giovedì 8 aprile 2010

Domenica 11 aprile: Arenzano, Sentiero dell'ingegnere

Il sentiero curato dal CAI di Arenzano e contrassegnato da una I rossa su campo bianco, inizia nei pressi di una fonte in località Campo; l’autopulman, però, non potendo raggiungere il posto di partenza perché la strada è troppo stretta, ci lascia nelle vicinanze del deposito coop e perciò il percorso originale dell’anello (km 8,300) sarà aumentato di km 2,400 (da percorrere su strada asfaltata).
Subito il sentiero sale ripido (si consiglia andatura lenta) in ambiente tipico di macchia con presenza di pino nero, ginestre, cisto ed erica: a circa 20 minuti di cammino in località Ciazubellu, si svolta a destra lasciando il segnavia “stella bianca” che conduce al Monte Argentea.
Si entra nella Valle del Lerone, il percorso diventa più dolce ed il paesaggio più selvaggio con presenza di aspre rocce e vegetazione sempre più costituita da pino nero che trova spazio per vivere anche in questi luoghi così ostili: superato il rio l’Erbin, si raggiunge, dopo aver percorso circa tre chilometri, il rio Giasse delle Vacche (punto panoramico).
Il territorio è molto ricco d’acqua con numerosi sorgenti e rii che scendono dall’Argentea: prestare quindi particolare attenzione nell’attraversamento di questi rigagnoli.
Arrivati a metà percorso (km 4,700 - ore 2) attraversiamo il rio Cu du Mundu: possiamo qui osservare una ricca vegetazione caratterizzata da specie mesofile quali, ad esempio, frassino ed ontano a testimonianza delle diverse condizioni climatiche anche in breve spazio.
Poco oltre un altro punto panoramico le “Pose du Campanin” (presenza di una comoda panchina dove ci si può anche riposare un poco) il sentiero inizia a scendere: incontreremo ben presto delle pareti rocciose dove è praticata arrampicata sportiva e numerosi laghetti lungo il rio Negrone. Seguendo il corso del rio dopo circa 6,5 chilometri raggiungiamo il “Ponte Negrone”, costruzione di interesse storico nei pressi del quale confluiscono il rio Negrone e il rio Leone dando origine al torrente Lerone: qui finisce anche il segnavia I rosso su campo bianco che abbiamo seguito sino ad ora.
Sul ponte termina il sentiero naturalistico (segnavia C1 su campo bianco/rosso) proveniente da Motta e tracciato a seguito di un progetto di educazione ambientale realizzato nelle scuole di Arenzano e Cogoleto: sarà sempre interessante osservare la cartellonistica qui esposta che descrive l’ambiente.

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Fonte: Gruppo Micologico Voghera

martedì 6 aprile 2010

Anello della Val Gargassa

Tipologia itinerario: escursionismo
Area geografica: Appennino Ligure
Valle: Valle Del Rio Gargassa
Guida di riferimento:
Luogo di partenza: Campo sportivo di Rossiglione
ROSSIGLIONE (MT. 320 S.l.m.) – ROCCE NERE (MT. 563 S.l.m.) – ROSSIGLIONE - Anello della Val Gargassa

Difficoltà: EM
Tempo di percorrenza in salita: ore 2,30 circa
Segnavia F.I.E.: due X gialle – cerchio barrato giallo – rombo pieno giallo
Dislivello: MT. 240

Accesso stradale: all’ uscita autostradale di Masone, lungo l’ A26 Voltri Santià, si prende a sinistra seguendo le indicazioni per Campoligure e poi Rossiglione; si seguono poi le indicazioni per Tiglieto, e dopo circa 2 km. si devia a sinistra per una strada sterrata che conduce al campo sportivo, dove è possibile posteggiare l’ auto sull’ ampio piazzale.

