Nel luglio 2019 una ordinanza dei Comuni di Chamonix e Saint-Gervais aveva riaperto la diatriba mai risolta in merito alla paternità della vetta del Monte Bianco. Da un lato l’Italia che riconosce la cima come italo-francese in virtù del passaggio di uno storico confine. Dall’altro la Francia che la ritiene totalmente propria. L’ordinanza d’oltralpe vietava nello specifico l’atterraggio di parapendii sulla vetta del Monte Bianco per un perimetro di 600 metri, inglobando anche il territorio che teoricamente dovrebbe essere italiano.
Ennesima situazione incresciosa di fronte alla quale il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, aveva depositato alla Camera, nell’agosto 2019, una interrogazione urgente rivolta al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per conoscere quali iniziative intendessero intraprendere per “supportare le istituzioni territoriali coinvolte nella gestione dei problemi amministrativi ed economici relativi alle attività turistiche, sportive ed alpinistiche che si svolgono in quelle zone nevralgiche per l’accesso al massiccio e alla vetta del Monte Bianco”. E in sintesi “giungere alla definitiva risoluzione di un contenzioso diplomatico che si trascina ormai da oltre 70 anni”.
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