sabato 27 dicembre 2008
Auguri e prossimo appuntamento
porgere a tutti i nostri AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO.
Inoltre Vi annuncio che la serata di presentazione del programma
escursionistico 2009 si terra' VENERDI' 9 GENNAIO, dalle ore 21.00, presso
la Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona (g.c.).
Nei primi giorni del nuovo anno riceverete comunque un nuovo messaggio di
invito con i dettagli del caso.
Ancora Buone Feste, a presto!
Il Presidente
lunedì 22 dicembre 2008
Venti d'Appennino che s'avvicinano
Un traguardo, una sfida vinta ma che deve diventare un punto di partenza per migliorarsi ancora di più, con programmi accattivanti ed iniziative sempre nuove per avvicinare al bellissimo mondo della montagna e far conoscere i nostri splendidi luoghi a quante più persone possibile.
Auguro al Presidente, ai membri del direttivo, agli iscritti ed anche a tutti quelli che mi stanno leggendo, un Natale sereno ed un 2009 ricco di soddisfazioni.
Che l’entusiasmo non vi manchi mai,
Roberto
sabato 20 dicembre 2008
giovedì 18 dicembre 2008
Abbigliamento
Come già accennato, l'abbigliamento deve essere appropriato: può capitare di iniziare la gita con una maglietta ma poi? Indipendentemente da quello che indossiamo alla mattina, nell'arco della giornata possono cambiare tante cose, anche solo perché il percorso si sviluppa su più versanti: ad un tratto esposto al sole ne segue un altro in cui il vento o la stessa ombra determinano sensazione di freddo. L'ideale è essere dotati di un abbigliamento a strati (tipo cipolla!), per vestirsi o spogliarsi a seconda delle condizioni meteo che, come già detto, possono cambiare in fretta. E' chiaro che molto dipende, ad esempio, dalle quote che raggiungiamo (in teoria al salire di 1000 m corrisponde una diminuzione della temperatura di circa 6°), o dalle condizioni meteo (il vento contribuisce a far calare la temperatura corporea).
In commercio ormai si trovano vari tessuti che permettono una corretta traspirazione della pelle e che asciugano in poco tempo: magliette in capilene, tute in terinda (o dupont), maglioni di pile (magari anche wind stopper!), giacche di goretex ..... e chi più ne ha più ne metta. Dipende solo dal nostro portafoglio. In generale direi solo di evitare assolutamente i pantaloni di jeans: non tengono assolutamente il vento, non mantengono la temperatura della pelle, in caso di pioggia o neve asciugano dopo una settimana...ecc. In compenso portatevi sempre un paio di guanti, un cappello (dalla testa si ha la maggior dispersione di calore!), un poncho (magari di quelli larghi che coprono anche lo zaino) e un ricambio: calze, pantaloni e maglietta.
E' sicuramente importante un ricambio da lasciare in macchina, ma anche nello zaino non guasta: se ci coglie un acquazzone durante la gita e abbiamo la possibilità di ripararci in qualche rifugio, perché restare bagnati? Un piccolo suggerimento: il ricambio, è meglio tenerlo dentro un sacchetto di plastica.... in caso di pioggia si può bagnare lo zaino, ma gli indumenti rimangono senz'altro più asciutti!
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martedì 16 dicembre 2008
Escursionismo
Con poca attrezzatura è possibile effettuare bellissime gite a contatto con la natura: percorsi più o meno facili, anche ad anello, permettono di frequentare ambienti suggestivi e spettacolari
L'ALLENAMENTO Anche l'Escursionismo richiede una certa preparazione fisica e comunque un po' di allenamento, soprattutto se le gite prevedono il superamento di dislivelli notevoli. Generalmente, nei cartelli che si trovano sui sentieri o nella descrizione della gita riportata sulle guide, è indicata la lunghezza del percorso espressa in ore di cammino o in metri di dislivello. Mediamente si possono percorrere 350 m di dislivello in un'ora di cammino in salita (ovvio che questo dipende dall'allenamento e dal fisico di ciascuno di noi), mentre si considera la metà del tempo per l'identico tragitto in discesa. E' evidente che se una gita prevede di superare 1000 m di dislivello in circa 3 ore, sottintende che l'escursionista abbia un allenamento tale da permettergli di camminare per diverse ore senza arrivare stremato alla meta, considerando che poi deve anche tornare indietro. Questo solo per sottolineare che è importante scegliere un itinerario adatto alle proprie capacità tecniche e fisiche. |
Ma non preoccupatevi: la montagna offre di tutto. Anche le gite più brevi per chi inizia a muoversi per la prima volta su sentiero o per chi desidera fare una bella passeggiata con la famiglia o i figli più piccoli: anche nell'escursionismo esistono itinerari con difficoltà più o meno accentuate. E qui torno sul discorso di saper scegliere le proprie gite: in tutte le guide è indicato il grado di difficoltà complessivo dell'itinerario, secondo sigle convenzionali.
Al riguardo consiglio di dare un'occhiata alle "scale delle difficoltà".
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domenica 14 dicembre 2008
SCALA DIFFICOLTA' ESCURSIONISTICHE
E = escursionistico. Qui l'itinerario supera decisamente le tre ore, è complesso, si svolge su sentiero difficile ed anche fuori pista, il terreno è sconnesso, possono mancare i segnali. I dislivelli superano i 500 metri e talvolta i 1000. L'ambiente solitario e la distanza dai punti d'appoggio richiedono capacità nell'orientamento, conoscenza di carte e bussola, esperienza di montagna e dei pericoli, allenamento, equipaggiamento adeguato.
EE = escursionistico per esperti. Sono itinerari che richiedono lunga esperienza, allenamento e forza fisica da parte di chi li percorre. È necessario sapersi muovere con perizia anche nei terreni pericolosi: ghiaioni, ripidi pendii o tratti scoscesi, macchia fitta, alta e senza riferimenti, passaggi in roccia, assenza di sorgenti. La difficoltà del terreno e la distanza dai punti d'appoggio richiedono una totale autonomia. La necessità di portare al seguito materiale da bivacco come la tenda, sacco da bivacco, fornello, viveri, richiede allenamento, energia e forte motivazione.
EEA = escursionistico per esperti attrezzati. Come il precedente ma che in più richiede l'uso dei dispositivi di auto assicurazione.(corde, imbrago, discensore, moschettoni etc.)
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giovedì 11 dicembre 2008
mercoledì 10 dicembre 2008
Il Sentiero Frassati Liguria
L'amico Piero Bordo, Coordinatore del Sentiero Frassati della Liguria del CAI, mi ha chiesto di produrre uno schema cartografico della zona della Baiarda è non ho saputo tirarmi indietro perché era da una ventina di anni che avevo in mente di rappresentare sulla carta la valle del Rio Baiardetta.
Peraltro avevo già collaborato nel disegno di alcune tavole nella "Guida della Baiarda" di MAURO DE CESARE sulla mitica palestra dei "Bagouin de Zena" e Bordo ha sfondato una porta aperta.
