domenica 30 settembre 2018

Troppi sbalzi termici: il Monte Bianco perde i pezzi

Dopo i crolli in Val Ferret e alla cresta des Cosmiques, frana una parte del Trident du Tacul

Il Trident du Tacul
AOSTA
Scarnificata. La storia dell’alpinismo è ferita da un crollo di centomila metri cubi: blocchi di granito che il tempo ha colorato di rosso e di giallo crollati sul ghiacciaio del ghiacciaio del Gigante. Siamo nel cuore del Monte Bianco, lato Sud, quello italiano, ma il confine lo muta in francese. «Che tristezza», dice la guida alpina Enrico Bonino che ha sentito la montagna gridare, un lamento cupo, una sorta «boato lontano, profondo, come fosse un’eco di qualcosa di tragico». Stava salendo sulla faccia Est del Trident du Tacul (3639 metri) con la sua compagna, la geologa Ilaria Sonatore. Dice Bonino: «Ci siamo detti, meglio scendere. Sassi venivano giù in mezzo alla parete, senza seguire i soliti canali. Inquietante».  

Nella notte, o prima dell’alba, il crollo. Il Trident è uno dei «Satelliti» del Mont Blanc du Tacul. Luogo di grande fascino, come indica la toponomastica. Sorgono da un circo glaciale che si divide in Géant (Gigante) e Maudit (Maledetto). Fanno da piede semicircolare al Mont Blanc du Tacul che ha creste frastagliate, affilate, tormentate, come quella battezzata «du Diable». E i «Satelliti» si chiamano Roi du Siam, Grand e Petit Capucin, Clocher. La storia dell’alpinismo, fin dai primi anni del Novecento è passata di lì. E in quei mille metri cubi ridotti in pezzi c’erano passati personaggi come Walter Bonatti e Gabriele Boccalatte, o come Hervé Bouvard e Michel Piola.

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giovedì 27 settembre 2018

Val Borbera Trail: la corsa a passo libero in ambiente naturale

Venerdì 28 e sabato 29 settembre 2018  appuntamento con il Val Borbera TRAIL Corsa a passo libero in ambiente naturale.


I partecipanti percorreranno i sentieri del comprensorio collinare e montano di 5 Comuni tracciando un ampio cerchio aperto che parte e ritorna a Cantalupo Ligure. Ogni corsa si svolge in una sola tappa a velocità libera in un tempo limitato.
E’ possibile scegliere tra tre i percorsi di gara:
Val Borbera mini trail di circa 10 Km con dislivello positivo di 500 metri e tempo massimo di 3,00 ore, partenza ore 14,00 del 29 Settembre 2018 da piazza Europa a Cantalupo Ligure. Il minitrail sarà anche NON competitivo
Val Borbera trail di circa 44, km con dislivello positivo di 2.500 metri e tempo massimo 11,00 ore, partenza ore 9,00 del 29 Settembre 2018 da piazza Europa a Cantalupo Ligure.
Val Borbera Ultra-trail di circa 90 km con dislivello positivo di 5.000 metri e tempo massimo 22 ore, partenza ore 22,00 del 28 Settembre 2018 da piazza Europa a Cantalupo Ligure.
Trail running a scopo benefico, i proventi saranno devoluti all’associazione A.I.L. Alessandria Onlus.
Per il regolamento e i dettagli di gara consultare il sito valborberatrail.it

Foliage: quando i colori delle foglie diventano un itinerario da scoprire



L’arrivo dell’autunno offre la possibilità di andare  alla scoperta dei meravigliosi colori d’autunno, tra le colline del Basso Piemonte.
Ecco allora che il foliage e un viaggio lento diventano un binomio perfetto per chi vuole dedicare una giornata o un fine settimana a scoprire la terra di mezzo tra Piemonte e Liguria.
Le strade del Novese e Alto Monferrato offrono in questo periodo panorami mozzafiato con i caldi colori dell’autunno.
In un viaggio fotografico, ecco le tappe assolutamente da non perdere:
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Val Borbera Trail: la corsa a passo libero in ambiente naturale

mercoledì 26 settembre 2018

In Cammino, in ogni senso: un seminario per vedenti curiosi e non vedenti irrequieti.

