sabato 13 marzo 2010

Genova – Vallate e vallette genovesi, camminando o scalando!

Spesso il territorio ligure, ed in particolare quello genovese, viene considerato soltanto per la sua storia marittima dai non conoscitori. Non di rado si avvertono frasi sconcertanti nel popolo non di “nicchia”; «Le montagne a Genova? Non esistono»… Fortunatamente, per chi ama le vette ed il cosiddetto “verde”, il 100% del suolo della Superba è costituito da cime rigogliose che si tuffano in mare. La striscetta di terreno tra le afferenti pendici ed i flutti contraddistingue la parte urbanizzata, caratterizzata da approdi e moli.
Sarebbe fin troppo semplice rivangare la storia dei navigli in rapporto a quella del primo entroterra. Autorevoli studi relativi sono stati effettuati nelle ultime quattro decadi da illustri studiosi come la professoressa Colette Dufour Bozzo, in parallelo a molte altre prestigiose voci.
Escursionisti ed alpinisti che si muovono in Provincia, dal canto loro, ricercano soprattutto al di là della linea dello spartiacque un territorio di gioco per la loro grande passione. In un certo senso sono loro stessi i continuatori di questo strano pensiero. I fruitori del territorio prediligono le undici principali vallate genovesi e specificatamente le valli Petronio, Graveglia, Fontanabuona, Sturla, Aveto, Trebbia, Bisagno, Polcevera, Scrivia, Stura ed Orba. Osservando questo spaccato geografico si può affermare che il popolo delle vette, salvo nella frequentazione dei gruppi liguri quali il Beigua, difficilmente focalizzi la propria attenzione sui crinali litoranei.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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