(Ndr.: Come Cortina ha "Gli scoiattoli" e Lecco ha "I ragni", anche Genova e la Baiarda avevano ed hanno i Bagoni).
Il percorso ha una biforcazione in località Fontanin tra percorso F "facile" e F1 "difficile". I viandanti non si lascino però, troppo intimidire dalla scritta "F1 per escursionisti esperti" perchè, nei punti maggiormente esposti, sono presenti delle ottime funi corrimano. Personalmente consiglio maggior cautela nella discesa nel sentiero F tra la Cappellina (703) e la Colletta di Termi (420) su una traccia piuttosto sconnessa e faticosa.
I due itinerari F e F1 si ricongiungono alla cappellina della Baiarda.
La roccia della Baiarda (Bielenite) più compatta e pesante è stata utilizzata per i rivestimenti dei muri di Corso Andrea Podestà e a lato del Ponte Monumentale di via XX Settembre a Genova. Questa roccia in alcuni tratti (ad es. nel tratto inferiore e mediano del settore del Gran Diedro) si presenta color ruggine, molto compatta e dalla tessitura omogenea. Grossi cristalli fuoriescono dalla matrice rendendo oltremodo ruvide le superficie.
In altri punti (ad esempio nel settore sommitale del Gran Diedro) prevale una struttura scagliosa tipica del serpentino che quindi è decisamente più scivoloso ed infido. Il colore tende di più al verdastro.
Le rocce della Baiarda mi ricordano questi versi dell'Alighieri...
Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la cerchia che dintorno il volge.
Nel dritto mezzo del campo maligno
vaneggia un pozzo assai largo e profondo,
di cui suo loco dicerò l' ordigno.
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Inferno, XVIII
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venerdì 5 dicembre 2008
Parco Naturale Regionale dell'Antola

Natura, storia e tradizione in una delle zone più suggestive dell'Appennino ligure
L'opera dell'uomo e la natura si fondono in uno spettacolo senza uguali durante il periodo delle fioriture che caratterizzano la vetta del Monte Antola e i pascoli montani di cui questo territorio è custode. L'architettura di quest'area con il suo magnifico Castello della Pietra, costruito tra due inconquistabili torrioni, e i suoi antichi borghi rappresenta una testimonianza di come questo territorio è stato abitato fino al secolo scorso grazie anche alla presenza di storiche vie di comunicazione dal mare alla pianura padana. La vicinanza con la città di Genova rende questo Parco ideale per chi vuole abbinare il mare con la montagna.
Itinerari
Alta Via dell'Antola
Vobbietta, 323 m. s.l.m. - Gorreto, 522 m. s.l.m.
- Segnavia F.I.E. (colore giallo)
- Tempo di percorrenza: 17 ore
Il percorso di crinale non presenta particolari difficoltà, tuttavia è consigliabile percorrerlo a tappe, suddivise in più giorni; attraversa da ovest ad est il Parco dell'Antola e collega l'Alta Valle Scrivia con l'Alta Val Trebbia.
Vobbietta è il punto di partenza dell'itinerario; nell'alternarsi di castagneti, boschi misti e prati incolti, si raggiunge il Bric delle Camere a quota 1016 m; in corrispondenza del Passo di Costa Salata (il valico un tempo era attraversato da un'antica Via del Sale), il sentiero incrocia la strada provinciale 145, si prosegue giungendo così in una radura su un colle a 1177 m., presso la Cappelletta di S. Fermo.
Dal Passo di S. Clemente si arriva alle pendici nord-est del Monte Buio (m. 1400 s.l.m.); oltrepassato il crinale si scende sul versante sud fino all'incrocio con i sentieri provenienti da Tonno e da Crocefieschi.
Giunti in prossimità della vecchia casa Musante si può proseguire per la vetta caratterizzata, nei periodi primaverili-estivi, dalla presenza di una ricca flora tra cui spiccano orchidee, genziane, narcisi, botton d'oro; dalla cima dell'Antola si scende gradualmente ammirando suggestivi scorci panoramici sul versante ligure e su quello piemontese.
Si prosegue fino a Casa del Romano dove è possibile ristorarsi e pernottare; si procede poi per Capanne di Carrega fino alle pendici del Monte Carmo, si raggiungono il Monte Pecoraia, il Monte Zovallo fino al Passo della Maddalena; di qui l'itinerario, sfiorando il Monte Busasca, scende lungo una faggeta giungendo rapidamente a Gorreto.
mercoledì 3 dicembre 2008
Castello della Pietra

(foto da http://www.altavallescrivia.net)
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lunedì 1 dicembre 2008
Il meteo del weekend Zaino in Spalla
Non mi stancherò mai di ripeterlo... prima di tutto la sicurezza!!!
E sicurezza vuol dire anche cercare di anticipare gli eventuali problemi.
Le condizioni meteo sono sicuramente tra i fattori decisivi per la buona riuscita di una gita; questo è il motivo per cui cerco di seguire quotidianamente l'andamento del meteo e di interpretare i segni della sua evoluzione.
Fonti di informazioni:
- ARPA Lombardia
- Meteo Svizzero e meteo Svizzero centrale (più dettagliato)
- ARPA Piemonte (vecchio bollettino testuale)
- Regione Val d'Aosta
- Arpa Liguria
- Arpa Veneto (emesso dal centro di Arabba)
- Meteo Trentino
- Meteo provincia di Bolzano
- Arpa Friuli Venezia Giulia
- Arpa Emilia Romagna
- Meteo Toscana
- Meteo Marche a cura della Regione (vedi il bollettino testuale in formato PDF)
- Meteo Umbria
- Meteo Abruzzo
- Meteo Campania
- Meteo Chamonix per il lato francese del Monte Bianco
- Mappa dei fronti al suolo fornita dall'Arpa Liguria
I bollettini nivologici, per chi va fuori pista
Leggi questo documento dell'Istituto federale svizzero per lo studio della neve e delle valanghe, che spiega come leggere questi bollettini
- Raccolta di webcam italiane
- Valtellina e Valchiavenna
- Webcam della Val d'Aosta a cura della Regione
- Webcam dalla Liguria
- Webcam in Svizzera
- Altro sito di Webcam svizzere
I radar meteo per osservare in tempo reale le precipitazioni al suolo
- Italia nord-occidentale (a cura di Meteo Liguria). Mostra le ultime 2 ore di rilevamenti
- Svizzera. Mostra l'immagine dell'ultima mezz'ora
- Trentino Alto Adige . Mostra l'animazione con l'ultima ora
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domenica 30 novembre 2008
Trekking come attività motoria
Trekking come attivita’ motoria ed effetti del trekking sull’organismo umano |
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Trekking come attività motoria.
Il nostro corpo ha bisogno continuo di movimento per conservare una buona efficienza. E' risaputo che ogni forma di attività fisica, in generale, porta molteplici giovamenti alla salute dell'organismo in toto: da una sensazione di benessere generale riscontrata negli sportivi, si notano anche particolari miglioramenti dell'apparato locomotore, cardiocircolatorio, respiratorio, e del sistema nervoso.
