sabato 13 ottobre 2018

Lola scala El Capitan: impresa dell'alpinista bergamasca, paralizzata dopo una caduta

Eleonora “Lola” Delnevo: "La sconfitta non mi ha tolto i sogni"


Bergamo, 13 ottobre 2018 - La sconfitta non le aveva tolto la voglia di lottare e ora il suo sogno è diventato realtà. Eleonora “Lola” Delnevo è riuscita a scalare la difficile via chiamata Zodiac sul monolito di granito di El Capitan (2.307 metri con una parete verticale di circa 1.000 metri su cui sono state aperte 70 vie) nella Yosemite Valley, il tempio dell’arrampicata in California. Di per sé sarebbe una bella impresa per qualsiasi scalatore, figuriamoci per chi come Lola non può più contare sull’aiuto delle gambe dopo un incidente. L’alpinista bergamasca di 37 anni ha risalito nei giorni scorsi i 550 metri di lavagna verticale, una delle pareti più ambite da molti alpinisti, solo con la forza delle braccia, assistita dagli amici climber e “angeli custodi” Mauro Gibellini, Diego Pezzoli e Antonio Pozzi. Sono stati necessari tre giorni e mezzo trascorsi in parete per superare tutte le difficoltà. E anche scendere lungo il sentiero per tornare alla base della montagna non è stato semplice. Lola ha però potuto sempre contare su un team molto affiatato. Le loro lucine durante queste notti trascorse in parete hanno tenuto con il fiato sospeso tutti quelli che stavano seguendo la difficile salita di Lola. Eleonora ci aveva già provato nell’ottobre 2016 con Diego Pezzoli e Angelo Angelilli, ma in quell’occasione il terzetto era stato costretto ad abbandonare il tentativo. «La sconfitta è solo un buon motivo per tornare a sognare», aveva commentato dopo quella rinuncia. «Durante l’ultimo tentativo su Zodiac ci sono stati degli intoppi perché non è così semplice organizzare una scalata del genere per me – commenta l’alpinista –. Ci sono stati problemi con le carrucole».

La coraggiosa ragazza bergamasca ha sempre avuto un legame specialecon la montagna, l’alpinismo e l’alta quota. Ha scalato sulle Alpi diverse vie di roccia e di ghiaccio. Poi il 19 marzo del 2015 mentre era impegnata insieme a una cordata in Val Daone, in Trentino, su una cascata di ghiaccio un pezzo della parete si è staccato, trascinando tutti per una trentina di metri. La diagnosi per Eleonora è stata subito chiara: lesione completa del midollo spinale. In quel momento ha capito che non avrebbe più potuto camminare. «Dopo l'incidente non è stato semplice – ricorda –. Ma ho capito che avrei potuto vivere ugualmente una nuova vita fatta di tante emozioni. Bisognava solo organizzarsi bene. Non ho mai pensato che fosse finita. Non ho mai pianto e da quel momento ho iniziato a preparare nuove avventure».

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

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