venerdì 31 agosto 2018

IL SENTIERO DEL TIMO SELVATICO ALLA FESTA DEL MONTEBORE

Domenica 2 settembre a Dernice (valli Grue-Curone, AL)


Il montebore fu il solo formaggio del Ducato di Milano servito al pranzo di nozze di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d'Aragona, la futura Monna Lisa. Si tratta di un prodotto particolare che prende forma, nome e sapore da un luogo ben preciso sui crinali della val Borbera, in quella parte dell'Appennino Piemontese caratterizzato da un ambiente naturale e culturale che già sa di Liguria.

Per scoprire il profondo legame di questo formaggio con il suo territorio di produzione, in occasione della annuale Festa del montebore abbiamo organizzato una camminata di media montagna di grande interesse paesaggistico durante la quale sarà possibile scoprire la peculiare geologia e vegetazione del luogo insieme agli eventi che ne hanno condizionato la storia.

L'itinerario dell'escursione (percorso di 6 km con un dislivello totale di 200 m) prevede un primo tratto in salita tra boschi naturali di castagni e roverelle dalla Costa di Montebore fino al crinale compreso tra la vetta arenacea del monte Barillaro (804 m) e quella del monte Gavasa, da cui si apre una splendida vista a 360 gradi sui monti del gruppo dell'Antola e sulla valle del Borbera con i pittoreschi centri storici di Dernice, Montebore e Borgo Adorno.

In questo tratto elevato, dalle particolari caratteristiche pedoclimatiche è possibile ammirare una peculiarità botanica costituita da una vasta crescita di timo selvatico, pianta aromatica che normalmente è presente solo in zone dal clima decisamente più mediterraneo. Gli abitanti del posto la ricordano ancora come parte della dieta seguita dai bovini e ovini allevato quassù allo stato brado che attribuiva al loro latte e quindi al montebore un sapore distintivo.

Suggestivi passaggi tra pareti di conglomerato e zone calanchive caratterizzeranno invece la discesa alla località Parogna dove sarà stato allestito il percorso gastronomico della Festa del montebore in cui sarà possibile pranzare a base di assaggi del territorio.

Il ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 10:00 in località Costa di Montebore, presso i prati riservati a parcheggio della festa in strada Provinciale 123, comune di Dernice (AL).
L'attività si concluderà verso le ore 12:30 all'area della Festa del montebore.
L'attività è soggetta a prenotazione. Per informazioni sulle modalità di partecipazione contattare entro le ore 12 del 1 settembre:
calyxturismo@gmail.com
3495567762 - 3475894890

http://www.calyxturismo.blogspot.it/
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Per altre curiosità e iniziative delle valli delle 4 Province www.facebook.com/DoorwayTo/ la pagina fb per viaggiatori curiosi golosi e appassionati di terre e persone autentiche
 — con Calyx Turismo

giovedì 30 agosto 2018

354 mozziconi nel prato, il post del rifugio accende la polemica sull’inciviltà in montagna

Il richiamo arriva dal rifugio Primaneve (1.766 m), sul monte Tomba, nel cuore del Parco Naturale Regionale della Lessinia. Venerdì scorso i gestori hanno postato sulla loro pagina Facebook una foto della spazzatura raccolta nel prato intorno alla struttura: quasi un chilo di rifiuti gettati da clienti incivili, tra cui 354 mozziconi di sigaretta. “Meditiamo – dice lapidario il post -. La montagna è di chi la sa rispettare“.
Rifugio Primaneve, spazzatura, cronaca
© Rifugio Primaneve
I gestori si dicono ancora amareggiati per l’accaduto: “Alcune testate hanno condiviso le nostre parole e la nostra indignazione – ci hanno riferito – ma non abbiamo ricevuto feedback o scuse da parte di nessuno“. Il problema, secondo i rifugisti, non è della struttura, attrezzata per accogliere e smaltire i rifiuti, ma di chi la frequenta: “Cestini e posacenere ci sono, ma non vengono usati“.
Viene da chiedersi se sia il caso di istituire delle norme più specifiche o più severe per salvaguardare ambienti che dovrebbero rimanere incontaminati, come la montagna. Le parole di chi gestisce il rifugio però sono inequivocabili: “Non servono altre norme, ce ne sono già e non vengono rispettate.
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Domenica 2 settembre: Conca di By - Laghi del Morion


