giovedì 29 marzo 2018
mercoledì 28 marzo 2018
MONTE DELLE FIGNE
Partiremo
dal paesino di Cravasco nel cuore dell'Appennino tra valli di boschi di
castagni e saliremo in cresta a passare la vetta del monte Taccone sino
al monte delle Figne più a ovest, dove ci fermeremo per il pranzo al
sacco. Al ritorno utilizzeremo un altro sentiero, sempre panoramicissimo
e in cresta, anche questo su ampi spazi prativi e a pascolo aggirando
la prospettiva dei laghi dei Gorzente al limite del Parco delle Capanne
di Marcarolo.
Dislivello: 800 metri circa
Quota massima: 1172 metri
Nota 2: pranzo al sacco.
INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: Roberto 347.4688997 - roberto@prowalking.com
Ritrovo: alle ore 7,00 presso piazzale Lotto a Milano di fronte al Lido. Clicca su Luogo della tabella in basso per vedere la mappa. Se hai necessità di trovare altre soluzioni contattaci che ci accorderemo.
Difficoltà: E, su facile sentiero con un po’ di allenamentoDislivello: 800 metri circa
Quota massima: 1172 metri
Costi: €
20,00 a persona. Il prezzo comprende l'accompagnamento da parte di un
AmM Guide Alpine regolarmente iscritto al Collegio di appartenenza e in
possesso di assicurazione professionale RC. Sono esclusi il pranzo e i
costi di viaggio (i costi di viaggio della guida saranno divisi tra i
partecipanti). Il pagamento si effettua in contanti alla partecipazione.
Nota 1: attrezzatura classica da escursionismo.Nota 2: pranzo al sacco.
Iscrizioni:
ci si prenota attraverso la scheda di iscrizione del sito che ha valore
legale di contratto, la disdetta se data entro i tre giorni precedenti
l'uscita comporta comunque il pagamento dell'intera quota. Il numero
massimo di posti è 15 e l'attività verrà svolta solamente al
raggiungimento del numero minimo di partecipanti. In caso di condizioni
ambientali non consone l'uscita verrà spostata o annullata. ATTENZIONE:
se decidi di iscriverti solo il giorno prima rispetto alla data
dell'uscita, per farlo è necessario telefonare alla guida in quanto non
sarà valida l'iscrizione online.
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"Rifugio Garibaldi Dreisprachenspitze"
Descrizione:
Il Rifugio Garibaldi, nel Parco Nazionale dello Stelvio, è anche detto DREISPRACHENSPITZE, e trae il suo nome dall’omonima rocca su cui è posto (m.2845), sita al Passo Stelvio (m. 2758) in prossimità del confine tra la provincia di Sondrio, quella di Bolzano (un tempo territorio austriaco) e il Canton grigione svizzero. I cippi posti a due metri dal rifugio evidenziano i confini tra la Svizzera, la Lombardia e l'Alto Adige. IDreisprachenspitze tradotto dal tedesco significa “Cima delle tre lingue” e sta a sottolineare il fortuito incontro di ben tre parlate che li si esplica nella mescolanza dell’italiano, del tedesco e del ladino. L’edificio ha l’aspetto di un castello e dalla terrazza si può ammirare in tutta la sua maestosa magia e magnificenza l’Ortles (3905 m.), il Bernina (4049 m.) e le lontane cime della Palla Bianca - Weißkugel (3739 m.) e del Piz Buin (3312 m.) Il Rifugio dispone di camere in stile alpino, servizio bar, ristorante con cucina tipica - per cui si consiglia la prenotazione - e ricovero di biciclette per gli amanti della Mountain Bike. Per gli appassionati della “Grande guerra” è disponibile invece la visione dei reperti, ritrovati nella zona, visibili anche sui diversi camminamenti che dipartono da questo luogo e che - agli occhi di chi ama la natura - paiono il giusto legame fra cielo e terra.Come arrivare:
Dal Passo dello Stelvio s’inerpica un panoramico sentiero, che fa parte della "Via Alpina", percorribile a piedi o in mountain bike, che in pochi minuti porta al Rifugio Garibaldi (2845 m).Continua qui
Il Portale dei Rifugi
GESTORE CERCASI: Il rifugio Nordio Deffar nell’alta Valle di Ugovizza
LA SOCIETA’ ALPINA DELLE GIULIE CERCA UN GESTORE PER LA PROSSIMA RIAPERTURA DEL RIFUGIO F.LLI NORDIO E R. DEFFAR
A due anni dall’incendio che la notte tra l’ 11 e il 12 febbraio 2016 ha seriamente danneggiato il Rifugio F.lli Nordio e Riccardo Deffar a Sella Lom, nell’alta Valle di Ugovizza sono stati completati i lavori relativi alla ricostruzione.
Sono stati in pratica sostituiti tutti i settori di pareti portanti in legno danneggiati dalle fiamme e ricostruito completamente il tetto, ripristinata la coibentazione e la perlinatura in larice esterna. Sono stati ricondizionati gli impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento ed effettuata la bonifica e ritinteggiatura degli ambienti interni danneggiati dall’acqua usata per lo spegnimento.