Il viaggiatore ha come principale obiettivo quello di “vedere” il mondo. Ma il mondo si può anche toccare, annusare, ascoltare e gustare, e se impariamo a utilizzare consapevolmente tutti i sensi possiamo rendere più completa la nostra esperienza di cammino. Questo il principale messaggio che ci trasmetterà Dario Sorgato, blogger e designer ipovedente, affetto da una malattia rara che colpisce vista e udito, che dal 5 al 7 Ottobre terrà il seminario “In Cammino, in ogni senso”. Ospiti del seminario saranno Giulia e Luca (nella foto), camminatori non vedenti che hanno percorso recentemente il Cammino di Oropa.
Gli allievi del seminario saranno persone vedenti, non vedenti, ipovedenti, che affronteranno un cammino di scambio reciproco di sensibilità, conoscenze, esperienze.
Ci sono ancora pochi posti, se sei interessato leggi il programma e iscriviti al più presto!
 
Un “sesto senso”, quello dell’orientamento, è invece l’argomento del corso che si svolgerà dal 12 al 14 ottobre. Franco Michieli, geografo ed esploratore, conduce un seminario in cui illustra la tecnica e la filosofia dell’orientamento a vista, senza strumenti né mappe. Esploreremo la foresta della Serra Morena dimostrando a noi stessi che possiamo benissimo fare a meno di Google Maps.
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Dal reportage al blog e ai social media: dal 26 al 28 Ottobre Mariateresa Montaruli, giornalista, blogger e travel writer ci insegnerà a raccontare un viaggio, a condividere e rendere indimenticabile il nostro prossimo cammino.
Leggi il programma.
Io vorrei tanto fare un cammino, ma…… Ma? Ma cosa?
A volte si cercano degli alibi per non muovere il primo passo, quello più difficile. Alberto Conte e Susanna Di Ciò dal 31 ottobre al 4 novembre ti aiuteranno a metterti in cammino lungo la Via Francigena o il Cammino di Santiago, spiegandoti i segreti della scelta dell’attrezzatura, dell’allenamento, del percorso più adatto a te. In occasione del lungo ponte i primi due giorni saranno dedicati al seminario, e il weekend a rilassanti passeggiate lungo la Via Francigena, il Cammino di Oropa e i sentieri della foresta della Serra Morena.
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Un bellissimo percorso in due tappe porta dalla Casa del Movimento Lento al Santuario di Oropa, passando da Biella. Si ritorna al punto di partenza percorrendo il Tracciolino, una delle più belle strade panoramiche del biellese, e forse d’Italia.
Video, mappa e tracce GPS
Consulta l’archivio degli itinerari

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venerdì 21 settembre 2018

Il cammino di Santiago? Sta diventando un sollazzo borghese. E non possiamo permetterlo

Una ricerca attesta che il cammino di Santiago cambia la vita. In realtà il pellegrinaggio è in piena crisi di identità e sta rinunciando sia al misticismo di Coelho, che alla semplicità del sandalo francescano che all’edonismo bohémien alla Jack Kerouac

lunedì 17 settembre 2018

Bere in cammino: come, quanto, cosa. 7 dritte per non restare a secco

La disidratazione è il nemico più subdolo per chi va a piedi. Ma con i consigli della nostra esperta non vi farete trovare impreparati



Come uno sport

Non sarà un’attività impattante come il running, ma anche durante il cammino il fisico viene sottoposto a un buon livello di “stress”, soprattutto per la durata dell’impegno e per il fatto di rimanere tante ore all’aria aperta, in qualsiasi condizione meteo. Per questo, preparazione fisica, idratazione e alimentazione vanno curate come per tutte le altre attività sportive.

