lunedì 13 ottobre 2014

Il Cammino di Santiago, dove non si è mai soli

Abbiamo intervistato Francesco Di Donna, che è partito, da solo, per fare in bicicletta il Cammino di Santiago. Più di ottocento chilometri in undici giorni, con una grande certezza: "se si pensa troppo, un'esperienza così non la si fa. E ognuno dovrebbe provarci, almeno una volta nella vita"

ALESSANDRIA - "Parti da solo, ma non sei mai solo davvero". Francesco Di Donna ci spiega così, in poche parole, la sua esperienza sul Cammino di Santiago. Ottocentoventisette chilometri, undici giorni, una bicicletta ed il desiderio, incontenibile, di "far qualcosa per sé, mettersi alla prova", all'indomani del proprio venticinquesimo compleanno.

Di solito, a questa età, si ha un altro concetto di 'vacanza'. Come è nata l'idea di intraprendere questa esperienza, da solo?
Parecchi anni fa, almeno quattro o cinque, avevo letto l'inizio del libro di Paulo Coelho, "Il cammino di Santiago". Dopo poche pagine lo avevo abbandonato: non faceva per me, non riuscivo ad andare avanti. Il pallino di questo percorso, però, m'è rimasto. Ha covato per tanto tempo, probabilmente aspettando il momento giusto. E, finalmente, il momento giusto è arrivato: dopo una operazione al menisco, infatti, mi sono deciso. Dovevo far qualcosa per me, dovevo mettermi alla prova. Così ho deciso: ho comprato una mountain bike, mi sono allenato, mi sono informato tramite internet, ho comprato una guida e son partito: con queste cose non bisogna pensar troppo, serve solo partire.

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