Sono stati reintegrati gli arredi e le attrezzature andate bruciate.
I lavori sono stati eseguiti dall’impresa CO.GE.P di Tolmezzo.
In vista del completamento di alcune pratiche amministrative ed della riapertura, prevista a giugno, la Società Alpina delle Giulie cerca un gestore qualificato e motivato. A tale proposito si allega il bando per l’affidamento della gestione.
>> Leggi e scarica il bando! <<
Sono richiesti i requisiti personali, morali e professionali per la gestione di un Rifugio Alpino, esperienza nella conduzione ed quindi il possesso dei requisiti previsti dalla normativa per la somministrazione di alimenti e bevande oltre al possesso degli attestati di frequenza a corsi di prevenzione incendi e primo soccorso. I termini per la presentazione delle offerte scadono il 30 aprile p.v.
Il rifugio F.lli Nordio-Riccardo Deffar costituisce un esempio innovativo tra le realizzazioni di montagna destinate a dare ristoro agli escursionisti e concorrerà allo sviluppo economico dell'area.
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martedì 27 marzo 2018
GESTORE CERCASI: il Rifugio Madonna della neve nella incantata Val Biandino
Il Rifugio Madonna della Neve è situato nel centro della Val Biandino, nel comune di Introbio in provincia di Lecco. Meta turistica per eccellenza della Valsassina è il luogo ideale per una vacanza tranquilla immersi nella natura. Il locale ristorante è rustico, le camere, da due, quattro o sei letti a castello, sono riscaldate. D’estate si possono fare magnifiche passeggiate adatte a tutta la famiglia e raggiungere ad esempio il fiabesco e poco lontano Lago di Sasso; d’inverno è la meta perfetta per le ciaspolate e per lo sci alpinismo sul famoso Pizzo dei Tre Signori.
Tutti coloro che sono interessati alla gestione del Rifugio Alpino “Madonna della Neve” sono pregati di far pervenire una richiesta scritta a mezzo RR, compilando il modulo entro il 30 aprile 2018 in busta chiusa al seguente indirizzo:
Parrocchia Sant’Antonio Abate
Casella Postale 62
23815 Introbio LC
oppure inviando il modulo via mail a: introbio@chiesadimilano.it
Gli interessati verranno successivamente contattati per un incontro con alcuni membri del Consiglio Affari Economici. La parrocchia si riserva di valutare ogni singola proposta e di scegliere la soluzione che riterrà più opportuna.
Clicca >> QUI << per il modulo da compilare
Fonte: Comunità Pastorale Madonna della Neve
lunedì 26 marzo 2018
Transappeninica 2018...
La Transappenninica è una prova di montagna un po' particolare,
un'avventura che parte dalle colline del basso Piemonte e arriva al Mar
Ligure attraversando l'Appennino. Se vuoi saperne di più seguici:
speriamo che anche tu sia abbastanza matto da voler partecipare, un
giorno o l'altro!
Si parte! Primo sopralluogo in Appennino. #Transap2018, chi la fa l'aspetti
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L'edizione del 2017
Si parte! Primo sopralluogo in Appennino. #Transap2018, chi la fa l'aspetti
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L'edizione del 2017
Le antiche vie del sale e il borgo collinare di Mornese
Il Borgo collinare di Mornese
Continua la raccolta di articoli realizzati per presentare i 58 comuni facenti parte del GAL Borba. In questo articolo parliamo di MORNESE in provincia di Alessandria. Clicca sul link arancione per scaricare le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba.
Lungo le antiche vie del sale si trova il borgo collinare di Mornese in Val Orba
lungo la via del sale. Una prima documentazione storica risale al 1065
data in cui si attesta la presenza dei monaci di San Siro. Fu luogo e
teatro di scontri tra la famiglia Doria e la Repubblica di Genova e di dispute e dominazioni dei marchesi del Monferrato, degli Sforza e dei Gonzaga. Nel XVII secolo divenne proprietà della famiglia Serra quindi degli Spinola e degli Orsini, potente e famosa famiglia romana ed infine dei Doria.
Fonte immagine: Fotografando |
Per la sua imponenza merita una visita il Castello/Roccaforte
di Mornese, quantomeno dall'esterno, visto che essendo privato non è
aperto al pubblico. Nel 1270 i Rosso della Volta, una delle famiglie
genovesi che partecipano al governo della città, scelgono Mornese per
erigervi un loro castello. La struttura è realizzata sul colle di
Berguato (leggi Borgoalto), che fronteggia quello dell’Abate, è un
castello di una certa consistenza. I Rosso della Volta tengono il
castello fino al 1330, quando ne cedono la proprietà alla famiglia Doria
che dominerà Mornese fino all’estinzione della loro linea maschile nel
1574. Nel 1404 truppe genovesi occupano la fortificazione e la
distruggono, non lasciando altra traccia oltre le muraglie che
oggi racchiudono il giardino intorno alla nuova costruzione.
