giovedì 6 aprile 2017

In cammino verso Avi, sulle strade della libertà


Una manciata di ruderi del castello un tempo di proprietà della nobile famiglia Spinola ci osservano silenziosi mentre calpestiamo il sentiero verso il Villaggio abbandonato di Avi, nel Comune di Roccaforte Ligure, in Val Borbera.

E’ una bella giornata di sole, la primavera sboccia nell’aria ed è il periodo migliore dell’anno per mettersi in cammino verso quello che un tempo fu il rifugio del primo distaccamento partigiano in Val Borbera, quello comandato da Franco Anselmi, in battaglia conosciuto come “Marco”, medaglia d’argento al valore militare. Il 25 aprile non è lontano, il tempo della memoria si rinnova nei passi di chi ogni anno torna a visitare uno dei borghi abbandonati più suggestivi di questo territorio, benchè ormai non resti più molto da vedere.

Un tempo abitato da famiglie che portavano essenzialmente due cognomi: Rebuffo e Tegaldo, il paese, che si spopolò all’inizio degli anni ’60, era diviso in due parti: Avi di qua e di là, nel dialetto locale “Ovi de chei” e “Ovi de là”. Una mezza facciata coraggiosamente ancora in piedi ricorda la presenza di una chiesetta, dedicata a S. Vito, fulcro della comunità, luogo di preghiera, di consolazione per quella dura vita fatta di sacrifici, ma anche di tanta bellezza e del privilegio di abitare in un angolo di paradiso. Ne troviamo traccia tra le abitazioni in pietra e nelle cantine dove ancora si trovano le botti del vino, camini, solai, travi a vista, e le meravigliose mangiatoie per gli animali, che tutti avevano per il proprio sostentamento. Stalle così belle e ancora così vive, come se gli animali dovessero tornare per compiere il loro lavoro nei campi. Tutto intorno ancora alberi da frutto e addirittura un braciere di qualcuno che ha recentemente acceso un fuoco.

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I Sentieri della Libertà


L'anello di Avi

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