Sviluppo dell’ itinerario: si costeggia dapprima il campo sportivo (segnavia due X gialle) e successivamente il lato sinistro orografico del Rio Gargassa, superando alcuni ponticelli in legno (in corso di rifacimento) e brevi passaggi su roccia che richiedono attenzione; arrivati in un tratto particolarmente incassato del rio ci si porta sul lato destro orografico e, seguendo sempre il sentiero, si arriva in breve, attraversando nuovamente il greto del rio, ad un’ ampia zona prativa, caratterizzata dai resti di alcuni ruderi, posta in sponda sinistra e denominata Case Veirera.
Si passa ora a seguire il segnavia cerchio giallo barrato, e si arriva dopo pochi metri ad un ponte con assito in legno che attraversa il Rio Gargassa, conducendo dapprima ad un folto bosco di faggi e poi in un bel castagneto. Si sale quindi lungo una stretta mulattiera giungendo ad un colletto posto sul crinale tra la Val Gargassa e la Valle Stura; si prosegue per breve tratto lungo il sentiero indicato con il segnavia cerchio giallo pieno e dopo poche centinaia di metri si prende a sinistra il sentiero contrassegnato con un rombo pieno giallo, che riconduce nella vallata del Rio Gargassa, dove si incontra un paesaggio improvvisamente brullo, quasi privo di vegetazione, e caratterizzato da conglomerato di colore prevalentemente nero; si arriva quindi alla parte più alta del percorso proposto denominata Rocce Nere, e da qui, in discesa, si raggiungono alcune case isolate. A questo punto si prende una strada sterrata in direzione opposta alle case e dopo poche decine di metri una stradina sulla sinistra, priva di segnavia, che si inoltra in un fitto castagneto, sbucando in alcuni prati dove sorgono due case isolate. Si segue ora una ampia strada sterrata che dopo alcuni tornanti ed un guado sul Rio Gargassa, conduce all’ innesto con la strada Provinciale per Tiglieto; salendo per circa 1 km. si arriva alla deviazione del campo sportivo dove ha avuto inizio l’ itinerario.

Fonte

venerdì 2 aprile 2010

Domenica 11 aprile: Il giro degli Essicatoi dalla Val Borbera alla Valle Spinti


La valle Spinti, posta fra le più note val Borbera e val Vobbia, offre percorsi in grado di porre il turista a contatto con elementi naturalistici, storici e culturali di indiscutibile pregio. Nonostante essa sia facilmente raggiungibile in auto da Arquata Scrivia, esiste un’antica strada, oggi itinerario escursionistico di modesta difficoltà, che collega il comune di Borghetto Borbera con quello di Grondona, in valle Spinti appunto, attraversando un territorio su cui si alternano aspetti naturalistici, storia locale ed architettura religiosa e rurale.

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Fonte: La Pietra Verde

martedì 30 marzo 2010

venerdì 26 marzo 2010

Domenica 28 marzo: monte Terso (Pv)

Come previsto, la gita programmata per il 21-3 viene riproposta Domenica 28-3 con le stesse modalità divulgate in precedenza. Ci limitiamo a rammentare gli orari di ritrovo e partenza, ricordate il passaggio all’ora legale!

Voghera (retro caserma Vigili Urbani) : ritrovo 8h45, partenza 9h00

Tortona (P.zza Milano) : ritrovo 8h30, partenza 8h45


Ad oggi le previsioni per Sabato e Domenica sono infatti incoraggianti, con temperature previste attorno ai 15°C.
Sicuramente troveremo ancora fango sul percorso ma almeno il tempo dovrebbe essere favorevole.