Costruzione che è il frutto di diversi rimaneggiamenti e che oggi si
presenta in una veste che risale al XVIII secolo.
Da visitare anche la Chiesa parrocchiale dedicata a San Silvestro,
eretta nel XVI secolo ha subito nei secoli modifiche e rimaneggiamenti;
è abbellita da statue di santi sulla facciata ed all’interno da
ammirare è l’altare maggiore in marmo di Carrara, un dipinto del XVII
secolo ed un pulpito in legno del XIX secolo. Nei sotterannei della
Chiesa è allestito un presepe meccanico allestito che ha come sfondo il
paesaggio di Mornese.
Sul piano naturalistico Mornese si trova vicino ai Laghi della Lavagnina nel territorio delle Capanne di Marcarolo,
sono laghi artificiali dell’Appennino ligure che hanno una preziosa
storia poiché nell’Ottocento in questa zona veniva estratto l’oro tanto
che venne costruito uno stabilimento metallurgico per la lavorazione dei
lingotti.
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venerdì 23 marzo 2018
Trekking e raviolata a Rivarossa
In Val Borbera esiste un luogo simbolo: il villaggio abbandonato di
Rivarossa, la frazione più elevata del comune di Borghetto di Borbera.
L'Asd Trekkinginside apre la stagione con un breve trekking
escursionistico e con la raviolata al bivacco di Rivarossa
BORGHETTO BORBERA (AL) - In Val Borbera esiste un luogo simbolo: il villaggio abbandonato di Rivarossa, la frazione più elevata del comune di Borghetto di Borbera.
Domenica 25 marzo l’Asd Trekkinginside apre la stagione con un breve trekking escursionistico di 7,5 km e con la raviolata al Bivacco di Rivarossa. Ritrovo dei partecipanti a Serravalle Scrivia in Piazza Porta Genova alle ore 8.30 e raggiungimento con mezzi propri del luogo di partenza, Pertuso a Cantalupo Ligure.
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BORGHETTO BORBERA (AL) - In Val Borbera esiste un luogo simbolo: il villaggio abbandonato di Rivarossa, la frazione più elevata del comune di Borghetto di Borbera.
Domenica 25 marzo l’Asd Trekkinginside apre la stagione con un breve trekking escursionistico di 7,5 km e con la raviolata al Bivacco di Rivarossa. Ritrovo dei partecipanti a Serravalle Scrivia in Piazza Porta Genova alle ore 8.30 e raggiungimento con mezzi propri del luogo di partenza, Pertuso a Cantalupo Ligure.
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Valanga sul Gran Zebrù, tre alpinisti morti in Alto Adige
Il gruppo di tre austriaci è stato investito dalla slavina nei pressi di Passo Bottiglia. La donna, estratta viva, è morta nel pomeriggio in ospedale
Bolzano, 22 marzo 2018 - Un'altra tragedia in montagna a causa di una valanga. Tre scialpinisti austriaci sono morti oggi in Alto Adige: il gruppo è stato investito dalla slavina stamani sul Gran Zebrù. La massa di neve si è staccata a 3400 metri di quota nei pressi di Passo Bottiglia. Il bilancio della valanga sul Gran Zebrù sale a tre morti. La donna austriaca di 32 anni, trasportata in gravi condizioni all'ospedale di Trento.
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giovedì 22 marzo 2018
La legge non fermerà i soccorsi
![]() |
Migranti a Bardonecchia |
Marco Accossato
Torino
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mercoledì 21 marzo 2018
Strada delle 52 gallerie: tutti i miei consigli
Parliamo di uno dei trekking più belli e panoramici che io abbia mai fatto, la Strada delle 52 gallerie sul monte Pasubio.
Parcheggio a pagamento a Bocchetta Campiglia (6 euro tutto il giorno).
Si arriva al Rifugio Papa in circa 3 ore di cammino e si può scendere dal sentiero degli Scarubbi, un po’ monotono anche se paesaggisticamente molto bello.
Lo scopo della costruzione della “Strada delle gallerie” era quello di consentire il passaggio di uomini in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione climatica, al coperto dalla vista e dalla minaccia del nemico.
La Scarubbi, al contrario, era percorribile anche da autocarri, ma soltanto nella stagione estiva e nelle ore notturne, essendo esposta alla vista degli osservatori austriaci appostati sui monti di fronte.
Dove si trova la Strada delle 52 gallerie
Anche detta Strada della Prima Armata, Valli del Pasubio, Vicenza.Parcheggio a pagamento a Bocchetta Campiglia (6 euro tutto il giorno).
Si arriva al Rifugio Papa in circa 3 ore di cammino e si può scendere dal sentiero degli Scarubbi, un po’ monotono anche se paesaggisticamente molto bello.
