I partecipanti non sono fuori di testa - ma spesso nemmeno superatleti -, però accettano di partire dal Marocco per una settimana infernale in autosufficienza per 250 chilometri
La Marahton des Sables è tante cose. È fatica, è coraggio, è tanto caldo, è sudore, è rischio, è adrenalina. A ogni edizione, però, i partecipanti di una delle corse più estreme del pianeta continuano ad aumentare, così come la popolarità che la circonda. È vero che il mondo delle maratone più esotiche e faticose è in espansione, ma sorge spontanea la domanda che interroga su cosa possa spingere queste persone a imbarcarsi in simili imprese. A maggior ragione quando arrivano notizie come quella del 50enne francese che è morto nella seconda tappa di questa edizione.
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