Meglio sforzarsi

Prima di tutto bisogna pensare all’idratazione, “soprattutto se andate in quota e in ambienti freddi, dove è più facile disidratarsi senza rendersene conto”, spiega Elena Casiraghi, triatleta e specialista di alimentazione e integrazione nello sport, responsabile dell’Enervit Nutrition Center. “Infatti l’aria in altura è più secca e con il freddo è più difficile avere la percezione della sete”. Per questo bisogna sempre sforzarsi di bere, anche quando non se ne ha voglia…
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Stanchezza cronica: non sottovalutare l’allarme


sabato 15 settembre 2018

Mongioie da Viozene (CN)



difficoltà: EE   [scala difficoltà]
esposizione prevalente: Sud-Ovest
quota partenza (m): 1245
quota vetta/quota massima (m): 2630
dislivello salita totale (m): 1385

copertura rete mobile
wind : 20% di copertura
vodafone : 28% di copertura
tim : 51% di copertura
no operato : 0% di copertura
3 : 0% di copertura
contributors: matte978 daniele64 
ultima revisione: 06/04/16
località partenza: Viozene (Ormea , CN )
punti appoggio: Rif. Mongioie 1555 m
cartografia: Multigraphic foglio 107 scala 1:25.000
bibliografia: Vette delle Alpi - A. Parodi
note tecniche:
Ascensione di soddisfazione da effettuare ad inizio o fine stazione o cmque con neve trasformata per poter salire senza troppa fatica lungo la gola impratichendosi all'uso dei ramponi e della piccozza
descrizione itinerario:
Da Viozene raggiungere per mulattiera e sentiero il Rif. Mongioie (1555). 
Dal rifugio puntare alla base dell'evidente e sovrastante Gola delle Scaglie, raggiungendone la base senza percorso obbligato ma puntando in linea di massima ai Bricchi Neri, serie di torrioni alla base della parete sud della Rocca del Garbo. Qui giunti con un traverso verso dx alla sommità del conoide detritico basale (piccolo ometto) si traversa allora verso sx puntando al centro della gola: senza raggiungerlo si sale seguendo il percorso migliore fino all'evidente sella posta sulla sommità della gola (Bocchin delle Scaglie - 2360 ca) su pendenze costanti ma mai troppo ripide (ca. 30-35°). 

Dalla sella puntare a dx (est) verso la cima della Rocca del Garbo (2450): senza raggiungere necessariamente la cima, traversare a sx qualche decina di metri sotto, puntando all'evidente insellatura (2500 ca.) che precede il pendio finale del Mongioie (ingiottitoio, attenzione).
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venerdì 14 settembre 2018

Courmayeur: Val Veny


A pochi km dal centro di Courmayeur si apre la Val Veny, una delle zone più belle della Valle d’Aosta, situata ai piedi del massiccio del Monte Bianco. Inutile specificare dunque che ci troviamo in un paradiso per gli escursionisti, con tantissime opzioni tra cui scegliere. La passeggiata che vi proponiamo è quella classica, l’ideale per un primo approccio alla valle. Dai parcheggi di La Visaille (1600 metri) ci incamminiamo verso il Rifugio Elisabetta Soldini, sull’ampia strada inizialmente asfaltata e poi sterrata. In un’ora circa si giunge allo scenografico Lago di Combal, dalle affascinanti tonalità (1968 m). Lo spettacolo è già stupendo: in fondo alla valle svettano imponenti le Pyramides Calcaires, magnifiche formazioni di roccia calcarea. Ma siamo solo all’inizio! Invece di attraversare il ponte consigliamo di effettuare una breve deviazione seguendo la strada che costeggia la riva destra del lago. In pochi minuti si arriva al Bar Combal, dove inizia la salita che porta alla morena del Miage, sotto cui si trova l’omonimo Lago del Miage (2030 metri – Lac du Miage in francese). Negli ultimi anni purtroppo le dimensioni dello specchio d’acqua si sono assottigliate parecchio.  Il lago è alimentato dal Ghiacciaio del Miage che scende dal Monte Bianco. Tornati al Lago di Combal oltrepassiamo il ponte e proseguiamo sull’altro versante della valle, sempre su comodo sterrato. Si attraversa lo splendido pianoro fino ad affrontare gli ultimi tornanti con la pendenza che aumenta man mano… Ma il Rifugio Elisabetta (2197 m) ormai è ben visibile e bastano gli ultimi sforzi per concludere la nostra escursione. Chi invece vuole salire ancora più in alto può partire alla volta di emozionanti ascensioni alpinistiche nel massiccio del Bianco.