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martedì 28 agosto 2018

Travolto da sassi, morto escursionista

Lungo un sentiero a Ponte di Legno, la vittima è di Pisogne

BRESCIA, 27 AGO - È morto l'escursionista che questa mattina è stato travolto da una scarica di pietre mentre affrontava un sentiero a Ponte di legno, nel Bresciano.
    Si tratta di un 63enne residente a Pisogne (Brescia) che era in compagnia di altre persone quando è stato travolto da sassi grandi anche un metro cubo.


venerdì 24 agosto 2018

Il castello di Borgo Adorno alle pendici del Monte Giarolo


Il percorso, che offre bellissime vedute panoramiche sull’alta Val Borbera, conduce dal castello di Dernice, ubicato sullo spartiacque tra le valli Curone, Grue e Borbera, alle pendici del monte Giarolo, sotto al quale si staglia la sagoma massiccia e possente di un’altra struttura medievale: il castello di Borgo Adorno. Costruito su uno sperone roccioso a picco sul torrente locale, il Besante, il castello domina l’intera Val Borbera. Il suo fascino è dovuto non solo alla posizione dominante su una valle incontaminata senza alcun elemento strutturale o naturale di disturbo, ma anche all’integrità della struttura, che risponde alle descrizioni del XVII secolo, alla presenza di un arredamento in gran parte originario, nonché alla collezione di arte contemporanea di Clemen Parrocchetti, discendente degli Adorno, che qui ha vissuto e lavorato a lungo.

Meteo verificato: escursione di domani confermata. Possibili piogge al mattino presto, prima della partenza, e in tarda serata.
Partenza ore: 9.00 da Dernice.
Arrivo previsto a Borgo Adorno: ore 11.30. A seguire: visita Castello, pranzo e rientro a Dernice entro le ore 17.00.
Possibilità di acquistare il pranzo al sacco presso l'Agriturismo Callaggio di Borgo Adorno previa prenotazione.
L'ingresso al castello è gratuito per i bambini.


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giovedì 23 agosto 2018

Monte Bianco, cento metri di roccia si staccano dalla cresta dei Cosmiques: nessun ferito

Enorme crollo a quota 3.840 metri sul versante francese. In quel momento diverse cordate si trovavano a monte e a valle ma nessuna è stata coinvolta


La frana di roccia sbriciolata sui Cosmiques 

SCARPE DA GINNASTICA, JEANS... E SI SALE SUL GHIACCIAIO A 4000 METRI!

Capita - ma non dovrebbe capitare - che qualcuno affronti l'alta montagna come se andasse a fare una passeggiata in centro città con scarpe da ginnastica, jeans e felpa. È accaduto anche ieri sul Breithorn occidentale, in Valle d'Aosta, dove un gruppo di alpinisti a circa 4000m ha incontrato un uomo totalmente impreparato a quel tipo di ambiente: nonostante l'invito di più alpinisti a fermarsi e a tornare indietro, l'uomo ha deciso di proseguire.

