Di solito non associamo il meraviglioso tè cinese a sensazioni di adrenalina o paura della morte. A meno che non stiamo pensando al tè che potremmo bere su una delle vetta del monte Hua Shan. Questo monte è infatti caratterizzato da una rete di sentieri estremamente ripidi e pericolosi che uniscono tra loro cinque cime sacre, ciascuna delle quali ospita una casa del tè sospesa nel vuoto.
Ognuno di questi punti rappresenta il petalo di un fiore (da cui il
nome Huashan, Fiore di montagna). Ma per scalare queste vette è
necessaria molta costanza e coraggio. Parti del
percorso sono composte da assi di legno ancorate a pareti verticali,
altre da momenti di arrampicata, altre ancora sono scalinate scavate
nella roccia.
Il Monte Hua Shan è uno dei cinque Monti Sacri della Cina e, per secoli, è stato il rifugio di eremiti e monaci buddisti. La leggenda narra che Lao Tze, il fondatore del Taoismo, pronunciò uno dei suoi sermoni su questa montagna. Da allora sono sorti diversi templi taoisti, visitati da migliaia di persone ogni anno, nonostante l'impraticabilità del percorso che porta verso la cima.
La parte più pericolosa del percorso è considerata la Changong Zhandao, una trave lunga circa quattro metri e larga 30 centimetri che attraversa un abisso verticale.
Continua qui
mercoledì 31 gennaio 2018
Domenica 11 febbraio: Genova - Bogliasco
Lunghezza dell’itinerario: km 13 circa
Dislivello: 100 m circa
Una camminata litoranea a tratti sulla spiaggia, lungo un percorso a riva del mare del levante Genovese.
Il primo incontro del percorso sarà il borgo marinaro di Boccadasse, si prosegue atteaverso Creuza ad Albaro e poi verso Quarto ci soffermeremo al suggestivo monumento dedicato alla spedizione garibaldina. Più avanti proseguendo sul marciapiede e superando le frazioni litoranee arriveremo a Quinto incastonata tra mare e cielo, poi al fascino del porticciolo di Nervi a seguire la famosa passeggiata Anita Garibaldi, la percorreremo fino in fondo per poi risalire godendoci di un suggestivo sguardo a ponente... da scoprire...
Il nostro cammino proseguirà sulla litoranea fino alla splendida Bogliasco dove ci soffermeremo sulla spiaggia per la sosta pranzo ed un meritato riposo psico fisico!!
per il ritorno troveremo il pullman attenderci in prossimità della stazione di Bogliasco.
Ritrovo a Tortona (AL) Stazione F.S. ore 7,45
Difficoltà: T/E
Continua qui
Dislivello: 100 m circa
Una camminata litoranea a tratti sulla spiaggia, lungo un percorso a riva del mare del levante Genovese.
Il primo incontro del percorso sarà il borgo marinaro di Boccadasse, si prosegue atteaverso Creuza ad Albaro e poi verso Quarto ci soffermeremo al suggestivo monumento dedicato alla spedizione garibaldina. Più avanti proseguendo sul marciapiede e superando le frazioni litoranee arriveremo a Quinto incastonata tra mare e cielo, poi al fascino del porticciolo di Nervi a seguire la famosa passeggiata Anita Garibaldi, la percorreremo fino in fondo per poi risalire godendoci di un suggestivo sguardo a ponente... da scoprire...
Il nostro cammino proseguirà sulla litoranea fino alla splendida Bogliasco dove ci soffermeremo sulla spiaggia per la sosta pranzo ed un meritato riposo psico fisico!!
per il ritorno troveremo il pullman attenderci in prossimità della stazione di Bogliasco.
Ritrovo a Tortona (AL) Stazione F.S. ore 7,45
Difficoltà: T/E
Continua qui
martedì 30 gennaio 2018
Domenica 4 febbraio: Ciaspolata in Valle Urthier (AO)
lunedì 29 gennaio 2018
Sul Nanga Parbat una via che si chiama Mackiewicz-Revol
In questi giorni si è scritta una pagina
importante dell’alpinismo himalayano. Una storia tragica. Un soccorso
titanico. Di uomini senza eguali. Siamo stati in trepidazione, tutti
noi, per le sorti degli alpinisti. Abbiamo gioito quando Elisabeth Revol
è finalmente salita sull’elicottero per essere condotta a Islamabad e
quindi in ospedale. Abbiam tirato, tutti, un sospiro di sollievo:
Elisabeth è salva.
