che corre sulle montagne. E
che si è inventato uno sport, l’«alpinismrunning», che forse sarebbe
meglio definire podalpismo. Il giovane uomo non delle praterie, ma dei
Pirenei, è Kilian Jornet Burgada, va per i 27 ma ha già alle spalle una
serie impressionante di record: il Cervino in meno di 3 ore, il Monte
Bianco in meno di 5, sempre di corsa. «Il Bianco è un mito ed è facile,
il Cervino è nell’immaginario di tutti ma basta una scivolata e sei
morto». Continua qui
sabato 2 agosto 2014
Rifugi, stagione da dimenticare
Pioggia e freddo tengono lontani gli escursionisti, resistono soltanto gli stranieri
Il rifugio della Vecchia
Matteo Pria
Biella
Stagione estiva nera per i rifugi del Biellese. La pioggia e le
basse temperature non invogliano i camminatori ad avventurarsi in
montagna e così i gestori si trovano in difficoltà, si resiste grazie
agli stranieri. «È davvero una stagione difficile - commenta Claudia
Comello del rifugio Rosazza, sopra Oropa -. Siamo aperti tutti i giorni,
ma con questo tempo nessuno si avventura. Nell'ultima settimana avrò
visto una trentina di persone, week-end compreso. A giugno c'era
movimento, poi sono arrivati nebbia e brutto tempo». Anche solo fare la
spesa diventa un problema. «Non si sa quanto prendere. Non ci resta che
sperare in un cambiamento». Continua qui
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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
Immanuel Kant
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Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.
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