martedì 23 marzo 2010

Domenica 28 marzo: Antico Acquedotto di Genova

L'Acquedotto storico di Genova è un'antica struttura architettonica idrica situata nella Val Bisagno.
Il primo acquedotto genovese di cui esiste testimonianza è l'acquedotto romano, edificato intorno al 200 a.c per soddisfare il fabbisogno idrico giornaliero della città di Genova, in quanto le sorgenti cittadine e le cisterne per la raccolta delle acque piovane difettavano per portata e continuità di flusso.
I fattori che contribuirono a prediligere la Val Bisagno furono la relativa vicinanza alla città e la maggiore disponibilità idrica dovuta all'intensa piovosità della zona. Il tracciato dell'acquedotto si sviluppava sulla sponda destra del Bisagno ed era situato ad un livello più basso rispetto all'acquedotto medioevale.
Intorno all'anno Mille l'acquedotto romano venne abbandonato perché, a causa dell'espandersi della città sulle colline prospicienti il porto, emerse la necessità di costruirne un altro, a quota più alta, in modo da sfruttare anche alcuni salti lungo il percorso per azionare mulini e opifici. Fu quindi realizzato nell'XI secolo l'acquedotto medioevale che subì, nel corso del XIV secolo una serie di ampliamenti resi necessari dalla maggior portata richiesta dall'immissione di nuove sorgenti.
Nonostante questi interventi persisteva il problema della penuria di acqua in città quindi, dopo anni di malcontento e minaccia di sommosse da parte del popolo, nel 1622 venne approvato il progetto di ampliamento che portò, in tre anni, alla costruzione di un percorso lungo 14.892 metri.
Oggi l'acquedotto si configura come un percorso pedonale fuori e dentro le mura della città di circa ventotto chilometri.
L'escursione si sviluppa sull'attuale tracciato dell'acquedotto secondo le seguenti tappe: Ponte di Cavassolo - Rio Torbido - Ponte Sifone Rio Geirato - Molini Trensasco - Ponte Canale Rio Cicala - Ponte Sifone Veilino a Staglieno - Piazza Manin.
Percorso privo di segnaletica, in alcuni tratti scivoloso se bagnato e senza lastre di copertura sopra l'acquedotto.
Si invitano i partecipanti a rispettare l'ambiente, a mantenere un atteggiamento corretto, responsabile e a regolare la propria andatura con quella del capogruppo onde evitare spiacevoli dispersioni; il percorso è semplice ma vi sono numerose deviazioni in salita ed in discesa che si devono trascurare. Si chiede quindi di seguire la guida, ascoltarla rispettando il programma senza mai allontanarsi o avventurarsi in deviazioni di percorso.

Ritrovo e partenza: ore 07,30 presso Gruppo Micologico, ex Caserma di Cavalleria (entrata da Via Kennedy)

Accesso: raggiungibile con pullman (minimo 35 partecipanti)

Tempo di percorrenza (soste escluse): 7 ore circa

Dislivello: Percorso pianeggiante tranne due modesti saliscendi

Difficoltà: E (escursionista)

Pranzo: al sacco

Attrezzatura consigliata: Abbigliamento e calzature da escursione

Fonte: Gruppo Micologico Voghera

lunedì 22 marzo 2010

Domenica 28 marzo: “Il Sentiero di Frate Ave Maria”

In collaborazione con: CAI sezione di Voghera – Comuni di Val di Nizza e Ponte Nizza (PV)

Itinerario adottato per le stagioni 2010-2013 da: Gruppo Escursionistico Cime Tempestose Circolo Arci Il Quartiere – Mondial Assistance Group –

Associazione Culturale Amici di Poggio Ferrato – Ugo e i suoi amici.


Escursione dall’Eremo di Sant’Alberto - Castello di Oramala – Varzi

Lunghezza del percorso km 12

Ritrovo ore 9,00 Eremo di Sant’Alberto, arrivo al castello di Oramala verso le ore 12,30 per un piccolo rinfresco e proseguimento per il paese di Varzi.

Dopo le abbondanti nevicate e piogge il primo tratto del sentiero potrebbe subire alcune varianti percorrendo alcuni tratti di strada asfaltata.

L’escursione è di sola andata, al paese di Varzi ci attenderanno alcune vetture che riporteranno all’Eremo di Sant’Alberto i partecipanti.

A tutti i partecipanti verranno distribuiti i nuovi pieghevoli con la descrizione del tracciato e il nuovo libretto “I Sentieri di Oramala”.

L’Eremo di Sant’Alberto di Butrio

Immerso nel verde delle colline dell’Oltrepò Pavese, l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio sorge a 682 m s.l.m. L’Eremo ha origini molto antiche e, se l’aspetto esteriore rivela le ristrutturazioni che si sono succedute nel tempo, l’interno invece ci catapulta indietro nel tempo ed è impossibile non sentirsi pervasi da una sensazione di misticità visitando la chiesa. Considerata da molti la perla dell’Oltrepò Pavese, l’Abbazia fu fondata nell’XI secolo sui ruderi di una fortificazione Romana dall’eremita Sant’ Alberto.

Il castello di Oramala

La storia del Castello di Oramala, come forse quella di tutti i castelli, si perde nel passato remoto della storia, quando leggenda e verità si intrecciano in una maglia indistricabile.

