sabato 24 febbraio 2018

"Dopo la morte di Marta, ho percorso 4mila km a piedi per salvarmi la vita e ridarle un senso, aiutando gli altri"

Christian Cappello ha perso la compagna e il figlio. Il suo viaggio per raccogliere fondi a favore della ricerca contro la fibrosi cistica racconta una rinascita


Il Natale del 2015 doveva essere per Marta Lazzarin e Christian Cappello l'ultimo da trascorrere in due. Dopo 15 anni insieme, durante i quali hanno fondato un blog di viaggi, lei era incinta del loro primogenito. Marta e Christian non erano soliti scambiarsi regali tradizionali sotto l'albero, ma delle donazioni, a nome dell'uno e dell'altro. In quell'anno, senza mettersi d'accordo, scelsero la stessa onlus, che raccoglieva fondi per la ricerca contro la fibrosi cistica. Pensarono allora di girare l'Italia, raccontando il loro viaggio per far conoscere le malattie rare.

Pochi giorni dopo, però, Marta si è spenta in un letto d'ospedale e con lei se n'è andato anche il figlio. Il 2 aprile 2016 sarebbe dovuto nascere Leonardo. Dalla loro morte, sino a quel giorno, Christian ha trascorso il tempo a piangere, a isolarsi e a pensare persino al suicidio, ma in quella stessa data ha deciso di segnare la sua rinascita: ha intrapreso un viaggio a piedi in giro per l'Italia, per visitare di persona i ventisette centri di ricerca sulla fibrosi cistica, far conoscere la malattia e raccogliere fondi a favore della causa. Ha deciso di farlo "sia per realizzare il volere di Marta, sia per salvarmi la vita, per ridarle un senso, aiutando gli altri".

Lo ha raccontato in prima persona nel libro "Andare avanti", edito Mondadori. Un diario di viaggio atipico, in cui il racconto si mescola allo sfogo, al bisogno di ricordare e, appunto, andare avanti. Il resoconto di un cammino per ridare senso alla propria vita, attraverso la solidarietà, donata e soprattutto forse ricevuta.

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