Ma un nodo alla gola spezza la gioia:
lassù a 7.200 metri, forse morto, forse ancora in agonia, c’è Tomek
Mackiewicz. Un duro pure lui. Nel fisico, nella testa. Ma per lui non
c’è stato nulla da fare. Il meteo ci si è messo contro. Quei salvatori
non potevano proprio farcela a salire a quella quota e poi c’era da
portare al campo base la Revol. Una decisione obbligata.
Tomek resterà lì, almeno per il momento. Lì dove l’ha salutato
Elisabeth. Resterà sulla sua montagna, dopo esserci salito finalmente.
Se n’è andato con questo pensiero, forse. Essere salito in cima agli
8.126 metri al settimo tentativo. Se n’è andato pensando alla moglie, ai
suoi tre figli. Alle tante vette raggiunte, ai tanti giorni trascorsi
su quella montagna. Dopo l’evacuazione di Revol, nella tarda mattinata
si è tentato un disperato salvataggio. O meglio: cercare di allertarlo.
Facendo partire un elicottero che visionasse lì a quella quota. È stato
risposto di no, troppo pericoloso con quel meteo in arrivo, e i velivoli
non superano i 6.000 metri. Ma Tomek ormai aveva il destino segnato.
Perdere la vista, significa che sei messo male. Forse troppo rischio per
nulla? La macchina dei soccorsi, comunque, pare, sia stata organizzata e
si sia mossa per salvare Revol. Se il meteo reggeva anche oggi, chissà…
Continua qui
domenica 28 gennaio 2018
Le 30 ore che hanno cambiato l’alpinismo: i 4 eroi polacchi e Tomek nel “suo” Nanga
Un giorno incredibile dalla partenza dalla base del K2 fino al
recupero della alpinista francese: una ascesa notturna a -40 gradi, su
una parete durissima e ghiacciata. L’ultimo saluto al polacco Mackiewicz
che resterà per sempre nella “sua” montagna
Sono sull’elicottero. Sono in
viaggio verso la salvezza. Verso un ospedale. La lunga odissea sta
volgendo al termine, dopo le 30 ore che hanno cambiato o riscritto la
storia dell’alpinismo mondiale. Ma la montagna, ancora una volta,
racconta la storia di uomini e di donne.
![]() |
I 4 soccorritori polacchi: Sopra Urubko e Bielecki, sotto (da sx) Botor e Tomala |
Uomini —
La storia di persone vere. “E ugualmente voto dieci su dieci e con Lode
unica e perenne i Signori Denis Urubko, Adam Bielecki, Piotr Tomala e
Jaroslaw Botor, i quali non solo su un certo tipo di alpinismo sono il
meglio al mondo ma anche, con la loro decisione di offrirsi
volontariamente ad andare a soccorrere Tomek ed Elisabeth, hanno
mostrato quello che significa essere uomini veri e non, come disse il
grande Totò, semplici caporali, magari incensati dalla gente. Di loro
conosco solo Denis, uno che se lo metti a leggere il giornale su un
terrazzo d’inverno a Livigno non ti chiede neppure la frontale”, ha
scritto Fabio Palma il presidente dei Ragni di Lecco. Raccontando così
l’epopea di un’impresa eccezionale dal punto di vista alpinistico, ma
appunto anche umano.