Le prime fonti storiche che riportano in toponomastica questo castello risalgono al 1029. Altre fonti lo riportano come possedimento dei marchesi d’Este nel 1157 o del Vescovo di Tortona nel 1161. Ma una data importante per la storia di questo castello fu il 1164 quando Federico Barbarossa riconsegnò ai Malaspina, in particolare a Obizzo I il fortilizio che pare la famiglia stessa avesse eretto già dal X secolo; un castello che nel corso degli anni sarebbe diventato sede di uno dei più potenti marchesati dell’Italia settentrionale. Inizia così una storia ricca di intrecci, incontri e leggende…

Si raccomanda: Scarponcini da trekking, mantellina impermeabile e pranzo al sacco

Info 338.5291405 - www.lapietraverde.info

giovedì 18 marzo 2010

Domenica 21 marzo: OLTREPO’ PAVESE - IL MONTE TERSO E DINTORNI

(San Antonino - Monte Terso - San Rocco - Orridi di Susella -San Antonino)


Dislivello max: 350 m

Ore totali cammino: 5h30

Difficolta': E

Trasferimento : auto propria


Luoghi e orari di partenza:

Voghera (retro caserma Vigili Urbani) : ritrovo 8h45, partenza 9h00

Tortona (P.zza Milano) : ritrovo 8h30, partenza 8h45

Parcheggio della chiesa di San Antonino : ritrovo 9h15, partenza della gita 9h30



Accesso stradale:

Arrivati a Torrazza Coste si raggiunge la piazza del campanile seguendo la segnaletica comunale indicante il centro e si prosegue a sinistra della chiesa; alla sommita’ della salita si gira a destra.
La strada passa a fianco degli Orridi di San Marcellino e si tiene sempre la destra fino a San Antonino, dove lasciamo le auto nel parcheggio a fianco della chiesa.

Descrizione della gita:

Questa escursione prosegue idealmente l’itinerario dei 3 Campanili fatto nel 2009.

Riprendiamo il sentiero dalla Chiesa di San Antonino, il terzo e ultimo campanile, con un percorso che si sviluppa in una zona poco conosciuta ma paesaggisticamente molto bella nella parte alta della Valle del Rile di Retorbido; siamo nelle colline dell’Oltrepo - dove i rilievi sono dolci, ricchi di boschi, campagne coltivate, cascine e piccoli borghi.
Dalla piazza della chiesa saliamo dolcemente godendoci il panorama ed aprendo lo sguardo sulla colline e sulla pianura sottostante.
Nelle belle giornate dai punti in quota come il monte Terso, questo e’ forse il motivo dell’origine di questo nome, si vede all’orizzonte tutta la catena delle Alpi piemontesi e lombarde.
Intorno riconosciamo il paese di Buscofa’ e la chiesa della Madonna del Monte, sopra Nazzano.
Scendiamo nel paese di Chiusani, dove in Autunno si tiene una rinomata sagra delle castagne.
Infatti risaliamo il versante opposto della valle passando fra i boschi dove ci sono piante secolari che ci confermano l’importanza di questo frutto nella storia e nell’economia locale.
Il punto di arrivo e di sosta pranzo e’ l’Oratorio di San Rocco, un edificio devozionale seicentesco recentemente recuperato.
Riprendiamo il percorso su comoda carrareccia e proseguiamo in costa alle due valli, del Rile e Val Schizzola, osservando sul percorso interessanti fenomeni di erosione della roccia.
Arriviamo a lambire dall’alto gli Orridi di Susella, affacciati sul borgo omonimo.
Il percorso di rientro aggira piu’ in basso il monte Terso, passando attraverso i boschi e si ricongiunge con quello dell’andata appena prima di San Antonino.