Oggi, tutto questo è testimoniato, infatti, dall'enorme successo che hanno riscontrato le palestre e i centri fitness: gli inscritti aumentano sempre di più, e tutti sentono il bisogno di ritrovare la forma fisica ideale, condizionati anche dai modelli di successo proposti dai media.
Purtroppo, non tutti questi centri offrono elementi davvero positivi, e pur avendo strutture moderne e tecnologicamente d'avanguardia, non si curano minimamente della salute del cliente. Infatti, talvolta viene a mancare il rispetto del corpo, che diviene materia plastica da modellare a proprio gusto e piacimento, spesso utilizzando mezzi pericolosi e nocivi per il benessere dell'organismo stesso.
Il trekking è un'attività motoria profondamente diversa da quella tradizionale eseguita in palestra, proprio perché, innanzitutto, è da effettuarsi all'aria aperta, e quindi in un atmosfera salubre e pulita, al contrario dell'aria viziata e pesante di certi ambienti chiusi, ma anche perché il ritmo relativamente lento del cammino, insieme al silenzio della natura, portano ad un rilassamento che è lontano anni luce dall'estenuante foga delle attività come step e aerobica, accompagnate da ritmi musicali velocissimi e volumi acustici assordanti.
Inoltre il trekking non spaventa le persone sedentarie, abituate alle comodità della poltrona o costrette a passare ore ed ore di tempo seduti alla scrivania per lavoro. Infatti l'immagine della fatica, del sudore e dell'affanno dello sportivo durante lo sforzo fisico, non invita certo l'anziano, il pigro o il lavoratore stanco ad affrontare un ulteriore sforzo. La figura invece di una camminata tranquilla nel bosco, in compagnia di un amico, stimola queste persone ad alzarsi dalla propria sedia e a cominciare il movimento.
La mancanza di movimento, malattia nominata da Kraus, Raab e Rusk come ipocinesi porta a lungo andare all'invecchiamento precoce di organi ed apparati: il tessuto muscolare diventa flaccido e debole, le ossa più fragili, le articolazioni meno mobili, la cartilagine degenera, la coordinazione generale peggiora, aumentano i difetti posturali, e quindi i rischi di dismorfismi della colonna vertebrale. Ma quello che è più grave è l'effetto che si ha a livello delle funzioni vitali: il cuore si indebolisce e il miocardio perde la capacità di contrarsi efficacemente per svolgere la funzione di pompa; il sangue scorre con difficoltà e la parete dei vasi si indurisce aumentando il rischio di malattie cardiocircolatorie; l'efficienza dei polmoni diminuisce e la capacità di introdurre ossigeno risulta sempre più difficoltosa; il metabolismo rallenta e le malattie come obesità e diabete sono più frequenti.
Conoscere gli effetti negativi dell'ipocinesi può essere uno stimolo in più a concedere spazio al movimento, alla personalità, alla fantasia: dalle nostre poltrone, apriamo la porta e cominciamo a camminare… i benefici saranno grandiosi!
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giovedì 27 novembre 2008
Alimentazione e salute naturale durante i trekking
Basta pensare a quello che stiamo facendo.
Ci stiamo mettendo in viaggio a piedi, con i nostri mezzi e la nostra forza, per immergerci nella natura, per lasciarci toccare e attraversare da essa. Per ognuno di noi il viaggio e il camminare rappresentano un’esperienza individuale, certo, ma non possiamo dimenticare il comune denominatore uguale per tutti: siamo Natura nella Natura.
Possiamo imparare dunque a fare delle scelte che rispettino entrambi questi aspetti della natura (la natura che siamo noi e la natura che ci ospita)?
E’ semplice: il rispetto per la natura inizia dal rispetto per l’ambiente naturale che noi stessi siamo, e il rimedio naturale è efficace e pulito, non inquina né noi stessi né il mondo esterno. Per lo stesso motivo come associazione La Boscaglia scegliamo di inserire nei pacchi viveri cibi puliti, che vuol dire provenienti da coltivazioni biologiche.
Tutto ciò faciliterà il processo di depurazione che camminare mette in atto.
Perché il pacco viveri oltre ad essere biologico è anche vegetariano? Siamo convinti che le carni (a meno che non provengano da allevamenti biologici, il che è rarissimo, o da produzioni locali, e in questo caso ognuno potrà soddisfare il proprio desiderio di cibarsene nei posti tappa) siano uno degli alimenti più inquinati che arrivino sulle nostre tavole. Ricche di ormoni, antibiotici, residui di erbicidi e pesticidi, da animali allevati con farine non meglio identificate (spesso manipolate geneticamente) e in condizioni di stress molto elevato. Inoltre le carni conservate, le uniche eventualmente inseribili in un pacco viveri, sono aggiunte di conservanti e coloranti nocivi per la nostra salute.
Scegliamo dunque di non inserirle nella nostra alimentazione durante il trekking.
Quali sono gli alimenti naturali di cui preferiamo nutrirci durante il cammino, e che vi consigliamo, e perché.
Cominciamo dalla colazione: (1) Tahin o burro di sesamo da spalmare insieme a (2) miele o (3) marmellate dolcificate con malto quando possibile su (4) pane integrale. Il cibo integrale fornisce le fibre necessarie per il buon funzionamento dell’intestino e fornisce un tipo di energia utilizzabile più a lungo nel tempo, oltre a nutrienti assenti nei cibi bianchi, raffinati e impoveriti. Il Tahin è un grasso vegetale molto digeribile che fornisce calorie e insieme al resto è un’ottima fonte di energia per chi cammina. Malto invece di zucchero raffinato perché non crea picchi glicemici (alti e bassi di energia). (5) Muesli (miscela di fiocchi di cereali integrali con frutta secca) o fiocchi d’avena.
Da bere thè bancha (tonico ma non stimolante, privo di caffeina e teina) e caffè di miscela di cereali tostati.
Durante il cammino: (6) barrette di cereali integrali e frutta secca o misto di frutta secca (mandorle – nocciole – pinoli – uvetta – mele – banane ecc.). Cioccolata – non troppa. Frutta, ortaggi e formaggi, che di solito si consumano a pranzo, si comprano sul posto, quindi di qualità variabile, a seconda dell’offerta.
La cena: quando non in ristorante (e dunque anche con carne per chi vuole) è a base di (7) zuppe liofilizzate di cereali integrali e verdure, o cous cous (semola di grano duro) e (8) seitan (proteina vegetale proveniente dal grano). Naturalmente nelle scelte degli alimenti teniamo conto anche del loro peso nel nostro zaino.
Un posto a sé merita il (9) miso, alimento a base di soia fermentata. Oltre a essere alimento di grande valore proteico e minerale, è anche un farmaco naturale, utile tutte le volte che ci siano problemi intestinali (infiammazioni con diarree) o problemi di stomaco che non permettono una alimentazione solida. Ricco com’è di minerali, vitamine, proteine ed enzimi, può sostituire un pasto, o integrarlo. Si dice fosse l’alimento dei Samurai prima del combattimento, per l’energia forte ed equilibrata che dona. Quindi può anche essere sciolto in acqua calda (si presenta come una pasta) e bevuto la mattina prima di partire, affiancato o no dalla normale colazione (tenendo presente che è salato).