LANCIAMO UN APPELLO CHE VI CHIEDIAMO DI CONDIVIDERE 🙏

La montagna è un luogo straordinario ma non è un parco cittadino o una spiaggia di sabbia! Rispettiamola! Il primo modo per rispettarla è quello di viverla con prudenza, ben attrezzati e consapevoli dei propri limiti senza aver paura di saper rinunciare. Sappiamo che appelli come questo raggiungono tante persone ma non tutti, quindi oltre che a condividere questo post sui social vi invitiamo a raccomandare sempre ad amici, conoscenti e parenti la stessa prudenza che raccomandiamo noi a voi. Solo tramite una corretta e costante sensibilizzazione a 360°, partendo anche dai più piccoli, riusciremo a far diminuire le migliaia di incidenti che ogni anno avvengono sulle nostre montagne e quindi ad evitare tante tragedie. Grazie per l'attenzione e per la condivisione, come sempre 🙂

Foto di Victor Vicquery


Fonte

mercoledì 22 agosto 2018

Domenica 26 agosto: Gavilonga

Passeggiata enogastronomica nella zona del Gavi DOCG. Nell’ambito di Di Gavi in Gavi Gavi, passeggiata, (AL) A cura dell'Associazione Enogastronomica del Genovesato e dell'Oltregiogo Obertengo in collaborazione con l'Ordine Obertengo dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi
Ingresso Libero

Sul finire degli anni 90′ del secolo scorso Carletto Bergaglio, farmacista storico di Gavi e della Vallemme nonché noto enogastronomo del territorio e fondatore dell’Ordine Obertengo  dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi, confraternita eno-gastronomica che promuove i prodotti eno-culinari della zona del gaviese – in particolare i ravioli e il “Gavi”, prima DOCG, in ordine di tempo, di un bianco secco piemontese – ha iniziato a programmare e progettare, una volta l’anno, una “passeggiata eno-gastronomica“: nasce così la GAVILONGA.
Camminando attraverso vigne, sentieri, boschi e godendo degli impareggiabili scenari paesaggistici, i partecipanti alla passeggiata degustano il vino e assaggiano le varie leccornie locali offerte in ogni singola tappa dalle Aziende vitivinicole coinvolte, fino al gran finale con la raviolata per tutti.
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lunedì 20 agosto 2018

"Sono stanco" sussurra all'amico e vola giù dal Cervino: Matteo muore a 28 anni

La tragica fine di Pes, conosciutissimo in città: calciatore, studioso di storia, lavoratore e impegnato in politica. Cade sul lato svizzero, i genitori a Zermatt per riportarlo a casa

Arezzo, 20 agosto 2018 - «Sono stanco, non ce la faccio più»: e dopo pochi secondi è precipitato, sotto gli occhi sbarrati dell’amico. Precipitato giù dal canalone che aveva risalito quasi completamente, a pochi metri dal breve tratto traverso nel quale avrebbe potuto riprendere finalmente fiato. Si è arreso prima Matteo Pes. E ha perso la vita lì, a 28 anni, inseguendo l’ultimo sogno: la vetta del Cervino.
Un volo senza speranza: la Finanza di Breuil calcola che sia precipitato per circa 300 metri, parte in verticale, quella che aveva risalito dal Rifugio Duca degli Abruzzi, e parte rotolando tra gli speroni di roccia. Un’avventura partita da Arezzo da poche ore ma preparata da mesi: insieme a Francesco Sardelli, il compagno di tante scalate. «Arrivato in cima allo Cheminée (il famoso canalone) mi sono voltato per vedere dove fosse Matteo: ha detto poche parole, è caduto», ha raccontato sconvolto al soccorso alpino e alla Finanza.
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domenica 19 agosto 2018

Sulle cime piu' alte dell'Appennino Alessandrino



Questo anello  caratterizzato da splendide vedute panoramiche, percorre i bellissimi crinali della Zona di Protezione Speciale «Dorsale Monte Ebro e Monte Chiappo» ad una altitudine compresa tra i 1500 e i 1700 metri, toccando le cime più alte e caratteristiche dell’Appennino alessandrino, al limite sud-orientale del Piemonte.


