martedì 12 gennaio 2021

UNA FORESTA (GESTITA) PER IL MASSICCIO DELL'ANTOLA

Un ambiente silvo-pastorale di stampo appenninico, con una impronta mediterraneo montana. Sono queste le caratteristiche della Zona Speciale di Conservazione "Massiccio dell'Antola, Monte Carmo e Monte Legna" che vede, finalmente, l'approvazione del Piano Forestale Aziendale che contribuirà alla tutela di habitat  e specie.


La caratteristica che rende peculiare, in ambito piemontese, la Zona Speciale di Cosnservazione (ZSC) "Massiccio dell'Antola, Monte Carmo e Monte Legna" è quella di rappresentare un esempio di ambiente silvo-pastorale di stampo appenninico con impronta mediterraneo montana.

Nel complesso lo stato di conservazione degli habitat forestali della ZSC è buono e caratterizzato da una dinamica naturale di ricolonizzazione di ambienti aperti a causa dell'abbandono delle tradizionali attività silvo-pastorali, minacciando la conservazione degli habitat di prateria e prato pascolo di interesse comunitario. Nel contesto paesaggistico, storico e di elevato valore per la biodiversità, i vecchi castagni da frutto, distribuiti in patches o "tessere ambientali" (superfici che differiscono dalle superfici vicine) nei pressi delle frazioni, rappresentano una specificità gestionale in quanto in gran parte versano in avanzato stato di abbandono colturale. Queste formazioni, in condizioni idonee, rappresentano l'habitat di coleotteri saproxilici di interesse comunitario e conservazionistico, quali per esempio Osmoderma eremita (specie "prioritaria" cioè che richiede una protezione rigorosa oltre alla designazione di zone speciali di conservazione). All'opposto, pur in un quadro evolutivo non rapido, dopo oltre 50 anni di abbandono della gestione, si assiste all'arricchimento delle faggete con specie mesofile e alla ricostituzione dell'originaria fascia di transizione della cerro-faggeta, localmente mista con carpino nero; anche negli orno-ostrieti si assiste ad un arricchimento in aceri e querce ed all'invasione di numerose specie dei castagneti da frutto non più coltivati, parallelamente al deperimento della specie.

L'approvazione del Piano Forestale Aziendale (PFA)

Sulla base di questi presupposti il 10 novembre scorso, la Giunta regionale ha approvato il PFA del sito "Massiccio dell'Antola, Monte Carmo e Monte Legna" - redatto nell'ambito del progetto P.A.N.T.A. (Pianificazione Aree Naturali in Territorio Appenninico) e finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 - che si pone come obiettivi strategici il miglioramento compositivo e strutturale delle faggete, con finalità di conservazione e recupero dell'habitat, garantendo il favorevole stato di conservazione dei gruppi faunistici ad essi associati quali la chirotterofauna e i coleotteri saproxilici, puntando alla disetaneizzazione e all'arricchimento della biomassa; la rivitalizzazione e conservazione di patches di vecchi castagni da frutto e valorizzazione della castanicoltura dove ancora praticabile, anche a fini di tutela della biodiversità, paesaggistici, turistici e didattici; la diversificazione dei prodotti forestali utilizzabili; la conservazione, ricostituzione e recupero funzionale di habitat non forestali di interesse comunitario in un'ottica di gestione silvo-pastorale (praterie, prato pascoli, prati da sfalcio).

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