Quali sono i malanni più frequenti lungo il cammino e come porvi rimedio
Camminare muove tutto ciò che stagna e dunque a seconda del nostro stato d’intossicazione psico-fisica possiamo vivere disagi lungo il cammino.
Di solito, anche se dopo può aumentare la stanchezza, sono i primi tre giorni quelli più carichi di tensioni e malesseri, come succede anche nel digiuno.
Il movimento e la fatica fisica, specie su di un organismo non allenato e dunque rigido, possono causare strappi, dolori muscolari e articolari di origine infiammatoria. La liberazione e l’eliminazione delle tossine, cioè il lavoro di disintossicazione, si può manifestare con mal di testa, problemi gastro-intestinali, malumori e pensieri negativi e conseguente difficoltà a vivere nel gruppo.
La necessità di adattarsi a situazioni nuove, a cambiamenti di clima e di temperatura, a disagi a volte avvertiti come pericoli, ai raggi ultravioletti, e un’alimentazione diversa, rappresentano un superlavoro per il nostro sistema di difesa, il cui indebolimento può causare raffreddori, febbri, herpes.
A mio parere il camminare stesso è il rimedio per eccellenza ai malesseri che durante il cammino emergono; comunque credo vada integrato con vari rimedi naturali che aiutano il nostro organismo ad essere più forte e a prevenire i malesseri o a risolverli se si presentano.
Di seguito una tabella con i principali rimedi utili lungo il cammino.
Pronto soccorso naturale da trekking
Rimedio naturale
Utilizzo e descrizione Dosi
ASPIRSALICE Miscela di diverse piante ad azione anti-infiammatoria e antidolorifica, tipo Aspirina vegetale.
Dolori muscolari, mal di testa, febbre. 2 compresse 2-3 volte al dì
RIBES NIGRUM MG (macerato glicerico) Antiallergico, antiinfiammatorio, buono anche per raffreddori e febbri. E’ anche tonico.
Attenzione: ipertensivo. 50-100 gocce 2-3 volte al dì
VITAMINA C A dosaggi alti riesce a bloccare in tempo il raffreddore.
Insieme all’Immune Action migliora la risposta immunitaria (anche per gli herpes e cistiti). 1-5 grammi al dì
RAME E’ un antibiotico naturale: per raffreddori, febbri, mal di gola, cistiti. 2,5 ml. 3 volte al dì per 3 giorni
1 volta al dì per 4 giorni
IMMUNE ACTION E’ una miscela di piante a sostegno del sistema immunitario 2-4 volte al dì
ARICA POMATA Per uso esterno, se non ci sono ferite o escoriazioni. Per strappi e contusioni.
*Per casi gravi usare anti-infiammatori di tipo farmaceutico (Aulin, Niflam, ecc.) q.b.
RESCUE CREAM Rimedio di emergenza dei Fiori di Bach in crema.
Per strappi e contusioni, ma anche per qualunque problema di pelle e piccole ferite.
Adatto anche per le punture di insetti e per le scottature. Cospargere la parte
PROPOLI Rimedio prodotto dalle api, ottimo antibiotico e antinfiammatorio naturale per le vie aeree, stomaco, intestino, vie urinarie: raffreddori, mal di gola, cistiti, problemi gastrointestinali.
Utile anche come cicatrizzante e disinfettante di ferite. 30 gocce 2 volte al dì
Per uso esterno q.b.
GUARANA’ Energetico contenente caffeina.
Utile per diarree dovute al caldo e alla stanchezza, per mal di testa, ipotensione.
Controindicato per ipertesi e cardiopatici Da una punta di cucchiaino a 1 cucchiaino in ½ bicchier d’acqua
MACA Alimento energetico peruviano, non stimolante, alternativa al guaranà, al ginseng e simili. Aiuta ad adattarsi a sbalzi di temperatura e di altitudine. 1-2 capsule la mattina prima di partire. Eventualmente ripetere nel pomeriggio.
RESCUE REMEDY Rimedio di pronto soccorso dei fiori di Bach contenente 5 fiori adatti alle emergenze: colpi di calore, collasso, paure, panico, stress, situazioni estreme.
Adatto anche per le punture di insetti (uso esterno). 2-3 gocce sotto la lingua, ripetuto anche ogni 5 minuti in situazioni d’emergenza.
Alcune gocce sulla puntura. Far seguire da applicazioni di Rescue cream.
SEMI DI POMPELMO Va diluito perché rimedio molto forte per uso esterno (herpes).
Per uso interno è utile per stimolare le difese e per infiammazioni di vario genere, dalle vie aeree a quelle intestinali a quelle urinarie.
5 gocce in ½ bicchiere d’acqua.
OLIO DI IPERICO Ottimo per scottature sia solari che non. Cospargere la parte.
OLIO ESSENZIALE DI GERANIO E CITRONELLA Come preventivo per difendersi dagli insetti. Alcune gocce su polsi e caviglie.
ARGILLA Astringente e disinfettante per problemi gastrointestinali. 1 cucchiaino in ½ bicchiere d’acqua.
ZENZERO IN POLVERE Come sopra 1 cucchiaino in 1 bicchiere di thè
VIRULIP POMATA Per l’herpes, uso esterno. Ripetere l’applicazione più volte.
MISO Alimento fortificante, rimineralizzante, ricco di enzimi. Per problemi gastrointestinali. 1 cucchiaio sciolto in una tazza d’acqua calda.
A cura di Maria Nicoletta Bucchicchio – La Boscaglia
Il dentifricio verde
Il dentifricio verde: Salvia (Salvia officinalis)
Da "Passeggiate tra fiori e piante"
Succede ogni volta che si mangia a sacco, durante un'escursione o una passeggiata, che a fine pranzo si sente il bisogno di rinfrescarci la bocca, appesantita da salumi, formaggi o cioccolate. Per eliminare questo fastidio non è necessario armarsi di spazzolino e dentifricio ma basta una semplicissima foglia di salvia. Se ne trovate una pianta lungo il cammino raccoglietene una bella foglia o se ne avete una pianta a casa, coglietela prima di partire e al bisogno, prima strofinatela ben aperta sui denti e poi masticatela per qualche secondo; l'effetto è sicuro.
Recita un proverbio che "chi ha la salvia nell'orto ha la salute in corpo" e in effetti le proprietà medicinali della pianta sono riconosciute e sperimentate da secoli. Per saperne di più vi rimando a testi specializzati ma il mio consiglio è di tenerne una pianta anche sul balcone di casa.
(*) guida La Boscaglia, esperto del riconoscimento e uso alimentare e curativo delle piante
martedì 25 novembre 2008
Per partecipare ad un trekking...