Descrizione del percorso:

Dalla chiesa di San Antonino (393 mt) si sale dolcemente su strada bianca e si entra poi nella boscaglia dove la pendenza e’ piu’ decisa.
Proseguiamo poi a sinistra su un tratturo per salire alla sommita’ del Monte Terso (551 mt).
A questo punto e’ passata circa 1h15 dalla partenza.
Scendiamo il versante meridionale passando a fianco dei ruderi di un cascinale (518 mt) fino a deviare a destra sulla strada asfaltata che ci porta a Chiusani (423 mt), dove ricompatteremo il gruppo e faremo una breve sosta.
Attraversato il paese si svolta nuovamente a destra su carrareccia che, passando attraverso prati e castagneti, si trasforma in sentiero e risale il versante opposto della valle.
Arriviamo all’Oratorio di San Rocco (565 mt) dopo circa 2h30 dalla partenza.
Il ritorno avviene su boschivi che lambiscono il Monte Terso.
L’ultimo tratto, attraverso campi e vigneti, si ricongiunge al percorso seguito all’andata.
Ci sono pochi segnavia, poco evidenti e mai costanti e dunque consigliamo tutti di restare sempre in contatto visivo col gruppo.

Nota importante: in caso di maltempo (inteso come pioggia battente già alla partenza), la gita sarà posticipata al giorno 28-3. Purtroppo le previsioni meteo odierne danno pioggia da Sabato Pomeriggio e per tutta la Domenica.
Il percorso è, come in buona parte dell'Oltrepo', argilloso e dunque diventa un pantano dove camminare è oltremodo faticoso, inoltre il punto sosta previsto non da possibilità di riparo.

Info: apptrek@tor.it

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martedì 16 marzo 2010

...nei pressi di Murisasco. (Oltrepò Pavese, Provincia di Pavia)

























Il bel tratturo che sale al Monte Terso (551mt) lascia l'abitato di Murisasco, poco sopra Retorbido, tra dolci colline che si protendono più alte, ammantate di boschetti di castagno e roverelle, tra i pascoli ed il cielo di fine Agosto... (Oltrepò Pavese, Provincia di Pavia)

Fonte

sabato 13 marzo 2010

Genova – Vallate e vallette genovesi, camminando o scalando!

Spesso il territorio ligure, ed in particolare quello genovese, viene considerato soltanto per la sua storia marittima dai non conoscitori. Non di rado si avvertono frasi sconcertanti nel popolo non di “nicchia”; «Le montagne a Genova? Non esistono»… Fortunatamente, per chi ama le vette ed il cosiddetto “verde”, il 100% del suolo della Superba è costituito da cime rigogliose che si tuffano in mare. La striscetta di terreno tra le afferenti pendici ed i flutti contraddistingue la parte urbanizzata, caratterizzata da approdi e moli.
Sarebbe fin troppo semplice rivangare la storia dei navigli in rapporto a quella del primo entroterra. Autorevoli studi relativi sono stati effettuati nelle ultime quattro decadi da illustri studiosi come la professoressa Colette Dufour Bozzo, in parallelo a molte altre prestigiose voci.
Escursionisti ed alpinisti che si muovono in Provincia, dal canto loro, ricercano soprattutto al di là della linea dello spartiacque un territorio di gioco per la loro grande passione. In un certo senso sono loro stessi i continuatori di questo strano pensiero. I fruitori del territorio prediligono le undici principali vallate genovesi e specificatamente le valli Petronio, Graveglia, Fontanabuona, Sturla, Aveto, Trebbia, Bisagno, Polcevera, Scrivia, Stura ed Orba. Osservando questo spaccato geografico si può affermare che il popolo delle vette, salvo nella frequentazione dei gruppi liguri quali il Beigua, difficilmente focalizzi la propria attenzione sui crinali litoranei.