Giusto un po’ di storia
La Strada delle 52 gallerie (o Strada della Prima Armata) è una mulattiera militare costruita durante la prima guerra mondiale sul massiccio del Pasubio.Lo scopo della costruzione della “Strada delle gallerie” era quello di consentire il passaggio di uomini in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione climatica, al coperto dalla vista e dalla minaccia del nemico.
La Scarubbi, al contrario, era percorribile anche da autocarri, ma soltanto nella stagione estiva e nelle ore notturne, essendo esposta alla vista degli osservatori austriaci appostati sui monti di fronte.
Furono impiegati inizialmente una ventina di uomini.
Per la costruzione della Strada usarono in prevalenza lavori di mina, realizzati con martelli pneumatici e con esplosivo.
Inutile dire che qui furono svolte numerose battaglie, una leggenda locale dice che ancora si possono trovare resti di ossa umane e reperti di guerra.
Fa uno strano effetto camminare oggi, serenamente, su sentieri che hanno visto il lato peggiore dell’uomo (come quest’altro).
Io mi sono presa l’intera giornata perché non conta solo il livello di allenamento, ho preso il mio tempo per le foto, i video, ma soprattutto per godermi gli scorci panoramici ed i momenti che hanno reso l’escursione un’esperienza indelebile.
Per la costruzione della Strada usarono in prevalenza lavori di mina, realizzati con martelli pneumatici e con esplosivo.
Inutile dire che qui furono svolte numerose battaglie, una leggenda locale dice che ancora si possono trovare resti di ossa umane e reperti di guerra.
Fa uno strano effetto camminare oggi, serenamente, su sentieri che hanno visto il lato peggiore dell’uomo (come quest’altro).
Tempo – Dislivello – Difficoltà
E’ tutto soggettivo.Io mi sono presa l’intera giornata perché non conta solo il livello di allenamento, ho preso il mio tempo per le foto, i video, ma soprattutto per godermi gli scorci panoramici ed i momenti che hanno reso l’escursione un’esperienza indelebile.
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martedì 20 marzo 2018
Soccorre sulle Alpi una migrante incinta, ora rischia 5 anni di carcere
Guida alpina francese colpevole di aver aiutato una donna nigeriana che stava attraversando il confine
Una guida alpina francese rischia cinque anni di carcere per aver soccorso una donna nigeriana, all'ottavo mese di gravidanza, che il 10 marzo stava cercando di attraversare il confine tra Italia e Francia insieme al marito ed ai due figli piccoli. L'uomo è stato indagato dalla magistratura francese per violazione delle leggi sull'immigrazione. A renderlo noto, con un comunicato stampa, un'associazione umanitaria.La guida ha incontrato la donna, il marito e i figli di due e quattro anni in mezzo alla neve, nei pressi del passo del Monginevro, a 1900 metri di altitudine, e li ha caricati in auto per raggiungere l'ospedale alle porte di Briançon, in Francia. Un pattuglia della Gendarmerie ha però bloccato l'auto e ha condotto l'uomo in caserma.
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SantiaGoToRome: è partito nostro il cammino controcorrente
Sara, giovanissima socia del Movimento Lento, è partita oggi da Muxia, sull’Oceano Atlantico. Camminerà per almeno 5 settimane percorrendo “contromano” il Cammino di Santiago. Poserà più di 3000 segnavia adesivi che segneranno la via per Roma, e inviteranno le centinaia di migliaia di viandanti che ogni anno viaggiano verso Santiago a camminare anche in Italia, lungo la Via Francigena.
Il Movimento Lento ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Ulule, per sostenere il progetto e sviluppare un’App che consenta di orientarsi viaggiando verso est attraverso la Spagna e la Francia, fino all’imbocco della Via per Roma.
Puoi seguire il viaggio di Sara sulla pagina facebook SantiaGoToRome.
Leggi i dettagli e sostieni il progetto: la donazione può partire da 5 Euro!
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Camminando in Val Maira
Agenda Slow
sabato 17 marzo 2018
giovedì 15 marzo 2018
Nutrire l'anima, perchè le ricette dei pellegrini sono ancora moderne
Polpette, torte, zuppe, il cibo lontano da derive edonistiche
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L'Ospizio del San Bernardo (Ansa) |
Parlare del cibo, di antiche ricette arrivate ai nostri giorni, lontano dalla deriva edonista che il mangiare ha assunto negli ultimi anni. Il cibo, dunque, come nutrimento del corpo ma anche dell'anima, com'era per i pellegrini, quei viandanti che nei secoli hanno camminato alla ricerca di Dio. Il cibo della sopravvivenza, dunque, semplice nutriente e offerto a chi arrivava da lontano. Ingredienti naturali, energetici, per ricette facili perché il pellegrino non si doveva appesantire ma semplicemente nutrire. E a cucinare questi cibi, il più delle volte, erano i monaci sempre pronti a dare ospitalità a chi percorreva le strade dei pellegrinaggi medioevali più famosi della cristianità, quello verso Gerusalemme , la via Francigena che da Canterbury arriva a Roma e il percorso che, attraverso la Galizia porta a Santiago di Compostela. A raccogliere queste ricette che arrivano direttamente dalle bisacce dei pellegrini, ''profumano di eroismi e sacrifici, di fatica ed entusiasmo, hanno il sapore di terre lontane ma custodiscono anche l'aroma di casa'', è il libro uscito per le edizioni San Paolo, 'Nutrire l'anima', di Andrea Ciucci e Paolo Santor.