2 Impara a vivere in gruppo.
Accetta le dinamiche del gruppo in cui sei inserito; i singoli componenti possono anche non piacerti tutti, ma ora tu fai parte di quel gruppo, per alcuni giorni impara a conviverci. Metti a disposizione del gruppo le tue conoscenze ed eventualmente le tue cose, e chiedi agli altri ciò che ti manca (conoscenze e cose materiali).
3 Informa il gruppo delle tue sensazioni e dei tuoi stati d’animo: tenerli per te non aiuta il gruppo a capire cosa desideri. Informa la guida dei tuoi problemi: se può, farà di tutto per risolverli.
4 Impara ad accettare gli imprevisti.
Niente è irrimediabile e durante un trekking gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Perdere un sentiero, arrivare col buio, non trovare viveri là dove si aspettava, sono imprevisti che spesso hanno qualcosa da insegnarci.
5 Non caricare la guida di troppe aspettative.
La guida è a tua disposizione per risolvere ogni problema, ma non scaricarti su di lei se la tua scelta non era sufficientemente motivata e ponderata. Chiediti piuttosto perché hai partecipato al trekking, quali erano le tue aspettative e dove sono venute meno.
6 Il trekking richiede un buono spirito d’adattamento. Lo spirito d’adattamento ti farà apprezzare esperienze che non avresti mai pensato di avere (dormire una notte all’aperto, sotto la luna piena, - per esempio - è una cosa che pensavi di non fare mai, e invece...).
7 Non correre! Scopri la pace interiore della lentezza consapevole, impara a camminare con passo lento, guardati intorno, c’è sempre un fiore nuovo, un insetto, un colore che ti stupiranno. Il trekking non è una competizione, anzi il ritmo del gruppo si deve adattare al ritmo del più lento.
8 Scopri il silenzio! E' bello il viaggio in gruppo perché si conosce gente nuova, si comunicano esperienze e si approfondiscono gli altri e noi stessi. ...noi stessi. Durante il cammino riscopriamo anche la bellezza del silenzio, dell’ascoltare il proprio passo, il proprio respiro, i suoni della natura. I compagni di cammino ce ne saranno grati!
9 I viaggi a piedi sono utili per imparare a distinguere tra superfluo e necessario. Si scoprirà allora che cosa è necessario mangiare e cosa invece è abitudine, si scoprirà cos’è necessario nell’igiene quotidiana, nelle comodità, ecc. Eliminando il superfluo dagli zaini e dalle menti tutto sarà più leggero.
Fonte
lunedì 24 novembre 2008
Camminare come terapia
La Boscaglia
venerdì 21 novembre 2008
La Via Alpina
Nel 1991 viene firmata la Convenzione Alpina, trattato avente come vocazione quella di garantire lo sviluppo sostenibile di tutte le Alpi.
Nel 1999 nasce il progetto di un “sentiero transalpino”, su iniziativa della Grande Traversée des Alpes, associazione francese specializzata nel turismo escursionistico.
Uno studio di fattibilità finanziato dallo Stato francese permette di verificare la pertinenza del progetto.
Il riscontro ottenuto in ciascuno degli otto Paesi è molto positivo.
Nel 2000 i rappresentanti degli Stati, Regione e Associazioni si costituiscono in un Comitato Internazionale di Pilotaggio (C.I.P.) scegliendo il nome di “VIA ALPINA”.
Il lancio del progetto è programmato per l’estate 2002 in occasione dell’Anno Internazionale delle Montagne.
Nel 2002 La VIA ALPINA adotta la sua carta grafica e un programma di comunicazione pluriennale in occasione dei lavori del Comitato Internazionale di Pilotaggio riunitosi il 21 e 22 marzo a Monaco.
Si sollecitano finanziamenti europei nell’ambito del programma Interreg IIIB.
Dal 21 al 23 giugno, numerose iniziative e manifestazioni segnano il lancio della VIA ALPINA in concomitanza con l’Anno Internazionale delle Montagne. A queste fanno seguito altri eventi nel corso di tutta l’estate.
Suddivisione:
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Italia: 121 tappe
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Austria: 70 tappe
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Svizzera: 54 tappe
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Francia: 40 tappe
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Germania: 30 tappe
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Slovenia: 22 tappe
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Liechtenstein: 3 tappe
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Principato di Monaco: 1 tappa di cui 58 tappe transfrontaliere
Itinerario rosso: 161 tappe. Itinerario di collegamento Trieste – Monaco attraverso gli otto Paesi.
Itinerario viola: 66 tappe. Slovenia, Austria, Germania.
Itinerario giallo: 40 tappe. Italia, Austria, Germania.
Itinerario verde: 13 tappe. Liechtenstein, Svizzera.
Itinerario blu: 61 tappe. Svizzera, Italia, Francia.
L’itinerario della VIA ALPINA è stato creato sulla base di numerosi fattori politici, ambientali e turistici per raggiungere il duplice obiettivo di un “trait d’union” simbolico e di uno strumento pratico di sviluppo:
Un itinerario internazionale:
La VIA ALPINA attraversa otto Paesi: Francia, Principato di Monaco, Italia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia. Il percorso permette di attraversare le frontiere più di 60 volte!
Un itinerario dalla forte identità alpina:
La VIA ALPINA passa nelle vicinanze di siti naturali e culturali tra i più prestigiosi, servendosi degli itinerari alternativi per una ripartizione adeguata della presenza turistica.
I sentieri utilizzati si situano principalmente tra i 1000 e i 3000 m di altitudine, secondo la tipologia dei massicci e delle loro caratteristiche climatiche.
Un itinerario accessibile a tutti:
La VIA ALPINA è, in linea di principio, percorribile dal 1° luglio al 15 settembre – tenendo presente che alcuni tratti meno innevati possono essere percorsi durante un periodo di tempo molto più lungo. La difficoltà del tracciato è ovunque moderata. Evita i passaggi di arrampicata e i ghiacciai. I sentieri sono già esistenti, conosciuti e segnalati. Presenteranno una segnaletica discreta di richiamo della VIA ALPINA.
Un itinerario a dominante culturale:
La VIA ALPINA è anche un percorso che permette di scoprire siti storici, ricchezze architettoniche, musei del patrimonio. La VIA ALPINA favorisce gli incontri con le popolazioni, le loro feste, le loro tradizioni, il loro artigianato e stile di vita. Numerose “città-finestra” si trovano naturalmente sul suo tracciato o nelle vicinanze.
Un itinerario che contribuisce allo sviluppo locale:
La VIA ALPINA è chiaramente un vigoroso incoraggiamento allo sviluppo locale, sia per i privati che per i vari enti locali interessati: 30 Regioni, Cantoni, Länder e più di 200 comuni che possono potenzialmente trarre beneficio dall’aumento o da una migliore ripartizione della presenza turistica. La VIA ALPINA è una vetrina delle regioni alpine sul mercato internazionale. La sua ambizione è quella di diventare un nuovo strumento di lavoro per le guide, gli accompagnatori e per i gestori, che potranno proporre soggiorni e itinerari di scoperta a tutti i livelli partendo dai cinque itinerari descritti. La VIA ALPINA sarà inoltre un laboratorio di idee, pretesto per lo scambio di esperienze tra i professionisti della montagna per stimolare una migliore qualità dell’offerta per gli escursionisti.