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martedì 11 settembre 2018

VieNormali.it

Panoramica sul settore meridionale della Majella dalla vetta del M. Amaro (q. 2793 m)
VieNormali.it vuole essere un portale di riferimento per gli appassionati di montagna, escursionismo e alpinismo, in cui trovare informazioni dettagliate sulle vie normali di salita alle cime italiane ed estere dell'arco alpino, degli appennini e delle isole.

Per "via normale" si intende la via di salita ad una cima montuosa più facile, logica ed intuitiva, che generalmente coincide con la via seguita dai suoi primi salitori. Alcune vie normali sono delle semplici camminate che portano alla cima di una montagna, altre costituiscono dei percorsi alpinistici impegnativi che richiedono capacità tecniche di arrampicata su roccia, neve e ghiaccio e l'utilizzo dell'attrezzatura alpinistica.


Spesso risulta difficile reperire le informazioni relative alla salita di una cima, soprattutto se poco nota: non sempre le vie di salita sono rappresentate sulle carte escursionistiche o lo sono con la simbologia di sentiero a puntini rossi che, pur essendo ben nota come "sentiero per esperti", può indurre a pensare alla possibilità di salire ad una cima senza fornire informazioni sulle difficoltà che si possono incontrare. Viceversa la mancanza di un sentiero rappresentato su una carta escursionistica può far perdere la possibilità di salire una bella cima, magari per un percorso facile.

Questo portale intende fornire delle informazioni il più possibile dettagliate e precise sulle vie di salita alle cime montuose italiane e dell'arco alpino, con descrizione del percorso, tempi, dislivelli, difficoltà, attrezzatura necessaria o consigliata e quant'altro possa essere utile per documentarsi prima di effettuare la salita della cima.

lunedì 10 settembre 2018

Identificato l’alpinista morto sul Monviso: è un cuneese di 59 anni

L’uomo è caduto a 3700 metri di quota tra la parete Est e la via Normale. Ha perso lo zaino, quindi per il riconoscimento è avvenuto solo dopo molte ore

CRISSOLO
È Claudio Fulcheri, 59 anni, di Cuneo, infermiere all’ospedale “Santa Croce”, l’alpinista morto domenica mattina (9 settembre) sul Monviso: è precipitato sulla via della Lepre, che collega la cresta Est con la via Normale, a 3.700 metri di quota. Un gruppo di alpinisti del Cai ha visto il corpo e dato l’allarme. Gli uomini del Soccorso alpino, arrivati con l’elicottero del «118», hanno recuperato la salma (operazioni rese difficili dalla nebbia), trasferendola prima a Casteldelfino, poi nelle camere mortuarie di Saluzzo. Nella caduta, l’alpinista aveva perso lo zaino, irrecuperabile. In assenza di documenti, per l’identificazione da parte dei carabinieri di Saluzzo sono state necessarie molte ore. 

Passione per la montagna e il ciclismo.  
Originario di Cuneo, molto conosciuto in ambito ospedaliero, Fulcheri era un grande appassionato di montagna e aveva già compiuto altre tre volte la scalata del Monviso, sempre in solitaria. Un mese fa aveva scalato il Monte Rosa. L’altra sua grane passione era il ciclismo. Amava le valli Grana, Stura, Maira e in particolare, percorreva spesso in bicicletta il Colle Fauniera tra Castelmagno e Demonte. Una denominazione, il Fauniera, introdotta nel 1999 al passaggio del Giro d’Italia e che Fulcheri aveva sempre contestato (anche con interventi su “La Stampa”, su settimanali cuneesi e riviste specializzate di ciclismo), sostenendo che in realtà si trattava del “Colle dei Morti”. 