K2 — Era appena ieri mattina quando la spedizione polacca lasciava il campo base del K2 per arrivare a quello del Diamir, sul fare della sera pakistana. Denis Urubko e Adam Bielecki e poi i loro compagni Piotr Tomala e Jaroslaw Botor, si sono lanciati ieri notte in una “corsa” in parete per raggiungere infine alle 2 la stremata francese, che ha cercato di scendere nel buio da campo 3 nonostante i gravi congelamenti e gli ultimi giorni e notti passati all’addiaccio a temperature a -40 e oltre. Un’impresa pazzesca perché compiuta di notte, in condizioni proibitive. Appena gli elicotteri si sono allontanati, mentre in alto la Revol consumava gli ultimi impulsi delle batterie per comunicare che, dopo tre giorni senza tregua nella zona della morte e all’addiaccio, stava ancora lottando nonostante la stanchezza, la fame, la sete e i severi congelamenti, Urubko e Bielecki, hanno subito iniziato il pazzesco sforzo sulla via Kinshofer, ripidissima e ghiacciata.
K2 — Era appena ieri mattina quando la spedizione polacca lasciava il campo base del K2 per arrivare a quello del Diamir, sul fare della sera pakistana. Denis Urubko e Adam Bielecki e poi i loro compagni Piotr Tomala e Jaroslaw Botor, si sono lanciati ieri notte in una “corsa” in parete per raggiungere infine alle 2 la stremata francese, che ha cercato di scendere nel buio da campo 3 nonostante i gravi congelamenti e gli ultimi giorni e notti passati all’addiaccio a temperature a -40 e oltre. Un’impresa pazzesca perché compiuta di notte, in condizioni proibitive. Appena gli elicotteri si sono allontanati, mentre in alto la Revol consumava gli ultimi impulsi delle batterie per comunicare che, dopo tre giorni senza tregua nella zona della morte e all’addiaccio, stava ancora lottando nonostante la stanchezza, la fame, la sete e i severi congelamenti, Urubko e Bielecki, hanno subito iniziato il pazzesco sforzo sulla via Kinshofer, ripidissima e ghiacciata.
Hanno superato anche il verticale risalto roccioso che è il punto chiave della “normale”: il Muro Kinshofer. Un passaggio che, non attrezzato, rende tutt’altro che normale questa via. Denis e Adam hanno dovuto piazzare da soli le corde fisse per salire, con l’ansia di fare presto per giungere in tempo da Elisabeth e per portarle i primi aiuti, in attesa delle cure del dottor Botor.
L’addio a Tomek, nella sua montagna
Mackiewicz aveva dedicato tutta la sua passione di alpinista al Nanga Parbat e al suo inverno, che ha sfidato per sette volte.
Continua qui
Come ringrazia la moglie di Tomek
L’hanno raggiunta!
sabato 27 gennaio 2018
Il coraggioso piano di salvataggio: si sale anche di notte!
Continua qui
Nanga Parbat, Revol e Mackiewicz bloccati a 7mila metri. Un messaggio da Elisabeth
I quattro polacchi in salita sul Nanga Parbat!
Video: ecco cosa aspetta Urubko e Bielecki nella notte
Dal Cammino Celeste a quello dei Briganti: ecco l’Italia dei Cammini minori
Non per questo sono meno affascinanti: anzi, confermano quanto l’Italia sia unica per il suo incalcolabile patrimonio di gioielli naturalistici ed architettonici, panorami mozzafiato e luoghi sacri e opere d’arte
CAMMINO CELESTE (Friuli Venezia Giulia)
Il Cammino Celeste è percorribile su tre percorsi differenti: quello italiano ha inizio da Aquileia (quello sloveno da Brezje e quello austriaco da Maria Saar ) e ha per meta il Santuario del Monte Lussari, vicino al valico di Tarvisio, in Friuli, già nel XVI secolo meta di pellegrinaggi dei tre popoli e oggi simbolo di scambio e incontro fra tre diverse culture. Simbolo del cammino è un pesce ricavato dal mosaico che costituisce il pavimento della basilica di Aquileia. La denominazione “Cammino Celeste” è dovuta al fatto che il cammino unisce luoghi di antica devozione mariana. Il percorso italiano segue l’itinerario di antiche vie di pellegrinaggio e si snoda dal mare ai monti, con andamento Sud/Nord, lungo tutto il Friuli a non molta distanza dal confine sloveno. Il primo tratto è di pianura: si attraversano le colline del Collio, salendo poi sulle Prealpi sino alle Alpi Giulie.