L’itinerario, parte da Capanne di Cosola, nella Terra delle Quattro Province, segue il crinale fino a raggiungere i Monti Ebro e Chiappo, camminando sulle aperte praterie sommitali lungo antichi percorsi seguiti già in epoca romana e medioevale. Notevole la vista sulla cerchia alpina e sul Mar Ligure. Scrutando il cielo si può scorgere il gheppio che fa lo “spirito santo”, il falco pecchiaiolo e, più di rado, l’aquila reale.
Se volete provare questo cammino  la Pro Loco di Cabella Ligure vi aspetta mercoledì 22 agosto alle 9,30 a Capanne di Cosola
Difficoltà E – segnavia 200
Tempo di percorrenza 4-5 ore
Percorrenza 12 km
Dislivello +200
Per informazioni Irene Zerbo
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE:
Prenotazione e pagamento quota agenzia di viaggi www.celeber.it: Chiara Priori 02.45373540
Quota adulta 15 euro a persona, bambini 8 euro da versare entro martedì 21 agosto
Prenotazione immediata sino a esaurimento posti (20)

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venerdì 17 agosto 2018

Alpinista cade e muore sulle Tre Cime

Stava scalando da solo la Piccola Cima (2.856 metri)



(ANSA) - BOLZANO, 17 AGO - Incidente alpinistico mortale sulle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti. La vittima è un alpinista che stava scalando da solo la Piccola Cima (2.856 metri) sul versante bellunese, caduto per ragioni ancora da accertare.
    L'uomo non aveva con sé documenti di identità. Per recuperarne la salma è intervenuto l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites, allertato dalla centrale del soccorso alpino di Belluno.

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sabato 11 agosto 2018

Sui sentieri del Timo selvatico dove nasce il Montebore

Dall’associazione Calyx, un’escursione sui monti della Val Borbera, alla scoperta di un territorio suggestivo e del suo antico formaggio


Il Montebore è un formaggio piemontese, che nasce sull’omonima Costa, tra Piemonte e Liguria.
Capace di incarnare il sapore di due mondi diversi (la costa ligure ed i monti dell’entroterra alessandrino), il Montebore è stato l’unico formaggio servito alle nozze di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona, la futura Monna Lisa.
In suo onore, l’associazione Calyx ha organizzato una camminata nel suo territorio. Il 2 settembre, sarà così possibile visitare i luoghi d’origine, per conoscere la geologia e vegetazione del luogo.
Orario di partenza, le 10.00, presso Costa di Montebore, SP 123, a Dernice (Alessandria). L’escursione è un percorso di 6 kilometri, con un dislivello di 200 metri, sull’Appennino locale. Nel primo tratto, si attraverseranno boschi naturali, castagno e rovelle, dalla Costa di Montebore fino al crinale posto tra la vetta del monte Barillaro (804 m) e quella del Monte Gavasa. Fermi per una sosta, i viaggiatori potranno godere di una splendida vista a 360 gradi sui monti del Gruppo dell’Antola e sulla Valle del Borbera con i pittoreschi centri storici di Dernice, Montebore e Borgo Adorno.
Questa è la terra del tino selvatico: di norma pianta per climi mediterranei, riesce a crescere sulla Costa di Montebore grazie ad un microclima speciale. Per i contadini della zona, il timo è un ingrediente della dieta di bovini ed ovini, capace di dare al latte (ed al Montebore) un sapore speciale.
La discesa porterà gli escursionisti tra pareti di conglomerato e calanchi, fino a località Parogna. Lì, inizierà un ultimo tratto di strada, dove il percorso gastronomico della Festa del Montebore, dove sarà possibile pranzare con assaggi del territorio.
Il ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 10:00 in localita’ Costa di Montebore, presso i prati riservati a parcheggio della Festa in Strada Provinciale 123, comune di Dernice (AL).
L’attività si concluderà verso le ore 12:30 all’area della Festa del Montebore.

