lunedì 21 giugno 2021

Cinque cammini da fare in una settimana (o meno)

Come si sceglie un trekking o un cammino? Nella decisione pesano l’ispirazione e il nome (un Santo, una via di pellegrinaggio, il periplo di una montagna famosa), i monumenti e i panorami lungo il percorso, i dislivelli da affrontare, l’impegno fisico complessivo e delle singole tappe. Inevitabilmente, però, hanno il loro peso anche delle considerazioni pratiche. La stagione, ovviamente, ma anche la distanza da casa, il prezzo delle sistemazioni per la notte, la comodità dell’accesso. 

Per la maggioranza dei camminatori, ovviamente, conta anche la durata del percorso. La Francigena e il Cammino di Santiago, che richiedono più di un mese, hanno bisogno di un periodo di vacanza speciale, oppure possono essere seguiti solo in parte. Molti percorsi dell’Appennino e delle Alpi, dalla Via di Francesco fino al Giro del Monte Bianco e alle Alte Vie numero 1 e 2 delle Dolomiti, richiedono circa due settimane. 

Per migliaia di escursionisti, però, la durata ideale di un viaggio a piedi è di una settimana o anche meno. E’ questo motivo, oltre al fascino dei luoghi attraversati, ad aver fatto della Via degli Dei, che collega Bologna con Firenze, uno dei cammini più frequentati d’Italia. Considerazioni analoghe, oltre alla solitudine dei luoghi attraversati, hanno fatto diventare famoso il Cammino dei Briganti, sul confine tra la Marsica e il Reatino. 

Le nostre cinque proposte, a quote diverse e con impegno e difficoltà variabili, hanno in comune la durata. In sette od otto giorni si arriva in zona, si completa il percorso e si torna a casa. Pronti per un altro cammino, ovviamente. 

La Via Priula 

(Lombardia, 4-5 giorni, 80 chilometri)

Questo percorso, spesso indicato come Strada di San Marco, collega Chiavenna, ai piedi del Passo dello Spluga, con l’alta Val Brembana. Si pernotta in alberghi, b&b e rifugi. Si tratta di un percorso sistemato nel Cinquecento, che consentiva di spostarsi tra Bergamo e le sue valli, che appartenevano alla Repubblica di Venezia, e il cantone svizzero dei Grigioni senza entrare nei possedimenti di Milano e della Spagna. L’itinerario tocca Novate e Mezzola e il suo lago, la bassa Valtellina e Morbegno. Da qui una lunga salita conduce ad Albaredo per San Marco e ai 1982 metri del Passo di San Marco, sullo spartiacque delle Alpi Orobie. Dalla storica Ca’ di San Marco, un rifugio con secoli di storia alle spalle, si scende verso Averara. Sul percorso sono fortificazioni di varie epoche, strade lastricate, borghi e castelli. Di grande fascino, a Sacco, l’affresco dell’Homo Selvadego, lo “Yeti della Valtellina”. 

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

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