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domenica 9 settembre 2018

Sulla via dei pellegrini

All’estremità occidentale della baia di Nervi (GE), dove sale l’attuale via Provana di Leyni, in epoca medievale si trovava la chiesetta del Santo Sepolcro, successivamente intitolata a San Paolo. I due nomi con cui ci è stata tramandata rimandano chiaramente alla storia del pellegrinaggio cristiano verso Gerusalemme e verso Roma, verso il Santo Sepolcro e verso la tomba dell’apostolo Paolo. Quest’ultimo, che fu uomo d’azione, viaggatore e comunicatore, venne anche considerato il primo pellegrino della cristianità. Pertanto non ci stupirà che accanto a questa piccola chiesa esistesse un hospitale, ovvero una casa ospizio gestita da religiosi. Il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, tenutosi a Nicea nell’anno 325 d.C., aveva infatti incaricato i vescovi di alloggiare i bisognosi e di creare adeguate sedi di accoglienza. Le finalità e gli ordinamenti comuni facilmente collegarono gli edifici destinati all’ospitalità, creando una vera e propria rete.
Solitamente le pievi rurali nate sulle stazioni di sosta romane, quindi in particolari posizioni di transito lontano dalle città, possedevano degli ospizi e concorsero grandemente alla crescita di tali strutture. Nervi era una di queste pievi rurali e l’ospizio fu costruito sulla via pubblica che conduceva alla baia, una condizione indispensabile alla sua stessa funzione.
La Pieve di Nervi fu un importante riferimento religioso e civile. Il ruolo che assunse verso l’assistenza ai pellegrini fu determinato dal progressivo incremento della vita comunitaria e dalla necessità di fronteggiare il passaggio dei viandanti da e per Genova. L’hospitale offriva un pasto frugale ed un tetto, aggiungiamo che era in una posizione incantevole: percorrendo la via romana da ponente e da levante, si saliva al Capo, così era chiamato il piccolo promontorio, ed improvvisamente lo sguardo si apriva sulla baia di Nervi, con un panorama sbalorditivo che sicuramente invitava alla sosta.
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La memoria partigiana sui sentieri di Montoggio (GE)

Il video
Sui crinali compresi tra Alta Valle Scrivia, Val Noci e Val Bisagno tra il 1944 e il 1945 i partigiani furono protagonisti di una lunga stagione di conflitti con le truppe nazifasciste. La zona fu base operativa della Brigata volante Severino, una "costola" della Cichero, impegnata in rapide azioni di sabotaggio verso Genova. Il forum escursionistico Quotazero.com , con il Comune di Montoggio, ha ripristinato, con indicazioni e segnavia, la antica mulattiera che dal centro del paese sale a Casa Teitin, da cui l'itinerario prosegue verso Noci e Campoveneroso, basi della "Severino". Il tracciato si sviluppa nei boschi, toccando località ormai disabitate come o' Ciappa e Teitin. Ecco la storia di questi luoghi.


venerdì 7 settembre 2018

A piedi da Milano a San Bernardino: il Sentiero del Viandante diventa realtà

Finanziato il progetto che unisce il capoluogo lombardo alla Svizzera attraverso i sentieri che costeggiano il Lago di Como: entro tre anni dovrà essere completato



Una bella notizia per tutti i camminatori: il progetto Le Vie del Viandante 2.0, presentato dal Comune di Lecco tre anni fa, ha finalmente visto la luce. Il programma è ambizioso e vede la collaborazione tra Italia e Svizzera per prolungare lo storico sentiero, a partire dalla realizzazione del tratto fra Lecco e Abbadia, attualmente mancante, e la sua integrazione con tracciati esistenti verso Milano e a nord l’ampliamento dei servizi fino a San Bernardino in Svizzera.

UN NUOVO RIFUGIO – Un finanziamento di oltre 1.700.000 euro finanziati da Unione Europea, Stato Italiano, Confederazione Svizzera, Regione Moesa e imprese pubbliche e private del territorio. Possono sembrare tanti euro per la realizzazione di un tratto di sentiero, ma i soldi serviranno anche per creare sul territorio del lago fino al confine svizzero passando per la Val Chiavenna, un prodotto turistico. Far crescere un territorio, creando collaborazione tra enti pubblici e privati per dare un maggior servizio ai viandanti in continua crescita. Infatti, tra Svizzera e Valchiavenna, al Passo del Baldiscio, verrà creato un nuovo rifugio in modo da poter offrire un punto d’appoggio mancante e rendere fruibile a tutti il percorso. 