Zuppe, polpette, torte rustiche, polenta, stufati ma anche biscotti secchi destinati a durare nel tempo, come la 'galletta dei pellegrini', di cui parla il viaggiatore toscano Leonardo Frescobaldi nel suo 'Viaggio in Terrasanta' del 1385. Un biscotto salato fatto di farina e burro che può durare mesi e accompagnare salumi e formaggi. Quando veniva utilizzato nelle traversate era detto 'biscotto di mare'. E poi la ricetta delle polpette di agnello, le cosiddette 'kibbeh arabe' riportata dallo scrittore francese Pierre Loti, nel suo ''Un viaggio attraverso il Sinai'', da lui mangiate nel monastero-fortezza di Santa Caterina sul monte Sinai. Si passa quindi ai ravioli 'à l'ail des ours', un cibo di confine, il piatto tipico dell'Ospizio del San Bernardo, un edificio massiccio sul valico svizzero, a 2400 metri di altezza, a metà strada tra fortezza, convento e rifugio di montagna, che rappresenta una delle tappe più impegnative del pellegrinaggio lungo la via Francigena. Il luogo è da circa un millennio la sede dei canonici regolari di Sant'Agostino. Il loro compito è accogliere i viandanti.
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VF01 - 10 Passo Gran San Bernardo-Ospizio Gran San Bernardo
mercoledì 14 marzo 2018
Inghiottito da una valanga, la videocamera riprende tutto fino al suo salvataggio. VIDEO
Un video incredibile quello che vi proponiamo quest'oggi anche se risale ad alcuni mesi fa, precisamente a Novembre del 2017. Una disavventura finita bene per un gruppo di sciatori esperti tra cui Mickael Bimboes
protagonista dell'incidente. Durante un fuori pista sulle Alpi francesi
lo sciatore viene travolto da una valanga innescata dal loro passaggio e
la sua videocamera continua a filmare tutto mentre viene inghiottito
dalla neve. Il video e i commenti continuano anche quando Mickael è
completamente sommerso dalla neve.
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Meteo weekend - Ancora piogge e neve in montagna. Aria fredda in arrivo da NE
martedì 13 marzo 2018
lunedì 12 marzo 2018
Aggiornamento gite Pietra Verde
Dopo il rinvio di 3 uscite consecutive causa maltempo, vi aggiorniamo
sulle prossime attività con il nuovo calendario escursioni.
L’uscita tra le valli
Curone e Staffora: IL SENTIERO DEL GIGGIA, è stata posticipata a domenica 8
aprile
L’uscita ANDAR PER
COSTA – LEVANTO MONTEROSSO è posticipata a domenica 6 maggio. Ai soci che si
erano prenotati precedentemente chiediamo cortesemente il rinnovo
dell’iscrizione, inviando come da prassi, nome, cognome, numero di telefono ai
responsabili dell’uscita.
L’uscita LERICI –
BOCCA DI MAGRA, per ora è rinviata a data da destinarsi e vi terremo aggiornati
sulla nuova data.
Cogliamo l’occasione
di informarvi che sul sito www.lapietraverde.org abbiamo inserito la
meravigliosa escursione: IL SENTIERO DEL VIANDANTE-PASQUETTA AL LAGO (LC).
Essendo molto vicino lo svolgimento dell’uscita, consigliamo, per chi fosse
interessato, di prenotarsi il più presto possibile.
Inoltre,
sempre per impraticabilità del percorso, l'uscita di giovedì prossimo viene
rinviata. L'inizio attività del "Camminando tra le Valli" è posticipata a
giovedì 22 marzo con il percorso: L'ANELLO DI MASTARONE. Incontro ore 9.30
presso la Piazza Municipale di Momperone (AL).
Ringraziandovi come
sempre per l’attenzione, auguriamo una buona giornata.
La Pietra
Verde
domenica 11 marzo 2018
Parchi in Liguria, un “tesoro” verde da tre milioni l’anno
Genova - La situazione più curiosa, in un Paese in cui nulla dovrebbe più sorprendere, è che il destino dei parchi liguri è indissolubilmente legato al cattivo comportamento dei Comuni della Liguria.
I finanziamenti che
oggi arrivano agli enti derivano dall’ecotassa, la sanzione che la
Regione incassa, e poi redistribuisce, dai Comuni che non raggiungono
gli obiettivi della differenziata e continuano a conferire massicce
quantità di rifiuti nelle discariche. Tradotto: meno le amministrazioni
locali sono virtuose, più i Parchi incassano. Viceversa, se gli
obiettivi a tutela dell’ambiente venissero maggiormente rispettati dalle
comunità locali, l’altra gamba dei presidi del territorio verrebbero
clamorosamente penalizzata.