Continua qui
venerdì 26 gennaio 2018
Il Parco Capanne di Marcarolo diventa una Zona speciale di conservazione
L'area protetta "premiata" dal Ministero dell'Ambiente per le sue particolari caratteristiche ambientali, con specie uniche e tutelate (farfalle, lupi, rettili e anfibi) e un clima influenzato dal mare.
Per l’area protetta del Parco Capanne di Marcarolo e delle aree limitrofe arriva un importante riconoscimento dal Ministero dell’Ambiente. È stata infatti riconosciuta come Zona Speciale di Conservazione (Zsc) nell’ambito della Rete Natura 2000, lo strumento della Comunità europea per tutelare la biodiversità sul territorio degli Stati membri. La nuova definizione è arrivata grazie al lavoro svolto dal Parco con la redazione dei piani di azione a tutela dei volatili, dei chirotteri e dei lepidotteri, i primi redatti e approvati in Piemonte, e alla messa in pratica delle cosiddette Misure di conservazione Sito specifiche riferite agli habitat acquatici e agli habitat aperti. “A titolo esemplificativo – spiegano dal Parco – nella Zsc “Capanne di Marcarolo” sono stati individuati, a oggi, 27 habitat di interesse comunitario di cui 7 prioritari per la conservazione, 19 specie di chirotteri tra le quali 5 incluse nella Direttiva Habitat, il lupo, di interesse conservazionistico prioritario, e poi ancora più di venti specie tra rettili, anfibi, pesci, crostacei e invertebrati di interesse comunitario e conservazionistico”.
Continua qui
Grazie ai funghi rinasce il sentiero dei Laghi del Gorzente
giovedì 25 gennaio 2018
Come proteggersi in caso di valanga secondo il Soccorso Alpino e il Cai
Imparare a riconoscere gli strati della neve, a leggere i bollettini, a
preparare lo zaino prima di una gita. Ma soprattutto ad utilizzare
artva, pala e sonda, i dispositivi di autosoccorso che in caso di
valanga permettono la ricerca immediata dei compagni travolti,
aumentando radicalmente le possibilità di sopravvivenza. A Sansicario e
in 50 località italiane oggi i volontari del Soccorso Alpino e gli
istruttori del Cai hanno spiegato agli appassionati di freeride,
scialpinismo, escursionismo e ciaspolate, come si evitano gli incidenti
in montagna, nella tradizionale giornata di prevenzione “Sicuri con la
neve”.
Continua qui (video)
Continua qui (video)
mercoledì 24 gennaio 2018
Roccaforte Ligure > Bivacco del Monte Poggio - Difficoltà E - Ore 1:20
Piacevole escursione poco impegnativa nell’unico bivacco della Val Borbera.
Il segnavia è il 260
Lasciata l’automobile sul piazzale nei pressi del pannello informativo escursionistico, si prende la strada che porta al cimitero. Una volta arrivati davanti al cimitero si comincia a salire sulla sinistra.
Nel percorso incontriamo prevalentemente roverelle.
Continua qui
martedì 23 gennaio 2018
venerdì 19 gennaio 2018
Via del Sale, o Via del Mare, da Varzi a Portofino
La Via del Sale, o Via del Mare, è un trekking con alle spalle un passato importante. Il sale era un bene preziosissimo utile per la conservazione dei cibi; per questo motivo veniva trasportato dal mare oltre le montagne, fino alle zone più interne della pianura padana. La Via del Sale ripercorre quindi parte del tratto storicamente utilizzato dai mercanti, un sentiero antico di secoli.
La Via del Sale che andiamo a percorrere è quella che da Varzi va a Portofino, ma che può giungere anche a Sori, Recco, Camogli e Santa Margherita Ligure. La Via del Sale non è infatti un percorso con un inizio e una fine precisi.
- É lunga 85km
- Ha un dislivello in salita di 3.580m e in discesa di 4.000m
- Da Varzi a Portofino sono necessari almeno 4 giorni di cammino
- La segnaletica è ottima, composta sia da indicazioni CAI / FIE che da cartellonistica dedicata
- Il tragitto è ben curato e pulito
La via del sale non è un trekking adatto a tutti. La presenza di forti dislivelli e la scarsità di strutture e punti di ristoro lungo il percorso, ci fanno valutare il trekking come livello E, cioè Escursionistico.
