L’amicizia, l’amore per la montagna, i suoi paesaggi, la sua gente, i
luoghi che si spopolano e i giovani che ritornano: è il viaggio a piedi
di Paolo Piacentini, presidente Fedetrek, raccontato in un libro di prossima uscita:
L’Appennino ha bisogno di tanto amore, di persone che la mattina
alzino lo sguardo oltre le case del piccolo borgo per andare a coltivare
la terra, nel senso più ampio possibile: a prendersene cura. È a queste
terre che sembrano non avere pace che voglio dedicare il racconto di
questo viaggio di novecento chilometri. Da Riomaggiore a Castel Madama,
dal mare della Liguria alla nostra amata terra, il Lazio.
Un’avventura nata dal bisogno di conoscere, passo dopo passo, le
ferite e le minacce contro cui lottano quelle montagne che ci sono
entrate nel cuore quando avevamo solo vent’anni. Montagne ferite dagli
interminabili trafori, e da preservare dai mega impianti eolici
proiettati verso il cielo come lame affilate circondate da boschi
secolari. Al profondo desiderio di toccare con mano gli scempi, ma anche
le esperienze virtuose, che popolano l’Appennino, all’improvviso si
aggiunge il terremoto dell’Aquila. Ormai il nostro viaggio era pronto e
questa tragedia non ha fatto che alimentare, con nuova linfa, la volontà
di andare ad abbracciare lentamente la spina dorsale del Paese,
toccando, appunto, anche i luoghi del sisma.
Se qualcuno, in questo momento storico, mi dovesse chiedere a quale
partito o area politica appartengo, gli risponderei che appartengo
all’Appennino. Appartengo a un territorio.
Appartengo a una terra che ti dà molto e che ha bisogno di essere ricambiata con amore in termini di conoscenza e di cura.
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giovedì 1 marzo 2018
Appennino atto d’amore, 900 chilometri a piedi nei luoghi del sisma
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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
Immanuel Kant
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