sabato 21 aprile 2018

I VILLAGGI DI PIETRA

Lascia la strada segui la traccia...il percorso dei “Villaggi di Pietra” rispecchia perfettamente lo spirito libero che ha portato alla creazione de “Gli Orsi”. Nel progettare questa nuova gara, infatti, gli organizzatori hanno seguito una traccia che li ha condotti fra borghi abbandonati, vecchi mulini e perdute campagne, ormai completamente riconquistati dal bosco.

Casoni 2

La parte centrale del tracciato dei “Villaggi di Pietra” attraversa una delle valli più selvagge e incontaminate dell'Appennino piemontese: la Valle dei Campassi, una gola profonda 700 m ai piedi del versante settentrionale del Monte Antola. Qui il tempo si è fermato al primo dopoguerra, ma la memoria dell’uomo è rimasta impressa nei segni che esso ha lasciato nel paesaggio: campi (“le fasce”), boschi da frutto (castagneti), case, mulattiere, muretti a secco, ponti, fontane, cimiteri, cappelle, mulini. Questi elementi del paesaggio costituivano “lo spazio vitale di un villaggio ed erano quasi sempre connessi a esperienze umane fatte di fatiche e privazioni. E’ giusto scordarsene? No. Non fosse altro che per la loro toccante bellezza e per l’ammirevole scienza creativa. Nessuna di queste opere ha mai richiesto l’intervento di un architetto o ha causato danni all’ambiente. Furono il frutto di un linguaggio e di tecniche codificate nei secoli, mai trascritte in un manuale, ma tramandate di bocca in bocca, di gesto in gesto. Farle rivivere sarebbe un sogno, ricordarle è un atto dovuto” 1, 2. Da qui la scelta di questo nuovo percorso di gara.

Dalla sella Est dell’Antola, seguendo il segnavia CAI 245, si prosegue verso la Sella Banchiera (1.274 m s.l.m.), punto panoramico sull’Alta Val Borbera e importante crocevia della Valle dei Campassi, dalla quale si giunge, dopo una lunga discesa, all’abitato di Campassi, attraversando un bellissimo bosco di faggio. Questo tratto del percorso segue l’antica mulattiera che in passato era utilizzata dai valligiani per salire alle pendici del Monte Antola per effettuare le fienagioni 3.
Da Campassi, frazione nota per l’Abbazia di San Giacomo contenente antichi affreschi risalenti al 1700 3, 4, si scende repentinamente tra piante di nocciolo e faggio verso il fondovalle, dove scorre il Rio Campassi. Uno sguardo veloce consente di osservare lungo il percorso i resti di antichi muretti a secco, ora ricoperti di muschio e molto suggestivi. Lungo questo rio, dalle acque particolarmente limpide e dalla vegetazione spondale molto rigogliosa, si trovano ancora due mulini abbandonati: il Mulino dei Gatti e il Mulino Gelato, che una volta funzionavano a pieno regime sfruttando le abbondanti acque che scendevano dal Monte Antola.

Continua qui 

Le Porte di Pietra

Nessun commento:

Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

Lettori fissi

Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.

Epicuro

Archivio blog