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giovedì 6 settembre 2018

Il Castello di Borgo Adorno (AL)












Il Castello di Borgo Adorno

BorberAmbiente



Bloccata in quota con i sandali ai piedi: 19enne salvata dal Soccorso alpino



GEMONA (UD) - Si è concluso intorno alle 2 di notte  l'intervento di recupero della 19enne turista originaria del Lussemburgo che ieri sera aveva chiesto aiuto mentre si trovava bloccata sul Monte Chiampon, a Gemona del Friuli.

La giovane si era  trovata in difficoltà a causa del buio e del temporale:  non disponeva di attrezzatura adeguata per trascorrere la notte all'addiaccio, ai piedi  calzava dei sandali. I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico di Udine l'hanno raggiunta intorno alle 22.30 dopo averla localizzata a quota 1.670 metri con Sms Locator sulla cresta percorsa dall'Alta via CAI di Gemona nei pressi della cima del Monte Faeit, e hanno iniziato con lei la discesa, che si è conclusa con l'arrivo intorno alle 1.10 a Malga Cuarnan.

È stato nel frattempo deciso di inviare altri due tecnici in quota per portarle un paio di calzature più adeguate alla discesa in sicurezza. I tecnici Cnsas - 11 quelli impegnati nell'intervento, sei in quota, più i soccorritori della Guardia di Finanza in appoggio in base - hanno compiuto circa seicento metri di dislivello con le torce frontali. La ragazza - riporta il Cnsas - si trovava in Italia per compiere percorsi di trekking.

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sabato 1 settembre 2018

Il parco naturale dell’Alta Val Borbera è realtà.


“Il parco naturale dell’Alta Val Borbera lo si può considerare come fatto”.Lo ha annunciato il presidente della Regione Sergio Chiamparino, che nel giorno del suo compleanno,( non ha svelato quanti anni compie, perché, come ha detto lui stesso, ( c’è una soglia oltre la quale non dice più), è salito fino a Carrega Ligure e nello  splendido scenario del comune di Carrega Ligure ha anticipato  la notizia che tutti i presenti aspettavano
“Il disegno di legge regionale che prevede l’istituzione della zona del parco, – ha spiegato il presidente  Chiamparino  è già stato esaminato dalla giunta, non è emerso dubbio alcuno sull’istituzione di questo parco. Direi che venerdì prossimo o al massimo quello successivo la giunta varerà  il parco. Ci sarà poi il passaggio in Consigli,  credo non ci saranno obiezioni di nessun tipo”.  Insomma tutti d’accordo.
L’atmosfera è quella della festa, e non potrebbe essere diversamente; dopo tanti anni di assenza, l’amministrazione del Comune più alto della Val Borbera, ha riproposto l’antica fiera degli animali.  Banchetti, cibo, asini, cavalli, mucche e,  nonostante la temperatura non proprio estiva, (15 gradi non sono molti ) tantissime persone  si sono date appuntamento in questo angolo di paradiso che a breve diventerà parco.
Il convegno  dal titolo “Quando nasce un parco: Appennino e Terre di Confine”. si è svolto in un ambiente assolutamente informale;  sotto un gazebo, dove al posto delle sedie, hanno preso posto varie personalità del mondo della cultura agricola e delle politica, accomodate, (si fa per dire), su balle di fieno. La battuta è salita spontanea, “politici sulle balle”, ma in questa occasione, i politici hanno portato una ventata di speranza per questi luoghi destinati allo spopolamento.
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Idratarsi sempre

Assumere liquidi è troppo importante per il benessere del tuo corpo nell'ambito dell'attività fisica: ecco le istruzioni per farlo con criterio, senza esagerare in un senso o nell'altro


Le ferie estive sono state un momento prezioso per iniziare a praticare attività fisica come camminare sul lungo mare o su pendii montuosi, nuotare, ma anche pedalare o semplicemente fare più moto, riducendo il tempo in posizione seduta tipico dell’impiego d’ufficio. Per coloro invece che erano già habitué della pratica sportiva, le ferie sono state un’occasione unica per godere dell’aria aperta. Una cosa è certa: di qualunque categoria si faccia parte, una volta rientrati in città, è bene conservare queste buone abitudini e fare dell’attività fisica un momento quotidiano. Si può godere di strategici ritagli di tempo come la mattina presto, la pausa pranzo o appena dopo l’orario di lavoro.