Continua qui
giovedì 18 gennaio 2018
mercoledì 17 gennaio 2018
lunedì 15 gennaio 2018
Torino, bloccata da Facebook la mamma che sui social faceva "rivivere" il figlio morto in montagna
Cristina Giordana aveva anche
discusso la tesi del suo Luca pochi giorni dopo l'incidente. "Quella
pagina era la mia isola, un piccolo rifugio senza pretese"
di ERICA DI BLASI
Luca Borgoni è morto e sua
madre non potrà più scrivere su Facebook a nome suo. Poco importa che le
fosse di sollievo, che per lei fosse un modo per farlo in qualche modo
rivivere. Facebook l'ha "bloccata" e ha trasformato il profilo di Luca,
il ragazzo torinese di 22 anni morto
scivolando sul Cervino l'8 luglio dell'anno scorso, in una pagina
commemorativa, aggiungendo un fiore blu di cui Cristina Giordana, la
madre, non sapeva nulla. Già subito dopo la tragedia Cristina aveva
fatto di tutto per "tenere vivo" il suo Luca: il 21 luglio, a meno di
due settimane dall'incidente era andata lei, all'università, a discutere la tesi di laurea in biologia che il ragazzo aveva ormai concluso, mentre in ottobre era toccato agli amici di Luca "accompagnarlo" in vetta al Dhaulagiri,
portando una sua foto sulla cima della montagna nepalese, la settima
più alta del mondo, che il giovane alpinista aveva sempre sognato di
scalare.
Poi Facebook. Sul profilo di Luca, rimasto ovviamente aperto, la mamma di Luca aveva ricominciato l'attività, rispondendo a nome suo agli amici e postando foto e messaggi. Ieri la doccia fredda, dopo la segnalazione di qualcuno: la comunicazione è arrivata a firma di un certo Matteo, niente cognome. Poche righe per sottolineare, oltre alle condoglianze, che il regolamento va rispettato: "Mi unisco al dolore tuo e dei tuoi cari. Speriamo che le persone che amano Luca troveranno conforto nel visitare il suo profilo per ricordare lui e la sua vita". Ma per la mamma di Luca è stato un dolore non da poco. Quei post erano, spiega, "un modo per farlo vivere ancora e per tenermi in contatto con i suoi amici". La sua storia aveva commosso tutto il web. Ora quella piccola possibilità che la donna aveva per far sì che Luca non era fosse solo "una memoria, ma una parte di me", è sfumata.
Poi Facebook. Sul profilo di Luca, rimasto ovviamente aperto, la mamma di Luca aveva ricominciato l'attività, rispondendo a nome suo agli amici e postando foto e messaggi. Ieri la doccia fredda, dopo la segnalazione di qualcuno: la comunicazione è arrivata a firma di un certo Matteo, niente cognome. Poche righe per sottolineare, oltre alle condoglianze, che il regolamento va rispettato: "Mi unisco al dolore tuo e dei tuoi cari. Speriamo che le persone che amano Luca troveranno conforto nel visitare il suo profilo per ricordare lui e la sua vita". Ma per la mamma di Luca è stato un dolore non da poco. Quei post erano, spiega, "un modo per farlo vivere ancora e per tenermi in contatto con i suoi amici". La sua storia aveva commosso tutto il web. Ora quella piccola possibilità che la donna aveva per far sì che Luca non era fosse solo "una memoria, ma una parte di me", è sfumata.
Continua qui
Tragica gita in montagna: precipita appena raggiunta la cima

VERONA - Fine settimana con decine di incidenti in montagna a Nordest e 2 vittime dopo quella sul Pasubio di ieri, sabato 13. Una donna è morta oggi, domenica 14, cadendo dalla vetta del monte Plische nel gruppo del Carega al confine tra le province di Verona e Vicenza. L'allarme è stato lanciato da un suo compagno di gita che l'ha vista scivolare nel vuoto appena raggiunta la cima del monte, nei pressi della croce che la contraddistingue (vedi foto).