venerdì 10 agosto 2018

Tutti morti i tre alpinisti torinesi scomparsi sul Monte Bianco

Recuperato il primo corpo, avvistati gli altri due

E' stato recuperato in un crepaccio sul versante francese del Monte Bianco il corpo di uno tre alpinisti torinesi scomparsi da martedì scorso. La gendarmeria ha trovato un cadavere, che è stato identificato come quello di Luca Lombardini, 31 anni,  in un crepaccio, mentre gli altri due cadaveri sono stati avvistati, ma le operazioni di recupero sono ancora in corso.
 Il corpo era nella crepacciata terminale della Petite Aiguille Verte (3.512 metri), lungo la destra orografica, sul versante dell'Aiguille d'Argentière. Sopra si trova una parete di circa 300 metri da cui in queste ore si verifica una continua caduta di materiale. Una zona pericolosa per i soccorritori, che dunque hanno potuto effettuare il recupero solo in elicottero e con il verricello, agganciando il corpo e tagliando la corda con cui verosimilmente era legato agli altri due.

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Villaggi di Pietra


Piccolo Reportage
Rimangono le pietre e le tavole di legno utilizzate per costruire questi paesi.
Rimane la testimonianza di un popolo che manca.
Un popolo che sembra essere scomparso ma che in realtà resta, permane nella nostra memoria, nella storia della nostra valle.
Dopotutto con i Bellomo, e gli altri abitanti di questi paesi mi sento quasi imparentato, hanno vissuto qui prima di noi.
Vivere in Val Borbera lega.
Quando penso che meno di un secolo fa questa gente riusciva a vivere anche se con non poca fatica e produrre cibo nella valle dei Campassi, mi stupisco sempre.
Mi domando: ma come è possibile che una volta erano così ingegnosi, capaci e tenaci, da riuscire a passare le proprie esistenze lassù?
Attenzione, nessuna nostalgia o malinconia del passato, sia chiaro, ciò di cui sto cercando di parlare è ben altra cosa, ha a che fare più col presente e col futuro che con il passato.
Visitando i Villaggi di pietra ho avuto sin da subito pensieri che mi proiettano nel futuro.
Credo che da queste preziose esperienze di vita potremmo attingere fruttuosamente oggi.
Ad esempio la capacità di fare con le mani, capacità ormai sempre più rara tra gli esseri umani, l'arte dell'arrangiarsi da soli e di non delegare a sconosciuti la gestione di un territorio ecco, anche questa "pratica" potrebbe tornarci utile oggi.
Sono solo due esempi, ma potrei continuare ancora.
Penso che il mondo di oggi sia evidentemente più evoluto per molti aspetti rispetto al mondo raccontato da questi posti.
Molti aspetti, non tutti.



Andare a vedere questi luoghi suscita sempre emozioni intense; disperazione e fascino, stima e paura, freddo e rivincita.
Insomma come al mio solito sento un forte bisogno di fare lavorare ciò che ho visto dentro di me, contemporaneizzare la memoria, renderla quotidiana e alla portata di tutti.
Non parliamo di un museo, o di un sito archeologico, parliamo di storie di persone che hanno vissuto in certe condizioni e in certi posti e che oggi, probabilmente, avrebbero un sacco di cose da insegnarci.

“Messi alla porta di sera dai gestori del rifugio Bonatti”

L’accusa di due trailer su Facebook. La risposta: “Non c’era posto e comunque non avevano bisogno di assistenza”