Un itinerario che rispetta un ambiente naturale eccezionale:
La VIA ALPINA attraversa 9 parchi nazionali, 17 parchi naturali e 22 riserve naturali. Saranno realizzate proposte di itinerari di scoperta e azioni di sensibilizzazione comuni destinate alla popolazione residente e ai visitatori. I sentieri e le strutture esistenti saranno valorizzati. non saranno creati nuovi sentieri né pesanti infrastrutture.
Un itinerario con un’offerta di servizi adeguata:
Nel corso di ogni tappa giornaliera l’escursionista troverà un punto di ristoro e di alloggio, a intervalli regolari avrà accesso a negozi e servizi e, naturalmente, l’itinerario è ampiamente servito dai trasporti pubblici. I professionisti del settore turistico sono invitati a partecipare a momenti di scambio per rispondere in modo adeguato alle aspettative degli escursionisti.
Un itinerario, vero e proprio “fil rouge”
La VIA ALPINA è un vero e proprio “fil rouge” tra le regioni. Grazie a numerosi collegamenti con altri sentieri alpini, offre inoltre, al di là dei cinque itinerari identificati, svariati punti d’accesso per la scoperta di altri spazi. La VIA ALPINA si pone chiaramente come itinerario per eccellenza di scoperta del patrimonio e non solo come percorso sportivo. Non si rivolge solo agli escursionisti più esperti, ma a un pubblico più vasto, composto anche da famiglie e senior che vogliano esplorare la realtà alpina transfrontaliera in tutta la sua diversità. A loro il piacere di combinare gli itinerari per scoprire ogni anno una nuova regione e poi ripercorrerla attraverso gli itinerari locali!
LINK:
giovedì 20 novembre 2008
I Sentieri Europei

"Attraversare l'Europa...
lontani dai binari ferroviari,
lontani dai caselli autostradali,
lontani dai terminal aeroportuali...
vicini alla storia millenaria ...
dei luoghi
e dei popoli"
(f.s.)
mercoledì 19 novembre 2008
Adagio.it

Preferisci conoscere meglio l'Italia o viaggiare alla scoperta di un Paese lontano? Ecco le nostre proposte per una vacanza indimenticabile
martedì 18 novembre 2008
Cammina, cammina
Che il camminare sia ormai considerata l'unica efficace "medicina" per prevenire un'incedibile varietà di patologie causate dalla nostra epoca è ormai un fatto acclarato; che questa attività sia uno straordinario alimento anche per la mente è altrettanto risaputo.
Nell'inserto "Salute" del 7 giugno, il quotidiano La Repubblica - tra i più autorevoli e diffusi giornali europei - dedica copertina e ampi servizi interni all'escursionismo, proponendolo come eccellente attività, adatta a chiunque, per migliorare il proprio benessere psicofisico.
All'interno di questa rassegna, in un box vengono segnalati la nostra rivista e il nostro portale internet come indispensabili punti di riferimento per chi vuole avvicinarsi a questa attività sportivo-ricreativa all'aria aperta.
Questa attenzione e riconoscimento da parte di un così autorevole organo di comunicazione gratifica l'impegno e la competenza che da sempre mettiamo al servizio dei nostri lettori.
Fonte
lunedì 17 novembre 2008
Il Portale della Montagna

Il Portale della montagna è un punto di partenza per una navigazione sistematica delle numerose voci che Wikipedia dedica al settore dei luoghi, delle attività, dei materiali, dei rifugi, delle persone legate alla montagna e a tutto ciò che si ispira al mondo dell'alpinismo.
Fonte
sabato 15 novembre 2008
Via Alpina

La Via Alpina è un progetto internazionale, volto a creare una serie di itinerari escursionistici che percorrono l'intero arco delle Alpi, attraversando otto paesi d'Europa.
Il progetto, ideato dall'associazione francese Grande Traversée des Alpes, ha avuto il suo varo ufficiale nel 1999. Ad oggi, sono stati tracciati 5 itinerari, per un totale di circa 350 tappe ed oltre 5000 km di sentieri. Gli itinerari, distinti per colore, sono identificati da un apposito segnale riportante il logo di Via Alpina ed il colore dell'itinerario.
In alcuni tratti il percorso si sovrappone a quello di altri sentieri esistenti, quali la Grande Traversata delle Alpi italiana.
...
Fonte
martedì 11 novembre 2008
Grande Traversata delle Alpi


La Grande Traversata delle Alpi (GTA) è un itinerario escursionistico che unisce tutto l'arco alpino occidentale nella Regione Piemonte.
È nato ispirato dall'esperienza francese della Grande Traversèe des Alpes verso la fine degli anni Settanta. Cerca di privilegiare i luoghi meno conosciuti dal turismo di montagna.
Il percorso è suddiviso in tappe della durata da cinque a otto ore di marcia. Solitamente alla fine di ogni tappa vi è una apposita struttura ricettiva (posto tappa GTA), oppure un rifugio.
Il sentiero si snoda dai monti di Domodossola fino alle Alpi liguri per una lunghezza complessiva di circa 1.000 km ed è marcato con un segno a tre bande Rosso-Bianco-Rosso con la scritta gta nel centro. In alcuni tratti, si sovrappone al percorso della Via Alpina.[1]
Il percorso è nato per essere percorso da Sud a Nord[2]; le guide tedesche però descrivono il percorso in senso contrario, da Nord a Sud[2][3][4]. Il tracciato può comunque essere percorso nei due sensi[5].
Il percorso principale, visto nella sua forma originaria da Sud a Nord, ha origine a Viozene, in alta Valle Tanaro. Attraversando il massiccio del Marguareis, si porta a Limonetto in Valle Vermenagna, per proseguire poi verso Entracque in Valle Gesso. Da qui si risale alle pendici del Monte Argentera per discendere poi alle Terme di Valdieri; da qui, passando ai piedi del Monte Malinvern, si giunge a Sant'Anna di Vinadio, nel Vallone di Sant'Anna. Risalito in cresta, il sentiero scende ai Bagni di Vinadio, nel Vallone di San Bernolfo, da dove si prosegue per Sambuco, in Valle Stura. Si passa quindi in Valle Grana per il Colle della Fauniera, arrivando al Santuario di San Magno, e da qui, scavalcando un'altra cresta, in Valle Maira, a Celle di Macra. Si risale la valle portandosi ad Elva e da qui, attraverso il Colle della Bicocca, in Valle Varaita, a Chiesa di Bellino. Scavalcando il Colletto della Battagliola ci si porta nella valle principale, a Pontechianale; si scende alla frazione Castello e si segue per un tratto il percorso del Giro di Viso, portandosi al Rifugio Quintino Sella per poi scendere al Pian del Re e poi al Pian Melzè. Da qui si risale verso il Colle della Gianna per portarsi in Val Pellice al Rifugio Barbara Lowrie[6].