A raggiungere la donna, per primi, gli uomini del soccorso alpino e quindi i sanitari che non hanno potuto che constatare il decesso. Non si conosce ancora l'identità della vittima
Continua qui
Montagna tragica a NordEst, seconda vittima in poche ore: escursionista scivola e muore in un canalone sul Carega. Molti interventi per il Soccorso alpino
Montagna, una donna è morta in Trentino. Diversi incidenti
giovedì 11 gennaio 2018
Colonia Capanne di Cosola (AL) - Rifugio delle 4 province
Risalendo in auto la Val Borbera sulla SP140, superato l’abitato di Cabella Ligure, il paesaggio si fa sempre più incontaminato. In un attimo ti trovi dalla pianura alla montagna, da una regione all’altra, da un clima all’altro. Le montagne cadono a strapiombo sulla strada, che continua a salire fiancheggiando sul lato opposto il torrente, fino al paese di Cosola, incastonato tra le pendici dei monti Ebro e Cavalmurone. Oltre Cosola, la salita diventa ancora più ripida e abbiamo davvero la sensazione di dirigerci verso una destinazione montana, tanto è lungo e tortuoso il percorso per arrivare al valico di Capanne di Cosola, a circa 1.500 metri di altitudine.
Continua qui
Dove e Chi Siamo
martedì 9 gennaio 2018
Domenica 14 gennaio: Anello di Celle Ligure (SV)
lunedì 8 gennaio 2018
Domenica 14 gennaio: il bric delle forche da Varazze (SV)
Lunghezza dell’itinerario: km 12 circa
dislivello: 452 m
Ritrovo a Tortona Stazione F.S.
Difficoltà: E
PARTENZA ALLE ORE 7.45 DALLA STAZIONE F.S. DI TORTONA (AL)
Stupendo e interessante percorso che ci porta a conoscere il paesaggio alle spalle di Varazze. Boschi di castagno, macchia mediterranea e panorami unici sull’Isola di Bergeggi e il promontorio di Portofino. Scorci incantevoli che ci accompagneranno pian, piano sul pianoro in cui è stato costruito il santuario Croce di Castagnabuona.
Il percorso inizia in via san Francesco, a sinistra del torrente Teiro, con segnavia triangolo rosso pieno. Si risale a lungo la strada asfaltata fino alla frazione di Cantalupo e poi alla Crocetta. Si prosegue per sterrato e sentiero, in gran parte nel bosco, raggiungendo con qualche saliscendi la cima del Bric delle Forche su cui si trova una bella cappella dedicata a San Giovanni Bosco.
Continua qui
domenica 7 gennaio 2018
venerdì 5 gennaio 2018
A.A.A. cercansi guardie per il Parco, tanta passione e zero retribuzione
La Spezia - Pochissimi e quasi tutti cacciatori. Il Parco di Montemarcello Magra Vara ha la necessità di ampliare il risicato drappello delle guardie volontarie: rimaste solo in 9,
su un territorio vastissimo, in cui risultano autorizzati a cacciare
quasi 300 selettori. Le guardie del Parco dovrebbero svolgere un ruolo
fondamentale, di salvaguardia e di tutela. Praticamente non ce ne sono. Il Parco corre ai ripari. Lo fa con un avviso pubblico, una selezione di interessati a partecipare al corso, grazie al quale si potrà rivestire l’incarico, che purtroppo non prevede benefici economici, e richiede – per contro – impegno e fatica.
Così prevede la legge, quella del 2004, sul servizio di vigilanza volontaria. Il corpo dei “guardia parco”, riveste un «ruolo strategico nell’ambito dei compiti istituzionali dell’ente, e risponde ad esigenze della collettività, relative alla legittimità, alla sicurezza, alla prevenzione e al monitoraggio del territorio». La figura riveste funzioni di polizia amministrativa.
Si tratta di pubblici ufficiali, quando sono in servizio, e hanno il compito di far osservare i regolamenti e le norme di comportamento. Devono fornire informazioni, concorrere alla protezione dell’ambiente, ma anche all’accertamento delle violazioni e ai comportamenti scorretti, applicando sanzioni amministrative pecuniarie.