Con quella cifra, che oscilla tra i due milioni e mezzo e i due milioni e
800 mila, va avanti un complesso sistema che si articola su sei Parchi regionali,
tenuto fuori quello delle Cinque Terre che è nazionale e finché
Portofino (se tutto andrà nei tempi previsti, la pratica potrà essere
conclusa entro quest’anno) non seguirà lo stesso destino. Ci sono ancora
aree più piccole gestite dai Comuni e due giardini botanici.
Non c’è dubbio, però, che il grosso della partita si giochi sui sei
Parchi regionali. La discussione (servono, non servono) è riesplosa dopo
l’iniziativa del consigliere regionale Andrea Costa, ex sindaco di
Beverino nella Val di Vara, alle spalle della Spezia, che ha chiesto
l’abolizione del parco di Montemarcello, che corre giù
dall’entroterra lungo il Magra per arrivare fino alla foce del fiume.
Dai contrasti dialettici che ne sono seguiti, con la consueta sequenza
di dichiarazioni polemiche, si fatica però sempre a individuare quale
sia la portata economica del sistema Parchi in Liguria. Il Secolo XIX ha affrontato questa disamina.
Il costo degli organi politici, fortunatamente, è crollato nel tempo. Tra presidenti e consiglieri si sta sotto i 50 mila euro l’anno. Per il personale viene destinato circa un milione l’anno e i numeri sono tutt’altro che cospicui: circa trenta persone in tutta la Regione. Servono per la pulizia dei sentieri, che si estendono per 900 chilometri. Poi per fare educazione ambientale, per affrontare emergenze come quella dei cinghiali, per gestire varie strutture ricettive come rifugi, foresterie, bed&breakfast. la media di posti letto per parco è salita a circa 250 in media. Qualche esempio? All’Aveto ci sono 7 rifugi, al Beigua 3 ma con 6 centri di educazione ambientale, un rifugio e una locanda a Portofino. È una posta da cui arriva anche qualche ricavo. Cifre non grandiose, ma che vanno ascritte tra le entrate. Come all’Antola, dove nei mesi tra aprile e giugno tra rifugi, fattorie didattiche e centro equestre sono arrivati 13 mila euro.
Il costo degli organi politici, fortunatamente, è crollato nel tempo. Tra presidenti e consiglieri si sta sotto i 50 mila euro l’anno. Per il personale viene destinato circa un milione l’anno e i numeri sono tutt’altro che cospicui: circa trenta persone in tutta la Regione. Servono per la pulizia dei sentieri, che si estendono per 900 chilometri. Poi per fare educazione ambientale, per affrontare emergenze come quella dei cinghiali, per gestire varie strutture ricettive come rifugi, foresterie, bed&breakfast. la media di posti letto per parco è salita a circa 250 in media. Qualche esempio? All’Aveto ci sono 7 rifugi, al Beigua 3 ma con 6 centri di educazione ambientale, un rifugio e una locanda a Portofino. È una posta da cui arriva anche qualche ricavo. Cifre non grandiose, ma che vanno ascritte tra le entrate. Come all’Antola, dove nei mesi tra aprile e giugno tra rifugi, fattorie didattiche e centro equestre sono arrivati 13 mila euro.
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sabato 10 marzo 2018
La Guida ufficiale della Via Francigena è online!
La proposta di Terre di Mezzo e Associazione Europea delle Vie Francigene ha lo scopo di far "viaggiare leggeri" con tutti i contenuti della guida cartacea.
La guida on line è scaricabile gratuitamente fino al 5 aprile 2018.
Terre di Mezzo e Associazione Europea delle Vie Francigene presentano l’edizione digitale della guida ufficiale, disponibile su App store e Play store nell’applicazione gratuita “I Percorsi di Terre di mezzo”.
Sarà così possibile “viaggiare leggeri”, portando con sé solo l’edizione digitale della guida alla Via Francigena, dal Gran San Bernardo a Roma in italiano oppure in inglese, con tutti i contenuti della famosa guida cartacea. Per un mese, fino al 5 aprile, sarà possibile scaricare gratuitamente dall’App “I Percorsi di Terre” la guida alla Via Francigena in italiano.
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Ultrarunning, Roberto Zanda subirà l'amputazione di mani e piedi
Il 60enne sarà operato lunedì. È ricoverato al Parini di Aosta da metà febbraio, dopo aver partecipato alla Yukon Artic Ultra in Canada ed essere sopravvissuto per 14 ore con temperature tra i 40 e i 50 gradi sottozero
![]() |
Roberto Zanda, 60 anni, ricoverato al Parini di Aosta. Ansa |
Roberto "massiccione" Zanda sarà operato lunedì. L’ultrarunner sardo, 60 anni, che durante una maratona estrema in Canada ha riportato il congelamento degli arti superiori e inferiori,
subirà l'amputazione di entrambi i piedi, della mano destra e di parte
di quella sinistra. Operazione inevitabile secondo i medici
dell’ospedale Parini di Aosta, dove è ricoverato dal suo arrivo in
Italia, a metà febbraio.
