venerdì 10 agosto 2018

Villaggi di Pietra


Piccolo Reportage
Rimangono le pietre e le tavole di legno utilizzate per costruire questi paesi.
Rimane la testimonianza di un popolo che manca.
Un popolo che sembra essere scomparso ma che in realtà resta, permane nella nostra memoria, nella storia della nostra valle.
Dopotutto con i Bellomo, e gli altri abitanti di questi paesi mi sento quasi imparentato, hanno vissuto qui prima di noi.
Vivere in Val Borbera lega.
Quando penso che meno di un secolo fa questa gente riusciva a vivere anche se con non poca fatica e produrre cibo nella valle dei Campassi, mi stupisco sempre.
Mi domando: ma come è possibile che una volta erano così ingegnosi, capaci e tenaci, da riuscire a passare le proprie esistenze lassù?
Attenzione, nessuna nostalgia o malinconia del passato, sia chiaro, ciò di cui sto cercando di parlare è ben altra cosa, ha a che fare più col presente e col futuro che con il passato.
Visitando i Villaggi di pietra ho avuto sin da subito pensieri che mi proiettano nel futuro.
Credo che da queste preziose esperienze di vita potremmo attingere fruttuosamente oggi.
Ad esempio la capacità di fare con le mani, capacità ormai sempre più rara tra gli esseri umani, l'arte dell'arrangiarsi da soli e di non delegare a sconosciuti la gestione di un territorio ecco, anche questa "pratica" potrebbe tornarci utile oggi.
Sono solo due esempi, ma potrei continuare ancora.
Penso che il mondo di oggi sia evidentemente più evoluto per molti aspetti rispetto al mondo raccontato da questi posti.
Molti aspetti, non tutti.



Andare a vedere questi luoghi suscita sempre emozioni intense; disperazione e fascino, stima e paura, freddo e rivincita.
Insomma come al mio solito sento un forte bisogno di fare lavorare ciò che ho visto dentro di me, contemporaneizzare la memoria, renderla quotidiana e alla portata di tutti.
Non parliamo di un museo, o di un sito archeologico, parliamo di storie di persone che hanno vissuto in certe condizioni e in certi posti e che oggi, probabilmente, avrebbero un sacco di cose da insegnarci.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

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