lunedì 17 agosto 2020

Dolomiti prese d'assalto, dai laghi alle ferrate. In coda sui sentieri (spesso senza mascherina) per una montagna sempre più modello Rimini

Negli ultimi giorni alcune immagini davvero impressionanti hanno fatto il giro del web, mostrando cosa stia diventando il turismo nelle Dolomiti. Tra code in piedi nel bosco, sulle ferrate e in macchina al casello per le Tre Cime di Lavaredo sono tante le riflessioni che nascono su quello che sarà il futuro della montagna



TRENTO. L'estate avanza e con lei continuano a diffondersi immagini delle Dolomiti prese d'assalto. Si parla di Alto Adige, che dopo una partenza a luglio con un terzo di turisti in meno rispetto al 2019, ora ha ripreso a registrare numeri di visitarori davvero alti, ma non si salvano dall'orda anche Trentino e bellunese.  

Alcune foto a dir poco impressionanti, che ritraggono turisti in coda nei boschi e sui sentieri come se si trovassero alle poste, hanno fatto il giro del web proprio in questi giorni. E' vero che si tratta della settimana di ferragosto, ma è ormai chiaro che il turismo (e il turista) di montagna stia cambiando sempre più. La montagna dovrebbe rimanere luogo di ritiro e riflessione, e non una bella copia della città con i suoi comfort. Eppure la direzione che si sta prendendo sembra essere tutt'altro che rincuorante.

Non solo il lago di Braies: sono infatti tanti i siti immersi nelle Dolomiti in cui ogni giorno si accalcano migliaia di turisti. Tra tutti c'è anche il lago di Sorapiss, nel bellunese, la cui singolare e delicata bellezza sembra stia diventando, ogni anno di più, la sua condanna: persone spiaggiate sul suo argine, qualcuno che si immerge in acqua nonostante l'ordinanza che ne vieta la balneazione (misura che più di qualcuno a suo tempo ha definito "ordinanza anti cafoni”) e rifiuti "nascosti" tra i mughi o disseminati lungo il sentiero. 

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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