venerdì 27 aprile 2018

'Climbing Iran', Nasim sfida Teheran: "Seguo solo le regole della natura"


Al Trento Film Festival, in programma fino al 6 maggio, arriva Nasim Eshqi, giovane scalatrice che sfide le rigide regole imposte alle donne: "Ci metto tutta me stessa, ho rinunciato al resto: ho lasciato il lavoro e iniziato a viaggiare per migliorare la mia tecnica. Nessuno l'ha mai fatto in Iran". E ora si gira un film, di una regista italiana, sulla sua storia

Quando il suo corpo è addosso alla parete di una montagna, nel sollevare una gamba e puntare il piede sulla roccia o nell’aggrappare la mano sbiancata dal magnesio su una presa, facendo forza sui muscoli delle spalle, Nasim non pensa che nel suo Paese, l’Iran, “lo sport è considerato una perdita di tempo. Lo puoi fare da bambino, ma a un certo punto devi smettere e sposarti”. In realtà, nei suoi trentasei anni non lo ha mai pensato, perché se lo avesse fatto non sarebbe mai diventata la free climber più forte di tutte, l’unica donna ad aver aperto nuove vie sulle montagne dell’Iran. Per arrivare a questo però, ha prima dovuto superare la montagna immateriale, ma pesantissima, fatta dalle regole, gli obblighi e i pregiudizi del suo Paese. Quelle imposizioni che la vorrebbero con il capo coperto, un lavoro “normale”, un marito e che, al massimo, le concederebbero qualche ora a settimana in una palestra, negli orari riservati solo alle donne.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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