Devono inoltre promuovere l’educazione ambientale, in collaborazione con il Parco, e vigilare sulle azioni di controllo faunistico, vale a dire sulle battute di quel tipo particolare di caccia che va sotto il nome di “selezione”, ma differisce di poco da quella normale. Semplicemente, a sparare sono i cacciatori che rientrano nell’elenco dei selettori.
La guardia del Parco collabora anche nelle operazioni di soccorso, in caso di calamità, e svolge servizio d’ordine, sul territorio. Deve quindi «possedere l’idoneità fisica allo svolgimento della funzione, essere predisposto al contatto umano e mantenere una condotta esemplare». Di norma, le guardie del Parco «escono in coppia, e devono garantire la loro disponibilità per una media di almeno dieci ore mensili».
Continua qui
Così prevede la legge, quella del 2004, sul servizio di vigilanza volontaria. Il corpo dei “guardia parco”, riveste un «ruolo strategico nell’ambito dei compiti istituzionali dell’ente, e risponde ad esigenze della collettività, relative alla legittimità, alla sicurezza, alla prevenzione e al monitoraggio del territorio». La figura riveste funzioni di polizia amministrativa.
Si tratta di pubblici ufficiali, quando sono in servizio, e hanno il compito di far osservare i regolamenti e le norme di comportamento. Devono fornire informazioni, concorrere alla protezione dell’ambiente, ma anche all’accertamento delle violazioni e ai comportamenti scorretti, applicando sanzioni amministrative pecuniarie.
Devono inoltre promuovere l’educazione ambientale, in collaborazione con il Parco, e vigilare sulle azioni di controllo faunistico, vale a dire sulle battute di quel tipo particolare di caccia che va sotto il nome di “selezione”, ma differisce di poco da quella normale. Semplicemente, a sparare sono i cacciatori che rientrano nell’elenco dei selettori.
La guardia del Parco collabora anche nelle operazioni di soccorso, in caso di calamità, e svolge servizio d’ordine, sul territorio. Deve quindi «possedere l’idoneità fisica allo svolgimento della funzione, essere predisposto al contatto umano e mantenere una condotta esemplare». Di norma, le guardie del Parco «escono in coppia, e devono garantire la loro disponibilità per una media di almeno dieci ore mensili».
Continua qui
Iscriviti a:
Post (Atom)
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
Immanuel Kant
Lettori fissi
Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.
Epicuro
Epicuro
Archivio blog
-
▼
2018
(254)
-
▼
gennaio
(22)
- Hua Shan: il sentiero più pericoloso al mondo
- Domenica 11 febbraio: Genova - Bogliasco
- Domenica 4 febbraio: Ciaspolata in Valle Urthier (AO)
- Sul Nanga Parbat una via che si chiama Mackiewicz-...
- Le 30 ore che hanno cambiato l’alpinismo: i 4 eroi...
- L’addio a Tomek, nella sua montagna
- Il coraggioso piano di salvataggio: si sale anche ...
- Dal Cammino Celeste a quello dei Briganti: ecco l’...
- Il Parco Capanne di Marcarolo diventa una Zona spe...
- Come proteggersi in caso di valanga secondo il Soc...
- Roccaforte Ligure > Bivacco del Monte Poggio - Dif...
- Domenica 28 gennaio: ANELLO DI BOGLIASCO MONTE S. ...
- Via del Sale, o Via del Mare, da Varzi a Portofino
- Camminare: 6 benefici per la salute
- Domenica 21 gennaio In Cammino con la Befana
- Torino, bloccata da Facebook la mamma che sui soci...
- Tragica gita in montagna: precipita appena raggiun...
- Colonia Capanne di Cosola (AL) - Rifugio delle 4 p...
- Domenica 14 gennaio: Anello di Celle Ligure (SV)
- Domenica 14 gennaio: il bric delle forche da Varaz...
- Programma 2018 gruppo micologico vogherese
- A.A.A. cercansi guardie per il Parco, tanta passio...
-
▼
gennaio
(22)