L'ultramaratona —
Zanda aveva partecipato alla Yukon Artic Ultra, l’ultramaratona in
solitaria, la più fredda e dura al mondo. Una competizione estrema,
durante la quale l’atleta si era allontanato dalla slitta dotata di Gps
ed era finito in un fossato di neve alta fino all’ombelico. Bloccato e
impossibilitato a dare l’allarme, è sopravvissuto 14 ore nella foresta
canadese con temperature fra i 40 ed i 50 gradi sottozero. È entrato in
ipotermia e ha rischiato di morire assiderato. Ritrovato dai soccorsi e
riportato in Italia, è stato subito ricoverato ad Aosta, dove i medici
hanno confermato il congelamento di 4/5 grado a mani e piedi.
venerdì 9 marzo 2018
UNA MAIL PER IL PARCO NATURALE ALTA VAL BORBERA
L’associazione “Gli Orsi A.S.D.” chiede il vostro sostegno per supportare il progetto di istituzione di un’Area protetta regionale denominata“Parco Naturale Alta Val Borbera” nel territorio del Comune di Carrega Ligure.
Al fine di sostenere questa proposta, fortemente voluta dal Sindaco del Comune di Carrega Ligure e dai suoi abitanti, vi chiediamo di inviare una mail all'indirizzo: parco@comune.carregaligure.al.it
All'interno della mail potrete supportare l’iniziativa attraverso i vostri suggerimenti o solamente scrivendo il vostro “sì” all'istituzione del Parco Naturale Alta Val Borbera. Il Comune raccoglierà le vostre mail e le consegnerà alla Giunta ed ai Consiglieri regionali al fine di mettere rapidamente in atto ciò che era stato chiesto formalmente a maggio dell’anno scorso.
Il Parco naturale sarà un bene comune, di tutti, un'opportunità vera di sviluppo non solo del territorio comunale, ma dell’intera Val Borbera e di tutto l'Appennino Piemontese. Per tali ragioni, come associazione sportiva abbiamo aderito all’appello lanciato dal Sindaco Marco Guerrini.
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lunedì 5 marzo 2018
domenica 4 marzo 2018
Proteine, non farne a meno: ecco quante te ne servono
Rappresentano un nutriente chiave contro la perdita di massa muscolare, ma il fabbisogno varia da sport a sport: ecco come e in quali cibi trovarle
Una dieta equilibrata non deve solo tener conto della quantità (calorie), ma anche della qualità e della distribuzione dei macronutrienti che la costituiscono. La ripartizione calorica più utilizzata, non solo in ambito sportivo, prende spunto dalla dieta mediterranea con un apporto di carboidrati del 55-60%, di proteine intorno al 15% e di grassi del 25-30%.
Mentre per un soggetto normale il valore proteico giornaliero consigliato è 0,8-1,1g per Kg
di peso corporeo, negli sportivi gli apporti vengono modulati a seconda
delle attività praticate, con tendenza a salire all’aumentare
dell’intensità dello sport.
In chi pratica fitness l’assunzione raccomandata è di 1,2g/Kg, mentre negli sport di resistenza (come corsa, ciclismo, sci di fondo) i valori sono compresi tra 1,4-1,5 g/Kg. Le proteine giornaliere sono ancora più alte negli sport misti (calcio, tennis, pallavolo) con punte di 1,6-1,7 g/Kg.
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giovedì 1 marzo 2018
Sabato 24 marzo: Un lago da bere
Camminantola
In occasione della ricorrenza della giornata mondiale dell'acqua, in collaborazione con Iren, visita guidata alla diga del Brugneto, la principale riserva idrica ad uso potabile del genovesato. A seguire escursione lungo un tratto del sentiero naturalistico che si snoda intorno all'invaso per conoscere gli ambienti naturali che lo circondano (durata escursione 1h 45' ca.). Per la realizzazione dell'iniziativa, servizio di trasporto riservato da Torriglia per la diga e rientro nel pomeriggio a Torriglia (costo servizio di trasporto: 7,00€, n. min. passeggeri 12 - max. 22).
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In occasione della ricorrenza della giornata mondiale dell'acqua, in collaborazione con Iren, visita guidata alla diga del Brugneto, la principale riserva idrica ad uso potabile del genovesato. A seguire escursione lungo un tratto del sentiero naturalistico che si snoda intorno all'invaso per conoscere gli ambienti naturali che lo circondano (durata escursione 1h 45' ca.). Per la realizzazione dell'iniziativa, servizio di trasporto riservato da Torriglia per la diga e rientro nel pomeriggio a Torriglia (costo servizio di trasporto: 7,00€, n. min. passeggeri 12 - max. 22).