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venerdì 12 marzo 2010

Domenica 14 marzo: Albenga - Santuario Madonna della Guardia - Laigueglia

Escursione molto panoramica con partenza da Albenga da dove, percorrendo il crinale nell'immediato entroterra, si giunge al piccolo e suggestivo borgo di Laigueglia.
L'antica "Albium Ingaunum" vanta il centro storico più suggestivo e meglio conservato della Riviera ligure di ponente, in gran parte ancora circondato da mura. Meriterebbe senz'altro una visita per le sue torri, i palazzi, le basiliche, le chiese ( la principale è la Cattedrale, dedicata a San Michele Arcangelo ) e altre pregevoli architetture di epoca medievale...
Si parte nei pressi della foce del fiume Centa: il sentiero in forte pendenza ci porterà in poco più di un'ora sulla sommità del monte Bignone (mt.526 s.l.m.). Qui faremo una piccola sosta per ammirare la costa del ponente ligure da Capo Lena a Capo S.Croce e a Capo Mele; di fronte a noi l'isola Gallinara, oggi riserva naturale. Il percorso prosegue in quota con un susseguirsi di modesti dislivelli; incroceremo un sentiero che conduce ad Alassio e, circa tre ore dopo la partenza, arriveremo al Santuario della Madonna della Guardia, in cima al monte Tirasso ( mt.584 s.l.m.). Qui sosteremo per il pranzo in un'ampia area attrezzata; in caso di condizioni meteo non favorevoli, potremo usufruire di un locale adibito allo scopo. Ripreso il cammino, un sentiero ripido e scosceso, inframmezzato da qualche tratto di strada asfaltata, e, successivamente, una piccola salita ci condurranno in circa un'ora ai resti di un'antica torre di avvistamento e, quindi, su un ultimo, modesto rilievo (mt.365 s.l.m.), prima di iniziare la discesa verso Laigueglia, bellissimo borgo di mare, dove ci concederemo una sosta..
Compatibilmente con i tempi, quanti vorranno aggiungere altri due chilometri ai 12 percorsi fino ad ora, potranno percorrere il lungomare fino ad Alassio. Per gli altri, il punto di ritrovo sarà nell'ampio parcheggio nei pressi del cimitero.

Ritrovo e partenza: ore 07,00 presso Gruppo Micologico, ex Caserma di Cavalleria, (entrata da Via Kennedy)

Accesso: raggiungibile con pullman (con minimo 35 partecipanti)

Tempo di percorrenza: ore 5,00 circa (soste escluse)

Dislivello complessivo in salita: m. 800

Difficoltà: E

Lunghezza del percorso: km 12

Pranzo: al sacco

Attrezzatura: equipaggiamento normale per escursionismo


Fonte: Gruppo Micologico Voghera


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giovedì 11 marzo 2010

Domenica 14 marzo: L'oasi di Mastarone (Al)

Lunghezza dell’itinerario km 7 circa

Dislivello effettivo m. 280 circa

Ritrovo a Brignano F.ta ore 8,45

Il turista che si trova a percorrere in primavera la provinciale della Val Curone, viene subito accolto dal tenero abbraccio delle sue colline che lo accompagneranno fino alle pendici dell’Appennino. Una variopinta moltitudine di colori, tra i quali spicca il rosa dei peschi in fiore, si fonde con il verde intenso dei prati mentre gli ordinati filari delle vigne che coprono i pendii ci ricordano che i nostri vini sono ormai entrati tra i grandi che fanno onore al Piemonte. Ci troviamo in un territorio che non accontenta solo gli occhi di chi lo attraversa, ma sa anche deliziare i palati più esigenti, terra di ottimi salumi, formaggi, funghi ma soprattutto residenza di “sua maestà” il tartufo, quello bianco e pregiato, tutte specialità che assieme a molte altre si possono gustare nei vari locali di buon livello a prezzi accessibili. L’escursione che proponiamo per domenica 14 marzo all’Oasi di Mastarone (AL) ci conduce in un luogo poco conosciuto, ubicato sopra le colline di Momperone a cavallo tra le valli Curone e Staffora. Mastarone m 458 s.l.m., una villa e una chiesa adagiati in un sito incantevole dove natura e tranquillità si fondono tra loro. Il proprietario di questo luogo, il Dott. Pierangelo Bergaglio ha grandi progetti per questo luogo, infatti Mastarone non è solo un’oasi naturalistica dove poter osservare varie specie di animali, ma un progetto molto più grande e articolato con l’obbiettivo di sviluppare la ricerca scientifica e naturalistica, incrementare il turismo scolastico e quello per adulti e la realizzazione di uno spazio espositivo museale per le attività di educazione ambientale.

Il percorso si svilupperà lungo i sentieri che circondano Mastarone, l’abbondante neve caduta quest’anno forse non permetterà di esplorare la zona più a Nord-Ovest e cioè verso la valle Staffora nella parte lombarda, ma se il tempo sarà clemente percorreremo la parte più a Est nel versante Piemontese.