Il rifugio Bonatti, in Val Ferret
COURMAYEUR
«Non intendo replicare perché non voglio dare importanza a una polemica che di importante non ha proprio nulla». Ha la voce ferma, anche se il tono è amareggiato, Mara Rizzo, che da 20 anni gestisce il rifugio Bonatti a oltre 2.000 metri di quota in Val Ferret, sopra Courmayeur. Rizzo commenta il post che lunedì sera è stato pubblicato su Facebook da due avventori «scontenti» che scrivono: «Nella sera del 14 luglio, dopo essere partiti da Ollomont e aver percorso 45 Km, scendendo dal Colle Malatrà a 2.925 metri diretti a Courmayeur, ci siamo riparati verso le 21 in questo rifugio sotto una pioggia battente, al buio e con vento. Abbiamo chiesto gentilmente se potessero ospitarci, ma essendo privi di letto la risposta è stata negativa. Beh, fin qui ci sta. Ma alla seconda richiesta, se potessimo fermarci per la notte anche solo nei locali del bar o al limite anche nelle scale dei bagni per non prendere pioggia e stare al caldo, camminare al buio con i relativi pericoli, la risposta è stata nuovamente negativa. Con enorme scortesia siamo stati messi alla porta che è stata prontamente chiusa a chiave lasciandoci basiti». A fine racconto, l’autore del post aggiunge: «Ritengo che questo luogo non possa e non debba fregiarsi dell’appellativo “rifugio”. È uno scadente locale di montagna che evidentemente ha confuso la montagna di quota con le vie della movida di Rimini».  

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I tre alpinisti dispersi, l’ultimo messaggio: “Meno male, abbiamo cambiato il percorso”

Senza esito le ricerche, la gendarmeria: forse sono caduti da una cresta

Un’immagine dei tre alpinisti ancora dispersi sul Monte Bianco
ORBASSANO (TORINO)
«Meno male, abbiamo cambiato percorso. Andiamo in una zona meno impegnativa e pericolosa. Sono stanca». È l’ultimo messaggio WhatsApp che Elisa Berton ha mandato a papà e mamma martedì, prima di sparire nel nulla assieme al fidanzato Luca Lombardini e al fratello di lui, Alessandro. Dei tre dispersi sul versante francese del Monte Bianco, ancora nessuna notizia. Le ricerche sono ripartite ieri mattina, ma intorno alle 16 sono state interrotte per maltempo. Il cauto ottimismo delle prime ore dopo l’allarme, visto che i tre ragazzi sono alpinisti esperti nonostante la giovane età, si sta affievolendo. Quella appena trascorsa è infatti la terza notte che Alessandro, Luca ed Elisa sono lì, da qualche parte sulla montagna, senza dare notizie. 

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giovedì 9 agosto 2018

Monte Bianco, tre italiani dispersi sul versante francese

"Abbiamo effettuato - spiega la gendarmeria francese - anche diversi sorvoli in elicottero su tutti gli itinerari possibili. La zona è ricca di crepacci"



Tre alpinisti italiani sono dispersi sul versante francese del Monte Bianco. Si tratta di un militare del Soccorso alpino della guardia di finanza di Bardonecchia (Torino), di suo fratello e di una donna. I tre sono stati avvistati l'ultima volta a Chamonix martedì verso le 7:30, all'altezza degli impianti di risalita di Grand Montets. Dopo diverse ore, le ricerche della gendarmeria francese, senza nessun risultato, riprenderanno giovedì.

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Domenica 26 agosto in Val Borbera

Ponte Rotto - escursione geoteatrale sui Sentieri della Libertà



Su invito del Comune di Cantalupo Ligure, l'Allegra Brigata Chicchirichì e BorberAmbiente aderiranno alla celebrazione della Battaglia di Pertuso "camminando attraverso la Storia". Come?
Tramite un innesto creativo tra parole e musica, memoria storica e geologia.

Irene Zembo, geologa milanese innestatasi in Val Borbera, così descrive l'itinerario lungo le Strette: 
"Un itinerario storico, geologico, paesaggistico e naturalistico unico nel contesto piemontese, da percorrere dentro le profonde gole scavate nei millenni dal Borbera. Nel tratto da Pertuso a Persi, il Borbera scorre incassato dentro gli imponenti muraglioni dei Conglomerati di Savignone, di età oligocenica, alternando pozze in cui fare il bagno a estesi tratti in cui la corrente sfiora le caviglie. In questo canyon fatato, conosciuto con il nome di "Strette", la Storia è da sempre protagonista. L'escursione, infatti, consente di attraversare uno dei "Luoghi della Memoria" della Resistenza partigiana e visitare l'area monumentale della Battaglia di Pertuso".