Si supera il Colle Barant e si giunge nella Conca del Pra, al Rifugio Jervis. Si ridiscende a Villanova, per poi risalire ancora verso il Colle Giulian, che porta in Valle Germanasca, a Ghigo di Prali. Risalendo la Valle di Massello si entra nel Vallone dell'Albergian, da dove si scende ad Usseaux in Val Chisone. Da qui si sale verso il gruppo del Monte Orsiera, ed attraversando il parco naturale Orsiera - Rocciavrè si arriva in Valle di Susa, scendendo proprio a Susa. Da Mompantero si risale verso il Colle Croce di Ferro, passando sotto il Rocciamelone, e si arriva nelle Valli di Lanzo. Si segue il torrente Viù fino a Usseglio, poi si risale a nord per superare la cresta ed arrivare a Balme, in Val d'Ala; da qui, sempre a nord, verso Pialpetta, in Val Grande. Si sale al Colle della Crocetta per dirigersi a Ceresole Reale, in Valle dell'Orco. La via si porta a mezza costa in sinistra orografica e discende la valle per un tratto, poi taglia in diagonale per portarsi in Valle Soana, che risale fino a Piamprato, dove svolta ad Est[7].
Passando dalla Val Chiusella, il sentiero raggiunge la Valle d'Aosta, scendendo a Quincinetto (amministrativamente ancora in territorio piemontese). Proseguendo in direzione Est, il percorso raggiunge Oropa; qui piega a nord, raggiungendo Alagna Valsesia, nella valle omonima. Passando ai piedi del Monte Rosa, il sentiero si porta ora a Est; attraversando l'alta Valle Strona si raggiunge la Valle Anzasca: qui, a Molini Calasca ha termine il percorso[2].
Queste sono le tappe del percorso principale della GTA in Provincia di Cuneo[6]:
- Viozene - Rifugio Mongioie - Passo delle Saline - Rifugio Havis De Giorgio
- Rifugio Havis De Giorgio - Porta Sesterna - Rifugio Garelli
- Rifugio Garelli - Passo del Duca - Colle di Tenda - Limonetto
- Limonetto - Passo di Ciotto Mien - Palanfrè
- Palanfrè - Colle della Garbella - Trinità di Entracque
- Trinità di Entracque - Caire della Truccia San Giacomo di Entracque - Rifugio Soria Ellena
- Rifugio Soria Ellena - Colle delle Fenestrelle - Rifugio Genova-Figari
- Rifugio Genova-Figari - Colle del Chiapus - Rifugio Morelli-Buzzi - Terme di Valdieri
- Terme di Valdieri - Pian del Valasco - Rifugio Questa
- Rifugio Questa - Rifugio la Grange - Colle della Lombarda - Sant'Anna di Vinadio
- variante: Rifugio Questa - Rifugio Malinvern - Passo d'Orgials - Sant'Anna di Vinadio
- Sant'Anna di Vinadio - Passo di Bravaria - Bagni di Vinadio
- Bagni di Vinadio - Besmorello - Caserma del Vaccia - Sambuco
- Sambuco - Colle di Valcavera - Colle Fauniera - Santuario di San Magno
- Santuario di San Magno - Monte Crosetta - Celle di Macra
- Celle di Macra - Palent
- Palent - Colle Bettone - Elva
- Elva - Colle della Bicocca - Chiesa di Bellino
- Chiesa di Bellino - Colletto della Battagliola - Pontechianale
- Pontechianale - Castello - Passo di San Chiaffredo - Rifugio Quintino Sella
- Rifugio Quintino Sella - Pian del Re - Pian Melzè
- Pian Melzè - Colle della Gianna - Rifugio Barbara Lowrie
Percorso delle Alte Valli [modifica]
Il Percorso delle Alte Valli è una variante del percorso principale della GTA che permette di andare dai Bagni di Vinadio a Chiesa di Bellino passando per la parte più alta delle valli Stura, Maira e Varaita[8]. Le tappe sono:
- Bagni di Vinadio - San Bernolfo - Passo di Laroussa - Rifugio Migliorero
- Rifugio Migliorero - Passo di Rostagno - Rifugio Zanotti - Passo Sottano di Scolettas - Prati del Vallone
- Prati del Vallone - Colle di Stau - Colletto dei Becchi Rossi - Pontebernardo
- Pontebernardo - Passo di Rocca Brancia - Passo della Gardetta - Chialvetta
- Chialvetta - Colle d'Enchiausa - Sorgenti del Maira - Chiappera
- Chiappera - Colle di Bellino - Chiesa di Bellino
Giro del Monviso [modifica]
Il percorso della GTA in Provincia di Cuneo prevede anche una variante dedicata a compiere il periplo del Monviso, in maniera analoga al classico Giro di Viso[9]. Le tappe sono:
- Pontechianale - Colle del Rastel - Chianale
- Chianale - Passo della Losetta - Rifugio Vallanta
- Rifugio Vallanta - Passo di Vallanta - Rifugio Viso - Colle delle Traversette - Pian del Re - Pian Melzè
- Pian Melzè - Pian del Re - Rifugio Quintino Sella
- Rifugio Quintino Sella - Passo di San Chiaffredo - Castello - Pontechianale
Posti tappa GTA [modifica]
I posti tappa GTA sono strutture ricettive specifiche per gli utenti del percorso. Si suddividono in due categorie: strutture gestite, e strutture non gestite.
Nel primo caso, si tratta di strutture ricettive già esistenti (alberghi, rifugi escursionistici e simili), che offrono pasti a prezzo convenzionato. Nel secondo caso, si tratta di strutture simili ad un bivacco, con un locale cucina in cui è possibile prepararsi autonomamente e consumare i pasti. In entrambi i casi, è possibile il pernottamento; le strutture sono pensate per soste di 1 o al massimo 2 giorni[5].
Nei posti tappa vigono norme di comportamento analoghe a quelle dei rifugi del C.A.I.: ad esempio, si deve osservare il silenzio dalle 22 alle 6, ed in caso di strutture non gestite l'escursionista dovrà provvedere a pulire i locali e rifare i letti prima di lasciare il posto tappa[5][2].
Se si è una comitiva numerosa, è consigliato contattare in anticipo i gestori o i responsabili dei posti tappa per informare delle proprie intenzioni ed eventualmente provvedere alla prenotazione[5].
Fontelunedì 10 novembre 2008
Sentiero Italia

Il percorso, suddiviso in 368 tappe, parte da Trieste e attraversando l'intero arco alpino, tutta la catena appenninica, la Sicilia e la Sardegna arriva a Santa Teresa di Gallura utilizzando lunghi tratti di preesistenti itinerari quali la piemontese GTA, la ligure AVML e la toscana GEA.
