Roberto Bruzzone (nella foto al centro) con i ragazzi del Walk Camp che approderà a Ovada dal 26 al 28 agosto |
Ovada (AL)
Non hanno bisogno di spiegargli cosa provano, come si sentono,
perché lui è uno di loro e non servono parole. Sa cosa voglia dire
ritrovarsi a un certo punto della vita senza una gamba,
sentirsi persi, finiti, angosciati. Conosce l’ansia, la paura, la
fatica di dover ricominciare da zero, anche a camminare, con una protesi
che si percepisce come un corpo estraneo, che fa male.A fine mese i dieci ragazzi amputati di tutta Italia – uomini e donne – che l’atleta dell’estremo Roberto Bruzzone aiuta nel loro percorso di rinascita al centro Crc Casalino di Bologna approderanno lì dove tutto, per il loro allenatore, è cominciato. A Ovada, in quel lembo di provincia di Alessandria che confina con la Liguria, e sulle sue colline che già sfumano nelle alture più aspre dell’Appennino. È qui che Bruzzone – 38 anni, noto per i suoi viaggi estremi e lunghissimi portati a termine in barba all’handicap e per le sue partecipazioni in tv come trainer di Fiammetta Cicogna nella trasmissione «Wild!» di Italia 1 – oltre a essere nato e cresciuto ha intrapreso il cammino che l’ha fatto diventare quello che è oggi.
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento