L’estate 2016 ha richiamato sull’arco alpino dal 5 al 10 per cento in
più di escursionisti Da giugno a oggi sono 30 le vittime. Gli esperti:
“Manca la percezione del rischio”
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Secondo gli scalatori esperti, nelle nostre valli molti affrontano
sentieri, morene o ghiacciai con attrezzature inadatte e incuranti del
rischio |
D
uemila metri. Altitudine che nelle Alpi è limite di
percezione: di lì alle vette la natura apre dimensioni inattese. È
sensazione di orizzonte improvviso in cui si mescolano visioni di un
ambiente selvaggio, fatto di boschi che cedono a pascoli, morene e
ghiacci, di vette che modellano il cielo. L’avventura - si direbbe - è
in agguato. E con i numeri di appassionati in aumento, la legge
statistica trascina con sé un incremento di incidenti, a volte mortali.
L’estate 2016, con una serie ripetitiva di cieli blu, e con giorni d’afa
nelle città, ha richiamato sull’arco alpino dal 5 al 10 per cento in
più di «cercatori di vette».
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