Il rifugio Bonatti, in Val Ferret |
«Non intendo replicare perché non voglio dare importanza a una polemica che di importante non ha proprio nulla». Ha la voce ferma, anche se il tono è amareggiato, Mara Rizzo, che da 20 anni gestisce il rifugio Bonatti a oltre 2.000 metri di quota in Val Ferret, sopra Courmayeur. Rizzo commenta il post che lunedì sera è stato pubblicato su Facebook da due avventori «scontenti» che scrivono: «Nella sera del 14 luglio, dopo essere partiti da Ollomont e aver percorso 45 Km, scendendo dal Colle Malatrà a 2.925 metri diretti a Courmayeur, ci siamo riparati verso le 21 in questo rifugio sotto una pioggia battente, al buio e con vento. Abbiamo chiesto gentilmente se potessero ospitarci, ma essendo privi di letto la risposta è stata negativa. Beh, fin qui ci sta. Ma alla seconda richiesta, se potessimo fermarci per la notte anche solo nei locali del bar o al limite anche nelle scale dei bagni per non prendere pioggia e stare al caldo, camminare al buio con i relativi pericoli, la risposta è stata nuovamente negativa. Con enorme scortesia siamo stati messi alla porta che è stata prontamente chiusa a chiave lasciandoci basiti». A fine racconto, l’autore del post aggiunge: «Ritengo che questo luogo non possa e non debba fregiarsi dell’appellativo “rifugio”. È uno scadente locale di montagna che evidentemente ha confuso la montagna di quota con le vie della movida di Rimini».
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