La sua realizzazione, ancora in parte incompiuta, è relativamente recente. L'idea originale nasce nel 1983 da un gruppo di escursionisti riunitisi in un'associazione omonima e, con la collaborazione del CAI, vede la luce nel 1995 nell'ambito della prima edizione del CamminaItalia quando un gruppo di escursionisti partì dalla cittadina sarda e coprì l'intero percorso in otto mesi. La performance è stata ripetuta nel 1999, questa volta con la collaborazione dell'Associazione Nazionale Alpini.
Ultimamente l'evoluzione del progetto è notevolmente rallentata e anche se è stata uniformata la segnaletica, con un segnavia rosso-bianco-rosso con la scritta S.I. in nero, molte tappe sono rimaste solo un segno sulla carta.
venerdì 7 novembre 2008
Alta Via dei Monti Liguri

L'Alta Via dei Monti Liguri (AVML o più semplicemente Alta Via) è un itinerario escursionistico lungo circa 442 km che si sviluppa sullo spartiacque delimitante il versante costiero ligure.
Nasce ufficialmente nel 1983 da un progetto congiunto del Centro Studi Unioncamere Liguri, del Club Alpino Italiano e della Federazione Italiana Escursionismo. L'Alta Via è tutelata dalla Legge Regionale 25 gennaio 1993, n. 5 che ne ha affidato la gestione ad una associazione omonima appositamente costitutita[1].
Il suo percorso è suddiviso in 44 tappe di diversa lunghezza e difficoltà ed è segnalato con un segnavia rosso-bianco-rosso con la scritta AV nella parte bianca. Il terminale occidentale è posto a Ventimiglia, al confine con la Francia, mentre il terminale orientale si trova a Ceparana, nella piana di Sarzana, al confine con la Toscana.
Il sentiero attraversa il Parco naturale regionale del Beigua, il Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo e il Parco naturale regionale dell'Aveto. Il punto di massima quota toccato dall'Alta Via è il Monte Saccarello (2201 m s.l.m.).
L'Alta Via è percorribile interamente a piedi e per lunghi tratti a cavallo ed in mountain bike. Alcune delle tappe o parti di esse sono percorribili in auto e moto su strada asfaltata o sterrata.
Le tappe:
numero | percorso | km | quota massima in m s.l.m. |
---|---|---|---|
1 | Ventimiglia - La Colla | 10 | 510 - Monte Baraccone |
2 | La Colla - Colla Sgora | 9 | 1063 - Colla Sgora |
3 | Colla Sgora - Colla Scarassan | 12,2 | 1587 - Testa d'Alpe |
4 | Colla Scarassan - Sella d'Agnaira | 13 | 1909 - Passo della Valletta |
5 | Sella d'Agnaira - Sella della Valletta | 15 | 2201 - Monte Saccarello |
6 | Sella della Valletta - Colle San Bernardo di Mendatica | 10 | 2085 - Monte Cimonasso |
7 | Colle San Bernardo di Mendatica - Colle di Nava | 10,5 | 1356 - Poggio dei Preti |
8 | Colle di Nava - Passo di Pralè | 6 | 1258 - Passo di Pralè |
9 | Passo di Pralè - Colle San Bartolomeo d'Ormea | 8,8 | 1739 - Monte Armetta |
10 | Colle San Bartolomeo d'Ormea - Colla San Bernardo di Garessio | 13,5 | 1708 - Monte Galero |
11 | Colla San Bernardo di Garessio - Colle Scravaion | 9,4 | 1084 - Bric Schenasso |
12 | Colle Scravaion - Giogo di Toirano | 5,7 | 971 - Sella nord Monte Sebanco |
13 | Giogo di Toirano - Giogo di Giustenice | 7 | 1389 - Monte Carmo |
14 | Giogo di Giustenice - Colle del Melogno | 9 | 1335 - Bric dell'Agnellino |
15 | Colle del Melogno - Colle San Giacomo | 15 | 1028 - Colle del Melogno |
16 | Colle San Giacomo - Colle di Cadibona | 13 | 821 - Monte Baraccone |
17 | Colle di Cadibona - Le Meugge | 11,4 | 720 - Le Meugge |
18 | Le Meugge - Colle del Giovo | 11,7 | 883 - Bric Sportiole |
19 | Colle del Giovo - Prà Riondo | 13 | 1287 - Monte Beigua |
20 | Pra Riondo - Passo del Faiallo | 8,8 | 1145 - Cima Frattin |
21 | Passo del Faiallo - Passo del Turchino | 8,8 | 1061 - Passo del Faiallo |
22 | Passo del Turchino - Colla di Praglia | 11,5 | 960 - Colle sud Monte Foscallo |
23 | Colla di Praglia - Passo della Bocchetta | 13 | 1065 - Sella nord Monte Taccone |
24 | Passo della Bocchetta - Passo dei Giovi | 6 | 785 - Pian di Reste |
25 | Passo dei Giovi - Crocetta d'Orero | 7,4 | 680 - Sella sud Monte Vittoria |
26 | Crocetta d'Orero - Colle di Creto | 7,8 | 795 - Sella sud Monte Carossino |
27 | Colle di Creto - Passo della Scoffera | 14 | 978 - Passo del Fuoco |
28 | Passo della Scoffera - Sella della Giassina | 8,2 | 1080 - Valico Monte Lavagnola |
29 | Sella della Giassina - Barbagelata | 6,5 | 1120 - Barbagelata |
30 | Barbagelata - Passo di Ventarola | 9,2 | 1120 - Barbagelata |
31 | Passo di Ventarola - Passo della Forcella | 9,7 | 1345 - Monte Ramaceto |
32 | Passo della Forcella - Passo delle Lame | 7,2 | 1300 - Passo delle Lame |
33 | Passo delle Lame - Passo della Spingarda | 7,6 | 1701 - Monte Aiona |
34 | Passo della Spingarda - Passo del Bocco | 13,8 | 1623 - Sella del Monte Nero |
35 | Passo del Bocco - Colla Craiolo | 9 | 1404 - Monte Zatta |
36 | Colla Craiolo - Passo di Centocroci | 16 | 1177 - Monte Ventarola |
37 | Passo di Centocroci - Passo della Cappelletta | 5 | 1102 - Passo Scassella |
38 | Passo della Cappelletta - Passo dei Due Santi | 17 | 1583 - Monte Tecchione |
39 | Passo dei Due Santi - Passo Calzavitello | 11,6 | 1583 - Monte Tecchione |
40 | Passo Calzavitello - Passo del Rastello | 5,6 | 1161 - Monte Antessio |
41 | Passo del Rastello - Passo dei Casoni | 10,2 | 1093 - Monte Fiorito |
42 | Passo dei Casoni - Passo Alpicella | 8,6 | 1062 - La Conchetta |
43 | Passo Alpicella - Valico del Solini | 5,4 | 720 - Monte Belvedere |
44 | Valico del Solini - Ceparana | 11,3 | 575 - Valico del Solini |
Esistono alcune varianti al percorso individuato nel 1983, la più importante delle quali è il collegamento diretto tra il Passo della Cappelletta ed il Passo Calzavitello (tappe 38 e 39), percorribile in un'unica tappa.
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
Immanuel Kant
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