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"A un passo dalla vetta", Cristiano racconta l'amore per la montagna e il trekking sostenibile

Originario di Caldirola, appassionato escursionista, autore di blog, guide e romanzi, innamorato della natura e della montagna, Cristiano Zanardi ha di recente dato alle stampe "A un passo dalla vetta 2", la raccolta di cinquanta escursioni pensate per gli amanti di una nuova e più responsabile forma di turismo: quello lento, ecologico e sostenibile. A lui abbiamo rivolto qualche domanda


CULTURA - Originario di Caldirola, appassionato escursionista, autore di blog, guide e romanzi, innamorato della natura e della montagna, Cristiano Zanardi ha di recente dato alle stampe “A un passo dalla vetta 2- I più affascinanti trekking sull'appennino delle 4 province”, la raccolta di cinquanta escursioni pensate per gli amanti di una nuova e più responsabile forma di turismo: quello lento, ecologico e sostenibile. A lui abbiamo rivolto qualche domanda sui volumi pubblicati, sul territorio della val Borbera e sul progetto che sta portando avanti insieme a Maurizio Carucci e che interessa proprio questo tratto di Appennino.

Nel volume "A un passo dalla vetta 2", ci sono itinerari in val Borbera? Puoi svelarne alcuni? 
«La val Borbera è una delle zone più rappresentate, sotto forma di itinerari, nelle pagine della mia guida e questo dipende sostanzialmente da due fattori: l'enorme patrimonio sentieristico della valle e l'ottima conoscenza del territorio, che frequento da tanti anni e che ormai posso dire di sentire un po' casa mia, pur essendo originario della vicina val Curone. Oltre a percorsi belli e conosciuti, come la salita al monte Antola dal valico di San Fermo oppure i trekking ai monti Cavalmurone e Carmo, ho inserito in questo volume itinerari meno noti, come le escursioni nelle valli della Liassa e dell'Albirola, un curioso percorso ad anello nelle Strette di Pertuso, la salita al Bric Castellazzo e la traversata da Costa Salata a Rocchetta Ligure. Diciamo che il libro, pur proponendo trekking semplici e adatti a tutti, offre anche spunti per escursioni attraverso sentieri meno battuti o non segnalati e, quindi, riservate ad escursionisti non improvvisati».

Cosa ti ha spinto a realizzare dapprima un volume che raccogliesse le escursioni da effettuare nei territori delle Quattro Province e poi questa seconda pubblicazione?
«Da appassionato di escursionismo, ho sempre avvertito la mancanza di fonti a cui attingere per andare alla scoperta del nostro territorio. Ecco perché, dopo essermi avventurato in molte escursioni, ho deciso di realizzare un sito internet (A un passo dalla vetta) in cui mettere a disposizione di tutti gli amanti dell'appennino il numeroso materiale in mio possesso e, in un certo senso, l'esperienza che nel frattempo avevo acquisito. La decisione di condensare il tutto in una collana di libri serve a raggiungere ancora più persone che, magari, hanno piacere ad avere il supporto di una guida cartacea a cui fare riferimento per conoscere il nostro territorio: ogni volume contiene la descrizione di cinquanta percorsi escursionistici, corredati da informazioni, immagini e una mappa di massima utile ad intuire lo sviluppo dell'itinerario. Possiamo dire che i volumi di A un passo dalla vetta seguono un po' il solco tracciato dai famosi libri di Andrea Parodi, pur essendo più spiccatamente dedicati alle nostre zone (val Borbera, val Curone, valle Staffora, valle Scrivia, val Trebbia)».


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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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