I ghiacciai, lo sappiano bene, si trovano in uno stato di crescente sofferenza, in ogni angolo del mondo. Sì, a volte si possono trovare delle eccezioni, i cosiddetti ghiacciai “anomali”, che sembrano resistere al cambiamento climatico, come nel caso dei piccoli ghiacciai delle Alpi Giulie o alcuni ghiacciai del Karakorum, ma in linea di massima la situazione non è delle migliori e il futuro è ben altro che roseo. E se, come noi, avete mai pensato che forse i ghiacciai più alti del Pianeta se la possano cavare meglio di quelli che si sviluppano a quote inferiori, sappiate che non è così. Uno studio di recente pubblicazione su Nature Portfolio Journal Climate and Atmospheric Research, focalizzato sul ghiacciaio più elevato della montagna più elevata del mondo – l’Everest – dimostra che lo scioglimento stia accelerando vertiginosamente anche a 8000 metri di quota.
“Si sa poco dei ghiacciai al di sopra dei 5000 metri – si legge nell’abstract del paper “Mt. Everest’s highest glacier is a sentinel for accelerating ice loss” – . Qui dimostriamo, sulla base del carotaggio più in quota mai realizzato e dei dati forniti dalle più alte stazioni meteo automatizzate al mondo (posizionate a 7945 m al Colle Sud e a 8430 m nella zona del the Balcony, ndr) il ruolo significativo di scioglimento e sublimazione nel processo di perdita di massa persino sul ghiacciaio più alto dell’Everest, il ghiacciaio del Colle Sud (8020 m).”
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