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Escursionismo
Classificazioni delle difficoltà escursionistiche
Conoscete la classificazione delle difficoltà escursionistiche?
Ecco la classificazione dei sentieri di montagna:
T itinerario escursionistico turistico.
Itinerario di ambito locale su stradine pedonali, mulattiere o evidenti
sentieri che non porgono incertezze o problemi di orientamento. Si
svolgono in genere sotto i 2000 metri. Richiedono una certa conoscenza
dell'ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.
E escursionistico.
Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri oppure su tracce di
passaggio in terreno vario, (pascoli, detriti, pietraie). Si sviluppano a
volte su terreni aperti, senza sentieri, ma non problematici, sempre
con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi. I tratti
esposti di solito sono in genere protetti (barrierie o cavi). Possono
avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non
faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli o cavi)
che però non necessitano l'uso di equipaggiamento speciale (imbragatura,
moschettoni). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una
certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento
alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.
EE per escursionisti esperti.
Si tratta di itinerari generalmente segnati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari: sentieri o tracce su terreno impervio o infido (pendii ripidi o scivolosi di erba, o roccia e detriti); terreno vario a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento); tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche. Rimangono invece esclusi i percorsi sui ghiacciai. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell'ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento e preparazione fisica adeguate.
EE per escursionisti esperti.
Si tratta di itinerari generalmente segnati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari: sentieri o tracce su terreno impervio o infido (pendii ripidi o scivolosi di erba, o roccia e detriti); terreno vario a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento); tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche. Rimangono invece esclusi i percorsi sui ghiacciai. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell'ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento e preparazione fisica adeguate.
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Appennino atto d’amore, 900 chilometri a piedi nei luoghi del sisma
L’amicizia, l’amore per la montagna, i suoi paesaggi, la sua gente, i
luoghi che si spopolano e i giovani che ritornano: è il viaggio a piedi
di Paolo Piacentini, presidente Fedetrek, raccontato in un libro di prossima uscita:
L’Appennino ha bisogno di tanto amore, di persone che la mattina alzino lo sguardo oltre le case del piccolo borgo per andare a coltivare la terra, nel senso più ampio possibile: a prendersene cura. È a queste terre che sembrano non avere pace che voglio dedicare il racconto di questo viaggio di novecento chilometri. Da Riomaggiore a Castel Madama, dal mare della Liguria alla nostra amata terra, il Lazio.
Un’avventura nata dal bisogno di conoscere, passo dopo passo, le ferite e le minacce contro cui lottano quelle montagne che ci sono entrate nel cuore quando avevamo solo vent’anni. Montagne ferite dagli interminabili trafori, e da preservare dai mega impianti eolici proiettati verso il cielo come lame affilate circondate da boschi secolari. Al profondo desiderio di toccare con mano gli scempi, ma anche le esperienze virtuose, che popolano l’Appennino, all’improvviso si aggiunge il terremoto dell’Aquila. Ormai il nostro viaggio era pronto e questa tragedia non ha fatto che alimentare, con nuova linfa, la volontà di andare ad abbracciare lentamente la spina dorsale del Paese, toccando, appunto, anche i luoghi del sisma.
Se qualcuno, in questo momento storico, mi dovesse chiedere a quale partito o area politica appartengo, gli risponderei che appartengo all’Appennino. Appartengo a un territorio.
Appartengo a una terra che ti dà molto e che ha bisogno di essere ricambiata con amore in termini di conoscenza e di cura.
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L’Appennino ha bisogno di tanto amore, di persone che la mattina alzino lo sguardo oltre le case del piccolo borgo per andare a coltivare la terra, nel senso più ampio possibile: a prendersene cura. È a queste terre che sembrano non avere pace che voglio dedicare il racconto di questo viaggio di novecento chilometri. Da Riomaggiore a Castel Madama, dal mare della Liguria alla nostra amata terra, il Lazio.
Un’avventura nata dal bisogno di conoscere, passo dopo passo, le ferite e le minacce contro cui lottano quelle montagne che ci sono entrate nel cuore quando avevamo solo vent’anni. Montagne ferite dagli interminabili trafori, e da preservare dai mega impianti eolici proiettati verso il cielo come lame affilate circondate da boschi secolari. Al profondo desiderio di toccare con mano gli scempi, ma anche le esperienze virtuose, che popolano l’Appennino, all’improvviso si aggiunge il terremoto dell’Aquila. Ormai il nostro viaggio era pronto e questa tragedia non ha fatto che alimentare, con nuova linfa, la volontà di andare ad abbracciare lentamente la spina dorsale del Paese, toccando, appunto, anche i luoghi del sisma.
Se qualcuno, in questo momento storico, mi dovesse chiedere a quale partito o area politica appartengo, gli risponderei che appartengo all’Appennino. Appartengo a un territorio.
Appartengo a una terra che ti dà molto e che ha bisogno di essere ricambiata con amore in termini di conoscenza e di cura.
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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
Immanuel Kant
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