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mercoledì 8 agosto 2018

Non chiedere il soccorso dell’elicottero è costato la vita allo scalatore emiliano sul Monviso

Il compagno era stato portato a valle con il velivolo del 118





SALUZZO
Si chiamava Giovanni Gaudiello, era originario di Sarno, provincia di Salerno, viveva a Ravenna e aveva 61 anni l’alpinista morto l’altra mattina, venerdì, lungo la «via normale» del Monviso. Una scalata che aveva intrapreso giovedì insieme ad A.B., 72 anni di Marina di Ravenna. Erano amici e andavano spesso in montagna insieme. 
I due erano partiti dal Quintino Sella alle 5 e si erano arrampicati sulla cresta Est. Bloccati a causa del maltempo hanno chiamato i soccorsi che però, proprio per la scarsa visibilità, non sono riusciti a recuperarli. I due hanno trascorso la notte in quota. Venerdì, intorno alle 6, hanno ripreso a scalare portandosi in vetta forse anche per facilitare i soccorsi. Alle 7, l’eliambulanza è decollata. Secondo quanto riferito dal Soccorso Alpino Giovanni ha detto all’amico di essersi ripreso e di voler scendere in autonomia. A.B., invece, è salito sull’elicottero ed è stato tratto in salvo. 
Tra la vetta e il bivacco Andreotti, sulla «via normale», la tragedia: Gaudiello precipita. Un alpinista lancia i soccorsi che però, ancora a causa della scarsa visibilità, non riescono a raggiungerlo. 

martedì 7 agosto 2018

Appennino Emiliano: Anello del Lago Santo e Monte Marmagna

APPENNINO DELL’EMILIA ROMAGNA, UN CRINALE RICCO DI LAGHI. TRA QUESTI IL LAGO SANTO 

Il bosco lambisce la riva del più ampio invaso naturale dell’Appennino settentrionale, il Lago Santo, dove sorge anche lo storico Rifugio Mariotti, raggiungibile in poco meno di un’ora di cammino da Lagdei. Il susseguirsi di creste rocciose e lastroni levigati è ingentilito dalle spettacolari fioriture che caratterizzano un’area dal grande valore naturalistico e paesaggistico: il “Crinale dei laghi”.


COME ARRIVARE
Da Valditacca (Monchio delle Corti) imboccare per Passo della Colla e Località Lagoni, proseguire per Lagdei. Anche da Corniglio. Parcheggiare zona turistica di Lagdei, direzione rifugio bar Lagdei.

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venerdì 3 agosto 2018

Camminata alla spiaggia del Belbo e cena sotto le stelle (CN)


Organizzato da: TERRE ALTE ESCURSIONI www.terrealte.cn.it
info@terrealte.cn.it - 3396575703 Pagamento alla partenza.
Per la cena sotto le stelle prenotazione obbligatoria
Il fascino del fiume in estate....
“Son tornato al torrente….Il torrente è incassato in uno spacco della campagna….Di tanto in tanto ci tornavo…Non sapevo più di carne ma di acqua e di terra.” Il torrente Belbo è il protagonista di questo racconto di Cesare Pavese, è presente costantemente nei racconti di Fenoglio. Il Belbo e la sua Valle, i Mulini, le spiagge, i gamberi di fiume sono presenti nella memoria della gente di queste colline.

Partendo nel pomeriggio dall’abitato di Cravanzana percorreremo un piacevole itinerario per raggiungere il luogo incantato della “spiaggia dei gamberi”, uno splendido e incontaminato angolo di Langa dove la natura ha creato un piccolo paradiso; specchi d’acqua cristallina dove il verde si riflette creando un’atmosfera unica e puoi refrigerarti immergendoti nelle fresche acque.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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