TRENTO. Sul tema caldo delle Dolomiti "prese d'assalto" dai turisti (come è accaduto anche al Lago di Braies, sull'Alpe di Siusi, sul Sass de Stria, in Val di Rabbi e in Val di Fassa) a prendere la parola ora è Luigi Casanova, Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia. Le sue considerazioni sono raccolte in una lettera che ha scelto di intitolare con "La montagna che scoppia".
"Due anni fa - inizia - la Fondazione Dolomiti Unesco aveva anticipato con un convegno tenutosi a Sesto Pusteria il tema degli accessi in aree turistiche di alto pregio. Da allora, nonostante la chiarezza delle esposizioni e dei numeri presentati è calato un silenzio incredibile: l’immobilismo totale della Fondazione e delle istituzioni che la compongono. Addirittura l’unica sperimentazione in atto sulla limitazione agli accessi in quota, il blocco del traffico privato sui quattro passi dolomitici, è stato vergognosamente cassata".
"La situazione di oggi, dopo l’esperienza Covid della primavera, è drammatica e visibile a tutti. La pandemia non ha insegnato nulla, né al mondo politico né ai cittadini, la montagna evidenzia i segnali dello sfinimento. Da giorni si deve chiudere la strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo fin dalle 8 di mattina. I laghi famosi, Braies, Tovel, Sorapis, Carezza, sono travolti dall’eccesso di persone e di auto".
"La situazione di oggi, dopo l’esperienza Covid della primavera, è drammatica e visibile a tutti. La pandemia non ha insegnato nulla, né al mondo politico né ai cittadini, la montagna evidenzia i segnali dello sfinimento. Da giorni si deve chiudere la strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo fin dalle 8 di mattina. I laghi famosi, Braies, Tovel, Sorapis, Carezza, sono travolti dall’eccesso di persone e di auto".
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