Fonte

martedì 9 marzo 2010

Alpe di Siusi

...salire verso il cielo non per raggiungere la cima, non per toccare il cielo con un dito , ma per trovarsi di fronte ad un oceano di verde. Sì, un mare a 1850 mt. s.l.m.
L'Alpe di Siusi è l'altopiano più vasto d'Europa. 52 chilometri quadrati sulle Dolomiti, incastonati tra il Sassolungo e la Val Gardena...un paradiso d'estate ed a primavera quando l'Alpe si trasforma in un'immensa distesa fiorita. Per l'assenza dei boschi, in inverno offre discese per tutti i tipi di sciatori.

Fonte

giovedì 4 marzo 2010

Domenica 7 marzo: L'oasi di Mastarone (Al)

Lunghezza dell’itinerario km 9 circa
Dislivello effettivo m. 350 circa
Ritrovo a Brignano Frascata ore 8,45
Ponte Nizza ore 8,45
Spostamento in auto presso la Piazza comunale di Momperone (AL)

Il turista che si trova a percorrere in primavera la provinciale della Val Curone, viene subito accolto dal tenero abbraccio delle sue colline che lo accompagneranno fino alle pendici dell’Appennino. Una variopinta moltitudine di colori, tra i quali spicca il rosa dei peschi in fiore, si fonde con il verde intenso dei prati mentre gli ordinati filari delle vigne che coprono i pendii ci ricordano che i nostri vini sono ormai entrati tra i grandi che fanno onore al Piemonte. Ci troviamo in un territorio che non accontenta solo gli occhi di chi lo attraversa, ma sa anche deliziare i palati più esigenti, terra di ottimi salumi, formaggi, funghi ma soprattutto residenza di “sua maestà” il tartufo, quello bianco e pregiato, tutte specialità che assieme a molte altre si possono gustare nei vari locali di buon livello a prezzi accessibili. L’escursione che proponiamo per domenica 7 marzo all’Oasi di Mastarone (AL) ci conduce in un luogo poco conosciuto, ubicato sopra le colline di Momperone a cavallo tra le valli Curone e Staffora. Mastarone m 458 s.l.m., una villa e una chiesa adagiati in un sito incantevole dove natura e tranquillità si fondono tra loro. Il proprietario di questo luogo, il Dott. Pierangelo Bergaglio ha grandi progetti per questo luogo, infatti Mastarone non è solo un’oasi naturalistica dove poter osservare varie specie di animali, ma un progetto molto più grande e articolato con l’obbiettivo di sviluppare la ricerca scientifica e naturalistica, incrementare il turismo scolastico e quello per adulti e la realizzazione di uno spazio espositivo museale per le attività di educazione ambientale.
Il percorso si svilupperà lungo i sentieri che circondano Mastarone, l’abbondante neve caduta quest’anno forse non permetterà di esplorare la zona più a Nord-Est e cioè verso la valle Staffora nella parte lombarda, ma se il tempo sarà clemente percorreremo la parte più a Ovest nel versante Piemontese.

Info 338.5291405

assopietraverde@yahoo.it

Fonte

martedì 2 marzo 2010

Scarpe e calze, i piedi prima di tutto

Fare trekking può rivelarsi anche molto faticoso,ed uno dei fattori da curare nel dettaglio sono “i piedi“. E’ assurdo pensare di concludere una escursione se si ha male hai piedi, se si hanno scarponi scomodi, se le vesciche ci tormentano; fare trekking deve essere un piacere e non una “via crucis”.Lo scarpone da montagna è la prima attrezzatura da scegliere con cura ed attenzione. Esistono diversi tipi di scarponcini: calzature aperte con suola grip, pedule sportive, scarponi da trekking “leggeri” , scarponi alti da montagna e quelli da ghiaccio. Ovvio che la scelta deve essere relazionata al tipo di “escursione” che volete fare.
L’evoluzione anche in questo settore ha portato l’utilizzo di nuovi materiali (come ad sempio il Gore-Tex) e lo studio continuo ha fatto si che oggi sul mercato si possono trovare calzature adatte ad ogni circostanza.

Ecco alcuni consigli (anche ovvi) per il vostro scarpone:

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Fonte


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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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