Il timelapse della lingua glaciale sul versante della Brenva del Monte Bianco collassata
COURMAYEUR. L’inverno ha assopito i ghiacciai a rischio crollo delle Grandes Jorasses, ma sulla Brenva un altro seracco ha ceduto alla gravità, si è spezzato in due giorni fino a rotolare in blocchi senza provocare valanghe. Il cambiamento climatico in atto non è concausa del fenomeno. Sono sprofondati centomila metri cubi dei 120 mila stimati in equilibrio instabile. E’ avvenuto tra l’8 e il 9 febbraio. L’allerta era scattata il 7 febbraio con segnalazione della struttura regionale assetto idrogeologico dei bacini montani. E Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur ha fotografato, studiato i dati anche con l’uso del satellite, scoprendo una frattura in rapida evoluzione. Proprio per effetto della gravità la parte frontale del seracco subiva un’accelerazione notevole, tra i 50 e i 70 centimetri al giorno. Il crollo è cominciato il giorno successivo, ma in piccole parti, fino al definitivo assetto della lingua glaciale pensile sul versante della Brenva del Monte Bianco.
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